21 marzo 2023 _ Nascono per essere rifiutati dalla crudeltà opportunista rafforzata dal pregiudizio

Mentre Putin rapisce i bambini ucraini non posso dimenticare le mamme di piazza di maggio
Sono casi di enorme impatto emotivo ma non solo.

Oggi Putin è ufficialmente criminale, così dichiarato dalla Corte internazionale dell’Aja.
Non lo prenderanno mai si dice.
Forse ci riusciranno dicono altri.

Io voglio sottolineare ancora che è finalmente riconosciuto da un tribunale internazionale il crimine perpetrato contro bambini.
Aggiungo che è diritto del bambino persona a esistere come tale dal momento in cui nasce e
ha un nome documentato nei registri di stato civile con tutto ciò che ne consegue sul piano sociale e civile
In Italia siamo spettatori innocenti dell’orrore che tanto nega?

Certamente no e per affermarlo non occorre riferirsi a una storia che trabocca di orrori.
Dal 2009 una legge prevede che le persone non comunitarie prive di permesso di soggiorno non possano registrare all’anagrafe i loro figli e figlie nati in Italia,
facendone quindi persone oscurate , fantasmi per legge.

Non è una discriminazione diretta ma subdolamente indiretta .
Fino ad oggi ha fatto poche vittime, forse.

La certezza però di poter farsi beffe di un diritto universale di un nato induce ad allargare le maglie del rifiuto e della vergogna.
Beffardi e impudichi, ora ci misuriamo anche con i figli delle coppie omosessuali

Domani chissà! Chi vorrà servirsi di questo sistema per devastare ancora una volta una civiltà, conquistata ma non sicura, tramite chi nasce da genitori ‘sbagliati’ in un luogo ‘sbagliato’, può farlo contando sull’indifferenza della società civile e sulle beffe parlamentari giocate fra maggioranze e voti di fiducia.

Spero che nelle belle piazze oggi rese coraggiosamente vitali dalle coppie arcobaleno trovino un angolo di viabilità anche i piccoli fantasmi per legge.

Siano il luogo che costringa il parlamento ad azioni di civiltà necessarie subito, senza se e senza ma.

 

Segue  un’immagine tratta da un  volume edito da Feltrinelli
La recensione è raggiungibile con il link che segue

30 aprile 1977: le Madri di Plaza de Mayo (lafeltrinelli.it)

 

 

 

 

 

 

21 Marzo 2023Permalink

20 gennaio 2023 – Una strada per dare corpo ai fantasmi, forse

Copio  nel mio blog, senza trasferirlo su Facebook,  il documento che segue, raggiungibile anche con il link che  come sempre trascrivo.
Lo invierò invece ad alcune persone  con cui in passato avevo  condiviso l’impegno ad azioni per modificare l’infame legge che dal 2009 nega ai figli dei sans papier  la registrazione nei registri di stato civile  con un raggiro di cui ho parlato e scritto mille  volte.
Mi è  chiaro che  chiedere al genitore che si presenti allo sportello del comune a registrare la nascita del figlio la presentazione del permesso di soggiorno è una beffa feroce per chi di quel permesso non disponga
e  mi è altrettanto chiaro  che  ciò induce paura e devastazione della dignità  delle persone a tanto umiliate
e so bene che l’unica strada per giungere a superare  la norma che dal 2009  si fa beffa di un diritto umano riconosciuto può è una nuova legge che ripristini quanto previso in materia dalla legge 40/2008 (cd Turco Napolitano) .
Se ho ben capito la mozione che trascrivo sarebbe stata votata all’unanimità e quindi  proposta per essere tradotta in legge (ho evidenziato in grassetto il testo secondo me pertinente).
Non mi negherò all’impegno (che temo ormai personale o quasi) di sollecitare i parlamentari a tener conto, negli obiettivi che l’istituenda commissione vorrà darsi, della devastazione  che la norma del 2009 produce nella v ita di chi è ridotto a fantasma dalla nascita  e di chi ne è genitore e non può dire “Questa bambina  è mia  figlia”, “Questo bambino è mio figlio”.
So  che da sola non arriverò ad alcun risultato ma non mi nego al dovere di solidarietà  che la Costituzione impone
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Legislatura 19ª – Atto di Sindacato Ispettivo n. 1-00005

 

Atto n. 1-00005 con procedimento abbreviato     Pubblicato il 16 novembre 2022, nella seduta n. 8

CATTANEONAPOLITANOSEGREMONTIPIANORUBBIAMALANMALPEZZIROMEOFLORIDIA Barbara,

RONZULLIPAITAUNTERBERGERDE POLIDE CRISTOFAROPUCCIARELLICRAXIGUIDOLINNATURALE,

MAIORINOTERZI DI SANT’AGATAALFIERIASTORREBASSOBEVILACQUABIANCOFIORECAMUSSOCROATTI,

D’ELIADELRIODURNWALDERFINA,  FLORIDIA  Aurora,
GIACOBBEGIORGISGUIDILOREFICEMAGNIMARTELLANICITAPATTONPIROVANORANDOROSSOMANDO,
SCALFAROTTOSIRONISPAGNOLLIVERDUCCIVERINIZAMBITOZAMPAZULLOMUSOLINOLICHERI Sabrina

Il Senato,

premesso che:

la tutela dei diritti umani rappresenta uno degli elementi fondanti dell’ordinamento nazionale, configurandosi altresì quale patrimonio comune della comunità internazionale e dell’umanità nel suo insieme;

a partire dalla conclusione del secondo conflitto mondiale gli Stati democratici hanno elaborato complessi sistemi istituzionali di tutela e promozione dei diritti, contribuendo a diffondere progressivamente la cultura e la consapevolezza necessarie al loro sviluppo nella complessa società contemporanea, che presenta continuamente nuove sfide sul piano della dignità della persona;

sul piano internazionale ed europeo gli atti e le convenzioni sottoscritti dal nostro Paese sono innumerevoli: su tutti, per quanto concerne gli strumenti giuridicamente non vincolanti, la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, rispetto alla quale molte clausole sono divenute obbligatorie per gli Stati in quanto diritto internazionale consuetudinario; tra gli strumenti vincolanti, la convenzione sul genocidio del 1948, la convenzione sui rifugiati del 1951, i due patti delle Nazioni Unite del 1966 (sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali), la convenzione contro la tortura del 1984; sul piano europeo la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, sul rispetto della quale vigila la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che, ai sensi dell’articolo 6 del Trattato sull’Unione europea, ha il medesimo valore giuridico dei trattati fondativi;

l’articolo 2 della Costituzione italiana recita “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”;

le Camere, costituendo gli organi di rappresentanza dei cittadini, rappresentano il luogo primario in cui tale tutela deve avere piena espressione;

il Senato ha da sempre mostrato particolare sensibilità e attenzione verso il tema dei diritti umani, attraverso la costituzione di Comitati e Commissioni specifici: si ricordano, in tal senso, il Comitato contro la pena di morte istituito nella XIII Legislatura e le Commissioni straordinarie per la tutela e la promozione dei diritti umani nella XIV, XV, XVI, XVII e XVIII Legislatura, che hanno di volta in volta operato attraverso il confronto con rappresentanti di Governo, enti locali e altre istituzioni nazionali, europee e internazionali e il contributo della società civile, di associazioni e organizzazioni non governative;

