26 giugno 2022_NON ESISTONO MINORI DI SERIE B

Come faccio regolarmente riporto un mio scritto,  regolarmente firmato e pubblicato sul periodico Ho  un Sogno che esce  a Udine a cura dell’Associazione Proiezione Peters  Odv,  e  si propone come Strumento di informazione sulle risorse umane e sulle attività presenti in Friuli nel campo della pace e della cooperazione internazionale .  E’ arrivato al n. 268, n. 2 dell’anno XXXI.
Può essere richiesto a
asspp@iol.it e si trova in forma cartacea alla libreria Cluf in via Gemona 22 (Udine)

Oggi l’Alta Amministrazione dello  Stato è coinvolta in attività di accoglienza di minori non accompagnati  a partire dalla nomina della  Prefetto  Francesca Ferrandino a “Commissario delegato per il coordinamento delle misure e delle procedure finalizzate alle attività di assistenza nei confronti dei minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina a seguito del conflitto in atto”.
Tale nomina non  si riferisce solo ai minori non accompagnati ucraini, ma fa capo al Piano ampio e articolato firmato dalla stessa Ferrandino, dove non  sono considerati segni distintivi tali da consentire una gerarchia che distingua, in una immaginaria lista d’attesa, i soggetti minori da accogliere.

Infatti il Piano muove dalla definizione di minore straniero non  accompagnato (come da art. 2 legge n.47/2017) “il minorenne non avente cittadinanza italiana o della Unione Europea che si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato o che è altrimenti sottoposto alla giurisdizione italiana , privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alla leggi vigenti nell’ordinamento italiano”.

Non resta ora che ricordare l’indifferenza del parlamento che dal 2009 impone ai migranti non comunitari la presentazione del permesso di soggiorno anche quando richiedano la registrazione di un loro nato in Italia. Il rischio di manifestarsi irregolari di fronte a un ufficiale di stato civile può indurli a non registrarne la nascita,  sottraendo il loro nuovo nato  oltre che all’esistenza giuridica anche alla protezione genitoriale ed esponendolo quindi a tutti i rischi che si vogliono evitare si minori in arrivo. A questi piccoli manca la caratteristica dell’essere in fuga e ciò li rende invisibili nel quadro degli interventi di protezione che possono passare solo attraverso una proposta di legge la cui necessità sembra estranea, come si è detto, all’iniziativa parlamentare , pur nelle variegate maggioranze che si sono proposte dal 2009 ad oggi. Appare infatti molto grave che l’Italia non  abbia ancora raggiunto sul piano legislativo il target 16.9 dell’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo Sostenibile dell’ONU, ovvero “Entro il 2030, fornire l’identità giuridica per tutti, compresa la  registrazione delle nascite”.

Un ultimo tentativo, che vorremmo efficace, si deve alla proposta di legge regionale n.16 presentata in Regione che, se approvata, impegnerebbe il parlamento a una discussione. Da quanto abbiamo visto finora, seguendo il dibattito in commissione, alla già espressa negazione della giunta regionale sembra unirsi il silenzio dei partiti di opposizione: scarsa sensibilità o diffusa disattenzione? Speriamo di essere smentiti quando conosceremo l’esito finale della votazione.

26 Giugno 2022Permalink

1 giugno 2022 – Bambini invisibili per scelta differenziata

Scrivo sul mio diariealtro.it la lettera che invierò ad alcuni amici per farne e condividere memoria
Il mio povero blog è trascuratissimo perché l’affanno che mi prende a proposito della negazione della registrazione della nascita di chi nasce in Italia, figlio di migranti irregolari mi blocca anche nella attività di aggiornamento di questo povero blog
Far sintesi è difficile e non  parlo di quell’equivoco per cui si pretende che sintesi significhi esclusivamente  brevità, ma dell’esigenza di mettere insieme notizie, almeno quelle (e parlo per me) in cui nella congerie devastante per quantità disordinatamente ammucchiata  mi illudo di trovare un filo conduttore di collegamento.
A seguito della conclusione di un ciclo di audizioni in Commissione Giustizia al Senato, sui tanti disegni di legge sul doppio cognome presentati sin dall’inizio della legislatura da quasi tutti i partiti, ieri sono comparse notizie di rilevante significato per cui metterò quattro  files in calce riservando il seguito ad alcune indicazioni che mi interessano

ANSA) – ROMA, 31 MAG – Tutti i nuovi nati avranno il cognome di entrambi i genitori o, nel caso di accordo, solo quello di uno di loro.

Lo spiega la stessa Consulta nelle motivazioni della sentenza depositate  .
I giudici sottolineano che « l’automatica attribuzione del solo cognome paterno “si traduce nell’invisibilità della madre” ed è il segno di una diseguaglianza fra i genitori, che “si riverbera e si imprime sull’identità del figlio”».
Il cognome «collega l’individuo alla formazione sociale che lo accoglie » .
E ancora segnala nell’imposizione del cognome unico che:  «comporta la contestuale violazione degli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo».

Non so quante volte abbiamo parlato dal 2009 ad oggi di bambini invisibili.
Se fosse possibile parlare di analogie  (so che non è una modalità attendibile) rileggerei la citazione e così:  « l’ostacolo che dal 2009 la legge oppone alla regolarità della registrazione dell’atto di nascita rende incerto (e legato a condizioni soggettive indotte: la paura dei genitori irregolari) il godimento di un diritto assoluto di ogni nuovo nato /a e determina l’invisibilità di chi è venuto  al mondo in queste condizioni».

