16 marzo 2024 – 16  marzo  1978.  Rapimento di Aldo Moro

Oggi apro con un ricordo che darà il titolo alla pagina del mio blog (la mia memoria storica)
Contiene anche altro che trasferirò su fb perché è  l’unico mezzo con cui riesco a documentare pubblicamente ciò che penso sperando di aprire un dialogo e di trovare una condivisione efficace.

16  marzo  1978.  Rapimento Aldo Moro   –
La salma del politico assassinato fu ritrovata il  9 maggio.
E fu la fine del  “compromesso storico”
Non è un commento ma solo un dato di fatto su cui oggi non mi soffermo.

Ieri sera, guardando la trasmissione Tv Propaganda Live,    ho ascoltato un accorato racconto di don Ciotti (link) che,  nel corso della sua presenza  alla prima commemorazione della strage di Capaci  (1992) ,  aveva condiviso il  dolore di una  donna, la madre di Antonio Montinaro, poliziotto della scorta Falcone. Mentre venivano pronunciati i nomi dei morti illustri la donna  chiedeva: “perché non quello di mio figlio”?
Da lì la riflessione di don Ciotti che insisteva, con la passione che gli è propria, sul dovere della pronuncia dei nomi delle vittime, a prescindere dal loro ‘rango’. E’ una cosa che  si fa , per esempio, nel ricordo  della strage di Bologna.

A me  quella donna in lagrime ha fatto venire in mente le madri cui è negata la documentazione dell’atto di nascita di una figlia/di un figlio nati in Italia  nei registri di stato civile .
La tragica , indegna decisione appartiene  alla legge 94/2009 (art. 1 comma 22 lettera g) . Quella norma abrogò la precedente  che, inserita  nella legge 40/1998 (cd Turco Napolitano), dichiarava non dovesse essere richiesto il permesso di soggiorno (o altro titolo equipollente) a  coloro che si presentassero  a registrare la nascita  di un proprio figlio in Italia.
Così,  dopo l’approvazione con voto  di fiducia della legge 94 citata sopra, lo sportello dell’anagrafe comunale diventava un muro per chi, sapendosi irregolare, non avrebbe osato  esporsi tale davanti a un ufficiale di stato civile.
La  legge  174/1991, ratifica della Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza,  dichiara il superiore interesse del fanciullo e quindi il suo diritto ad avere un certificato di nascita che ne attesti la presenza giuridicamente riconosciuta nel nostro stato, prescindendo da – quale che sia –  condizione dei suoi genitori (art. 3 della Costituzione).
Persino al governo di allora (Quarto Berlusconi, ministro dell’interno Maroni ) fu  chiara la contraddizione   di  quella norma con norme internazionali vincolanti.
Quindi  lo stesso  ministero dell’interno  emanò  immediatamente  una circolare  (n. 94/2009 )  che, in relazione alle nascita,  interpretava la legge affermando che non si debba chiedere il permesso di soggiorno  ai migranti non comunitari  che  si presentino all’anagrafe a dichiarare la nascita di un figlio.
Ora, constatata la neghittosità  parlamentare in vista della modifica della legge e, soprattutto,  l’indifferenza della società civile  di fronte a una legge che può produrre solo vittime invisibili  (e quindi comodamente   inesistenti) non resta che garantirsi della consapevolezza dei comuni che li porti a rispettare senza eccezioni il dettato della circolare 19.
Rispetto significa anche una  azione di informazione pubblica e capillare che significhi rassicurazione tale da  permettere ad ognuno / a degli interessati di superare il muro interiore della paura di esporsi di fronte a un Ufficiale di stato civile.

 

 

16 Marzo 2024Permalink

14 marzo 2024 _ Pregare a Monfalcone non è cosa semplice

Inserisco in calce  il link da cui apprendiamo dal quotidiano locale Il Piccolo che la comunità islamica, cui sono stati negati i luoghi di preghiera e ostacolata l’espressione della pubblica preghiera all’aperto (qualcosa di simile, mi sembra, alle processioni praticate dalla chiesa cattolica, queste mobili gli altri invece statici),  hanno deciso di pregare a gruppi nelle case.

Chissà se nel comune della signora sindaca di Monfalcone quando si presentano genitori non comunitari a registrare la nascita di un figlio viene loro chiesto il permesso di soggiorno?
Così la signora sindaca potrebbe identificare gli irregolari e usare di neonati  nel suo territorio per promuovere la cacciata dei genitori se lo ritiene opportuno.
Questo non. lo sappiamo.

Sappiamo però che la virtuosa inquisitrice per segnalare la  condannabile diversità  di questi sgradii ospiti  usa delle espressione della loro fede.

L’Arcivescovo  della diocesi di cui fa parte Monfalcone ha qualche cosa da dire?
A me un simile atteggiamento sembra offesa a ogni religione sia garantita da concordato, sia da intesa, sia dalla libertà religiosa che appartiene a ogni persona.

https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2024/03/12/news/ramadan_monfalcone_comunita_islamica_preghiere_in_casa-14141982/

 

14 Marzo 2024Permalink

3 febbraio 2024 – Dalla pagina del pastore Ferrario

Domenica 3 marzo 2014: Luca 9: 57-62  traduzione NR 2006  riferimento  MT 8: 19-22

Mentre camminavano per la via, qualcuno  gli disse: “Io ti seguirò dovunque andrai”. 58E Gesù gli rispose: “Le volpi hanno delle loro tane e gli uccelli del cielo  dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. 59A un altro disse: “Seguimi”. Ed egli  rispose: “Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre”. 60 Ma Gesù gli disse: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và ad annunciare il regno di Dio”. 61Un altro ancora gli disse: “Ti seguirò, Signore; ma lasciami  prima salutare quelli di casa mia”. 62Ma Gesù gli disse: “Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e poi  volga lo sguardo indietro è adatto per il regno di Dio”.

