6 dicembre 2010 – Se l’istituzione è forte, è più forte della politica – 2

L’argomento che scelgo diventa un’anguilla  

Ogni volta che cerco di affrontare la seconda puntata delle mie riflessioni la realtà mi impone cambiamenti rispetto a quello che avevo pensato fino a poco prima.  

Continuo a tenere come filo conduttore la questione della problematica iscrizione anagrafica dei figli degli immigrati irregolari.
Credo non ci sia misura più vergognosamente razzista della discriminazione di un neonato, che per legge diventa, per il solo fatto di essere nato, un pericolo per i propri genitori e per sé.  

Quando le istituzioni esprimono forza  

Il mio blog, anche nella sua precedente edizione, segue questa faccenda ormai da più di due anni e, solo da pochi mesi, ho ottenuto una prova di interesse da parte di un parlamentare che ha presentato un’interrogazione sull’argomento (Leoluca Orlando – vedi qui)
Decisa a fare tutto ciò che potevo perché quell’interrogazione non cadesse nel vuoto, il 7 settembre pubblicavo la lettera che avevo scritto al Presidente della Camera chiedendogli di adoperarsi affinché l’interrogazione avesse una risposta tempestiva precisando “e questo esito, ritengo, Le appartenga mentre evidentemente non Le appartiene l’indirizzo di ciò che il Ministro dirà”.
La lettera è leggibile integralmente anche da qui  

Il 5 novembre la segreteria del Presidente della Camera mi scriveva:
“Si comunica che il Presidente ha disposto la trasmissione della Sua e-mail alla Commissione parlamentare competente, affinché i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione ed assumere le iniziative che ritengano opportune”.    

Non solo politici 

Il 19 e 20 novembre si svolgeva a Chieti il quarto convegno congiunto SIMM e SIP – GLNBI su “Bambini e Migrazioni”.

Una breve digressione dentro la digressione perché a me piace informare non proclamare.
Potete trovare notizie sul Convegno nel sito della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM- www.simmweb.it) .
E ricordo anche il significato delle altre sigle:
Sip (società italiana di pediatria http://www.sip.it/)
GLNBI (Gruppo di Lavoro Nazionale per il Bambino Immigrato http://www.glnbi.org/
  

Una delle relazioni centrali di quel convegno (Bambini stranieri in Italia: di quali leggi abbiamo bisogno. Intervento di Geraci e Mazzetti – potete leggerla da qui)  inseriva finalmente il riferimento al problema della registrazione anagrafica, dichiarando: Di fondo, ci sembra anche assolutamente necessario affrontare in modo definitivo la questione della iscrizione anagrafica dei figli degli immigrati irregolari oggi garantita grazie ad una circolare del Ministero dell’Interno del 7 agosto 2009 prot. 0008899: il “diritto umano” alla iscrizione anagrafica viene “prima” della questione della cittadinanza e attiene ai diritti civili fondamentali dei bambini (vedi le campagne per l’iscrizione anagrafica che molte ong conducono in vari paesi africani etc) e ci sembra fondamentale assumere iniziative che attribuiscano valore normativo al contenuto specifico di tale circolare fornendo così strumenti più sicuri e incontestabili per garantire tale diritto”.   

