2 novembre 2020 E’ morto Gigi Proietti

Ieri mi aveva scritto l’amico Ugo Basso.

E’ per me impressionante guardare alle mie spalle il corteo sempre più
lungo delle persone morte, datori di vita o compagni di cammino, o anche
attori che al cinema e a teatro mi hanno emozionato, divertito e fatto
pensare, o narratori e poeti, anche mai incontrati, ma che con le loro
opere mi hanno insegnato a conoscermi e a decodificare questo tempo che
ci è dato da vivere.

La mia riconoscenza perché senza di loro non sarei quello che sono e mi
piacerebbe sentire, magari da lontano, la voce del Signore: “Spirito,
vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano…”
(Ezechiele 37, 9).


Oggi mi  sveglio con il mio solito orologio interno che non mi permette di risparmiarmi le prime notizie che girano in rete e leggo: “E’ morto Gigi Proietti” . Era il suo compleanno. Aveva 80 anni. Ricorro subito al mio blog: la mia memoria personale anche se ho scelto una forma pubblica e trovo subito il testo di una poesia di Trilussa che avevo trascritto il 18 ottobre 2015,  dopo averla ascoltata recitata  proprio Gigi Proietti.
Avevo intitolato il mio post  “
La saggezza dello sberleffo”.
Chissà che effetto farebbe a coloro che sostengono la legge che nega anche il nome ai nati in Italia, figli di sans papier. Probabilmente nessuno.

Allora non mi era riuscito di copiare il link per vedere e ascoltare l’attore.
Oggi ci riesco e sono ancora una volta affascinata da quella recitazione che ci fa complici attraverso lo  sguardo di un uomo che aveva capito ciò che diceva e in qualche modo ci affidava
Il link è in fondo.

Trilussa  LA NINNA NANNA DE LA GUERRA  (1914)

Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone

https://diariealtro.it/?p=4094

https://www.youtube.com/watch?v=-usIRfO79CA

2 Novembre 2020Permalink