27 marzo 2020 – L’Hospitale sulla antica via dei pellegrini a S. Tomaso di Majano (Udine). La New Entry corrisponde al tag GIULY

Ho ricevuto queste riflessioni dagli Amici dell’Hospitale di San Tomaso di Majano ,esse esprimono molto bene quello che ho pensato io in questi giorni. In effetti trovo straordinario il cambiamento che è riuscito a fare questo virus , riuscendo a stravolgere in pochi giorni il nostro forsennato correre e tante nostre abitudini e tante nostre false certezze. Giuly

Poco più di quindici giorni fa pensavamo che nessuno potesse fermare questo mondo in caduta libera che vedeva molti costretti a spremere ogni ora del loro tempo in una corsa sfrenata e irrazionale di consumi e spostamenti e tanti altri più o meno disperati impegnati invece ad attendere pazientemente di poterci entrare in quel mondo. Tutti sapevamo che era una follia destinata al collasso prima o poi, certo. Ma non potevamo immaginare che fosse così presto e che quell’equilibrio squilibrato fosse così precario. In due settimane si è fermato tutto per un fenomeno più o meno naturale come lo fu l’Influenza spagnola del 1918 o la peste del periodo antico e quella del 1348, del 1360, 1370, 1380, 1399,

tratto dal testo “L’Hospitale di San Giovanni di Gerusalemme” MDP, mappa concessa gentilmente da Markus e Kristine Banduch

1410, 1420 e poi del 1511 e del ‘600: un’epidemia pandemica. Ne usciremo questo lo speriamo ma è già un’immane tragedia per migliaia di persone e famiglie. Purtroppo non sta andando tutto bene, proprio per niente. Quasi mille morti al giorno, soli senza i propri cari, spesso senza un sacerdote, e ormai anche senza dottori. Mi ricordo nel 1996 quando parlammo per la prima volta di globalizzazione, pensai: E le epidemie, chi le fermerà? Pensavo anche alle epidemie di tipo politico-culturale. È la prima epidemia mondiale, ma non pensavamo che quel mondo fosse così fragile. Tutto basato sull’instabilità, sull’orlo della crisi: il sistema economico che consuma tutti gli altri, l’ambiente, l’umanità e la sua sanità.

Solo la primavera non ha subito rallentamenti anzi la città respira, i canali di Venezia sono trasparenti. Chi non leggeva un libro prima non lo legge neanche adesso. “Solo il mestiere del contadino si può ancora praticare”. La criminalità è gli incidenti stradali sono calati dell’80%.
Sembra che sia stata dichiarato il Cessate il Fuoco generale mondiale, sarebbe magnifico. Le famiglie hanno ritrovato, sia pure per forza, l’intimità e il tempo libero, certo quelle che per fortuna non sono state colpite dal virus o non sono rimaste divise dai confini che sono effettivamente stati chiusi, infine, ma per chiuderci dentro. Migliaia di lavoratori stranieri sono tornati in massa ai loro paesi, e molti che già meditavano il rientro non torneranno.
La cura dell’ospedale gratuito improvvisamente è di nuovo la cosa più importante, quello che ti cura perché vali tutto a prescindere da ricchezza, status, età, e patologie pregresse.
Rimpiangiamo di non esserci stretti la mano e guardati in faccia quando potevamo, speriamo di poterlo fare più avanti.

Abbiamo di nuovo bisogno solo delle cose essenziali, cibo e cure, tutti allo stesso modo. Tutto quello che ci sembrava importante non vale più, l’epidemia ha improvvisamente azzerato tutto. Eppure per la natura tutto sembra normale, la primavera apparentemente noncurante prosegue la sua rinascita, spinta dalla forza della vita, ci mostra la via.

Nulla sarà come prima, per un po’, anche se cercheremo di tornare dove eravamo, questo è certo. La vita umana è fragile. Non possiamo essere sempre impreparati a questo. Ma qui è la comunità umana globale a mostrare la sua fragilità. Sono saltati tutti i parametri, il Nord contamina il Sud, chi era chiamato ad accogliere ha bisogno improvvisamente dell’accoglienza, anche chi non aveva bisogno di nessuno ora necessita di cibo, dell’essenziale, della cura e del sacrificio di tanti.
Ma già ciascuno pensa a come uscirne più potente di prima a spese del vicino. Troviamo invece che questa possa essere un’occasione chiara per provare un cambiamento. Per riprovare la cura reciproca tra comunità umane. La comunità umana globale dovrebbe riconoscersi, ritrovare coscienza di sé, del senso del suo progetto, be’ almeno cominciare riprendere un percorso consapevole. Sembra un’utopia ma è già tutto accaduto nel tempo antico, quando è stato inventato l’ospedale gratuito, tra occidente e oriente, quello che ora ci sta salvando. Sembra difficile ma ora questa prova ci ha fatto volgere, tutta l’umanità, dalla parte giusta. La cura reciproca ha molti nomi antichi, ha a che fare con l’essenza dell’umanità, non è solo una pratica provvisoria per uscire dalla prova, ma è la via.
Allora, se non ora quando?

https://hospitalesangiovanni.wordpress.com/

 

27 Marzo 2020Permalink