20 gennaio 2019 – Le stragi del mare e della burocrazia

19 gennaio 2019 – Un’altra strage

Mentre viene annunciata un’altra strage di cui sappiamo ancora poco torno a notizie di stragi precedenti di cui, per l’impegno di diverse persone che è giusto no n dimenticare, sappiamo .
di più e abbiamo particolari che ci dicono molto sulla umanità di chi è morto e di chi soccorre    [NOTA 1]

Un filmato straordinario ci aiuta a sapere e capire, se vogliamo capire                                         [NOTA 2]

Non abbiamo mai trascurato di conservare le loro tracce                                                        [NOTA 3]

La storia risale al terribile naufragio del 18 aprile 2015

Non ne conosciamo il volto, non ne conosciamo il nome. Ma non per questo ciò che sappiamo di lui fa meno male: veniva dal Mali, aveva 14 anni e la speranza di una nuova vita cucita addosso, sotto forma di una pagella della scuola che in patria non avrebbe potuto frequentare più.

La storia risale al 18 aprile 2015, al terribile naufragio nel Mediterraneo che fece più di mille vittime – la maggior parte delle quali non identificate – ma a riportarla d’attualità ci ha pensato Cristina Cattaneo, il medico legale che negli ultimi anni si è occupata di riconoscere i corpi dei migranti annegati in mare e che ha deciso di raccogliere molte di queste storie di migrazione in un volume dal titolo Naufraghi senza volto (Cortina Editore).

Al grande pubblico, però, la storia è arrivata grazie ad una vignetta di Makkox,
il disegnatore che arricchisce le pagine de L’Espresso e che l’11 gennaio su Il Foglio aveva dedicato una vignetta al ragazzo senza nome.

Una pagella nella plastica
Durante un’autopsia, Cristina Cattaneo, medico legale, trova una pagella piegata con cura, cucita nella povera tasca di un quattordicenne proveniente dal Mali, affogato durante il passaggio nel Mediterraneo: la speranza del suo viaggio verso l’Europa.
La pacchia, non è mai cominciata

Nel libro di Cattaneo si legge che l’adolescente “era vestito con una giacca simile a un piumino, un gilè, una camicia e dei jeans” e che l’unico modo per risalire alla sua età è stato quello di analizzarne i resti. Era privo di documenti che ne accertassero l’identità, ma all’interno della giacca aveva cucito qualcosa di ancora più prezioso: una pagella scolastica. In un passaggio del libro Cattaneo racconta i momenti della scoperta, con il plico di carta sbiadito e ripiegato su sé stesso che riportava i nomi della materie, in francese.

Non sappiamo – e con molta probabilità non sapremo mai – le ragioni che portarono il ragazzo a custodire con tanta cura il documento. Probabilmente lo considerava il suo biglietto per una vita migliore, un pass per essere accettato nella comunità che sognava di raggiungere. La dimostrazione pratica che lui non era “solo” un migrante, ma un essere umano con una storia, anche scolastica. Una storia che oggi è diventata il simbolo dei viaggi della speranza, un monito affinché tragedie come questa non accadano mai più.

Un’aspettativa purtroppo disattesa, come indicano i dati. Secondo l’Unhcr le persone morte o disperse nel Mediterraneo sono state 1.311 nel solo 2018, più di 55 ogni mille arrivi

14 novembre 2016           La strage è avvenuta il 18 aprile 2015 al largo della Libia e il barcone è stato recuperato
di Alessandra Zinniti e Natale Bruno-

<…> Le testimonianze dei pochissimi sopravvissuti hanno contribuito a ricostruire in maniera chiara quanto avvenne quella notte di aprile in cui il sovraffollamento del barcone e le errate manovre del comandante ubriaco causarono una collisione con il mercantile King Jacob che era stato inviato per i soccorsi. Il barcone si rovesciò e circa 700 migranti morirono in modo atroce soffocati nel ventre del barcone che e’ stato poi recuperato in fondo al mare un anno dopo e portato a galla e trasportato poi nella base della Marina militare di Melilli dove le salme sono state tutte recuperate e ricomposte con la più grande operazione di medicina legale di tutti i tempi portata a compimento dall’equipe coordinata dalla professoressa Cristina Cattaneo. <…>