Se seguire Gesù è così impegnativo, forse è meglio lasciar perdere!

Una reazione del genere non è fuori luogo: anzi, essa potrebbe derivare da un atteggiamento serio nei confronti del testo, che cioè rinuncia ad “addomesticarlo” mediante qualche elucubrazione teologica e pastorale, accettandone invece la durezza. C’è poco da spiegare, Gesù è fin troppo chiaro; ma appunto, se non voglio giocare con le parole, devo ammettere che io non sono il soldato scelto dell’evangelo che Gesù delinea, bensì una persona normale, il che significa anche abbastanza mediocre.

Forse però le parole di Gesù dovrebbero essere ascoltate partendo non da ciò che egli chiede, bensì da ciò che dona e che viene nominato nel secondo e nel terzo di questi brevi dialoghi: Gesù chiama all’annuncio del Regno di Dio. E che cos’è mai il regno di Dio? È un tipo di vita, uno spazio spirituale, una relazione affettuosa, che Dio stabilisce con noi. Gesù, altrove, lo paragona a una perla preziosa, o a un tesoro nascosto nel campo: è vero, per acquistare la perla, o il campo dove c’è il tesoro, bisogna vendere tutto, acquisire il capitale. Ma lo scopo non è una vita misera, bensì l’acquisto del campo, una ricchezza più grande.

E’ così anche in questi dialoghi: Gesù offre qualcosa di grande e bello, la sua chiamata costituisce, in primo luogo, una grande occasione. La prima domanda che docciamo porci, dunque, non è se siamo abbastanza bravi, abbastanza forti, abbastanza generosi da far passare in secondo piano persino i legami familiari più significativi. Se partiamo da noi e dalla nostra disponibilità, siamo perduti. La vera domanda è: abbiamo ascoltato la buona notizia del Regno di Dio? Gesù, la sua persona, il suo messaggio, ci parlano?

Scoprirlo non è difficile. L’evangelo si manifesta come una grande passione, come una realtà carica di fascino. È come l’amore per una persona: naturalmente è impegnativo, si tratta di condividere tutto, dai soldi al bagno, la poesia dell’eros, ma anche la prosa delle pulizie e di tante altre cose molto terra terra. Nessuna persona innamorata, però, si spaventa di condividere il bagno. La partita, dunque, non si decide su ciò che lascio, ma su ciò che trovo, una vita con Gesù, una relazione con il suo Padre celeste, relazione che Gesù chiama “Regno di Dio”. Pensa a ciò che dici, dunque, quando affermi di voler essere cristiana/o, pensa a Gesù e chiediti se davvero egli è la passione della tua vita, che tiene insieme tutte le altre.

Per vivere questa passione, certamente, devi sapere che non tutto è sempre facile e che non si può essere indecisi per tutta la vita. Quando incontro pastori o pastore che sembrano sempre schiacciate dal peso del loro ministero, vorrei chiedere: ma la passione di leggere e spiegare la Bibbia non basta a donarti entusiasmo? So anch’io che a volte è difficile, per mille e mille ragioni, ma la difficoltà non può impedire di vivere la passione. Ma lo stesso discorso vale anche per il membro di chiesa che gestisce con avarizia il proprio tempo e il proprio denaro: oggi non posso e domani nemmeno; e certo, c’è la contribuzione, ma devo cambiare la macchina e pagare il mutuo… Io non posso né voglio analizzare la tua giornata né farti i conti in tasca: le esortazioni da sole restano inesorabilmente moralistiche, ognuno di noi sa trovare una ragione per dire che, in fondo, facciamo più di quanto fanno altri, contribuiamo più di altri eccetera. L’esortazione da sola lascia il tempo che trova. Gesù, invece, ci chiede: sei sicuro di avere ascoltato la buona notizia dell’evangelo? Certo, oggi lo sappiamo bene (cinquant’anni fa, era meno chiaro): non ci si può innamorare di un’ideologia e infatti la fede cristiana non lo è. La fede cristiana è una specie di innamoramento nei confronti di Gesù, così come ce lo testimonia il Nuovo Testamento. Se non sai che cos’è, non c’è raccomandazione né minaccia che tenga, sarai sempre lì a tirare sul prezzo a tenere la contabilità del tuo impegno e a sospettare che non ne valga la pena. Se invece Gesù ti parla, stai tranquilla che si fa capire: pensaci un attimo e valuta quello che devi affrontare, esattamente come quando costruisci un’esistenza con un uomo o una donna: dopodiché, vai, e vivi in pienezza la relazione, senza superficialità e al tempo stesso senza paura.

La vita cristiana non è per eroi della fede, ma per persone che vivono la passione dell’incontro con colui che ci introduce nel Regno di Dio.

