Inserisco in calce il link da cui apprendiamo dal quotidiano locale Il Piccolo che la comunità islamica, cui sono stati negati i luoghi di preghiera e ostacolata l’espressione della pubblica preghiera all’aperto (qualcosa di simile, mi sembra, alle processioni praticate dalla chiesa cattolica, queste mobili gli altri invece statici), hanno deciso di pregare a gruppi nelle case.
Chissà se nel comune della signora sindaca di Monfalcone quando si presentano genitori non comunitari a registrare la nascita di un figlio viene loro chiesto il permesso di soggiorno?
Così la signora sindaca potrebbe identificare gli irregolari e usare di neonati nel suo territorio per promuovere la cacciata dei genitori se lo ritiene opportuno.
Questo non. lo sappiamo.
Sappiamo però che la virtuosa inquisitrice per segnalare la condannabile diversità di questi sgradii ospiti usa delle espressione della loro fede.
L’Arcivescovo della diocesi di cui fa parte Monfalcone ha qualche cosa da dire?
A me un simile atteggiamento sembra offesa a ogni religione sia garantita da concordato, sia da intesa, sia dalla libertà religiosa che appartiene a ogni persona.