27 agosto 2013 – Una gran signora

Sono riuscita a recuperare alcuni brani del discorso della ministra Kyenge al Sinodo valdese.
E’ possibile ascoltarlo integralmente dal sito di cui riporto l’indirizzo

http://vociprotestanti.it/wp-content/uploads/2013/08/serata-pubblica-intervento-Kienge.mp3

Vigilate, siate saldi, comportatevi da uomini e da donne”.
 L’intervento del ministro Kyenge al Sinododi Matteo Scali  Pubblicato il 27 agosto 2013

E’ diventata, probabilmente suo malgrado, un simbolo e ne è pienamente consapevole. E il suo è stato, per l’appunto, un discorso ricco di rimandi simbolici e di metafore. A cominciare dalla citazione di Martin Luther King e del celebre discorso al Lincoln Memorial Park, 50 anni fa. Quel discorso in cui vennero pronunciate le celebri parole: I Have A Dream.

Il suo sogno, la ministra Kyenge lo ha raccontato, con parole semplici di fronte a centinaia di persone che gremivano il tempio di Torre Pellice. “Sono colpevole di essere nera, di essere donna, di aver osato parlare di cose semplici, di essere nata all’estero, di essere nata in un a famiglia che non ho scelto, ma che è la mia famiglia. Mi chiedo se noi qui questa sera non dovremmo sentirci tutti colpevoli oppure, al contrario, sentirci protagonisti di un cambiamento. Tocca a noi scegliere se essere colpevoli o se contribuire a cambiare la cultura. In questo luogo a 2 giorni dai 50 anni dal discorso di Martin Luther King, io credo che dovremmo adattare quelle parole al presente”.

E la legge sulla cittadinanza si incrocia con il testo biblico, il secondo passaggio simbolico del discorso della ministra. “Io non ho scelto quello che sono – dice la Kyenge – sono arrivata in Italia perché volevo studiare e diventare medico. Ho scelto l’Italia, ho capito che era il luogo dove potevo continuare. Sono tanti quelli che come me hanno fatto questo percorso e meritano un’opportunità. Quando avevo due mesi fui salvata da un medico che per caso mi portò fuori dall’obitorio in cui mi trovavo per vedere se ero morta. Da quel momento la mia vita è cambiata, non sarei qui. Se ho avuto l’opportunità – sottolinea – di essere qui, studiare e fare quello che faccio, perché negarlo al prossimo?”

Ed è proprio “il prossimo” il centro del discorso della ministra. “Dire di voler bene al nostro prossimo come a noi stessi  – dice la Kyenge – bisognerebbe non fosse un atto di coraggio ma di normalità”.

Poi un ringraziamento importante verso la Chiesa valdese. “Ringrazio questa comunità anche per le lotte che ha sempre fatto: la lotta contro il razzismo e l’esclusione, contro il femminicidio, per i diritti civili. Credo che il mio mestiere sarebbe molto facile se avessi al fianco comunità e persone come voi, che riescono ad interpretare le parole integrazione, interazione, conoscenza dell’altro. Parole che ho sentito qui oggi. Conoscere l’altro è fondamentale e forse noi abbiamo bisogno di questo: abbiamo bisogno di conoscere chi abbiamo di fronte per capire che l’altro non è un pericolo”.

Ma l’altro non è solo una categoria astratta, qualcuno di incorporeo cui tendere. “Dobbiamo dare un’opportunità a noi stessi – dice la ministra – di fronte a voi non ci sono io ma la vostra immagine allo specchio e mi chiedo come potete fare del male a voi stessi quando vi guardate allo specchio. Il percorso per la cittadinanza parte di qui”.

Il percorso della cittadinanza ha occhi, carne, volti. Gli stessi che guardiamo quando siamo allo specchio ed è così che al centro di una standing ovation finale, la ministra si congeda con una citazione, insieme simbolo, metafora, sogno e citazione biblica (1 Corinzi 16, 13): “Vigilate, siate saldi, comportatevi da uomini e da donne”.

27 Agosto 2013Permalink