Il ricordo di un’altra donna che mise la sua professione a disposizione dell’umanità

Marianella García Villas è stata una politica e avvocatessa salvadoregna. Membro dell’Associazione Cattolica Universitaria Salvadoregna, fondò la Commissione per i diritti umani del Salvador, partecipò attivamente alla Democrazia cristiana salvadoregna e fu collaboratrice di monsignor Óscar Romero. Mons Romero, assassinato nel 1980, è stato recentemente canonizzato.

Marianella García Villas mi è tornata in mente perché, avvocato che tutelava i diritti umani, recuperava anche disseppellendole le salme degli assassinati per testimoniarne i segni di tortura.
Durante il suo impegno fu imprigionata, minacciata, violentata. Nel 1983 fu assassinata.
Il suo cadavere, oltre le ferite da arma da fuoco, presentava altre gravi ferite. I militari salvadoregni l’arrestarono, la torturarono, la uccisero e poi la gettarono nel “mucchio” degli altri cadaveri.
Segnalo il libro pubblicato nell’anno stesso della sua morte e che lessi nella prima edizione:
Linda Bimbi e Raniero la Valle . Marianella e i suoi fratelli (oggi sarà certamente possibile reperire altro).

Quando la vigliaccheria del silenzio è complice del peggio
Queste storie tragiche – e vogliamo unire la vicenda di Giulio Regeni – possono lasciarci senza fiato quando ci poniamo la domanda ‘che fare’?
C’è un che fare che appartiene a livelli alti, culturali e istituzionali, ma c’è anche un livello piccolo, alla portata di ognuno.
Ce ne dà una indicazione Adolf Eichmann, esperto in sterminio che promosse e perseguì non tanto come aguzzino in attività di servizio ma come burocrate.
E allora chiediamoci perché – al di là dell’impegno di singole persone e della Società italiana di medicina delle migrazioni che si espresse pubblicamente – non ci si voglia pubblicamente occupare della norma che nega il certificato di nascita ai figli dei migranti senza permesso di soggiorno.
Ormai da dieci anni la legge che potrebbe essere cambiata senza onere di spesa si è trascinata e continua a trascinarsi fra certa indifferenza e probabili sghignazzi (diventati un modo di comunicazione politica). Ma non interessa i livelli alti impegnati in spettacolini finalizzati al successo e all’aumento dei voti concessi ma di regola non meritati.

Altro in nota [NOTA 4] 

Immanuel KANT: “agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo.”

[NOTA 1]
http://www.repubblica.it/cronaca/2019/01/19/news/migranti_una_notte_di_ricerche_vane_nessun_altro_superstite_del_primo_naufragio_dell_anno-216936208/?ref=RHPPLF-BL-I0-C8-P1-S1.8-T1

[NOTA 2]
https://www.facebook.com/rai3tv/videos/799850543683970/UzpfSTExMTI2NzQzMDA6Vks6MTE5NTg1MTI0MDU2Mzg0Nbvvcxs%20%20444444444444444444444444444444444444444444444444444444xssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssswsxxxxxx4w4w4xxxxssssssxxxxaaaaaaxxxxxzpQ/

Il link ci porta a un video di pochi minuti. Di qui avevo visto un video di più di un’ora che non riesco a ritrovare.
Se qualcuno ci riuscisse ….

[NOTA 3]
https://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2016/11/14/news/cosi_diamo_un_nome_ai_fantasmi_del_mare-152005581/

[NOTA 4]
10 gennaio – https://diariealtro.it/?p=6371  09/01/2019 LETTERA A SALVINI DI UN’IMMIGRATA AFRICANA:
«LA FACCIA CATTIVA LA DEDICHI AI POTENTI CHE OCCUPANO CASA MIA

14 gennaio – L’aggravante razziale https://diariealtro.it/?p=6374

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