3 Marzo 2024Permalink

1 marzo 2024 – CALENDARIO di marzo

.1 marzo1968 –   La “Battaglia di Valle Giulia” dà inizio al ’68 italiano
.2 marzo 1956 – Il Marocco dichiara l’indipendenza dalla Francia
.4 marzo 2005 – Iraq. Soldati Usa uccidono Nicola Calipari…   ….[Nota 1]
.5 marzo 2020 – CORONAVIRUS: Il presidente Mattarella parla alla nazione
.6 marzo 1975 –  Italia: La maggiore età viene abbassata da 21 a 18 anni.
.6 marzo 2012 –  Giornata europea dei Giusti istituita dal Parlamento
Europeo.                                                          [Nota 2]
.7 marzo 1991 –  Arrivo a Brindisi della prima migrazione di albanesi
.8 marzo – ……  Giornata mondiale della donna
.9 marzo 2024-  Inizio Ramadan anno islamico   1444
10 marzo 1946 – In Italia le donne votano per la prima volta.       [Nota 3]
10 marzo 1987 – L’ONU riconosce il diritto di obiezione di coscienza
………………………… alle armi …………………………………     [Nota 4]
11 marzo 2011 – Fukushima, Giappone.
Terremoto e incidente alla centrale nucleare.
12 marzo 2013 – Morte di Teresa Mattei…… ……………..…     [Nota 5]
13 marzo 1983 – Assassinio di Marianella Garcia Villas in Salvador
…………………………………………………………………….   [Nota 6]
13 marzo 2013 – Elezione papa Francesco
14 marzo 1879 – Nascita di Albert Einstein
14 marzo 1883 – Morte di Karl Marx
14 marzo 2018 – Morte di Stephen Hawking
15 marzo 1545 – Apertura del Concilio di Trento
15 marzo 1976 – Nasce la trasmissione Prima Pagina.
…..…………………  Il primo giornalista che la condusse fu Ruggero Orlando
15 marzo 1990 – Michail Gorbačëv viene eletto presidente dell’URSS
15 marzo 2011 – Primi segnali del conflitto siriano
16 marzo 1978 – Rapimento di Aldo Moro
16 marzo 2003 – Morte di Rachel Corrie, schiacciata da una ruspa israeliana
a  Rafah, striscia di Gaza
17 marzo 1981 –  Ritrovamento della lista dei membri della P2      [Nota 7]
18 marzo 1871 –   Inizia la Comune di Parigi
18 marzo 1962 – Termina la guerra d’Algeria
18 marzo 2015 – Attentato al museo del Bardo – Tunisi
18 marzo 2021 – Prima giornata nazionale in memoria delle vittime della
epidemia da coronavirus
19 marzo 1994 – Assassinio don Peppino Diana, vittima della camorra a
…………………………..Casal  di Principe
19 marzo 2002 – Bologna_ Assassinio di Marco Biagi (giuslavorista
dell’Università di Modena)
20 marzo 1994 – Omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
21 marzo –            Nowruz – Capodanno persiano
21 marzo –           Giornata mondiale della poesia                   [Nota 8]
21 marzo –           Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo

…….…………………… ……delle vittime delle mafie, celebrata da Libera.
21 marzo – ………Giornata contro la discriminazioni razziale, istituita
nel 1966   in ricordo del Massacro di Sharpeville
– Sud Africa
21 marzo 1960 – Massacro di Sharpeville – Sud Africa
21 marzo 2014 – Putin firma l’annessione della Crimea alla Russia
22 marzo              Giornata mondiale dell’acqua            …..  [Nota 9]
23 marzo  2018 –  Inizio XVIII legislatura  (termine 12 ottobre 2022)
24 marzo 1944 – Strage delle Fosse Ardeatine.
24 marzo 1976 – Golpe in Argentina
24 marzo 1980 – Assassino di mons. Oscar Romero in Salvador
24 marzo 1999 – Bombardamento di Belgrado. Operazione Alied Force
…………………………………………………………………. ..[Nota 10]
25 marzo 1957 – Firma dei Trattati di Roma istitutivi della CEE
……………………………………………………………….. [Nota 11]
26 marzo 1996 – Notte 26/27 marzo, rapimento monaci trappisti di
Tibhirine                                            [Nota 12]
27 marzo 1958 – Nikita Kruscev diventa primo ministro dell’URSS
27 marzo 1985 – Assassinio di Ezio Tarantelli, economista e accademico
………………………… italiano,  ucciso dalle Brigate Rosse in seguito ad un
attentato.
27 marzo 2018 – Morte di Linda Brown , cittadina del Kansas.
…..……………………. .Lottò contro la segregazione razziale nelle scuole
…………………………  americane.
28 marzo 1958 – La Cina scioglie il governo del Tibet
29 marzo 1973 – Fuga dei soldati americani dal Vietnam
29 marzo 2013 – Morte di Enzo Jannacci
29 marzo 2017 – La Camera approva la legge “Disposizioni in materia di
………………………….misure  di protezione dei minori stranieri non
………………………….accompagnati”.
30 marzo 2016 – Il male del mondo. Conferenza stampa dei genitori
……………………………di  Giulio Regeni nella Aula Nassiriya del Senato
……………………………(ucciso fra gennaio e febbraio 2016)    …
31 marzo 2005 – USA morte di Terry Schiavo, in coma vegetativo da  15 anni
31 marzo 2015 – Morte di Franz Jose Mǖller, ultimo superstite del gruppo
…………………………..de La Rosa Bianca

NOTE:

[Nota 1]   Era la notte del 4 marzo del 2005 quando il dirigente del Sismi Nicola Calipari  veniva ucciso a Baghdad ad un posto di blocco allestito da truppe statunitensi nel corso dell’operazione che avrebbe portò alla liberazione della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena.

