15 luglio 2012 – Ricevo un messaggio e interrompo per oggi il diario di Santiago

Il messaggio

Il testo che trascrivo mi è stato inviato da una donna che non fa parte dell’organizzazione firmataria

Ciao a tutt*,

Da circa 10 giorni fuori dal CIE di Gradisca staziona con grande tenacia Yasemin, vent’anni, incinta di 7 mesi di Radouane, 25 anni, detenuto a Gradisca da un mese dopo aver passato due settimane al centro di Torino. Yasemin chiede l’immediata scarcerazione di Radouane, con cui è già sposata con rito islamico e con cui conviveva a Torino da due anni. Radouane è uno dei tre detenuti che da venti giorni stanno portando avanti uno sciopero della fame. Erano partiti in 48 quando le misure repressive all’interno del CIE si sono fatte ancora più insopportabili. Durante l’ultima visita di una delegazione di parlamentari, circa 20 giorni fa, un ragazzo si è gettato con forza contro il vetro anti-sfondamento delle celle, riportando una ferita alla testa e perdendo I sensi. La delegazione ha parlato con un altro ragazzo che si trova in sedia a rotelle poichè durante l’ultima grossa rivolta gli è stato sparato un lacrimogeno sulla gamba. Come sempre non possiamo sapere tutto quello che succede all’interno del CIE, date le misure di isolamento cui I detenuti sono sottoposti: tuttavia ora abbiamo delle notizie anche all’esterno, grazie a Yasemin e alla sua lotta. Crediamo sia fondamentale sostenerla non solo affinchè possa ricongiungersi a Radouane ma anche per riprendere a parlare e a mobilitarsi contro I CIE.

Alcune persone di Tenda per la Pace e i diritti e dell’UDS da giorni si alternano per non lasciare sola Yasemin, che questa notte è arrivata a rifiutare l’accoglienza che le era sempre stata offerta e ha passato la notte su un materassino davanti al CIE, con i “ci dispiace” dei poliziotti che lavorano al suo interno.

C’è da fare molto di più: abbiamo già una serie di proposte e ragionamenti da fare che ci piacerebbe condividere con voi, pertanto convochiamo una riunione presso la nostre sede a Staranzano (Piazza Dante 4) alle ore 21.00 di martedì 17 luglio. Chiediamo inoltre a chi è disponibile a passare qualche ore fuori dal CIE con Yasemin per non lasciarla sola questo weekend di farsi vivo a questo numero: 3208105362 (Marta).

A martedì!                                                   Tenda per la pace e i diritti 

La risposta che ho inviato 

Grazie per l’informazione.

Consiglio di contattare i responsabili del GrIS (livello operativo locale della società di medicina delle migrazioni www.simmweb.it)
Dovrebbero potervi spiegare i doveri dei vari livelli istituzionali – previsti in legge – nei confronti di gravide, madri e padri dei neonati che credo sia un punto di partenza ineludibile, certo e vincolante.

Il 13 dicembre scorso ho inserito nel mio blog (www.diariealtro.it) un documento del ministro Cancellieri per ciò che concerne l’accesso ai CIE (è chiaro che il Prefetto vi si deve adeguare).
Provate a mandare la notizia anche all’ASGI (Associazione Studi Giuridici Immigrazione); a mia conoscenza è referente locale silviacanciani@gmail.com.

Per ragioni personali ora non posso raggiungere Yasmine, cui faccio i miei più affettuosi auguri.
Mi spiace non esservi utile.
Augusta De Piero Udine tel.0432204274 

La risposta che avrei dovuto inviare
Cito dal Decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”
Art. 35 Assistenza sanitaria per gli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale (Legge 6 marzo 1998, n. 40, art. 33)  
<omissis>
3. Ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno, sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva. Sono, in particolare, garantiti:
a. la tutela sociale della gravidanza e della maternità, a parità di trattamento con le cittadine italiane, ai sensi delle leggi 29 luglio 1975, n. 405, e 22 maggio 1978, n. 194, e del decreto del Ministro della sanità 6 marzo 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 1995, a parità di trattamento con i cittadini

La domanda che ne segue è banale: potrebbe il comune di Gradisca ignorare la presenza di una cittadina italiana incinta ‘accampata’ fuori del CIE?
Evidentemente no.
Ma non mi sento di estendere il mio ragionamento alla situazione di cui sono stata informata trasmettendolo a chi di dovere perché ho avuto troppe esperienze negative e non vorrei che il sindaco di quel comune (persona che non conosco) considerasse questo fatto un problema di ordine pubblico e peggiorasse la condizione di quella poveretta.
Ormai so che per questo tipo di soggetti tutto è possibile e l’indifferenza delle istituzioni pressoché totale dal livello nazionale a quello locale (colore politico a prescindere).
Comunque ho inviato il messaggio che qui ho trascritto ai soggetti indicati alla mia sconosciuta interlocutrice.

Aghi nel pagliaio

Ho inviato il testo ricevuto anche al sito www.ildialogo.org che già ieri l’ha pubblicato.
So che quel sito nulla può fare direttamente ma la mia speranza è che la notizia sia letta da qualcuno che abbia la competenza e il ruolo per fare qualche cosa.
A volte con gli aghi perduti nei pagliai ci si punge.
Oggi su Repubblica c’è un articolo “Clandestini, Italia disumana. La Germania blocca i rinvii”.
Ora cerco un eventuale indirizzo email del giornalista che l’ha scritto e se non lo trovassi proverò a scrivergli presso la redazione di Repubblica.
Sarà un altro ago spuntato nel pagliaio … ma che altro posso fare?

15 Luglio 2012Permalink