19 novembre 2023. Ieri era l’anniversario della morte di Adriana Zarri

In memoria di Adriana ZARRI, morta a 91 anni alle Crotte di Strambino, nella campagna piemontese, il 18 novembre 2010. Aveva vissuto gli ultimi trent’anni della sua esistenza in cascine solitarie, in cui conduceva, per scelta, una vita eremitica. Ma era, ed era sempre stata, impegnatissima sul fronte pubblico, come teologa progressista, scrittrice, giornalista (teneva una rubrica settimanale sul “Manifesto), militante delle cause civili (a favore della legge 194 sull’aborto) e politiche (nel 2004, alle elezioni europee, era stata candidata nelle liste di Rifondazione Comunista).
Scrisse la sua epigrafe in forma di poesia:
«Non mi vestite di nero:/è triste e funebre./Non mi vestite di bianco:/è superbo e retorico./Vestitemi/a fiori gialli e rossi/e con ali di uccelli./E tu, Signore, guarda le mie mani./Forse c’è una corona./Forse/ci hanno messo una croce./Hanno sbagliato./In mano ho foglie verdi/e sulla croce,/la tua resurrezione./E, sulla tomba,/non mi mettete marmo freddo/con sopra le solite bugie/che consolano i vivi./Lasciate solo la terra/che scriva, a primavera,/un’epigrafe d’erba./E dirà/che ho vissuto,/che attendo./E scriverà il mio nome e il tuo,/uniti come due bocche di papaveri».
Altre sue citazioni, per capire il modo in cui viveva la sua fede cristiana:
«Un amico auspicava il momento (quanto lontano non si sa ma temo – ahimé – lontanissimo) in cui, alla loggia di San Pietro, si sarebbe affacciato un papa con consorte al seguito annunciando: “questa è mia moglie”. Ma io vado più avanti: quando si affaccerà un papa donna col principe consorte al seguito, annunciando: “questo è mio marito”?».
«Non credo nell’inferno perché mi sembra un insulto alla bontà di Dio. Anche la nostra cultura laica non ammette più la giustizia puramente punitiva. E la concepisce solo come capacità di riscatto, di reinserimento. In una pena che dura per sempre come quella dell’inferno questo riscatto non c’è. Penso sia difficile ritenere che gli uomini sono più buoni di Dio. Quindi all’inferno non credo”.
Ho copiato questo testo, che condivido totalmente  dal post nella pagine facebook di Alberto Panaro
19 Novembre 2023Permalink