i temi principali sviluppati nel corso delle Legislature sono stati l’abolizione della pena di morte nel mondo, l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, la tutela dei diritti del fanciullo, le garanzie per chi si trovi privato delle libertà, la promozione e l’attuazione del diritto di asilo, la lotta alla tratta degli esseri umani, la lotta contro il razzismo, la xenofobia, la discriminazione delle minoranze; la tutela delle persone con disabilità e di quelle anziane; il divieto di mutilazioni genitali femminili e il fenomeno dei matrimoni forzati, a dimostrazione di come tale materia necessiti di un’attività estesa nel tempo, che guardi quanto avviene a livello nazionale e internazionale e che sia altresì trasversale e organica;

nelle ultime Legislature la Commissione per i diritti umani del Senato ha seguito da vicino i tre cicli di revisione periodica universale (UPR) del nostro Paese (nel 2010, 2017 e 2019), una procedura prevista dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per esaminare la situazione dei diritti umani in tutti i Paesi membri, che si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte allo Stato in esame; l’azione svolta dalla Commissione, in tal senso, è stata preziosa in questi anni, mantenendo elevato il monitoraggio e intensa l’attività di indirizzo sui temi della promozione e della tutela dei diritti fondamentali della persona;

rilevata per tutti i suddetti motivi l’esigenza di istituire, anche in questa Legislatura, un organismo che rappresenti per il nostro Paese la volontà di difendere e sviluppare i diritti umani sia all’interno che al di fuori dei confini nazionali,

delibera di istituire una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, costituita da 20 componenti in ragione della consistenza dei Gruppi stessi. La Commissione elegge tra i suoi membri l’Ufficio di Presidenza composto dal Presidente, da due Vice Presidenti e da due Segretari. La Commissione ha compiti di studio, osservazione e iniziativa, per lo svolgimento dei quali può prendere contatto con istituzioni di altri Paesi e con organismi internazionali; a tal fine, la Commissione può effettuare missioni in Italia o all’estero, in particolare presso Parlamenti stranieri anche, ove necessario, allo scopo di stabilire intese per la promozione dei diritti umani o per favorire altre forme di collaborazione. Per il raggiungimento di queste finalità essa, quando lo ritenga utile, può svolgere procedure informative, ai sensi degli articoli 46, 47 e 48 del Regolamento; formulare proposte e relazioni all’Assemblea, ai sensi dell’articolo 50, comma 1, del Regolamento; votare risoluzioni alla conclusione dell’esame di affari ad essa assegnati, ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento; formulare pareri su disegni di legge e affari deferiti ad altre Commissioni, anche chiedendone la stampa in allegato al documento prodotto dalla Commissione competente, ai sensi dell’articolo 39, comma 4, del Regolamento.

 

 

20 Gennaio 2023Permalink

11 gennaio 2023 – Leggendo le pagine ebraiche

11 Gennaio 2023 – 18 Tevet 5783

Pagine Ebraiche info@paginebraiche.net tramite gmail.mcsv.net

L’INTESA SIGLATA DA MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E UCEI

L’ebraismo italiano e le ferite del passato,  un protocollo per la Memoria

“Promuovere la conoscenza della bimillenaria presenza ebraica in Italia e delle comunità ebraiche, con riferimento alla storia, al pensiero e alla cultura dell’ebraismo italiano dalle sue origini ai tempi d’oggi; promuovere la conoscenza dei luoghi della persecuzione razziale, deportazione e sterminio nel nostro Paese; promuovere la conoscenza degli accadimenti, attraverso testimonianze e fonti documentali relative alla storia del ventennio fascista in Italia, di tutte le vittime del nazifascismo e di coloro che si sono adoperati per salvare vite umane (‘I Giusti tra le Nazioni’); promuovere ogni forma di contrasto alla distorsione, alla banalizzazione, alla minimizzazione e all’abuso della storia e della memoria della Shoah; promuovere i valori del rispetto e della convivenza tra popoli e dell’incontro tra culture e religioni diverse; condividere progetti di ricerca e approfondimento storico e didattico inerenti alla trasmissione della memoria”.

Sono gli obiettivi cui tende la carta d’intenti siglata a Cracovia dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e dalla presidente UCEI Noemi Di Segni durante il Viaggio della Memoria istituzionale in svolgimento in Polonia alla presenza della Testimone della Shoah Tatiana Bucci.

La cerimonia della firma alla sinagoga Remuh, cui è intervenuto anche il rabbino capo di Torino Ariel Finzi, è stata l’occasione per parlare di Memoria e di corretta trasmissione alle nuove generazioni. “Per l’Italia e le sue istituzioni l’appello è quello di assumersi le responsabilità per quanto accaduto. La Shoah non è solo qui nei luoghi dello sterminio, perpetrata dai nazisti. È avvenuta anche a casa nostra, nei nostri uffici, dimore, piazze, valli e montagne”, le parole della presidente Di Segni in sinagoga. Parole di condanna rispetto alle responsabilità del fascismo sono arrivate anche dal ministro Valditara. “Quest’anno – il suo ulteriore messaggio agli studenti – ricorrono i 75 anni della Costituzione, è un’occasione per ricordare che la nostra Carta mette davanti a tutto la persona umana, al cui servizio si pone lo Stato. Questo è il nostro faro, che ci deve illuminare la via per impedire che queste tragedie si ripetano”.

Il Viaggio della Memoria è proseguito quest’oggi ad Auschwitz e Birkenau. Con i ragazzi anche l’assessore alle Politiche educative UCEI Livia Ottolenghi e l’assessore alle Politiche giovanili Simone Mortara.

 

L’INTERVENTO DELLA PRESIDENTE UCEI A CRACOVIA

“Shoah, l’Italia e le sue istituzioni  si assumano la responsabilità”

Di seguito l’intervento della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in occasione della firma del Protocollo d’intesa siglato dall’UCEI con il ministero dell’Istruzione:

È un’emozione stare assieme a voi tutti in questo luogo, così significativo. Ogni luogo ha una destinazione d’uso. Case, edifici scolatici, sinagoghe, chiese. A noi sembra normale oggi viverli così, ma non lo è stato per chi si è trovato a dover fuggire, nascondersi, essere rinchiuso, veder dissacrati o svanire i luoghi più cari.

Avraham Shlonski. Poesia. Le mura di casa mia. Le mura di casa mia non sono come una separazione tra me e il mondo. C’è la grazia della crescita che ascolta l’interno. Perché chi ascolta tutto non sente nulla. Solo chi fa tacere il suo rumoroso agire al suono del silenzio, sente tutto e tutti. Le mura della mia casa non sono una separazione tra me e il mondo. Sono il chiudere gli occhi di chi vede una cosa fino in fondo; perché chi vede tutto, non vede più nulla. Solo chi guarda verso l’unico e l’eterno riesce a vedere le cose tutte. Le mura della mia casa non sono una separazione tra me e il mondo. Sono il segreto della rivelazione per dire anche senza parole che chi sta sul portone non si rivolge a nessuno. Solo chi parla con la propria anima parla con tutti.