E’ chiaro, mi sembra, che non  si può attribuire a migranti regolari o irregolari che siano la conoscenza di norme criptiche, costruite su citazioni, e del loro intreccio con circolari  (tutte conoscenze invece alla portata di chi si è battuto per il doppio cognome) .
Nel caso della nascita entrano in gioco diritti umani imprescindibili e ciononostante negati  a fronte dei quali l’inerzia del parlamento e l’indifferenza della società civile lasciano sgomenti.

Nel vuoto che ho sperimentato per anni a livello locale voglio ricordare il bollettino Ho un Sogno che  ha mostrato la dignità della coerenza al suo ruolo di “Strumento di informazione sulle risorse e sulle attività presenti in Friuli nel campo della pace e della cooperazione internazionale” e non ha mai mancato di segnalare la norma approvata per creare  “bambini invisibili”.
C’è però qualcosa di più. Da qualche tempo Ho un Sogno ospita un piccolo glossario, curato da Francesco Bilotta, docente di diritto privato all’Università di Udine, che così ha scritto a proposito del termine Solidarietà:
«La parola solidarietà ci sollecita subito considerazioni   di carattere morale. Non è immediato quasi per nessuno  associarla al diritto. <…e > avendo in mente la sua accezione morale, è piuttosto difficile disgiungerla dalla libertà di scegliere se assumere o meno un  atteggiamento solidale nei rapporti con gli altri.
Eppure, la nostra Costituzione è chiara al riguardo, quando all’articolo 2 parla di “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Quindi non solo doveri, ma  addirittura inderogabili, cioè doveri che nessuno ha il potere di cancellare in alcun modo. Doveri che caratterizzano trasversalmente tutto il nostro vivere collettivo, come ci ricordano i tre aggettivi, “politica, economica e sociale”»

Mi sembrano indicazioni sufficienti per delineare – in chi ha parola –l’obiettivo di  un quadro di solidarietà che intenda rendere visibili in  bambini invisibili  (come si sta facendo per le mamme dal nome negato).  Ma tutto è inutile.

In Parlamento la proposta 3048 (che, con tutte le insufficienze del caso, se approvata renderebbe al nato  anonimo  almeno il diritto di un’esistenza riconosciuta) resta pressoché ignorata e prevale invece -con la visibilità propria di un’azione politica seriamente intrapresa  una precisa scelta del pd, espressa pubblicamente dal segretario – per il ddl  che modifica la legge sulla cittadinanza del 1992 introducendo lo jus scholae.
Giusto obiettivo, a fronte del quale  resta ben fermo, quasi una beffa,   il no al certificato di nascita ai nati in Italia figli di migranti irregolari.
Giustamente nel comunicato stampa che vi ho già inviato il consigliere reginale Honsell afferma:
«L’Italia di fatto non rientra ancora nel novero di quei paesi che hanno raggiunto il target 16.9 degli Obiettivi sostenibili 2030 dell’ONU:
“fornire identità giuridica per tutti, inclusa la registrazione delle nascite” »

Ho  citato il consigliere regionale Honsell che  è riuscito a porre la questione della registrazione dell’atto di nascita dei figli dei sans papier all’interno di un dibattito in sede istituzionale.
Sperare che vada in porto è un dovere che sembra un azzardo (certamente il rifiuto dell’associazionismo organizzato a farsi carico  del problema non aiuta un reale tentativo di risolverlo) ma io non posso che contare sul fatto che  – comunque sia – questo impegno assicuri visibilità a ciò che si vuole occultare con ampia determinazione.
Sarà già un passo avanti

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2022/05/31/il-doppio-cognome-o-di-un-solo-genitore-a-tutti-i-nuovi-nati_51df6d3c-3160-44ec-8633-9dcaa67c1bc7.html

https://www.rainews.it/articoli/2022/05/cognome-dei-2-genitori-al-figlio-consulta-una-legge-per-evitare-danni-alla-funzione-identitaria–fd5f1082-7348-4f7f-9be6-7c8f9cbe85b8.html

Doppio cognome ai figli, da oggi c’è anche quello della madre (avvenire.it)

https://www.fanpage.it/politica/doppio-cognome-ai-figli-le-motivazioni-dellla-consulta-ora-una-legge-per-evitare-moltiplicazione/

Aggiungo anche il comunicato di Honsell citato sopra:

“Oggi (martedì 24 maggio) in Commissione Immigrazione del Consiglio Regionale si sono svolte le audizioni della proposta di Legge Nazionale n. 16, presentata da #OpenSinistraFVG, volta a ristabilire il diritto assoluto di ogni nata/o in Italia alla registrazione del loro nome alla nascita anche se figli di immigrati irregolari. Attualmente vige ancora la normativa del 2009 che nega questo diritto fondamentale sancito dal recepimento della Convenzione ONU del 1991 da parte dell’Italia. Questo autentico vulnus normativo che nega i diritti dei più deboli, i bambini, è compensato da una circolare ministeriale ‘interpretativa’ il cui utilizzo è legato alla buona volontà degli uffici di stato civile dei Comuni. L’Italia quindi di fatto non rientra ancora nel novero di quei paesi che hanno raggiunto il target 16.9 degli Obiettivi Sostenibili 2030 dell’ONU.

