Quando scrivo di Grillo preferisco assicurarmi le opportune citazioni che, in questo caso, potete verificare integralmente da qui. La fonte è Il sole 24 ore:.
“ROMA …. Beppe Grillo usa twitter e Skype per far sapere ai suoi sostenitori e agli italiani che dopo la conquista di «Stalingrado», ovvero di Parma, «siamo sulla strada di Berlino», di Roma, l’ingresso in Parlamento alle prossime politiche. È quello l’obiettivo e non lo nasconde”.
Da Stalingrado a Berlino, il percorso di Grillo si snoda lungo una strada molto trafficata e praticata che, purtroppo, è impossibile evitare. Infatti a me riesce difficile capire come un essere umano che non può ignorare la storia europea essendo sufficientemente alfabetizzato, possa riconoscersi prima nei miasmi di un luogo vittima di un assedio (morti insepolti, feriti terribilmente sofferenti per cui mancava tutto a partire da ogni anestetico, fame … tutti gli elementi di una disperazione uguale per assediati e assedianti) per trasferirsi nel bunker delle orge e dei riti di morte che caratterizzarono le ultime ore di Hitler e seguaci.
E a Berlino con chi si identifica? Con i reclusi o con l’armata rossa liberatrice?
Ieri sera ho visto la faccia pulita del nuovo sindaco di Parma a 5 stelle. Forse per ingenuità, forse per ignoranza, ha detto una cosa terribile, pur distinguendosi dal capo. Grillo sarebbe colui che ara e i suoi seguaci quelli che seminano: ma è possibile seminare in un terreno più avvelenato che inquinato?
Barchette di carta
Mentre guardavo la trasmissione condotta da Lilli Gruber, dove appunto ho ascoltato il neosindaco Pizzarotti che poi ho rivisto e risentito a L’infedele, prendevo nota della inopportuna gestualità della Bindi. Gentile onorevole a me non importa nulla dei sui irritati sentimenti di fronte alla vittoria 5 stelle a Parma, di cui non gioisco, tutt’altro. Mi irrita l’ostentazione della sua irritazione e mi irrita ancor più il cantar vittoria del segretario del Pd, Bersani.
I vincenti Pd (non per proprio merito ma perché sopravvissuti al crollo altrui) mi sembrano barchette di carta robusta, ma pur sempre carta, che un gruppo di bambini abbia costruito per giocare e poi sia passato, annoiato, a nuovo gioco più attraente. Erano barchette di carta robusta che ancora per un po’ resiste, ma poi inevitabilmente si scioglierà.
Robusta però non era la carta della barchetta Gorizia, un significativo capoluogo di provincia del Friuli Venezia Giulia, dove il già sindaco Pdl, appoggiato da tutto il centro destra, ha vinto al primo turno.
In realtà non poteva essere che così in una regione in cui il Pd è impegnato in giochi esclusivi al proprio interno per stabilire quale debba essere il candidato per le regionali del 2013. A me la situazione sembra molto buffa: questi signori si comportano come se votassero solo loro e non avessero anche bisogno dei voti se non di estimatori (mi guardo in giro e trovo la parola un po’ forte) almeno di persone rassegnate a quello che ancora ritiene il meno peggio.
Anche la sinistra che non è Pd non ha tempo di collegarsi a un elettorato potenziale (o almeno a chi vorrebbe capire se costoro hanno progetti, proposte .. se sono in grado di pronunciare una parola che richiami un pur minimale linguaggio politico) perché sembra occupata esclusivamente a urlare quanto sono inetti, incapaci, cattivi sia il governo regionale (operazione di una assoluta ovvietà sia per la maggioranza che, ecumenicamente, per l’opposizione) che quello nazionale (che forse richiederebbe un minimo di maggior articolata attenzione).
Purtroppo i loro incontri si svolgono anche in luoghi nati come riferimento della società civile che ormai si mettono a disposizione di costoro in forma un po’ impudica tanto assomiglia a una scelta di campo.
Sarà un caso che mentre si maturavano le decisioni di voto degli elettori in parlamento si discuteva di cani, gatti e forse canarini? (si veda il mio scritto del 18 maggio, raggiungibile anche da qui).