[Nota 2]  Con Dichiarazione Scritta n. 3/2012 il Parlamento Europeo ha istituito la Giornata  europea dei Giusti, da celebrare il 6 marzo, per ricordare tutti gli uomini e le donne che hanno operato per salvare vite umane nei genocidi e nelle diverse situazioni di conflitto, violenza ed ingiustizia, tutelando la dignità umana e i diritti umani.
Gariwo è l’acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide.

[Nota 3]  Era il 10 marzo del 1946 e alle elezioni amministrative per rinnovare 436 comuni anche le italiane che avevano compiuto i 21 anni poterono esprimere il loro voto.
Si trattò delle prime elezioni amministrative libere dopo il fascismo.
In quello stesso giorno un decreto introduceva anche il diritto all’elettorato passivo e un gruppo di donne veniva eletto all’Assemblea Costituente.
Il 2 giugno dello stesso anno le donne furono chiamate al voto per il referendum che avrebbe sancito la fine della monarchia e l’inizio della Repubblica.

[Nota 4]  10 marzo 1987 La Commissione per i Diritti Umani dell’Onu riconosce l’obiezione di coscienza  al servizio militare come diritto dell’uomo.
Legge 15 dicembre 1972, n. 772 “Norme per il riconoscimento dell’obiezione
di coscienza”  (abrogata dall’art. 23 della Legge 8 luglio 1998, n. 230)

[Nota 5]  Terminata la guerra Teresa Mattei è eletta all’Assemblea Costituente con il PCI: con i suoi 25 anni è la più giovane deputata dell’Aula.
Tra i suoi contributi l’introduzione della mimosa come simbolo dell’8 marzo e la firma dell’articolo 3 della Costituzione.

[Nota 6]  Marianella García Villas è stata una politica e avvocatessa salvadoregna.
Membro dell’Associazione Cattolica Universitaria Salvadoregna, fondò la Commissione per i diritti umani del Salvador, partecipò attivamente allaDemocrazia cristiana salvadoregna e fu collaboratrice di monsignor
Oscar Romero.
Fu catturata il mattino del 12 marzo 1983.
La sua morte sopraggiunse nella notte fra il 13 ed il 14 marzo

[Nota 7]
17 marzo 1981 nella villa di Gelli viene ritrovata la lista dei membri della P2.
Della questione si occuperà l’on. Tina Anselmi a partire dal 1981nella sua veste di presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2,
che terminò i lavori nel 1985.
La relazione finale fu approvata dalla stessa commissione il 3 luglio

[ Nota 8]  La Giornata Mondiale della Poesia è stata istituita dalla XXX Sessione della  Conferenza Generale UNESCO nel 1999 ed è celebrata il 21 marzo, che segna anche il primo giorno di primavera.

[Nota 9]   La Giornata Mondiale dell’Acqua (in inglese: World Water Day) è una ricorrenza  istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, prevista all’interno
delle direttive dell’agenda 21, risultato della conferenza di Rio.
Il 22 marzo di ogni anno gli Stati che siedono all’interno dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sono invitati alla promozione dell’acqua promuovendo attività concrete nei loro rispettivi Paesi.

[Nota 10]  KOSOVO, FU UN ERRORE BOMBARDARE BELGRADO
l 24 marzo 1999, poco dopo le ore 20, i bombardieri Nato colpivano i primi obiettivi serbi  a Pristina, Pogdorica  e alla periferia di Belgrado.
Cominciò così la guerra del Kosovo. La dichiararono i paesi dell’Alleanza atlantica alla Serbia, per fermare la pulizia etnica praticata dal regime di Slobodan Milosevic nella regione a maggioranza albanese.
Per la seconda volta dal 1945 – la prima era stata la guerra del Golfo
nel 1991 l’Italia partecipò con propri mezzi e truppe a una operazione militare offensiva. E lo fece per decisione di un governo di centrosinistra.
IO RESTITUISCO LA TESSERA DEL PCI

[Nota 11]  Trattati istitutivi della Comunità economica Europea (CEE) e della Comunità europea  dell’energia atomica (TCEEA).
Firme: Sua Maestà il re dei belgi, il Presidente della Repubblica Federale di Germania, il Presidente della Repubblica Francese, il Presidente della Repubblica Italiana, sua altezza reale la Granduchessa del Lussemburgo, sua maestà la Regina dei Paesi Bassi.

[Nota 12]  Il testamento del priore Christian De Chergé :
Pietro Ichino | IL TESTAMENTO DI CHRISTIAN DE CHERGE’

1 Marzo 2024Permalink

26 febbraio 2024 – Notizia d’agenzia comparsa oggi

Vannacci indagato a Roma per istigazione all’odio razziale

AGI – Il generale Roberto Vannacci risulta indagato a Roma in seguito a delle denunce presentate da alcune associazioni e che hanno a oggetto alcune affermazioni presenti nel suo libro “Il mondo al contrario”. L’ipotesi è quella di istigazione all’odio razziale. Immediata la replica delle Lega: “Indagini che sono medaglie. Vecchi metodi del vecchio sistema. Avanti generale, avanti insieme, avanti Italia!”.