Allora, cosa divennero i muri delle nostre case nel ‘38? Nel ‘43? Quando fuggimmo, quando ci rinchiusero nei ghetti? Quando eravamo qui nei campi così lontani dalle nostre terre e dalle nostre case. Desidero ringraziare tutti voi per essere qui, noi tutti assieme, ad affrontare un percorso non facile. Avete attraversato in due ore chilometri e chilometri che centinaia di migliaia, anzi milioni di persone, hanno attraversato con i treni, in un viaggio terribile. Un percorso che conoscete sicuramente dai libri di storia e di geografia, che forse inizierete a comprendere meglio in questi due giorni, dopo aver tradotto le pagine del libro in esperienza vissuta. Conoscere – questo il vero viaggio – quanto drammaticamente avvenuto solo pochi decenni fa nel cuore d’Europa. Un viaggio nei luoghi di sterminio e di morte, nei quali si è giunti entro pochi anni dal varo di poche leggi; poche ma esplicite formalizzazioni di quella assolutezza del pregiudizio, da anni propagandato alle masse, ignoranti o indifferenti.

Noemi Di Segni, Presidente UCEI

Mi regalo lo spazio per  un commento
La presidente dellUCEI  ha parlato della assolutezza del pregiudizio
Oggi io leggo quella feroce assolutezza nella memoria tradita, nei conti non fatti con il nostro passato che consentono di accettare  nella tranquillità di una soporifera indifferenza  che in Italia nascano bambini cui viene negata ogni identità perché figli di migranti non comunitari privi di permesso di soggiorno.
Dal 2009 quando è stata approvata con voto di fiducia la legge 94 , che in un caos di argomenti affastellati contiene l’art.1 comma 22 lettera G per  imporre la presentazione del permesso di soggiorno allo sportello del comune dove si registra la nascita dei figli, si sono succeduti 7 governi con le più variegate maggioranze parlamentari
In questo mondo variegato l’infamia negazionista non ha trovato validi oppositori  e i parlamentari indifferenti sono stati ben sostenuti da una società civile pur essa indifferente.
Gli sportelli dei comuni sono divettati muri … oggi per pochi, domani chissà

 

11 Gennaio 2023Permalink

11 settembre 2022 – Sicurezze: i bambini garantiti invisibili alla prossima legislatura

Premessa / Sfogo

Quando mi capita di svegliarmi di notte  –  e capita tutte le notti – ho imparato a non affannarmi.
Guardo il cellulare  vado sulla G che presumo indichi google e, fra tante scemenze,  trovo cose interessanti. Poi torno a dormire.
Questa notte ho trovato un articolo del giornalista Marco Politi, tratto da Il Fatto Quotidiano.
Invita all’abbonamento  – tutti i quotidiani ormai invitano all’abbonamento on line,  capita che lo facciano con offerte accattivanti  che non accetto per paura di trovarmi in trappola quando cesserà il tempo del vantaggio proposto. Così cerco di esercitare l’arte piratesca della copia.
Questa notte un conforto enorme.  Parecchie delle  osservazioni  autorevoli che trovo nell’articolo del vaticanista Marco Politi corrispondono ad osservazioni mie che avevo fatto ragionando sulla legge che nega il certificato di nascita ai figli dei sans papier . (Grazie in particolare al riferimento di Hitler – 1933, me lo tengo –mia certezza  ignorata – da qualche anno).
Tentando di comunicare con chi si dice attento ai diritti – e aver constatato che sono i diritti di chi si vede da cui è escluso chi è occultato – mi sono presa sberle varie a partire dal ridicolo del testo da scartare perché troppo lungo a .. ma lasciamo perdere.
Io mi aggrappo alla mia doverosa utopia che vuole  sostenere il diritto degli invisibili per legge per constatare che fra scemenze, sostegni impropri  anche a on. furbastri  caratterizzati da silenzi colpevoli e parole ambigue che piacciono, di fatto la legge infame che nel 2009 ha insozzato  il nostro panorama di regole democraticamente  inaccettabili passa alla prossima legislatura intatta,  beffarda  e indiscussa.
E’ una certezza  che non viene incrinata  neppure   da un lavoro critico che pure nella società civile c’è stato ma è stato soffocato, messo in disparte, estraniato dal dibattito  politico e dall’informazione che conta.
Così i bambini invisibili si fanno innominabili nella beffa sostenuta da chi se lo permettere  e asservisce altri a  scelte crudeli.
Così alla copia dell’articolo di Marco Politi premetto  l’articolo 6/2 del  Testo Unico sull’immigrazione  (dlgs 286/1998) dove i nati in Italia che non possono essere registrati nei registri di stato civ ile brillano per la loro assenza fra le eccezioni  previste per la presentazione del permesso di soggiorno 

  1. Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo, per quelli inerenti all’accesso alle prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35 e per quelli attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie,(2) i documenti inerenti al soggiorno di cui all’articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati.
    (2) Parole inserite dalla Legge 15 luglio 2009, n. 94.

E ORA FINALMENTE L’ARTICOLO DI MARCO POLITI

Marco Politi  Scrittore e giornalista

Papa Francesco e l’allarme contro i sovranisti: così ha scelto di non restare a guardare

E’ una stagione di elezioni cruciali in varie parti del mondo, una stagione di scelte radicali, e papa Bergoglio lancia l’allarme contro i “salvatori” sovranisti. Il pontefice argentino, contrariamente a quanto affermato nel comunicato emesso per rabbonire il governo ucraino, continua a produrre messaggi politici, a fare politica, perché come molti suoi illustri predecessori (da Paolo VI a Giovanni Paolo II) è consapevole che la Santa Sede non vive in un vuoto pneumatico e i suoi moniti etici – si tratti della decolonizzazione o dell’invasione americana dell’Iraq – riguardano situazioni geopolitiche o sociali precise.

Si profilano importanti appuntamenti elettorali in Italia, Brasile e Stati Uniti. In tutti e tre i paesi i sovranisti autoritari sono all’attacco: la Lega di Salvini e l’aspirante premier neofascista Meloni in Italia, il presidente reazionario Bolsonaro che cerca la rielezione in Brasile, il fronte sovranista e suprematista di Trump mobilitato in America per le elezioni midterm con la speranza di controllare il Congresso. Francesco non resta a guardare passivamente l’evolversi della situazione.

La sua messa in guardia l’ha infilata nell’omelia per la beatificazione di Giovanni Paolo I e lì per lì pochi se ne sono accorti. Di papa Luciani Francesco ha lodato un pontificato, che ha presentato una Chiesa dal volto sorridente, non arcigno, non lamentosa. Ma spiegando il Vangelo il pontefice argentino è entrato nel vivo dell’attuale stagione politica. “Gesù – ha detto – attirava una folla numerosa ma non si comportava da astuto leader manipolatore”. Capita invece oggi, “specialmente nei momenti di crisi personale e sociale, quando siamo più esposti a sentimenti di rabbia o siamo impauriti da qualcosa che minaccia il nostro futuro”. E’ il momento in cui si diventa più vulnerabili, “e così, sull’onda dell’emozione, ci affidiamo a chi con destrezza e furbizia sa cavalcare questa situazione…”. In questa congiuntura – ammonisce Bergoglio – qualcuno si presenta “promettendoci di essere il ‘salvatore’ che risolverà i problemi mentre in realtà vuole accrescere… il proprio potere… la propria capacità di avere le cose in pugno”.

