Ci tengo a sottolineare che il piccolo periodico Ho un sogno, da cui copio il mio pezzetto , prosegue nel riconoscimento dell’importanza del problema dei minori.
Il n. 271 del marzo di quest’anno, è il n. 5 del XXXI anno
La Corte penale Internazionale, il tribunale per crimini internazionali che ha sede all’Aia, ha emesso un mandato di arresto contro il presidente della Repubblica di Russia Vladimir Putin quale ““Responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione e di trasferimento illegale di popolazione dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia“. Insieme a lui è stata incriminata la sua responsabile per l’Infanzia Maria Lvova-Belova, per la sistematica deportazione di bambini ucraini delle zone occupate, quasi fossero “bottino di guerra”. Evidentemente l’avviso di un possibile mandato d’arresto è stato considerato efficace minaccia, se già si legge di restituzione di bambini rapiti.
È una notizia che stordisce: il Presidente di uno stato che ha diretta possibilità di influenza sulla sorte del mondo è considerato criminale passibile di arresto per aver sottratto bambini alla loro famiglia, al loro paese, in sostanza alla loro identità che in quella situazione si manifestava ed era riconosciuta.
A tutela di ogni nato l’Italia ha riconosciuto il principio del superiore interesse del minore (art. 3 della Convenzione sui diritti del fanciullo, New York il 20 novembre 1989, ratificata in legge n. 176 /1991). A questo principio si ispira la legge 40/1998 – detta Turco-Napolitano – quando, tra le eccezioni alla presentazione del permesso di soggiorno, indica quella per i genitori non comunitari che si recano in comune a registrare la nascita di un figlio, affinché lo possano fare nella certezza di non doversi segnalare come irregolari di fronte a un ufficiale di stato civile.
Dal 2009 la legge ne prevede invece l’esibizione, suscitando quella paura che può indurre i genitori irregolari a nascondere il neonato, riducendolo a un essere privo di nome, di famiglia, di identità.
La misura, frutto dell’insipienza politica e della distrazione dell’opinione pubblica, ma anche di scelta, ha avuto un’improvvisa attenzione quando alle “famiglie arcobaleno” è stata limitata la possibilità di registrare in Italia i loro figli, nati e registrati all’estero, come figli di un solo genitore e non nella pienezza della loro, pur riconosciuta, unione civile.
In questo caso non c’è stato silenzio, ma si è affermato con ampio risalto che il diritto di ogni bambino a un’esistenza riconosciuta non può essere inficiato da alcuna “considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale” (art. 2 Convenzione sopra citata).
La situazione italiana – letta in parallelo al crimine riconosciuto al presidente e alla responsabile per l’infanzia della Federazione russa – ci suggerisce quanto i diritti dei minori siano ancora fragili e manipolabili.
Se chi nasce da “genitori sbagliati” in un “posto sbagliato” viene considerato un pericolo per la società, non possiamo che costruirci un mondo pieno di nemici.
Primo Levi moriva 36 anni fa
Il mio testo, raggiungibile con il link , passa da una situazione friulana di oggi a
una lontana nel tempo e nello spazio, ma non nella ferocia del significato , che ho intitolato in un apposito cap itoletto con foto che ho preso io stessa
Giocattoli vintage a Majdanek
14 dicembre 2018 – Integrazione precoce a Codroipo, provincia di Udine (diariealtro.it)
E’ vero che la dimensione dei due fenomeni è incommensurabile ma me li accosta l’indifferenza alla creazione di nati per essere fantasmi da parte della popolazione italiana e, in vista delle elezioni comunali (quelle regionali sono appena trascorse), la paciosa tranquillità con cui si accetta che lo sportello del Comune possa farsi muro per chi, migrante non comunitario irregolare, si appresti a registrare la nascita di un figlio.
Ne scriverò ancora .e presto
Per il momento mi sento solo di trascrivere una poesia di Primo Levi
Era il 10 dicembre 1984, Primo Levi sarebbe morto l’11 aprile 1987
Sono passati 36 anni ma – per me – è come morisse oggi dicendo al cuore che quello che accade è il seme dell’orrore possibile, soprattutto se nessuno se ne vuole accorgere .
Quando il male diventa banale perde le connotazioni che lo vorrebbero altrimenti lontano. Ce lo ha ricordato, forse inutilmente, Hannah Arendt
Non vorrei disturbare l’universo.
Gradirei, se possibile,
sconfinare in silenzio
col passo lieve dei contrabbandieri
o come quando si diserta una festa.
Arrestare senza stridori
lo stantuffo testardo dei polmoni,
e dire al caro cuore,
mediocre musicista senza ritmo:
– Dopo 2,6 miliardi di battute
sarai pur stanco; dunque, grazie e basta -.
Se possibile, come dicevo;
se non fosse di quelli che restano,
dell’opera lasciata monca
(ogni vita è monca),
delle pieghe e piaghe del mondo;
se non fosse dei carichi pendenti,
dei debiti pregressi,
dei precedenti inderogabili impegni.