Non abbiamo ancora gli atti, non abbiamo nulla: ancora una volta apprendiamo notizie” di indagini sul generale Roberto Vannacci “dalla stampa”. Così l’avvocato Giorgio Carta, difensore del generale dell’Esercito,  commenta la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati: “L’unica istigazione fatta è quella alla riflessione e alla lettura e ai temi sociali e generali – ironizza il penalista -. Nessuna istigazione all’odio o volontà di indicare la supremazia di una razza rispetto ad altre”.

Vannacci indagato a Roma per istigazione all’odio razziale (msn.com)

26 Febbraio 2024Permalink

24 febbraio 2024   Dal Quirinale

“Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento.”

 

Sono andata a cercare  informazioni

Il manganello non è un simbolo , non è una memoria storica inchiodata nel passato: e un oggetto inteso a far male e costruito allo scopo.

Il primo manganello in dotazione alle forze di polizia del quale si abbia documentazione ha fatto la sua comparsa nel XIX secolo in Inghilterra.

Chiamato truncheon o baton, era lungo circa 30 cm, costruito in legno con il diametro del manico inferiore a quello dell’estremità opposta. La polizia inglese ha usato versioni poco differenti dall’originale fino a metà degli anni 1990.

 

Ho deciso di arricchire il mio calendario mensile aggiungendo “La  giornata del manganello”

24 Febbraio 2024Permalink

14 febbraio 2024 – Voci ebraiche per la pace con Edith Bruck

Qualche giorno fa  ho pubblicato su Facebook il documento promosso da Gad Lerner con le firme dei proponenti
VOCI EBRAICHE PER LA PACE
CONTESTARE LA GUERRA DI NETANYAHU NON E’ ANTISEMITISMO
Oggi scopro che la prima delle adesioni è quella di Edith Bruck
Scrive Gad Lerner (purtroppo non riesco  a inserire la fotografia)

Sono fra i promotori di questo documento che voglio condividere con voi insieme a una fotografia del mio amico Oliviero Toscani
Siamo un gruppo di ebree ed ebrei italiani che, dopo la ricorrenza del Giorno della Memoria e nel vivere il tempo della guerra in Medio Oriente, si sono riuniti e hanno condiviso diversi sentimenti: angoscia, disagio, disperazione, senso d’isolamento. Il 7 ottobre, non solo gli israeliani ma anche noi che viviamo qui siamo stati scioccati dall’attacco terroristico di Hamas e abbiamo provato dolore, rabbia e sconcerto. E la risposta del governo israeliano ci ha sconvolti: Netanyahu, pur di restare al potere, ha iniziato un’azione militare che ha già ucciso oltre 28.000 palestinesi e molti soldati israeliani, mentre a tutt’oggi non ha un piano per uscire dalla guerra e la sorte della maggior parte degli ostaggi è ancora incerta. Purtroppo sembra che una parte della popolazione israeliana e molti ebrei della diaspora non riescano a cogliere la drammaticità del presente e le sue conseguenze per il futuro. I massacri di civili perpetrati a Gaza dall’esercito israeliano sono sicuramente crimini di guerra: sono inaccettabili e ci fanno inorridire.
Si può ragionare per ore sul significato della parola “genocidio”, ma non sembra che questo dibattito serva a interrompere il massacro in corso e la sofferenza di tutte le vittime, compresi gli ostaggi e le loro famiglie. Molti di noi hanno avuto modo di ascoltare voci critiche e allarmate provenienti da Israele : ci dicono che il paese è attraversato da una sorta di guerra tra tribù – ebrei ultraortodossi, laici, coloni – in cui ognuno tira l’acqua al proprio mulino senza nessuna idea di progetto condiviso.
Quello che succede in Israele ci riguarda personalmente: per la presenza di parenti o amici, per il significato storico dello Stato di Israele nato dopo la Shoah, per tante altre ragioni. Per questo non vogliamo restare in silenzio. Abbiamo provato forte difficoltà di fronte all’appena trascorso Giorno della memoria: non possiamo condividere la modalità con cui lo si vive se lo si riduce a una celebrazione rituale e vuota. Riconoscendo l’unicità della Shoah, consideriamo importante restituire al 27 gennaio il senso e il significato con cui era stato istituito nel 2000, vale a dire un giorno dedicato all’opportunità e all’importanza di riflettere su ciò che è stato e che quindi non dovrebbe più ripetersi, non solo nei confronti del popolo ebraico.
Il 27 gennaio 2024 è stato una scadenza particolarmente difficile e dolorosa da affrontare: a cosa serve oggi la memoria se non aiuta a fermare la produzione di morte a Gaza e in Cisgiordania? Se e quando alimenta una narrazione vittimistica che serve a legittimare e normalizzare crimini? Siamo ben consapevoli che esiste un antisemitismo non elaborato nel nostro paese e nel mondo, ne sentiamo l’atmosfera e l’odore in questi mesi soprattutto dal 7 ottobre, quando abbiamo visto incrinarsi i rapporti, anche personali, con parte della sinistra. Ma ci sembra urgente spezzare un circolo vizioso: aver subito un genocidio non fornisce nessun vaccino capace di renderci esenti da sentimenti d’indifferenza verso il dolore degli altri, di disumanizzazione e violenza sui più deboli.
Per combattere l’odio antiebraico crescente in questo preciso momento, pensiamo che l’unica possibilità sia provare a interrogarci nel profondo per aprire un dialogo di pace costruendo ponti anche tra posizioni che sembrano distanti. Non siamo d’accordo con le indicazioni che l’Unione delle Comunità ebraiche italiane ha diffuso per la giornata del 27 gennaio, in cui viene sottolineato come ogni critica alle politiche di Israele ricada sotto la definizione di antisemitismo. Sappiamo bene che cosa sia l’antisemitismo e non ne tolleriamo l’uso strumentale. Vogliamo preservare il nostro essere umani e l’universalismo che convive con il nostro essere ebree ed ebrei. In questo momento, quando tutto è difficile, stiamo vicino a chi soffre provando a pensare e sentire insieme.
14 Febbraio 2024Permalink

14 febbraio 2024 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Celebrazione del “Giorno del Ricordo”.