Da tempo Francesco ha colto il pericolo di crisi delle democrazie nell’emisfero occidentale. Era il 32 febbraio 2020, la pandemia del Covid si stava rapidamente espandendo, e a Bari – al convegno dei vescovi cattolici del Mediterraneo – il pontefice esclamava di ascoltare con paura gli slogan del populismo reazionario così simili “ai discorsi che seminavano paura e odio nel decennio ’30 del secolo scorso”. Cambiano i capri espiatori, ieri ebrei e rom, oggi i migranti o gli islamici. Il segno distintivo del populismo sovranista è di spaccare la società e indicare obiettivi di odio.

E’ da cinque anni che Bergoglio denuncia l’onda nera del sovranismo populista. Nel 2017, in un’intervista al quotidiano spagnolo Pais ammonì a non trascurare gli effetti dei messaggi di paura diffusi nelle società ad opera di partiti e movimenti. Negli anni Trenta del Novecento, sottolinea, di fronte alla crisi sociale e psicologica della società tedesca si presenta Adolf Hitler e proclama “Io posso”. E succede che coglie la vittoria alle elezioni del 1933. Hitler – ricorda Bergoglio – non rubò il potere, fu votato dal suo popolo… (e poi) distrusse il suo popolo”.

Parve a tanti uomini di Chiesa e del mondo politico che l’allarme lanciato da Francesco
a  Bari fosse una riflessione solitaria, tanto che nessun cardinale o arcivescovo tornò sull’argomento in appoggio al papa.

Poi, neanche un anno dopo, il presidente Trump aizzò la folla a Washington agitando la grande menzogna della “vittoria elettorale” rubata e si vide l’assalto brutale a Capitol Hill per impedire la proclamazione del nuovo presidente Biden. L’impensabile – nella più antica democrazia dell’Occidente – era accaduto. E improvvisamente si capì che nulla era al sicuro per sempre. Non si tratta dell’avvento di camicie nere o brune, ma di classi dirigenti che distorcono la democrazie.

L’Unione europea, negli ultimi anni, ha già conosciuto l’avvento di democrazie illiberali e nazional-clericali: Polonia e Ungheria. Ora in Italia, per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale – unico caso in Europa – sta per affacciarsi al governo un partito (FdI) impregnato di cultura neofascista. Messa sotto schiaffo dalla stampa straniera Giorgia Meloni ha condannato da “soppressione della democrazia” durante il Ventennio, ma non ha ripudiato il simbolo della fiamma che scaturisce dalla tomba di Mussolini. Né ha avuto il coraggio di dichiarare che tra la Repubblica sociale e la rivolta partigiana, la parte giusta era dalla parte dei partigiani. Per non parlare della cultura dell’odio che traspare da molti suoi interventi.

Draghi, nel suo discorso al Meeting di Cl, è sembrato disinteressarsi della questione. Gli interessa solo l’allineamento atlantico e il rispetto dei patti economici europei. Francesco guarda più lontano. Parlando per grandi linee, avverte che i “salvatori”, di qua e di là dell’Atlantico, vogliono solo afferrare il potere. Bartolomeo Sorge, un celebre gesuita che ha segnato il cattolicesimo postconciliare italiano, rimarcava che il populismo – e specie il populismo sovranista – mitizza e idolatra il popolo ma in realtà cela il “dominio dei pochi” e non tutela affatto il bene comune. Peggio di tutti, nell’ottica bergogliana, è il “teopopulismo” che ammanta di religiosità la voglia di dominio. I crocifissi branditi da Salvini come l’aggressiva proclamazione di “cristiana” da parte di Meloni sono segnali evidenti.

 

11 Settembre 2022Permalink

26 giugno 2022_NON ESISTONO MINORI DI SERIE B

Come faccio regolarmente riporto un mio scritto,  regolarmente firmato e pubblicato sul periodico Ho  un Sogno che esce  a Udine a cura dell’Associazione Proiezione Peters  Odv,  e  si propone come Strumento di informazione sulle risorse umane e sulle attività presenti in Friuli nel campo della pace e della cooperazione internazionale .  E’ arrivato al n. 268, n. 2 dell’anno XXXI.
Può essere richiesto a
asspp@iol.it e si trova in forma cartacea alla libreria Cluf in via Gemona 22 (Udine)

Oggi l’Alta Amministrazione dello  Stato è coinvolta in attività di accoglienza di minori non accompagnati  a partire dalla nomina della  Prefetto  Francesca Ferrandino a “Commissario delegato per il coordinamento delle misure e delle procedure finalizzate alle attività di assistenza nei confronti dei minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina a seguito del conflitto in atto”.
Tale nomina non  si riferisce solo ai minori non accompagnati ucraini, ma fa capo al Piano ampio e articolato firmato dalla stessa Ferrandino, dove non  sono considerati segni distintivi tali da consentire una gerarchia che distingua, in una immaginaria lista d’attesa, i soggetti minori da accogliere.

Infatti il Piano muove dalla definizione di minore straniero non  accompagnato (come da art. 2 legge n.47/2017) “il minorenne non avente cittadinanza italiana o della Unione Europea che si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato o che è altrimenti sottoposto alla giurisdizione italiana , privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alla leggi vigenti nell’ordinamento italiano”.

Non resta ora che ricordare l’indifferenza del parlamento che dal 2009 impone ai migranti non comunitari la presentazione del permesso di soggiorno anche quando richiedano la registrazione di un loro nato in Italia. Il rischio di manifestarsi irregolari di fronte a un ufficiale di stato civile può indurli a non registrarne la nascita,  sottraendo il loro nuovo nato  oltre che all’esistenza giuridica anche alla protezione genitoriale ed esponendolo quindi a tutti i rischi che si vogliono evitare si minori in arrivo. A questi piccoli manca la caratteristica dell’essere in fuga e ciò li rende invisibili nel quadro degli interventi di protezione che possono passare solo attraverso una proposta di legge la cui necessità sembra estranea, come si è detto, all’iniziativa parlamentare , pur nelle variegate maggioranze che si sono proposte dal 2009 ad oggi. Appare infatti molto grave che l’Italia non  abbia ancora raggiunto sul piano legislativo il target 16.9 dell’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo Sostenibile dell’ONU, ovvero “Entro il 2030, fornire l’identità giuridica per tutti, compresa la  registrazione delle nascite”.

Un ultimo tentativo, che vorremmo efficace, si deve alla proposta di legge regionale n.16 presentata in Regione che, se approvata, impegnerebbe il parlamento a una discussione. Da quanto abbiamo visto finora, seguendo il dibattito in commissione, alla già espressa negazione della giunta regionale sembra unirsi il silenzio dei partiti di opposizione: scarsa sensibilità o diffusa disattenzione? Speriamo di essere smentiti quando conosceremo l’esito finale della votazione.

