16 novembre 2016 – La memoria che voglio viva di Reyhaneh Jabbari

Una petizione al sindaco di Roma

Ho chiesto a molti amici, usando dell’invio automatico di firmare la petizione che si raggiunge anche da qui
La petizione (che oggi, 16 novembre, è prossima alle 5000 firme) si rivolge al sindaco di Roma e dice:

« Abbiamo appreso dagli organi di stampa l’orrendo destino che le leggi dello Stato islamico dell’Iran hanno riservato a Reyhaneh Jabbari, cittadina iraniana. Subendo un tentativo di stupro, riuscì a liberarsi solo uccidendo il suo aggressore, ma le implacabili e distorte leggi della teocrazia iraniana, invece di difenderla, la hanno uccisa, condannandola a una tragica pena capitale, eseguita…

Abbiamo appreso dagli organi di stampa l’orrendo destino che le leggi dello Stato islamico dell’Iran hanno riservato a Reyhaneh Jabbari, cittadina iraniana. Subendo un tentativo di stupro, riuscì a liberarsi solo uccidendo il suo aggressore, ma le implacabili e distorte leggi della teocrazia iraniana, invece di difenderla, la hanno uccisa, condannandola a una tragica pena capitale, eseguita tramite impiccagione. Dopo la condanna, le venne offerta la possibilità di chiedere perdono al figlio del suo aggressore: costui le sottopose un orrendo ricatto: il suo perdono in cambio di una dichiarazione dove discolpava il morto dall’accusa di stupro! Lei non si piegò al ricatto, e l’infame ebbe “l’onore” di scalciare lo sgabello sotto i piedi della povera donna. Costernati, chiediamo al Comune di Roma di ribadire l’indignazione generale di chiunque abbia appreso la notizia, tramite un’azione nonviolenta che riproponga quotidianamente, allo Stato islamico dell’Iran, l’onta che lo ha ricoperto, e proponiamo quindi che il tratto della Via Nomentana compreso tra la Via di Sant’Agnese e la via Massaua (tratto dove, ai numeri civici 361 e 363, sono gli uffici rispettivamente dell’Ambasciata e del Consolato della Repubblica islamica dell’Iran), venga ridenominato: “Viale Reyhaneh Jabbari / 1988 ca. – 25 ottobre 2014 / Vittima della violenza dello Stato che doveva difenderla”».

Non solo a Roma

Così ho scritto nel messaggio che ho inviato a parecchi amici chiedendo di sostenere la mia povera petizione che ha raggiunto in un anno le 660 firme. Penso che il mio povero risultato sia dovuto al fatto che non chiedo di promuovere rifiuto di una realtà estranea ma solo della cattiva, incompetente coscienza della politica italiana e dell’ipocrita, opportunistica ostentazione di indifferenza della società (in)civile. «Mi sembra che l’intitolazione della strada a una donna ammazzata perché si è trovata a tutelare da sola la sua dignità di persona segni  – se accolta dal sindaco di Roma e dalla sua giunta – la consapevolezza di un ruolo alto delle istituzioni molto più che amministratori garanti di una burocrazia che può ridursi a cieco meccanismo. Abbandonare la memoria che vuole essere viva di Reyhaneh Jabbari significa la derubricazione del reato di violenza sessuale a giochino consuetudinario sostanzialmente tollerato se non guardato con maligna ostentazione di presa di distanza ipocrita. Ho ben chiaro che quando c’è stato in Italia un vero consapevole impegno della società civile a promuovere la legge sulla violenza sessuale le risposte erano di indifferenza e di sostanziale tutela verso i violentatori e i loro complici in nome di una cultura consuetudinaria. Ma allora c’è stata una classe politica che non si è avvilita sui sondaggi ma ha saputo affermare un principio. Quindi vi prego, firmate per intitolare una strada, quella specifica strada, a Reyhaneh Jabbari ma non solo contro l’Iran ma anche perché considerate voi stessi e il sindaco che per primo vi rappresenta strumenti consapevoli per dar voce a chi non ne ha nella difesa dei propri diritti e della propria dignità. Vi prego di sollecitare i rappresentati delle istituzioni italiane ad ogni livello di assicurare la modifica della legge che ostacola l’attribuzione del certificato di nascita ai figli di chi non ha il permesso di soggiorno o almeno di firmare anche la petizione che tante volte ho cercato di promuovere e si raggiunge anche da qui.».

16 Novembre 2014Permalink