 Palazzo del Quirinale, 09/02/2024 (II mandato)

Rivolgo un saluto cordiale ai Presidenti del Senato, del Consiglio dei Ministri, della Corte costituzionale, al Vice Presidente della Camera, a tutti i presenti, agli Ambasciatori di Croazia e Slovenia, ai rappresentanti delle comunità italiane in Croazia e Slovenia.

Ringrazio, per il suo intervento, il Ministro Tajani, anche per le considerazioni che ha svolto sull’attualità e le prospettive.

Ringrazio il Presidente De Vergottini per la costante, impegnata, generosa opera che presta su questo fronte.

Ringrazio il Professor Rossi, le Signore Rivaroli e Haffner per le testimonianze commoventi che ci hanno recato. Sono lieto di incontrarle qui, di incontrare nuovamente la Signora Haffner qui al Quirinale.

Ringrazio molto la nostra conduttrice, Viola Graziosi, anche per le letture che ci ha donato e che hanno coinvolto tutti quanti questa mattina.

Ringrazio il brillante complesso dell’Orchestra Tartini.

Sono passati quasi ottant’anni dai terribili avvenimenti che investirono le zone del confine orientale e venti anni dall’istituzione del Giorno del Ricordo, deliberata dal Parlamento a larghissima maggioranza. Giorno dedicato alla tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.

Lungo tempo è trascorso da quegli eventi ma essi sono emotivamente a noi vicini: questo consente – in una vicenda storica complessa e ancora soggetta a ricerche, dibattiti storiografici e politici – di stabilire dei punti fermi e di delineare alcune prospettive.

In quelle martoriate ma vivacissime terre di confine, che da secoli ospitavano popoli, lingue, culture, alternando fecondi  periodi di convivenza a momenti di contrasto e di scontri, il secolo scorso ha riservato la tragica e peculiare sorte di vedere affiancati, a pochi chilometri di distanza – in una lugubre geografia dell’orrore – due simboli della catastrofe dei totalitarismi, del razzismo e del fanatismo ideologico e nazionalista: la Risiera di San Sabba, campo di concentramento e di sterminio nazista, e la Foiba di Basovizza, uno dei luoghi dove si esercitò la ferocia titina contro la comunità italiana.

Quel territorio, intriso di storie e di civiltà, condivise lo stesso tragico destino di molti Paesi dell’Europa centro-orientale, che – dopo la sconfitta del nazifascismo – si videro negate le aspirazioni alla libertà, alla democrazia e all’autodeterminazione a causa dell’instaurazione della dittatura comunista, imposta dall’Unione Sovietica. Milioni di persone, in qui Paesi, si videro allora espulse dalla terra che avevano abitato, costrette a mettersi in cammino alla ricerca di una nuova patria.

Un muro di silenzio e di oblio – un misto di imbarazzo, di opportunismo politico e talvolta di grave superficialità – si formò intorno alle terribili sofferenze di migliaia di italiani, massacrati nelle foibe o inghiottiti nei campi di concentramento, sospinti in massa ad abbandonare le loro case, i loro averi, i loro ricordi, le loro speranze, le terre dove avevano vissuto, di fronte alla minaccia dell’imprigionamento se non dell’eliminazione fisica.

Il nostro Paese, per responsabilità del fascismo, aveva contribuito a scatenare una guerra mondiale devastante e fratricida; e fu grazie anche al contributo dei civili e dei militari alla lotta di Liberazione e all’autorevolezza della nuova dirigenza democratica, che all’Italia fu risparmiata la sorte dell’alleato tedesco, il cui territorio e la cui popolazione vennero drammaticamente divisi in due. Questo, tuttavia, non evitò che le istanze legittime di tutela della popolazione italiana residente nelle zone del confine orientale fossero osteggiate, frustrate e negate.

Il nostro “muro di Berlino” – certamente ben minore per dimensioni ma con grande intensità delle sofferenze provocate – passava per il confine orientale, per la cortina di ferro che separava in due Gorizia, allontanando e smembrando territori, famiglie, affetti, consuetudini, appartenenze.

Il nuovo assetto internazionale, venutosi a creare con la divisione in blocchi ideologici contrapposti, secondo la logica di Yalta, fece sì che passassero in secondo piano le sofferenze degli italiani d’Istria, di Dalmazia e di Fiume.

Furono loro a pagare il prezzo più alto delle conseguenze seguite alla guerra sciaguratamente scatenata con le condizioni del Trattato di pace che ne derivò.