26 Giugno 2022Permalink

30 dicembre 2020 – In Italia, carceri per piccoli fantasmi

Oggi  – per cominciare con l’espressione di dignità di cui sono stati capaci tre senatori – propongo  il testo  dell’interrogazione  c he la senatrice Segre ha presentato il 17 scorso insieme ai colleghi  De Petris (gruppo Misto  – LEU) e Marilotti (Gruppo per le autonomie).

Atto n. 3-02185 (con carattere d’urgenza)
Pubblicato il 17 dicembre 2020, nella seduta n. 284

SEGRE , DE PETRIS , MARILOTTI – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della giustizia. –

Premesso che:

a breve avrà inizio la campagna di vaccinazione di massa per arginare la drammatica pandemia in corso e tutelare il maggior numero possibile di cittadini e cittadine;

la campagna di somministrazione del vaccino è stata opportunamente organizzata secondo alcune riconosciute priorità: dal personale medico e infermieristico, alle persone di età superiore a sessant’anni, ai malati cronici e affetti da più patologie, ad insegnanti e forze di polizia e comunque a quanti vivano o lavorano in condizioni in cui è impossibile assicurare il distanziamento sociale;

appare, altresì, necessario comprendere anche le persone affette da fragilità o comunque in condizioni tali da comportare un’elevata complessità assistenziale, nonché beneficiarie dell’amministrazione di sostegno ai sensi della legge 9 gennaio 2004, n. 6;

considerato che:

nelle circa 200 carceri italiane vivono e lavorano oltre 100.000 persone, oltre a detenuti e detenute, anche operatori di Polizia penitenziaria, personale socio-sanitario, amministrativo e di direzione;

dai dati forniti dal Ministero della giustizia e ripresi dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà e dall’Osservatorio Carcere dell’Unione camere penali italiane, risultavano a metà dicembre 2020, 1.023 persone contagiate, per lo più asintomatiche, di cui solo 31 ospedalizzate. Mentre fra il personale amministrativo e gli agenti di Polizia penitenziaria risultano rispettivamente 810 e 72 contagiati;

appare drammaticamente evidente come il carcere, nonostante le misure predisposte per il contenimento, sia uno dei luoghi in cui sono più alte le possibilità di contagio e diffusione, anche all’esterno, del contagio stesso;

considerato infine che al momento, in ambito carcerario risulta prevista la prioritaria vaccinazione anti COVID soltanto del personale di Polizia penitenziaria, in quanto personale delle forze dell’ordine, previsione che per altro non tiene adeguato conto del fatto che lo Stato ha un preciso obbligo di garanzia nei confronti delle persone che sono affidate alla sua custodia durante tutto il periodo della detenzione negli istituti di pena,

si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro in indirizzo non ritengano urgente la predisposizione di un piano vaccinale per detenuti e personale che lavora nelle carceri;

se non si ritenga altresì che, proprio per i rischi congeniti, l’insieme delle persone che vivono e lavorano nelle carceri debba essere inserito sin dall’inizio fra le categorie sottoposte con priorità alla campagna di vaccinazione.

Dai ricordi della senatrice Segre  al carcere per piccoli fantasmi

Ho cercato e trovato il testo dell’interrogazione dopo che questa mattina ne ho letto notizia su La Repubblica (link 1 in calce) dove  si può leggere una considerazione della senatrice Segre  a proposito dell’unica espressione di solidarietà che conobbe , quando uscì dal carcere di san Vittore per essere deportata,   e che le fu offerta dai carcerati.

E a questo punto mi permetto di segnalare  la solidarietà che può esprimersi – e si esprime per alcuni anche in buone pratiche – nella cura, nell’attenzione, nel richiamo ai diritti violati sul corpo visibile di adulti – o dei loro figli – ma è negata ai diritti di chi nasce in Italia, figlio di migranti irregolari.
Lo scrivo da più di dieci anni  inutilmente ma ora lo segnalo rifacendomi alla fonte che chiunque può consultare : “Undicesimo rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia” (link 2 in calce – la nota che ricopio a pag. 50) dove nel cap. 3.1 si legge:
“sempre in riferimento alla Legge 94/2009, che ha introdotto il reato d’ingresso e soggiorno irregolare e successivo obbligo di denuncia per i pubblici ufficiali incaricati di pubblico servizio, è emerso il rischio di mancata registrazione alla nascita per i minorenni nati in Italia da genitori privi di permesso di soggiorno. Nonostante la Circolare esplicativa n. 19/2009 del Ministero dell’Interno […] amministrativa, la Legge 94/2009 continua a essere in vigore, rischiando di indurre in errore genitori in posizione irregolare, portandoli così a non provvedere alla registrazione alla nascita dei figli, per paura di essere identificati”.

Ho sempre ritenuto indegna questa norma  che nega  un diritto fondamentale (e perciò universale) di chi nasce (anche)  in Italia e riduce scientemente i loro genitori alla paura, replicando consapevolmente un atteggiamento di molti italiani quando  la tessera del fascio si chiamava – ed era –  la “tessera del pane”.
E’  il valore aggiunto  della paura di madri e padri impediti a dire che il loro nato è il loro figlio.
A tanto silenzio si è associata la Conferenza Episcopale Italiana, riconosciuta autorevole  credo anche per opportunismo, che nelle conclusioni del Sinodo sulla famiglia del 2015 elencò  tutte le criticità possibili da porre all’attenzione del papa, escludendo con cura il riferimento ai nati in Italia cui una norma scellerata nega la famiglia (Link 3 – si veda il paragrafo n.26).
I piccoli nascosti vivono certamente come in un carcere, troppo piccoli per esserne consapevoli.
Chi li  vuole confinati a non  esistere sa che oggi significa anche non rientrare  fra coloro che possono essere vaccinati: i fantasmi non hanno muscoli in cui sia possibile infilare un ago.

Link 1

https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/12/17/news/liliana_segre_vaccino_covid_carcerati_interrogazione_milano-278793721/

Link 2

XIrapportoCRC2020_compressed.pdf

Link 3

Synod15 – Relazione Finale del Sinodo dei Vescovi al Santo Padre Francesco (24 ottobre 2015) (vatican.va)

 

30 Dicembre 2020Permalink

2 marzo 2020 – A proposito di covid 19 (alias corona virus)

Cerco informazioni su ciò che si può fare e non fare in Friuli Venezia Giulia e mi imbatto nel sito della protezione civile che propone un interessante commento all’ordinanza del 24 febbraio, firmata dal ministro della salute e dal governatore della regione.        [link in calce]
Il commento, evidentemente per dare più incisività alla lettura, è strutturato in forma di intervista e contiene una domanda e risposta interessanti, capaci di offrire chiarezza all’uso del linguaggio anche se quel linguaggio appartiene al ‘governatore’ della regione, assicurato nei media nell’esprimere la sua opinione per il ruolo che è suo anche ordinanza a prescindere.