Il dibattito in aula ha dimostrato scarsa consapevolezza della problematica da parte di alcuni sindaci che hanno voluto fraintendere la norma parlando di ricongiungimento familiare, come il Sindaco di Monfalcone. Il tema riguarda invece i diritti fondamentali dell’individuo come giustamente hanno sottolineato i rappresentanti dell’associazione di Medicina delle Migrazioni e dell’ANUSCA, l’Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d’Anagrafe. Ancora una volta la visione ideologica di alcuni esponenti non ha permesso di riconoscere il problema, che nulla a che fare con le norme sull’immigrazione, o sull’iscrizione all’anagrafe ma solo sul rispetto della Carta dei diritti del Fanciullo: il diritto ad avere un nome alla nascita, anche se i genitori sono irregolari.

Come Open Sinistra FVG proporremo degli emendamenti al nostro testo per scongiurare qualsiasi ulteriore fraintendimento su questa norma di civiltà, che è stata riconosciuta dallo stesso Ministero ancorché con una circolare”: così si è espresso il consigliere regionale #FurioHonsell.

1 Giugno 2022Permalink

 14 aprile 2006  –  Liliana Segre, una grande donna in Senato e uno studente dell’università di Bologna in carcere.

UNA GRANDE DONNA ENTRA IN SENATO PER PRENDERSI PERSONALMENTE CURA DEL DIRITTO UMANO DI UN GIOVANE STUDENTE EGIZIANO.

Voglio  iniziare la ripresa del mio blog (bloccato da un po’ per la mia insipienza digitale ma non solo) trascrivendo  le  dichiarazioni della grande senatrice Segre che andrà in Senato nonostante il Covid associato ai suoi 90 anni.

” Ho firmato con profonda convinzione la mozione che chiede al governo di concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, detenuto senza alcuna motivazione e senza processo sin dal 7 febbraio 2020 nelle carceri egiziane. Oggi sarò presente in aula per appoggiare la mozione e la liberazione di Zaki“.
Si schiera così con lo studente dell’Alma Mater anche la senatrice a vita Liliana Segre.
“La sua detenzione senza processo è una violazione clamorosa dei diritti umani e civili che lo Stato democratico italiano non può accettare senza fare il possibile per ottenerne la liberazione”.

Cittadinanza a Zaki: si schiera Liliana Segre – Cronaca – ilrestodelcarlino.it

Aggiungo (ma non mi fermerò qui) un mio piccolo articolo sul n.263 di Ho un Sogno, un periodico locale, in cui scrivo della senatrice Segre, quando ancora non sapevo del su ritorno in Senato .

“Tu voltati, voltati sempre a guardare l’altro”
La senatrice Segre è una portatrice di memoria  inquietante . Lo è stata da  quando  è entrata in Senato il 7 giugno 2018  ricordando che  «il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha deciso di ricordare l’ottantesimo anniversario dell’emanazione delle leggi razziali, razziste, del 1938 facendo una scelta sorprendente: nominando quale senatrice a vita una vecchia signora, una persona tra le pochissime ancora viventi in Italia che porta sul braccio il numero di Auschwitz».
I senatori si alzarono in piedi applaudendo, tutti.
La vecchia signora non costituiva una minaccia: simbolo di un ricordo  ingombrante  ma  niente di più.  Molti di loro non si rendevano conto che la senatrice Segre veniva da un’esperienza trentennale di rapporto instancabile con i giovani  cui aveva offerto la conoscenza  non solo di una memoria ferita ma di una  testimonianza incisa nella carne: «  dovevamo cominciare a dimenticare il proprio nome … . Mi venne tatuato un numero sul braccio e dopo tanti anni si legge ancora bene, 75190 ».
E il ricordo si fa presente perché declinato in  parole che evocano l’attualità:  «Sono stata anch’io richiedente asilo, clandestina, respinta . Vivevamo immersi nella zona grigia dell’indifferenza. L’ho sofferta, l’indifferenza. Li ho visti, quelli che voltavano la faccia dall’altra parte. E anche oggi ci sono persone che preferiscono non guardare».
Il crescendo di un discorso  la porta a ricordare « quei tanti che, a differenza di me, non sono tornati dai campi di sterminio, che sono stati uccisi per la sola colpa di essere nati, che non hanno tomba, che sono cenere nel vento.  Salvarli dall’oblio non significa soltanto onorare un debito storico verso quei nostri concittadini di allora, ma anche aiutare gli italiani di oggi a respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e le sofferenze che ci circondano».
Quando la ‘tentazione dell’indifferenza’  si fa riferimento esplicito è troppo. Ci sono parole che nemmeno  la senatrice  Segre può permettersi di rendere attuali: « Mi rifiuto di pensare che oggi la nostra civiltà democratica possa essere sporcata da progetti di leggi speciali contro i popoli nomadi». E gli applausi dei senatori si fanno selettivi.
E’ difficile chiamare con il suo nome ogni olocausto  e proprio per questo  i nomi vanno ricordati non possono essere affogati nel grigiore dell’indifferenza  “Aktion T4, Porrajmos e Omocausto”.
Per sé non scuotono la coscienza come dovrebbero fare: l’indifferenza li colloca nello spazio del grigiore che li allontana.
Ma ancora una volta è Liliana Segre che offre lo strumento necessario per non renderci ammorbati dall’indifferenza, la forma più comoda del negazionismo.
Ricorda che durante una selezione si rese conto che Janine, la piccola francese che lavorava con lei alla fabbrica di munizioni e la seguiva nella fila di scheletri nudi quali ormai quelle donne erano , si era ferita e sarebbe stata eliminata. Ormai sapeva leggere gli sguardi e i cenni degli aguzzini.
Capì ma non  osò voltarsi per salutarla e se lo rimprovera ancora.
Una scheggia di umanità nella disumanità diventa l’indicazione dell’unica strada possibile:
« Tu voltati, voltati sempre a guardare l’altro »  perché ciò di cui non si nega la vista, esiste e va affrontato con  la dignità  degli sguardi che si incontrano. Non sempre succede.