Il ministro risponde  

E torniamo così alla comunicazione del Presidente della Camera. Il 3 dicembre inaspettatamente (confesso il mio pessimismo) potevo scoprire che aveva centrato l’obiettivo e, tramite l’on. Orlando, ricevevo il testo che ricopio:
“Il Ministero dell’Interno, con la circolare n. 19 del 7 agosto 2009, ha inteso fornire indicazioni mirate a tutti gli operatori dello stato civile e di anagrafe, che quotidianamente si trovano a dover intervenire riguardo ai casi concreti, alla luce delle novità introdotte dalla legge n. 94/09 (entrata in vigore in data 8 agosto 2009), volta a consentire la verifica della regolarità del soggiorno dello straniero che intende sposarsi e ad arginare il noto fenomeno dei matrimoni “fittizi” o di “comodo”.
E’ stato chiarito che l’eventuale situazione di irregolarità riguarda il genitore e non può andare ad incidere sul minore, il quale ha diritto al riconoscimento del suo status di figlio, legittimo o naturale, indipendentemente dalla situazione di irregolarità di uno o di entrambi i genitori stessi. La mancata iscrizione nei registri dello stato civile, pertanto, andrebbe a ledere un diritto assoluto del figlio, che nulla ha a che fare con la situazione di irregolarità di colui che lo ha generato. Se dovesse mancare l’atto di nascita, infatti, il bambino non risulterebbe esistere quale persona destinataria delle regole dell’ordinamento giuridico.
Il principio della inviolabilità del diritto del nato è coerente con i diritti garantiti dalla Costituzione italiana a tutti i soggetti, senza alcuna distinzione di sorta (artt. 2,3,30 ecc .), nonché con la tutela del minore sancita dalla Convenzione di New York del 20 novembre 1989 (Legge di ratifica n. 176 del 27/05/1991), in particolare agli artt. 1 e 7 della stessa, e da diverse norme comunitarie.
Considerato che a un anno dall’entrata in vigore della legge 94/09 non risultano essere pervenute segnalazioni e/o richieste di ulteriori chiarimenti, si ritiene che le disposizioni contenute nella predetta circolare siano state chiare ed esaustive, per cui non si è ravvisata sinora la necessita di prospettare interventi normativi in materia.
IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO   (Miche1ino Davico)”  

 Un po’ di esegesi di testi non sacri  

Nella ministerial risposta sono dette chiaramente due cose importanti, mentre una –altrettanto importante –è taciuta.

Vediamo per ordine:  

1. L’inconsulta esclusione degli atti di stato civile (registrazione dell’atto di nascita, del matrimonio e di morte) da quelli per cui non è necessario presentare il permesso di soggiorno era stata progettata per “arginare il noto fenomeno dei matrimoni “fittizi” o di “comodo”.
E allora per non fare la fatica di immaginare un ostacolo a un percorso improprio si era creata una voragine ampia e – a parere del legislatore ignorante e in malafede – risolutiva del problema.  

2.  L’on. Sottosegretario si dimostrava informato sul fatto che: “Il principio della inviolabilità del diritto del nato è coerente con i diritti garantiti dalla Costituzione italiana a tutti i soggetti, senza alcuna distinzione di sorta (artt. 2,3,30 ecc .), nonché con la tutela del minore sancita dalla Convenzione di New York del 20 novembre 1989 (Legge di ratifica n. 176 del 27/05/1991), in particolare agli artt. 1 e 7 della stessa, e da diverse norme comunitarie”  

3.  Ma ostentava di ignorare i rischi cui si espone un immigrato irregolare denunciando la nascita di un figlio, rischi che neppure il paravento della burocrazia può permettersi di cancellare.  

Infatti, e ce ne dà documentazione proprio il prezioso sito della SIMM, il 28 novembre la questura di Milano denunciava il medico che aveva soccorso un immigrato irregolare che partecipava su una gru alla protesta contro la ex Carlo Erba, senza che sia chiaro se la denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina si estenda anche al medico dell’Ospedale San Paolo che aveva preso in cura l’immigrato. 

E’ doveroso ricordare a questo punto che l’immigrazione cd ‘clandestina’ (perché non la chiamano irregolare?) a seguito della legge 94 è reato (vedi).

Lo schema dei rischi è chiaro  

I denuncianti non sono i medici (rispettosi del segreto sanitario che la Lega Nord e complici dei partiti di maggioranza non sono riusciti ad abolire) ma qualcuno che ha assistito all’attività di soccorso.
Lo stesso potrebbe avvenire per una persona (papà o mamma) che si rechi in Comune a denunciare la nascita di un figlio.
Proprio la Simm aveva creato il logo per una lunga battaglia per il rispetto del segreto sanitario, ma qui il  mio argomento anguilla si snoda e si allunga e lo devo rimandare a una prossima puntata.

 

6 Dicembre 2010Permalink