Il passaggio dell’intervista che ho richiamato sopra non fa rifermento al governatore ma pone un problema per me di grande interesse.

«Domanda: Le attività economiche, agricole, produttive commerciali e di servizio rientrano nell’ordinanza per il contenimento e prevenzione di COVID-19?
Risposta: Le attività economiche, agricole, produttive commerciali e di servizio non rientrano nell’ordinanza per il contenimento e prevenzione di COVID-19, ivi compresi i pubblici esercizi e le mense. »

Le parole chiave per proseguire «non rientrano nell’ordinanza».

Quindi ciò che non rientra nell’ordinanza non ha significato né persuasivo né, tantomeno, prescrittivo.

Invece.
Il 29 febbraio ho ricordato nel mio blog alcune parole del presidente Fedriga, come diffuse dai sistemi di informazione.  Trascrivo di nuovo:                                                                  [collegamento in calce]

Udine, 24 feb. -«I migranti irregolari che venissero rintracciati sul territorio del Friuli Venezia Giulia verranno messi in quarantena in via precauzionale come richiesto dalla Regione Friuli Venezia Giulia».
Lo ha dichiarato il governatore Massimiliano Fedriga a margine di un incontro con i sindaci della Regione a Udine. Questa richiesta « ha ricevuto l’ok dal Governo» ha aggiunto il presidente del FVG.
Ho cercato l’evocato ok del governo e non l’ho trovato.

Mi sono chiesta allora la congruità nell’uso della parola ‘irregolari’ che non sono solidi geometrici mal costruiti ma esseri umani.
La parola ‘irregolari’ nell’ordinanza non c’è .
Indica una definizione burocratica appiccicata a categoria che quella definizione crea e che si annida in un modulo.
Non è nemmeno il timbro di un codice sul corpo, già noto nell’Europa del secolo breve, un riferimento visibile che i migranti irregolari si portino addosso come la campanella che nel Medio Evo suonava dal collo dei lebbrosi che, cacciati dalla città perché portatori di contagio, non dovevano essere avvicinati.
E’ una parola che il mio blog ha tante volte citato a proposito dei genitori dissuasi dalla paura indotta da quella parola a registrare la dichiarazione di nascita in Italia di un loro figlio, immeritevole del certificato di nascita, per essere appunto figlio di una persona ‘irregolare’.

Il governatore del FVG ha una visione olistica del problema

E in nome di questa visione il Presidente Fedriga si è impegnato, con l’appoggio di tutta la maggioranza che lo sostiene, a chiudere alla diffusione di un testo che, se noto, avrebbe potuto richiamare concetti precisi, il loro uso, il rischio della contrapposizione che si faccia ‘parola d’odio’, veicolata dal lessico più consueto e non per questo meno efficace.
In quadro culturalmente devastato dalla forza ammorbante del pregiudizio l’odio trova il terreno per diffondersi – e diventare se possibile operativo – anche nella banalità della vita di tutti i giorni.

Chi ha paura di una signora quasi novantenne, pur se senatrice a vita?
Ecco il documento che aveva impaurito il Presidente governatore e la sua maggioranza.
Il documento, sotto forma di mozione, era stato presentato dal consigliere regionale Furio Honsell il 19 febbraio dello scorso anno per essere respinto nella seduta N° 83 del 26 giugno scorso.

Mozione 55 Sulla necessità di completare l’iter e approvare al più presto il Ddl nazionale S. 362

VISTO il Disegno di legge nazionale S. 362 “Istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”, presentato in data 14 maggio 2018;
APPURATO che il suddetto disegno di legge non ha ancora iniziato l’esame presso la prima Commissione permanente a cui è stato assegnato in data 26 giugno 2018;
RAVVISATO che recentemente l’ODIHR (Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo), istituito dall’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), ente che si occupa di censire gli hate crimes in diversi Paesi del mondo, ha aggiornato i dati relativi al censimento dei crimini d’odio, intolleranza o razzismo, perpetrati in Italia nel 2017, rilevando che i crimini sono aumentati di circa il 30% rispetto al 2016 e quasi del 60% rispetto al 2013;
CONSIDERATO che i suddetti dati, su stessa specificazione dell’ODIHR, potrebbero rappresentare una stima a ribasso in quanto basata su crimini riconosciuti come tali dallo Stato italiano, il quale riconosce quali crimini d’odio i reati previsti dalla legge Mancino del 1993, che però si limita a punire l’odio razziale;
RILEVATO che il Codice Penale italiano non prevede una definizione di “crimine d’odio” e di conseguenza una legislazione specifica dedicata ai crimini d’odio verso altre categorie a rischio come ad esempio persone con disabilità, LGBTQ o appartenenti a minoranze, quale che sia la connotazione;
ATTESO che numerosi sono i casi di cronaca che testimoniano crimini d’odio perpetrati anche nel territorio regionale;
Tutto ciò premesso
impegna la Giunta regionale
1. ad attivarsi con le Presidenze di Camera e Senato e con la Presidenza del Consiglio affinché si inizi al più presto l’esame del Disegno di Legge citato al fine di velocizzare e rendere il più possibile condiviso il testo della legge e l’iter di approvazione;
2. ad attivare politiche di sensibilizzazione e promozione sul territorio regionale anticipando in tal modo i contenuti e il senso della proposta legislativa della senatrice Segre, con la finalità di ribadire e rafforzare la tradizione di civiltà e apertura della nostra comunità regionale

Link:
https://www.protezionecivile.fvg.it/it/la-protezione-civile/eventi/ordinanza-coronavirus-e-criteri-interpretativi

Collegamento a diariealtro del 29 febbraio:
https://diariealtro.it/?p=7138

 

2 Marzo 2020Permalink

20 settembre 2019 – Una conclusione per me inevitabile a partire dalla spiaggia di Milano Marittima

Pubblicato il: 19/09/2019 18:48
«I tre poliziotti della scorta dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini sono stati interrogati da indagati in procura a Ravenna ieri con i loro avvocati in relazione alla vicenda del giro sulla moto d’acqua della polizia di cui fu protagonista il figlio dell’ex vicepremier.
Il fatto avvenne il 30 luglio scorso a Milano Marittima, quando il figlio 16enne di Salvini venne ripreso dal videomaker Valerio Lo Muzio mentre faceva un giro a bordo di una moto d’acqua della Polizia di Stato.
“Se c’è stato un errore, prendetevela con me. Indagate me, interrogate me, processate me”. Così Matteo Salvini, in diretta Facebook»          [fonte 1]
Pubblicato il: 19/09/2019
«Sono indagati e sono stati interrogati ieri in Procura a Ravenna, alla presenza dei loro avvocati, i tre poliziotti della scorta dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che il 30 luglio si trovava a Milano Marittima: quel giorno il figlio del leader del Carroccio fece un giro in mare su una moto d’acqua della Polizia pilotata da un agente. I tre, formalmente identificati dopo richiesta al Viminale, rispondono per quanto avvenne dopo l’episodio, ovvero quando un giornalista di Repubblica Valerio Lo Muzio, cercò di riprendere la scena».      [fonte 2]

Mi chiedo. Il senatore si offre come agnello al sacrificio anche per rispondere degli gli ostacoli frapposti a un giornalista per registrare la scena?