C’è una connessione fra le due notizie? Nel mio intento sì e ne scriverò presto.

14 Aprile 2021Permalink

9 ottobre 2020 _ Quando la letteratura guarda avanti, molto avanti

Quando la letteratura è testimonianza

BOCCACCIO DECAMERON Giornata sesta novella decima.
Frate Cipolla è un religioso dell’ordine di Sant’Antonio, congregazione nota al tempo del Boccaccio per i frequenti traffici di reliquie sacre e, più in generale, per un’avidità senza scrupoli.
Dioneo racconta che Frate Cipolla si reca a Certaldo, patria di Boccaccio tra l’altro, a riscuotere le offerte dei fedeli, truffandoli . Ha con sé “una delle penne dell’Agnol Gabriello” . [NOTA 1]

Ero rimasta al Medio Evo ma occorre andare aventi e registrare l’evoluzione della truffa dal denaro, al successo politico.
Con sollievo segnalo una importante, documentata riflessione del biblista Alberto Maggi.
Alberto Maggi “Santi e imbalsamati: la riflessione sulla fine della vita” [NOTA 2]

Le reliquie hanno voce, una voce che si ascolta.                                  [NOTA 3]
Convenienza invece vuole che i “senza voce” non trovino chi parla per loro , anzi la legge impedisce che qualcuno lo possa fare

“Dimmi un caso” – La truffa ingenua e la truffa oscena

Quando qualcuno segnala il rischio che un nato in Italia resti senza ogni riconoscimento giuridico (rischio fatto norma dalla legge 94 del 2009 – art. 1 comma 22 lettera g – che lo trasforma in possibilità) la risposta è “ma non è possibile! Ma sai di qualcuno cui è successo?” e fin qui siamo all’ingenuità .. . forse indifferenza indotta, forse ma possibile.
E’ certamente ben accolta dalla pigrizia dei mezzi di informazione che hanno scelto (tutti o giù di lì) di commentare comunicati e di no n affaticarsi nella ricerca e nell’inchiesta.
Lo fanno strizzando l’occhio a chi si trova eletto nelle istituzioni e dimentico del significato etico che può avere esservi “senza vincolo di mandato” .
Quando però la domanda è posta da chi dirige rispettabili e riconosciute organizzazioni intese al rispetto dei diritti dei migranti .. eh no, allora no.
La truffa esce da ogni ingenuità possibile e diventa oscena e per me (almeno per me) fonte di dubbi che solo aver pensato mi turba e mi preoccupa.
Lo ripeto da anni . Nel 2011 un periodico genovese ne pubblicò un articolo a mia firma.
Si trova nel mio blog diariealtro “15 marzo 2011 – quaderni de Il Gallo, periodico genovese”                                                                                                                               [NOTA 4]

Oggi ne parla un articolo del piccolo periodico Ho un sogno nel suo recentissimo numero 261 .
HUS ha seguito costantemente il problema e costantemente ne ha dato notizia   [NOTA 5]

Parecchi mesi fa un piccolo gruppo amante del teatro si è organizzato attorno al tema e ne ha fatto uno spettacolo che è stato il primo strumento di informazione diffusa sul problema negato finora dalle associazioni operanti in regione e riconosciute come importanti e rispettabili perché lo sono ma l’oscurità della lacuna resta.

Sono state utili coperture al silenzio della politica. Perché?

Un piccolo gruppo coraggioso ha dato aria a un ambiente che si voleva soffocante.
Lo spettacolo rappresentato il 3 e il 5 agosto (rispettivamente nella sala della comunità di San Domenico e al teatro San Giorgio, il 25 settembre è stato rappresentato nella sala Madrassi di via Gemona (sempre a Udine) .
L’ultima rappresentazione ha fatto parte degli eventi del Festival dello sviluppo sostenibile dell’università di Udine: Gli eventi di Uniud dal 25 settembre al 6 ottobre.
L’evento sarà registrato e successivamente reso disponibile sul canale YouTube “Play Uniud”
                                                                                                                               NOTA 6]

[NOTA 1]

https://linux.studenti.polito.it/static_resources/liberliber/biblioteca/b/boccaccio/decameron/html/06.htm#10

[NOTA 2]

https://alzogliocchiversoilcielo.blogspot.com/2020/10/alberto-maggi-santi-e-imbalsamati-la.html?m=1#more

[NOTA 3]

https://www.nextquotidiano.it/salvini-rosario-di-medjugorie-contro-il-coronavirus/

[NOTA 4]

https://diariealtro.it/?p=673

[NOTA  5]

