9 febbraio 2014 – Quando una donna pensa fra troppi irresponsabili

A proposito della decisione del Presidente del Senato per cui il Senato stesso di costituisca parte civile contro Berlusconi nel processo per la presunta compravendita di senatori riporto tratti di un passo dal pezzo che avevo scritto nel mio diariealtro il 3 marzo 2012
«Il sen. Sergio De Gregorio ha confessato di aver ricevuto nel 2006 dall’on. Berlusconi tre milioni di euro per far cadere il governo Prodi, passando dall’Italia dei Valori al partito di Berlusconi che allora si chiamava ancora Casa delle Libertà.                    […]
Era appena nato il governo Prodi (maggio 2006) e dovevano essere eletti, dopo i presidenti di camera e senato, i presidenti delle commissioni che, secondo prassi, sono distribuiti fra i partiti in campo ad assicurare una corresponsabilità (che è anche fonte di trasparenza) nella conduzione dell’attività parlamentare che precede l’aula.
Per gli accordi intercorsi sarebbe dovuta essere Presidente della Commissione difesa la senatrice Lidia Menapace, rappresentante del Partito della Rifondazione Comunista, una signora con un passato politico e professionale di tutto rispetto.
Proprio il De Gregorio, con una manovra tanto scorretta quanto abile, le sottrasse la Presidenza, dimostrandosi così oggetto sicuro di futuro acquisto.
Occorre però precisare che – a memoria di chi scrive – la senatrice Menapace non fu adeguatamente sostenuta né dal suo partito, né dalle forze di maggioranza, né dai movimenti delle donne che pur si battevano per le donne in politica ai livelli decisionali, né dall’associazionismo pacifista.
Evidentemente tutti costoro non avevano saputo leggere il significato di un gesto che, riguardando una donna, probabilmente giudicarono non degno di attenzione.
La senatrice continuò ad esercitare con intelligente dignità il suo ruolo di componente la commissione, ormai presieduta dal De Gregorio, fino al mese di maggio del 2008 quando il governo Prodi cadde. E oggi sappiamo come e perché»
La notizia fu integralmente riportata da Repubblica e si può leggere integralmente anche da qui.

9 Febbraio 2014Permalink