Ieri avevo scritto nel mio blog e ricopio
Un tale che poteva legittimamente collocarsi sul palco di Pontida, affacciandosi a una massa evidentemente ignorante dei diritti dei minori e del rispetto loro dovuto (fermo il principio del loro superiore interesse), ha solleticato emozioni primitive e rozze di persone che se sono rimaste lì quando MS ha sventolato una bambina in una situazione difficile e dolorosa.
La strumentalità confusa della situazione ha lasciato intendere che l’abitazione della piccola fosse da riferirsi al comune di Bibbiano con le conseguenti considerazioni su quel luogo (elemento importante da usare nella propaganda spregiudicata del sullodato) .
Mi vergogno a scrivere queste note ma non posso farne a meno anche se questa è una situazione che sporca anche chi, impotente, ne riferisce, ma vado avanti per un’altra considerazione.
Molti giornalisti si sono affannati a dire che l’indicazione del luogo originario di abusi era sbagliata e per rendere nota la fonte originaria si sono affannati a descrivere quella autentica.
Mancava l’indirizzo e il numero di telefono della povera piccola abusata e ancora abusata.

La Carta di Treviso
A questo punto interviene la conoscenza (almeno mia) della Carta di Treviso (ne indico in calce il link che consente di raggiungere il testo aggiornato al 2006).
La Carta di Treviso costituisce norma vincolante di autoregolamentazione per i giornalisti italiani, nonché guida ideale e pratica per tutta la categoria dei comunicatori
Alla base c’è il principio di difendere l’identità, la personalità e i diritti dei minorenni vittime o colpevoli di reati, o comunque coinvolti in situazioni che potrebbero comprometterne l’armonioso sviluppo psichico. Stesse garanzie sono assicurate anche ai soggetti marginali nella società.
Il minore non va intervistato o impegnato in trasmissioni televisive o radiofoniche che possano lederne la dignità o turbare il suo equilibrio psicologico, e ciò a prescindere dall’eventuale consenso dei genitori.
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA), istituita nel 2011 per diffondere la conoscenza e promuovere l’attuazione dei diritti dei minorenni ha qualche cosa da dire dopo Pontida?

Cercando di documentarmi ascolto la rassegna stampa di radio3 e devo constatare che l’abuso delle informazioni per alcuni è finalizzato a penalizzare la scelta del sen. Salvini, per altri a segnalare quella che ritengono la cattiva conduzione del caso. Non trovo alcuna attenzione al riserbo dovuto ai minori.
Faccio riferimento a quello che ho scritto sopra a proposito della negletta Carta di Treviso                                                                                          [fonte 3]
e aggiungo l’autopresentazione del sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza di cui rilevo il silenzio per me insostenibile sulla vicenda Pontida e sulla sua conduzione

«Nel 1991 l’Italia ha assunto un impegno fondamentale nella storia dei diritti di bambini e adolescenti ratificando la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Primo testo internazionale vincolante in materia, la Convenzione costituisce un grande traguardo per la tutela e la promozione dei diritti delle persone di minore età che, fino ad un secolo prima, non trovavano alcuna protezione giuridica. Strumento entrato in vigore in tempi record e ratificato dal maggior numero di Stati al mondo (attualmente 196 Stati), rappresenta il primo testo che proclama insieme i diritti civili e politici con quelli economici, sociali e culturali e che riconosce esplicitamente i bambini e gli adolescenti come titolari attivi dei propri diritti. I suoi principi-guida sono l’interesse superiore e la non discriminazione di bambini e adolescenti, che pongono le basi e la non discriminazione di bambini e adolescenti, che pongono le basi per poter garantire tutti gli altri diritti di cui sono titolari le persone di minore età.
Per assicurare a livello nazionale la piena attuazione e la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti secondo le disposizioni della Convenzione, la legge n. 112 del 12 luglio 2011 ha istituito l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza».

La conclusione per me inevitabile
Anni fa ho cominciato ad occuparmi della norma contenuta nella legge 94/2009 che impone la presentazione del permesso di soggiorno alle persone non comunitarie che si presentino allo sportello del comune di competenza per registrare la nascita di un figlio (insisto: nato in Italia, non portato da un qualsiasi ‘altrove’).
Tale misura così è commentata dal Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1):
«Rispetto … al diritto di registrazione alla nascita, si fa presente che l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato, avvenuta con la legge 15 luglio 2009 n.94 in combinato disposto con gli artt. 316-362 c.p., obbliga alla denuncia i pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengano a conoscenza delle irregolarità di un migrante. Tale prescrizione condiziona i genitori stranieri che, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per timore di essere eventualmente espulsi».
E il rapporto ancora raccomanda «di intraprendere una campagna di sensibilizzazione sul diritto di tutti i bambini ad essere registrati alla nascita, indipendentemente dall’estrazione sociale ed etnica e dallo status soggiornante dei genitori ».                                                                                    [fonte 4]

La misura atta a sopprimere l’esistenza legale dei nati in Italia se figli di sans papier fu fortemente voluta (la legge 94 venne approvata con voto di fiducia) nel contesto del quarto governo Berlusconi e mantenuta intatta e intangibile nel tempo dei governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1 e Conte 2.
Penso che chi vuole usare i nati in Italia come spie dei loro genitori (gli 007 costano: queste creature fanno tutto il danni di cui sono stati caricati senza oneri per lo stato) possa stare tranquillo (anche ‘sereno’): nell’aprirsi del nuovo governo il sui bambini fantasma per legge è assoluto e totale. Si parla e si sparla d’altro.                                                                              [fonte 5]

[fonte 1]
https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2019/09/19/figlio-salvini-moto-acqua-indagati-poliziotti_aYpfX8QY72VUWOadOLcmsL.html

[fonte 2]
https://www.ilmessaggero.it/italia/salvini_figlio_moto_acqua_indagati_poliziotti_oggi_ultime_notizie-4744985.html

[fonte 3] https://www.privacy.it/archivio/cartaTV2006.html

[fonte 4]  https://www.asgi.it/famiglia-minori/convenzione-onu-infanzia-italia/

[fonte 5]
https://www.simmweb.it/8-consensus-e-congressi-simm/444-xiii-congresso-simm

20 Settembre 2019Permalink

18 agosto 2019 – Ministri e medici: fra la Procura di Agrigento e l’Ordine dei Medici

«Io, poliziotto, dico: coi migranti Salvini si comporta da criminale»

Intervista esclusiva a Orlando Amodeo, primo dirigente medico della Ps appena andato in pensione: «Il ministro specula sulle tragedie e costruisce la sua fortuna sulla morte. Impedire di attraccare nei porti o ostacolare il lavoro delle Ong significa fare vittime che nessuno conosce»   di Susanna Turco
[link in calce _ fonte 1]

«Da pazzi pensare che io faccia una marchetta a Salvini»

