28 settembre 2018 – E’ uscito Ho un sogno

Il piccolo bollettino pubblicato a cura della Associazione Proiezione Peters è al suo XXVII anno.   

In apertura c’è l’editoriale: SEGNALI e in seconda pagina un articolo, PRIMO GIORNO DI SCUOLA: UN DIRITTO PER TUTTI, che riguarda, a inizio anno scolastico, il rapporto bambini – scuola con qualche altra considerazione
Di entrambi riporto il testo e trascrivo in calce due link al mio blog dove si trova la documentazione sul caso di Trieste (le pesanti riserve del Sindaco sulla mostra fotografica organizzata dal Liceo Petrarca) che in forma sintetica si può leggere anche nel Bollettino.

SEGNALI
Con il decreto legislativo 104/2018, il Governo ha deciso di far aumentare le armi nelle mani dei cittadini. Lo ha fatto allargando la platea di coloro che possono detenere legalmente anche armi da guerra come fucili d’assalto o kalashnikov, rendendo più blandi i controlli sulle condizioni psico-fisiche dei loro detentori e abbassando le limitazioni.
Entro l’autunno saranno eliminate “le zone d’ombra che rendono difficile e complicato dimostrare che si è agito per legittima difesa”. La proposta proveniente dalle file della maggioranza introduce la presunzione ex lege di legittima difesa.
La Regione Veneto chiede la reintroduzione della leva obbligatoria per tutti gli italiani.
Il reddito di cittadinanza sarà limitato ai soli cittadini italiani.
Dai primi di settembre e per i prossimi tre mesi, una settantina di agenti in dodici città – per fortuna, nessuna nella nostra regione – avranno in dotazione una pistola che spara scariche elettriche. La pistola è comunemente chiamata Taser. Da un’indagine della Reuters negli Stati Uniti, vi sarebbero almeno 153 casi nei quali il medico legale ha indicato la Taser come causa di morte.
La Regione Friuli Venezia Giulia sta utilizzando le guardie forestali per il controllo delle frontiere allo scopo di arrestare i flussi migratori sulla rotta balcanica.
La sindaca di Monfalcone ha tolto le panchine dagli spazi pubblici per evitare che vi seggano gli immigrati, ha bloccato la ristrutturazione di un immobile per utilizzarlo come centro islamico, ha messo una soglia alla presenza dei figli di stranieri nella scuola dell’infanzia.
A breve, una sola persona fisica farà da Garante regionale per i bambini e gli adolescenti, per le persone private della libertà personale e per le persone a rischio di discriminazione, andando a sostituire i tre componenti con specifiche competenze che costituivano l’attuale organo collegiale.
Il 3 novembre Casa Pound ha organizzato una manifestazione a Trieste, città che proprio 80 anni fa ospitò quella mussoliniana con la proclamazione delle leggi razziali.
NOTA: Le guerre si combattono altrove, le grandi calamità sono riservate ad altri. La nostra vita rifugge dagli estremi. Eppure, uno degli insegnamenti del nostro recente passato è appunto che non esiste rottura tra estremi e centro, bensì una serie di impercettibili transizioni. Se nel 1933 Hitler avesse procla¬mato ai tedeschi che dieci anni dopo avrebbe sterminato tutti gli ebrei d’Europa, non avrebbe mai vinto le elezioni, come invece accadde. Ogni concessione accettata da una popolazione assolutamente non estremista è di per sé insignificante: prese insieme portano all’orrore.
T. Todorov, Di fronte all’estremo, Garzanti, 1992

PRIMO GIORNO DI SCUOLA: UN DIRITTO PER TUTTI
Il 5 settembre 1938 il primo decreto legge razzista si caricò della firma di un re che la appose nella tenuta di San Rossore in cui la sua famiglia trascorreva i mesi più caldi dell’anno. Le leggi organiche sarebbero venute più tardi, in novembre, ma intanto quel decreto sciagurato garantiva una scuola ‘ripulita’ in ogni ordine e grado dalla presenza di ebrei, studenti e insegnanti. In dicembre Enrico Fermi si sarebbe recato a Stoccolma per ricevere il premio Nobel. Con lui c’era tutta la famiglia e tutti alla fine delle cerimonie partirono per gli Stati Uniti senza rientrare in Italia: era la garanzia di salvezza per Laura Capon Fermi, ebrea, moglie dello scienziato e per Nella e Giulio Fermi, figli di una madre così pericolosa.
E oggi, 80 anni dopo, la campanella suona per tutti?
Una norma di legge dal 2009 stabilisce la necessità per i migranti non comunitari di presentare il permesso di soggiorno per la registrazione della dichiarazione di nascita dei figli in Italia, una prescrizione che preoccupa le Nazioni Unite perché «condiziona i genitori stranieri che, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per timore di essere eventualmente espulsi» negando quindi al figlio il certificato di nascita. Come potrà andare alla scuola dell’infanzia e alle successive scuole dell’obbligo un bimbo che “non esiste”?
Con la legge del 2009, che nega l’esistenza legale di questi bambini, è stata approvata una circolare, un semplice atto amministrativo, che contraddicendola indica la possibilità di iscrizione alla scuola dell’obbligo. Quel bimbo potrà essere iscritto alla scuola primaria (atto che non richiede la presentazione del permesso di soggiorno dei genitori), ma vi arriverà senza aver potuto fruire del vantaggio garantitogli dall’uso della lingua italiana al nido e alla scuola dell’infanzia. Alla fine del percorso obbligatorio, se ancora minorenne, gli sarà negato l’iter scolastico successivo sempre a causa della condizione amministrativa dei genitori. Come vivrà il suo percorso formativo?
Altri fattori da considerare sono le scelte amministrative e delle istituzioni scolastiche locali. Ne abbiamo avuto riscontro nelle recenti vicende monfalconesi, oggetto il 19 luglio scorso di una interrogazione della senatrice Rojc. La sindaca di Monfalcone aveva siglato un accordo con due istituti comprensivi limitando al 45% il tetto della presenza dei bambini extracomunitari nelle classi per constatare poi che la preiscrizione alla scuola dell’infanzia aveva rilevato 60 figli di stranieri oltre il tetto stabilito. È opportuno notare che la consistente presenza straniera a Monfalcone non dipende da arrivi imprevisti di migranti ma dalla presenza della numerosa comunità straniera, soprattutto bengalese, occupata in quei cantieri navali che rappresentano ricchezza per la città e per l’ampio indotto.
L’applicazione del principio del 45% veniva affrontata con una metodologia piuttosto rozza: non si era pensato a una rimodulazione delle classi ma semplicemente a collocare i 60 piccoli esuberi in altri comuni senza verificarne il luogo di nascita. Quindi anche se nati a Monfalcone, se registrati all’anagrafe di Monfalcone, questi piccoli vengono discriminati in base alla nazionalità dei loro genitori.
Il principio fondamentale del superiore interesse del minore?

15 settembre https://diariealtro.it/?p=6110
18 settembre diariealtro.it/?p=6126

28 Settembre 2018Permalink