Dopo aver patito le violenze subite all’arrivo del regime di Tito, quei nostri concittadini, dopo aver abbandonato tutto, provarono sulla propria sorte la triste condizione di sentirsi esuli nella propria Patria. Fatti oggetto della diffidenza, se non dell’ostilità, di parte dei connazionali.

Le loro sofferenze non furono, per un lungo periodo, riconosciute. Un inaccettabile stravolgimento della verità che spingeva a trasformare tutte le vittime di quelle stragi e i profughi dell’esodo forzato, in colpevoli – accusati indistintamente di complicità e connivenze con la dittatura – e a rimuovere, fin quasi a espellerla, la drammatica vicenda di quegli italiani dal tessuto e dalla storia nazionale.

La ferocia che si scatenò contro gli italiani in quelle zone non può essere derubricata sotto la voce di atti, comunque ignobili, di vendetta o sommaria giustizia contro i fascisti occupanti; il cui dominio era stato – sappiamo – intollerante e crudele per le popolazioni slave, le cui istanze autonomistiche e di tutela linguistica e culturale erano state per lunghi anni negate e represse.

Le sparizioni nelle foibe o dopo l’internamento nei campi di prigionia, le uccisioni, le torture commesse contro gli italiani in quelle zone, infatti, colpirono funzionari e militari, sacerdoti, intellettuali, impiegati e semplici cittadini che non avevano nulla da spartire con la dittatura di Mussolini. E persino partigiani e antifascisti, la cui unica colpa era quella di essere italiani, di battersi o anche soltanto di aspirare a un futuro di democrazia e di libertà per loro e i loro figli, di ostacolare l’annessione di quei territori sotto la dittatura comunista.

Le foibe e l’esodo hanno rappresentato un trauma doloroso per la nascente Repubblica che si trovava ad affrontare l’eredità gravosa di un Paese uscito sconfitto dalla guerra.

Quelle vicende costituiscono una tragedia, che non può essere dimenticata.

Non si cancellano pagine di storia, tragiche e duramente sofferte.

I tentativi di oblio, di negazione o di minimizzare sono un affronto alle vittime e alle loro famiglie e un danno inestimabile per la coscienza collettiva di un popolo e di una nazione.

L’istituzione del giorno del Ricordo – con tante iniziative da essa scaturite, con ricerche, libri, dibattiti – ha avuto il merito di riconnettere la memoria collettiva a quel periodo e a quelle sofferenze, dopo anni di rimozione.

Ha reso verità a tante vittime innocenti e al dolore dei loro familiari

Tutto questo è stato importante, doveroso, pur se in ritardo, giusto. Ma non è sufficiente.

Il ricordo, la memoria della persecuzione e delle tragedie, deve essere fecondo, deve produrre anticorpi, deve portarci, come hanno sottolineato, con semplicità ed efficacia straordinaria, Lada e Alessandra Rivaroli, e anche la Signora Haffner ,  a fare in modo che simili lacerazioni crudeli nei confronti della libertà, del rispetto dei diritti umani, della convivenza appartengano a un passato irripetibile.

Malgrado queste tragiche esperienze del passato, assistiamo con angoscia anche oggi, non lontano da noi, al risorgere di conflitti sanguinosi, in nome dell’odio, del nazionalismo esasperato, del razzismo.

Dall’Ucraina al Medio Oriente ad altre zone del mondo, la convivenza, la tolleranza, la pace, il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale sono messi a dura prova.

I soprusi e le violazioni si moltiplicano e chiamano quanti condividono i valori di libertà e di convivenza a una nuova azione di contrasto, morale e politica, contro chi minaccia la libertà, il corretto ordine internazionale e le conquiste democratiche e sociali.

Pagine buie della storia, anche d’Europa, sembrano volersi riproporre.

Disponiamo di un forte antidoto e dobbiamo consolidarlo e svilupparlo sempre di più.

La costruzione dell’Unione Europea, pur con i suoi ritardi e le sue carenze, ha rappresentato – come ha fatto ben presente il Professor Rossi –  il ripudio della barbarie provocata da tutti i totalitarismi del Novecento e la concreta e valida direzione di marcia per guardare al futuro con fiducia e con speranza.

In questo quadro nelle splendide terre di cui parliamo, oggi, grazie alla comune appartenenza all’Unione Europea, non vi sono più barriere o frontiere, ma strade e ponti.

La diversità non genera più risentimento o sospetto, ma produce amicizia e progresso.

Con Slovenia e Croazia coltiviamo e condividiamo, in Europa e nel mondo, i valori della democrazia, della libertà, dei diritti. E lavoriamo insieme per la pace, per lo sviluppo, per la prosperità dei nostri popoli, amici e fratelli.

I giovani lo sanno e lo vivono.

Le giovani generazioni lo stanno già facendo da molto tempo, sviluppando un comune senso di appartenenza a una regione che trova nell’ampio spettro di presenze, etnie, storie, culture, tradizioni, la sua preziosa e feconda peculiarità.

Gorizia, la città simbolo della divisione, è oggi associata – grazie a una generosa intuizione della Slovenia – a Nova Gorica: due città, due Stati, una sola capitale della cultura europea per il 2025.

Occorre adesso lavorare alacremente, a livello europeo, perché – come il Ministro Tajani ha poc’anzi ricordato – anche gli altri Paesi dei Balcani Occidentali candidati all’ingresso nell’Unione possano compiere le procedure di adesione senza ritardi e senza indugi.