Ho copiato il titolo di una intervista importante che è possibile leggere integralmente dal link in calce. L’intervistato è l’attuale medico in servizio a Lampedusa le cui affermazioni si possono leggere integralmente, come proposte dalla agenzia Adnkronos .
Secondo me il termine ‘marchette’ non fa parte di una terminologia professionale o forse a tanto è stato elevato e io non ne sono informata.
Comunque io esprimo la speranza, marchette o non marchette, in un intervento dell’Ordine Professionale cui un medico del servizio pubblico è necessariamente iscritto             [fonte 2 ]

Anche diariealtro ha qualche cosa da dire.
Spero di contribuire ad offrire elementi di riflessione alle tante persone che condividono, ovunque e continuamente, le affermazioni urlate da MS (Ministro dell’Interno).
Ho ricopiato quindi il testo pubblicato da Espresso Repubblica.it che ritengo aiuti a comprendere la rinnovata attualità del genere letterario proprio della cultura che dal 1938 al 1945 sostenne le leggi razziali e voglio soprattutto sottolineare il significato di ciò che era accaduto negli anni precedenti il 1938 in cui, violenze e pregiudizi millantati per verità, furono sostenuti a conforto dell’opinione pubblica che si preparava ad essere, come fu, colonna portante dell’orrore.
Il mio ‘non dimenticare’ vuole essere anche strumento per sollecitare attenzione a una mostruosità legale che dieci anni fa ha opposto ostacoli gravi alla registrazione delle dichiarazioni di nascita dei nati in Italia, figli di migranti non comunitari privi di permesso di soggiorno, condannandoli a non avere certificato di nascita.
Nessuno – che conti e pesi politicamente e culturalmente – ha voluto e vuole impegnarsi alla necessaria modifica di una legge feroce che umilia un nato ad essere spia della irregolarità dei genitori. Se realizzata sarebbe una modifica semplice e possibile della lettera g del comma 22 dell’articolo 1 della legge 94/2009, una modifica che non ha costi: richiede solo la trasparenza della dignità di chi voglia autorevolmente sostenerla.
[un po’ di documentazione nei link di due pagine del mio blog – fonte 3]

NOTE

[fonte 1]

http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/08/16/news/io-poliziotto-dico-coi-migranti-salvini-si-comporta-da-criminale-1.325980?fbclid=IwAR3qQNzW-Yhcu0Y_qBgHjfs6OjihwLQwfwCjnq_c1RFSuLOizmh-4IxtsKE

[fonte 2]

17 agosto: Medico Lampedusa: Da pazzi pensare che io faccia una marchetta a Salvini.

https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2019/08/17/medico-lampedusa-pazzi-pensare-che-faccia-una-marchetta-salvini_kutgzDSNeqtCLr8UO0KhQJ.html

[fonte 3]
dal blog diariealtro.it
14 agosto: Qualche ostacolo per le scimmie sagge  https://diariealtro.it/?p=6820
14 agosto: Il coraggio della responsabilità                 https://diariealtro.it/?p=6812

 

18 Agosto 2019Permalink

14 luglio 2019 – Una mozione da difendere in Consiglio Regionale

Mozione n. 92 <<Sull’ottenimento del certificato di nascita per figli nati in Italia da persone non comunitarie irregolari>>
presentata dal consigliere Furio Honsell l’11 giugno 2019

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,

VISTA la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convention on the Right of the Child – CRC), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989;

PREMESSO che nella Costituzione all’art. 10 si specifica che “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali” e all’art. 22 si afferma che “Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome”;

PREMESSO che nella Costituzione della Repubblica all’art. 3, primo comma, si riconosce che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche di condizioni personali e sociali” e al secondo comma si specifica che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”;

PREMESSO che, sempre nella Costituzione, all’art. 31, secondo comma, si stabilisce che la Repubblica “Protegge la maternità e l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”;

PREMESSO infine che il Codice Civile, all’art. 1, chiarisce che “la capacità giuridica si acquista dal momento della nascita”;

SEGNALATO che:
– la legge 27 maggio 1991, n. 176, ratifica la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e nello specifico all’art. 7, comma 1, si stabilisce che “Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto ad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori ed a essere allevato da essi” e al comma 2 che “Gli Stati parti vigilano affinché questi diritti siano attuati in conformità con la loro legislazione nazionale e con gli obblighi che sono imposti loro dagli strumenti internazionali applicabili in materia, in particolare nei casi in cui se ciò non fosse fatto, il fanciullo verrebbe a trovarsi apolide”;

– la legge 15 luglio 2009, n. 94 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” all’art. 1, comma 22, lettera g), modifica l’art. 6, comma 2, del Testo Unico sull’immigrazione del d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286, cancellando il riferimento all’eccezione che escludeva dalla presentazione del permesso di soggiorno la richiesta di atti di stato civile, ivi compresa evidentemente la domanda di registrazione di nascita;

RILEVATO che ottemperando al diritto del bambino ad avere il certificato di nascita gli sarà assicurata la cittadinanza dei genitori in conformità alla norma in vigore, Legge 5 febbraio 1992 n. 91;

RICORDATO che già nel 2009 fu emanata la circolare interpretativa n. 19 del Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali che ha la funzione di tutelare il diritto del neonato in Italia ad avere un’esistenza legalmente riconosciuta;

RILEVATO che dall’interrogazione 4-08314 presentata da Leoluca Orlando a cui è stata data risposta dall’allora Sottosegretario di Stato per l’interno Michelino Davico (risposta scritta pubblicata lunedì 31 gennaio 2011 nell’allegato B della seduta n. 426) si sottolinea che proprio attraverso la suddetta circolare sono state fornite indicazioni mirate a tutti gli operatori dello stato civile e di anagrafe che quotidianamente si trovano a dover intervenite riguardo a casi concreti e che “È stato chiarito che l’eventuale situazione di irregolarità riguarda il genitore e non può andare ad incidere sul minore, il quale ha diritto al riconoscimento del suo status di figlio, legittimo o naturale, indipendentemente dalla situazione di irregolarità di uno o di entrambi i genitori stessi. La mancata iscrizione nei registri dello stato civile, pertanto, andrebbe a ledere un diritto assoluto del figlio, che nulla ha a che fare con la situazione di irregolarità di colui che lo ha generato. Se dovesse mancare l’atto di nascita, infatti, il bambino non risulterebbe esistere quale persona destinataria delle regole dell’ordinamento giuridico”;

VERIFICATA la permanenza di alcune situazioni di criticità anche in Regione FVG;

Tutto ciò premesso
impegna la Giunta regionale

1) ad attivarsi nelle apposite sedi, affinché si proceda ad opportune modifiche alla legge che nel 2009 introdusse, per una definita categoria, il principio della possibile violazione del diritto assoluto di ogni nato in Italia ad essere riconosciuto quale persona destinataria delle regole dell’ordinamento giuridico, come raccomanda anche il Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1);

2) ad attivare azioni per una più ampia promozione della circolare interpretativa 19/2009 del Ministero dell’Interno al fine di assicurare un’integrale esistenza giuridica di ogni soggetto nato nel territorio.

Presentata alla Presidenza il giorno 11/06/2019

14 Luglio 2019Permalink