HUS ottobre

[NOTA  6]

https://www.udine20.it/festival-dello-sviluppo-sostenibile-gli-eventi-di-uniud-dal-25-settembre-al-6-ottobre/

9 Ottobre 2020Permalink

20 settembre 2019 – Una conclusione per me inevitabile a partire dalla spiaggia di Milano Marittima

Pubblicato il: 19/09/2019 18:48
«I tre poliziotti della scorta dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini sono stati interrogati da indagati in procura a Ravenna ieri con i loro avvocati in relazione alla vicenda del giro sulla moto d’acqua della polizia di cui fu protagonista il figlio dell’ex vicepremier.
Il fatto avvenne il 30 luglio scorso a Milano Marittima, quando il figlio 16enne di Salvini venne ripreso dal videomaker Valerio Lo Muzio mentre faceva un giro a bordo di una moto d’acqua della Polizia di Stato.
“Se c’è stato un errore, prendetevela con me. Indagate me, interrogate me, processate me”. Così Matteo Salvini, in diretta Facebook»          [fonte 1]
Pubblicato il: 19/09/2019
«Sono indagati e sono stati interrogati ieri in Procura a Ravenna, alla presenza dei loro avvocati, i tre poliziotti della scorta dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che il 30 luglio si trovava a Milano Marittima: quel giorno il figlio del leader del Carroccio fece un giro in mare su una moto d’acqua della Polizia pilotata da un agente. I tre, formalmente identificati dopo richiesta al Viminale, rispondono per quanto avvenne dopo l’episodio, ovvero quando un giornalista di Repubblica Valerio Lo Muzio, cercò di riprendere la scena».      [fonte 2]

Mi chiedo. Il senatore si offre come agnello al sacrificio anche per rispondere degli gli ostacoli frapposti a un giornalista per registrare la scena?

Ieri avevo scritto nel mio blog e ricopio
Un tale che poteva legittimamente collocarsi sul palco di Pontida, affacciandosi a una massa evidentemente ignorante dei diritti dei minori e del rispetto loro dovuto (fermo il principio del loro superiore interesse), ha solleticato emozioni primitive e rozze di persone che se sono rimaste lì quando MS ha sventolato una bambina in una situazione difficile e dolorosa.
La strumentalità confusa della situazione ha lasciato intendere che l’abitazione della piccola fosse da riferirsi al comune di Bibbiano con le conseguenti considerazioni su quel luogo (elemento importante da usare nella propaganda spregiudicata del sullodato) .
Mi vergogno a scrivere queste note ma non posso farne a meno anche se questa è una situazione che sporca anche chi, impotente, ne riferisce, ma vado avanti per un’altra considerazione.
Molti giornalisti si sono affannati a dire che l’indicazione del luogo originario di abusi era sbagliata e per rendere nota la fonte originaria si sono affannati a descrivere quella autentica.
Mancava l’indirizzo e il numero di telefono della povera piccola abusata e ancora abusata.

La Carta di Treviso
A questo punto interviene la conoscenza (almeno mia) della Carta di Treviso (ne indico in calce il link che consente di raggiungere il testo aggiornato al 2006).
La Carta di Treviso costituisce norma vincolante di autoregolamentazione per i giornalisti italiani, nonché guida ideale e pratica per tutta la categoria dei comunicatori
Alla base c’è il principio di difendere l’identità, la personalità e i diritti dei minorenni vittime o colpevoli di reati, o comunque coinvolti in situazioni che potrebbero comprometterne l’armonioso sviluppo psichico. Stesse garanzie sono assicurate anche ai soggetti marginali nella società.
Il minore non va intervistato o impegnato in trasmissioni televisive o radiofoniche che possano lederne la dignità o turbare il suo equilibrio psicologico, e ciò a prescindere dall’eventuale consenso dei genitori.
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA), istituita nel 2011 per diffondere la conoscenza e promuovere l’attuazione dei diritti dei minorenni ha qualche cosa da dire dopo Pontida?

Cercando di documentarmi ascolto la rassegna stampa di radio3 e devo constatare che l’abuso delle informazioni per alcuni è finalizzato a penalizzare la scelta del sen. Salvini, per altri a segnalare quella che ritengono la cattiva conduzione del caso. Non trovo alcuna attenzione al riserbo dovuto ai minori.
Faccio riferimento a quello che ho scritto sopra a proposito della negletta Carta di Treviso                                                                                          [fonte 3]
e aggiungo l’autopresentazione del sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza di cui rilevo il silenzio per me insostenibile sulla vicenda Pontida e sulla sua conduzione

«Nel 1991 l’Italia ha assunto un impegno fondamentale nella storia dei diritti di bambini e adolescenti ratificando la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Primo testo internazionale vincolante in materia, la Convenzione costituisce un grande traguardo per la tutela e la promozione dei diritti delle persone di minore età che, fino ad un secolo prima, non trovavano alcuna protezione giuridica. Strumento entrato in vigore in tempi record e ratificato dal maggior numero di Stati al mondo (attualmente 196 Stati), rappresenta il primo testo che proclama insieme i diritti civili e politici con quelli economici, sociali e culturali e che riconosce esplicitamente i bambini e gli adolescenti come titolari attivi dei propri diritti. I suoi principi-guida sono l’interesse superiore e la non discriminazione di bambini e adolescenti, che pongono le basi e la non discriminazione di bambini e adolescenti, che pongono le basi per poter garantire tutti gli altri diritti di cui sono titolari le persone di minore età.
Per assicurare a livello nazionale la piena attuazione e la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti secondo le disposizioni della Convenzione, la legge n. 112 del 12 luglio 2011 ha istituito l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza».

