19 agosto 2012 – Il cammino di Santiago 18

8 giugno – ottavo giorno (b) Ponferrada –O Cebreiro

Ponferrada
A Ponferrada non è possibile sfuggire alla vista incombente  di quella che fu la fortezza dei cavalieri Templari (Ordo pauperum militum Salomonici Templi) una delle più note congregazioni religiose cavalleresche medievali, sciolta nel 1314, ma non soppressa.
Nati per una presenza armata in Palestina (a difesa dei luoghi santi e dei pellegrini), cacciati dalla riconquista di Salah al Din (da noi Saladino) si occuparono di varie attività (compresa quella ‘bancaria’ per il trasferimento di denaro in sicurezza) nell’ambito mediterraneo: le dimensioni della fortezza sono uno dei tanti segni della loro ricchezza su cui si costruirono leggende che ancora li vorrebbero custodi del tesoro di Salomone..
Qualche anno fa ho trovato l’immagine di un contractor italiano (Stefio), addetto in Iraq alla sicurezza – non so di chi ma certamente non degli iraqueni – che nel 2004 fu fatto prigioniero in una storia che si concluse tragicamente con l’assassinio di un suo compagno. Tornato in Italia si ‘arruolò’ nei Templari ed è comparso in buffi travestimenti, in qualche modo collegato all’operazione gladio (non ricordo come e non ho voglia di risfogliare quella brutta pagina delle recenti vicende italiane). Non so se i templari cui appartiene Stefio siano autentici o meno.
Meglio lasciarli perdere e tornare a Ponferrada.

Ai piedi della fortezza si trova una statua con una didascalia che recita (credo che la mia traduzione sia accettabile): “Questa scultura di Venancio Blanco ricorda la leggenda che racconta che durante la costruzione della fortezza di Ponferrada un cavaliere templare trovò nel cavo di un’antica quercia un’immagine della Vergine che vi era stata nascosta secoli prima al tempo dell’avanzata saracena”.
E’ il solito schema di miracoli per giustificare una costruzione … meglio lasciar perdere.
La fortezza all’interno è vuota. Quando l’organizzazione dei Templari fu sciolta la popolazione di Ponferrada vi penetrò e sottrasse letteralmente ogni pietra per servirsene in altre costruzioni. Oggi l’interno è vuoto e così ampio che vi fu un periodo in cui l’amministrazione locale pensava di inserirvi un campo di calcio.

Ricordando i Celti
A O Cebreiro consumiamo uno dei pasti che meritano di essere ricordati a onore di una ospitalità generosa ed esemplare. Qui i pellegrini arrivavano e ancora arrivano al termine di una impegnativa salita.  Siamo a 1300 metri di altezza.
Vi sono state ricostruite alcune abitazioni, rifugi di pastori che vogliono ricordare l’appartenenza della località al lembo occidentale dell’area celtica.

 

 

Continua – precedenti puntate 18, 21, 23, 29, 30 giugno; 4, 10, 11, 17, 22, 27 luglio; 3, 5 9, 10 e 14 agosto

19 Agosto 2012Permalink