Si tratta anche di una risposta concreta ai pericoli del possibile riaccendersi, nella regione, di sopiti conflitti di natura etnica o religiosa, che rischierebbero di riportare la storia, a tempi che non vogliamo più rivivere.

Le divisioni, i conflitti, i drammi del passato – la cui memoria ci ferisce tuttora con forza e sofferenza – ci ammoniscono.

Onorare le vittime e promuovere la pace, il progresso, la collaborazione, l’integrazione, aiuta a impedire il ripetersi di tragici errori, causati da disumane ideologie e da esasperati nazionalismi; e a non rimanere prigionieri di inimicizie, di rancori, di dannose pretese di rivalsa.

Se non possiamo cambiare il passato, possiamo contribuire a costruire un presente e un futuro migliori.

All’Europa, e al suo modello di democrazia e di sviluppo avanzati, guardano nel mondo milioni di persone.

L’unità dei suoi popoli è la sua forza e la sua ricchezza.

Il buon senso e l’insegnamento della storia chiedono di non disperderla ma, al contrario, di potenziarla, nell’interesse delle nazioni europee e del futuro dei nostri giovani.

 

14 Febbraio 2024Permalink

4 febbraio 2024 – Voglia di poesia

Aspettando I Barbari

.Che aspettiamo, raccolti nella piazza?

Oggi arrivano i barbari.

Perché mai tanta inerzia nel Senato?
E perché i senatori siedono e non fan leggi?

Oggi arrivano i barbari
Che leggi devon fare i senatori?
Quando verranno le faranno i barbari.

Perché l’imperatore s’è levato
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggiore, incoronato?

Oggi arrivano i barbari.
L’imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzi ha già disposto
l’offerta d’una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.

Perché i nostri due consoli e i pretori
sono usciti stamani in toga rossa?
Perché i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?
Perché brandire le preziose mazze
coi bei caselli tutti d’oro e argento?

Oggi arrivano i barbari,
e questa roba fa impressione ai barbari.

Perché i valenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre?

Oggi arrivano i barbari:
sdegnano la retorica e le arringhe.

Perché d’un tratto questo smarrimento
ansioso? (I volti come si son fatti seri)
Perché rapidamente e strade e piazze
si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?

S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.
(1908)
(traduzione di Filippo Maria Pontani)

 

 Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta;
più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
(1911)

Konstantinos Petrou Kavafis, not o in italiano, come Costantino Kavafis, nacque ad Alessandria d’Egitto 29 aprile 1863, e morì  29 aprile 1933.

4 Febbraio 2024Permalink

1 febbraio 2024 – Ilaria Salis, un nome che non dobbiamo dimenticare

Mozione n.     Oggetto: << Per la cessazione immediata delle gravi violazioni dei diritti umani nel caso Ilaria Salis>>
Proponenti: HONSELL

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia
PREMESSA la vicenda che coinvolge la cittadina italiana Ilaria Salis, detenuta da undici mesi in condizioni disumane in un carcere di massima sicurezza in Ungheria, accusata di aggressione nei confronti di due nostalgici di estrema destra avvenuta a Budapest nel febbraio 2023 in occasione di una contromanifestazione al “Giorno dell’onore”, un raduno sovranazionale al quale partecipano neonazisti dell’estrema destra europea;
PRESO ATTO che Ilaria Salis si è dichiarata non colpevole e che secondo il suo avvocato l’atto di rinvio a giudizio è privo di fondamento in quanto non ci sono prove della presenza della sua assistita durante l’aggressione; CONSIDERATO che Ilaria Salis ha dichiarato di non aver mai potuto leggere gli atti del processo, che non le sono stati tradotti in lingua italiana, di non aver ancora visto le immagini sulle quali si fonda l’accusa e di non aver potuto presentare alcuna memoria difensiva;
CONSIDERATO che le sono stati impediti i contatti per lungo tempo con la sua famiglia e con le autorità italiane;
PRESO ATTO che all’udienza l’imputata è stata condotta in tribunale con mani e piedi legati e una sorta di guinzaglio;
RICORDATO che l’ONU ha elaborato le Standard minimum rules for the treatment of prisoners (Regole Mandela), nonché i Basic principles for the treatment of prisoners;
CONSIDERATO che il Consiglio d’Europa ha approvato numerose risoluzioni e raccomandazioni sui principali aspetti della detenzione per la salvaguardia dei diritti umani;
RICORDATO che l’art.3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che proibisce la tortura e il trattamento o pena disumana o degradante, costituisce uno dei traguardi più importanti delle società moderne e rappresenta un elemento costante di tutela presente nella maggioranza delle Costituzioni;
RICORDATO l’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che sancisce le norme in tema di giusto processo, che comprendono il tema della presunzione d’innocenza e delle garanzie processuali dell’imputato;
RICORDATO da ultimo l’art. 2 della Costituzione italiana, il quale afferma che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”;

Tutto ciò premesso impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale 1) ad esprimere chiaramente e senza riserve la condanna della Regione Friuli Venezia Giulia, regione   fondamentale nell’area mitteleuropea, nei confronti di tali violazioni di diritti;
2) ad attivarsi presso il Governo nazionale affinché cessino le gravi violazioni dei diritti dell’imputata e le venga accordato al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse le misure alternative alla detenzione in carcere.

Firma/e Presentata alla Presidenza il giorno 31/01/2024

1 Febbraio 2024Permalink