La conclusione per me inevitabile
Anni fa ho cominciato ad occuparmi della norma contenuta nella legge 94/2009 che impone la presentazione del permesso di soggiorno alle persone non comunitarie che si presentino allo sportello del comune di competenza per registrare la nascita di un figlio (insisto: nato in Italia, non portato da un qualsiasi ‘altrove’).
Tale misura così è commentata dal Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1):
«Rispetto … al diritto di registrazione alla nascita, si fa presente che l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato, avvenuta con la legge 15 luglio 2009 n.94 in combinato disposto con gli artt. 316-362 c.p., obbliga alla denuncia i pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengano a conoscenza delle irregolarità di un migrante. Tale prescrizione condiziona i genitori stranieri che, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per timore di essere eventualmente espulsi».
E il rapporto ancora raccomanda «di intraprendere una campagna di sensibilizzazione sul diritto di tutti i bambini ad essere registrati alla nascita, indipendentemente dall’estrazione sociale ed etnica e dallo status soggiornante dei genitori ».                                                                                    [fonte 4]

La misura atta a sopprimere l’esistenza legale dei nati in Italia se figli di sans papier fu fortemente voluta (la legge 94 venne approvata con voto di fiducia) nel contesto del quarto governo Berlusconi e mantenuta intatta e intangibile nel tempo dei governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1 e Conte 2.
Penso che chi vuole usare i nati in Italia come spie dei loro genitori (gli 007 costano: queste creature fanno tutto il danni di cui sono stati caricati senza oneri per lo stato) possa stare tranquillo (anche ‘sereno’): nell’aprirsi del nuovo governo il sui bambini fantasma per legge è assoluto e totale. Si parla e si sparla d’altro.                                                                              [fonte 5]

[fonte 1]
https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2019/09/19/figlio-salvini-moto-acqua-indagati-poliziotti_aYpfX8QY72VUWOadOLcmsL.html

[fonte 2]
https://www.ilmessaggero.it/italia/salvini_figlio_moto_acqua_indagati_poliziotti_oggi_ultime_notizie-4744985.html

[fonte 3] https://www.privacy.it/archivio/cartaTV2006.html

[fonte 4]  https://www.asgi.it/famiglia-minori/convenzione-onu-infanzia-italia/

[fonte 5]
https://www.simmweb.it/8-consensus-e-congressi-simm/444-xiii-congresso-simm

20 Settembre 2019Permalink

16 luglio 2019 – In alcuni comuni veneti si rinnova il censimento etnico

 In alcuni comuni veneti si rinnova il censimento etnico (un tempo razziale ora forse non si può dire, però..)

Per iscriversi alla scuola elementare di una località a cavallo tra Venezia e Padova bisogna specificare la propria etnia, ovvero se sei sinti, rom, nomade o camminante.
Leggo che il modulo consegnato ai genitori ha fatto scattare l’immediata polemica sostenuta dalle famiglie che si sono rivolte ad una associazione che fa capo a Rifondazione Comunista che a sua volta ha contattato i propri legali perché si tratterebbe di un “abuso e discriminazione gravissima”, mentre la direzione scolastica sostiene che l’atto “serve per favorire l’integrazione”, salvo cambiare parere in rapida successione temporale.

Metamorfosi dirigenziale
Le finalità del modulo – chiarisce il dirigente – erano quelle della maggior inclusione possibile e non certo il contrario” e “Le informazioni che noi raccogliamo – rileva Marzolo (il dirigente scolastico) – hanno finalità istituzionali, tese a tutelare gli alunni e non a discriminali”.
Ma poco dopo leggiamo: “Se il modulo dal punto di vista legale ha dei profili di illegittimità lo cambieremo sicuramente“, dice Carlo Marzolo, il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Corner di Fossò e Vigonovo.
Mentre apprezzo la denuncia di Rifondazione Comunista, meravigliata dalla velocità della metamorfosi , vado avanti e scopro l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali)

Un inciso necessario: cos’è UNAR
L’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica, brevemente denominato UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, è l’ufficio deputato dallo Stato italiano a garantire il diritto alla parità di trattamento di tutte le persone, indipendentemente dalla origine etnica o razziale, dalla loro età, dal loro credo religioso, dal loro orientamento sessuale, dalla loro identità di genere o dal fatto di essere persone con disabilità.
L’Ufficio è stato istituito nel 2003 (d.lgs. n. 215/2003) in seguito a una direttiva comunitaria (n. 2000/43/CE), che impone a ciascun Stato Membro di attivare un organismo appositamente dedicato a contrastare le forme di discriminazione.
In particolare, UNAR si occupa di monitorare cause e fenomeni connessi ad ogni tipo di discriminazione, studiare possibili soluzioni, promuovere una cultura del rispetto dei diritti umani e delle pari opportunità e di fornire assistenza concreta alle vittime.

