24 maggio 2012 – ALBA 5 (e forse conclusione di questo tentativo di dialogo)

Il 10 maggio avevo trascritto un passo del documento fondativo di A.L.B.A. che ora riprendo. Diceva; “Un soggetto politico nuovo dovrebbe impegnarsi su tanti terreni, sia dentro le istituzioni che fuori, cercando sempre di coniugare fra di loro livelli diversi della democrazia: quella rappresentativa, quella partecipativa e quella di prossimità. In prima istanza esso dovrebbe interagire con le forze e movimenti della società civile”:
Allora, ragionandoci su,  mi ero soffermata sul alcuni aspetti dell’istituzione comune che solleticano in particolare la mia riflessione, e avevo tralasciato, non per trascuratezza ma pensando a un altro scritto, una riflessione sui soggetti della società civile prossimi alle istituzioni.
Il richiamo fatto non solo a me dall’amico che, proponendo il documento di ALBA (poi commentato – 14 maggio, Alba 4), aveva scritto ‘parliamone’, mi era sembrato esemplare.
Infatti l’interlocutore primo e il minuscolo gruppo di interpellati non erano in grado di parlarne tutti assieme a voce perché vivono in località distanti fra loro, esiste – e tutti i componenti di quel piccolo gruppo ne dispongono – la possibilità di scrivere a tutti e per tutti di leggere senza rincorrerci con spedizioni di lettere da singola persona a singola persona mentre gli impegni di ognuno sconsigliano una comunicazione verbale collettiva (pur possibile: skype?).
Così mi era sembrato che uno spazio potenzialmente comune di scrittura e lettura fosse un’opportunità che luoghi un tempo deputati all’incontro non offrono più e men che meno in situazioni di distanza, qualora non si voglia ricorrere ai volatili percorsi a battute di facebook.
Non è andata così e qui mi limito a sottolineare una discrasia fra i mezzi che ci sono offerti per realizzare una comunicazione come quella che sopra ho descritto e i nostri desideri (che so sinceri).
Peccato. Avevo tentato e registro un mio ulteriore fallimento: sono fuggita –per senso di impotente decenza- dalle realtà politiche e associative degradate (i grillici vincenti, che reputo espressione di una cultura diffusa, ne sono un esempio che mi esime da qualsiasi altro commento).
Però a me resta il bisogno della comunicazione e non vorrei che questo blog diventasse la connessione di un corto circuito per cui parlo con me stessa. Meglio che niente perché almeno, trasferendo i miei pensieri in parola scritta, mi consento il farmaco del pensare ordinato.

L’immagine come risposta
Un amico del nostro informale gruppetto per la verità mi ha risposto, inviandomi immagini di sua creazione di cui lo ringrazio (una ne ho pubblicata in Alba 3 l’11 maggio) ma poiché le accompagna solo occasionalmente con scritti esplicativi – che pur estremamente sintetici – possono suggerire una potenziale connessione con i temi di ALBA in possibile dialogo, mi crea la difficoltà di sovrapporre impropriamente il mio pensiero al suo, si cui non ho sufficiente conoscenza per farmene interprete.
Di una in particolare mi spiace rinunciare alla pubblicazione ma purtroppo, quando ho espresso le mie perplessità sul titolo che a quell’immagine l’autore aveva attribuito, non ne ho avuto un titolo alternativo e perciò, per non prevaricare, rinuncio: il mio blog non è una galleria d’arte ma un tentativo di comunicazione.
Ne pubblico invece una, che ritengo perfettamente congrua alla ricerca di un’alternativa ai modi del vivere proposti o imposti che siano a tutti noi, e che si arricchisce del commento dell’autore. Aggiungo anche il testo inserito perché non vorrei che i caratteri minuscoli ne impedissero la lettura:  
   
“mòderati dicono in moderàti
la moderazione è il loro dogma
la loro imposizione.

a viva voce e in pienezza di cuore
mai moderato fu inchiodato in croce.

Penso che Alba 5 sarà la conclusione della serie.

(Se continua 5, ma probabile fine– precedenti puntate 5, 10, 11, 14 maggio)

25 Maggio 2012Permalink