4 novembre 2017 – Ho pubblicato su facebook …

… curiosa di vedere che succede
Continuano le denunce per violenze e molestie avvenute anche molti anni fa da parte di maschi che spesso avevano nelle mani lo strumento del più forte potere: la decisione sul lavoro di giovani ragazze, rese deboli proprio dalla loro condizione di giovinezza e di volontà/necessità di lavorare.
E’ bene che di tutto ciò finalmente si parli ma è giusto anche si parli d’altro.
In Italia quei gentiluomini di dubbia umanità e di vigliacca concezione della vita potrebbero essere giudicati secondo la legge 15 febbraio 1996 n. 66 Norme contro la violenza sessuale
E quella legge ha una storia.
Alla fine del 1965 una giovanissima ragazza siciliana, Franca Viola nata nel 1947, fu rapita da un ex fidanzato lasciato perché rivelatosi un piccolo capomafia.
Venne violentata, riuscì a liberarsi e a rifiutare il matrimonio riparatore, non solo costume locale ma prassi riconosciuta dalla legge per cancellare il reato.
Così diceva l’articolo 544 del Codice Penale allora in vigore:
«… il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali».
Dalla storia di Franca Viola alla approvazione della legge passarono 30 anni ma il gesto di Franca fu sostenuto dalla sua famiglia e Franca –nonostante l’abiezione delle usanze- si sposò mentre il suo rapitore, processato, era in carcere.
Franca aveva fatto emergere una positiva solidarietà, quella solidarietà che non è pietismo e vago dono della propria emozionata simpatia, ma rispettosa, pubblica, consapevole condivisione.
Quanto la cultura dominante nel parlamento italiano fosse al di sotto delle convinzioni di Franca Viola lo dimostrano i trent’anni trascorsi fra la violenza subita e denunciata da una ragazza consapevole e l’approvazione della legge che il suo gesto aveva reso necessaria.
Vorrei che i movimenti delle donne e i media se ne ricordassero non per contrapporla alle denunce tardive ma per dire che esistono strumenti per rigettare la violenza e attribuirne il merito a chi si fece carico di aprire una strada difficile ma non necessariamente impraticabile.
E è una strada da praticare in molte situazioni, oltre la violenza sessuale

Avevo aperto dichiarando la mia curiosità di vedere “che succede”
Scommetto con me stessa: niente

 

 

4 Novembre 2017Permalink