Tanto basti per sapere con chi e cosa abbiamo a che fare
Dichiara il direttore di UNAR
13 Luglio 2019 Scuola distribuisce moduli con etnia per i bambini rom.
Loukarelis, Unar: “Inaccettabile discriminazione”
Ritengo assolutamente inaccettabile quanto accaduto nell’Istituto Comprensivo di Fossò-Vigonovo, dove ai bambini sono stati distribuiti dei moduli all’interno dei quali andava indicata anche la loro etnia, se rom”.
Così il Direttore dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), Triantafillos Loukarelis ha commentato l’episodio accaduto nell’istituto scolastico di Fossò-Vigonovo. “Si tratta di un atteggiamento discriminatorio – continua Loukarelis – condannato non solo dalla nostra Costituzione ma anche dal diritto internazionale. In nessun caso sono infatti ammessi censimenti del genere”.
Il dirigente scolastico ha prontamente assicurato il ritiro dei moduli e la ristampa senza l’etnia. “Provvedimento che cogliamo positivamente e, contestualmente, segnaliamo che i nostri uffici sono a disposizione di ogni altro ente che dovesse avere dubbi su simili questioni. Tutto ciò al fine di evitare il verificarsi di situazioni discriminatorie, che non fanno onore al nostro Paese”.
(Nota stampa UNAR) – 13 Luglio 2019                                                            [Fonte 1]

Le sorprese non finiscono qui
Vado ancora avanti e trovo nel sito dell’UNAR la scheda per la segnalazione di discriminazioni nel sito dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) in cui potevo dichiararmi vittima o testimone di discriminazioni.                                                                      [Fonte 2]

Ho scelto di essere ‘testimone’ come cittadina. Non so se accetteranno comunque ho scritto (rispettando i 500 caratteri imposti)
«Mi dichiaro cittadina testimone di una discriminazione indotta da legge. Dal 2009 la legge 94 all’art. 1 comma 22 lettera g impone la presentazione del permesso di soggiorno per la registrazione delle dichiarazioni di nascita. Tale prescrizione può condizionare i genitori identificati per uno ‘status geografico/burocratico’ a non presentarsi agli uffici anagrafici per timore di essere eventualmente espulsi. Non posso testimoniare casi concreti ma solo la mia indignazione di cittadina responsabile per una norma che ci umilia tutti minacciando alcuni».
Immediata la risposta automatica ma sempre gradevole visto che non è assimilabile a urla e ululati consueti in alto loco. “Your message was sent successfully. Thanks”.

Se non mi fossi trovata nella necessità di rispettare il limite avrei scritto, ma non è detto che il testo non mi serva a una prossima occasione quindi lo mantengo pro memoria:
“Sono testimone di una discriminazione indotta da legge.
Dal 2009 la legge 94 all’art. 1 comma 22 lettera g impone la presentazione del permesso di soggiorno per la registrazione delle dichiarazioni di nascita . Infatti l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato, avvenuta con la legge 15 luglio 2009 n.94 in combinato disposto con gli artt. 316-362 c.p., obbliga alla denuncia i pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengano a conoscenza delle irregolarità di un migrante.
«Tale prescrizione condiziona i genitori stranieri che, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per timore di essere eventualmente espulsi», sostiene il Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1).
Il rischio della irrimediabile ferita a chi nasce in Italia, differenziato dagli altri per le ragioni geografico/burocratiche del/dei genitori permane anche se la circolare n. 19 del 7 agosto 2009 del Ministero dell’Interno (Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali) afferma:
« Per lo svolgimento delle attività riguardanti le dichiarazioni di nascita e di riconoscimento di filiazione (registro di nascita – dello stato civile) non devono essere esibiti documenti inerenti al soggiorno trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del minore, nell’interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto».
Personalmente non posso testimoniare casi concreti ma solo la mia indignazione di cittadina consapevole e responsabile per una norma che ci umilia tutti minacciando alcuni.

[Fonte 1]
http://www.unar.it/scuola-distribuisce-moduli-con-etnia-per-i-bambini-nomadi-loukarelis-unar-inaccettabile-discriminazione/
[Fonte 2]
http://www.unar.it/cosa-facciamo/contact-center/fai-una-segnalazione/

Per leggere il testo della mozione 92 relativa alla registrazione delle dichiarazioni di nascita (presentatore Furio Honsell – regione FVG):                                                      https://diariealtro.it/?p=6724

16 Luglio 2019Permalink

27 maggio 2019 – Ogni mattina facebook mi chiede a cosa penso. Ecco qui


Penso a due donne la cui presenza è conforto: la senatrice Liliana Segre (di cui ho scritto molto e molte volte nel mio blog diariealtro e non sarà mai abbastanza) e la prof. Dell’Aria di Palermo che non difende ma proclama la dignità della sua professione.
Le hanno offerto il conforto di chi vuol servirsene per sembrare magnanimi . Ne ho scritto nel mio blog diariealtro il 24 eil 25, pochi giorni fa e sono lieta di averlo fatto.
Ha detto NO, lei vuole essere riabilitata nella pienezza del riconoscimento della correttezza del suo agire.
Mi richiama un mio vivissimo ricordo di dieci anni fa quando l’allora ministro dell’interno on Maroni tentò di far passare nel suo ‘pacchetto sicurezza’ una norma secondo cui i medici avrebbero dovuto, se si fosse loro presentato per venir curato un individuo privo di permesso di soggiorno, denunciarlo alla autorità di competenza (senza negargli le cure).
Ricordo la reazione orgogliosa degli ordini dei medici a livello nazionale ma oggi non voglio negarmi al ricordo di una persona che non c’è più, il dott. Luigi Conte, presidente dell’Ordine a livello provinciale.
Il suo NO fu pubblico e deciso, una scelta di civiltà che da noi fu sostenuta solo dal GrIS, livello operativo della Società di Medicina delle Migrazioni. (il testo in calce)
Nessuno – o meglio nessuna associazione della società civile altrimenti rispettabile – invece volle occuparsi dei nati in Italia, figli di migranti non comunitari privi di permesso di soggiorno, cui la legge nega il certificato di nascita.
Ricordo che a quei piccoli voltarono senza scrupoli la schiena associazioni altrimenti civili e le chiese cristiane. La maggior autorevolezza della chiesa cattolica – ferma nel fingere che i ‘miei fantasmi’ non esistano – non basta a coprire il silenzio delle altre chiese cristiane.
Mi fermo qui, non senza aver segnalato un passo del mio blog con il mio ricordo del dr. Conte. Per ora resto con i miei fantasmi, bimbi obbligati ad essere tali dal 2009. Sono fantasmi tranquilli: non si vedono.

 

So che ci sono altre mattine in cui mi sveglierò pensando a loro e lo dirò.

Ricopio un’immagine di Francis Bacon (Crocifissione 1965)

 

3 febbraio 2017 – Anche il mio blog ricorda il dr. Luigi Conte

27 Maggio 2019Permalink

11 aprile 2019 – L’odio dilaga a cominciare dai neonati.

Il dio Baal ispiratore.
La notizia che trascrivo di seguito si colloca in quella crepa introdotta nella nostra legislazione nel 2009 per ostacolare – e in pratica rendere per molti impraticabile – la registrazione delle dichiarazioni di nascita in Italia, finalizzata, evidentemente, alla garanzia del certificato dovuto ma negato al nuovo nato che risulta così inesistente.

Sapevo che la crepa si sarebbe allargata nella cultura artatamente diffusa che ha soggiogato menti deboli e schiave del pregiudizio ma di cui si sono fatte complici tutte le forze politiche che, avendo nel Berlusconi 4 il loro promotore ma anche essendone contrarie, si sono avvoltolate in un qualche cosa che preferisco non definire al tempo dei governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni per offrire al governo Conte e ai suoi due litigiosi puntelli un sacrificio umano come ai tempi del dio Baal

La notizia che segue è un primo segno.
Un errore di fondo è riferire le adozioni al desiderio di genitorialità e non ai diritti del bambino secondo il principio, affermato in legge ma trascurato con l’indifferenza dell’ignoranza e il gioco turpe del misconoscimento furbastro e ripugnante del principio del superiore interesse del minore che dovrebbe essere sostanza di ogni intervento che lo riguardi.
Nel 2009 la norma si è fatta cultura, ora la cultura che si è diffusa produrrà – temo – norme peggiorative benedette dalle istituzioni e assicurate dall’indifferenza.

Adozioni internazionali C’è razzismo contro i ragazzi adottati: nuovi accordi a rischio  Redazione 20 ore fa

La Commissione Adozioni Internazionali esprime «profonda preoccupazione» per i diversi episodi di razzismo nei confronti di quei figli adottivi che a causa del colore della loro pelle vengono fatti oggetto di atti di bullismo e vessazione. «Comportamenti del tutto censurabili, in un clima in cui la diversità è purtroppo percepita come un disvalore», scrive la CAI.
Gli episodi di razzismo nei confronti di ragazzi adottati? Potrebbero mettere a rischio la possibilità di nuovi accordi con alcuni Paesi d’origine.
A lanciare l’allarme è la Commissione Adozioni Internazionali, che sul proprio sito ha espresso oggi «profonda preoccupazione» per i diversi episodi di razzismo nei confronti di quei figli adottivi che a causa del colore della loro pelle vengono fatti oggetto di atti di bullismo e vessazione. Quando Gabriella Nobile – la fondatrice di Mamme per la Pelle – denunciò per la prima volta nel febbraio 2018 questo razzismo nascente contro bambini adottati, sembrava quasi un’eccezione. Invece sta succedendo sempre più spesso. Solo ricordando gli episodi giunti alla cronaca, c’è Shanthi, 23 anni, di origini indiane, figlia di Paola Crestani, presidente del Ciai: quando sale in treno, la donna seduta accanto a lei si alza perché «io non voglio stare vicino a una negra». E due ragazzi adottati dall’India e dall’Africa, neo-universitari che quando giungono all’appuntamento per visitare un appartamento si sono sentiti dire dalla ragazza dell’agenzia immobiliare “Non so se farvi salire, la signora ha le sue idee: non vuole stranieri”. Ultimo episodio quello accaduto a Melegnano, nel Milanese, dove vive Bakary Dandio, senegalese di 21 anni arrivato in Italia da profugo e poi diventato una promessa dell’atletica, adottato da una coppia italiana: sul muro di casa sono comparse scritte razziste.
«Questi comportamenti del tutto censurabili si inseriscono in un clima in cui la diversità è purtroppo percepita come un disvalore invece che essere considerata una fonte di arricchimento individuale e collettivo», scrive la CAI. La Commissione «sta cercando di riallacciare rapporti istituzionali con alcuni Paesi che, in passato, avevano contribuito a soddisfare il desiderio di genitorialità di molte coppie italiane; queste manifestazioni di razzismo potrebbero compromettere la possibilità di nuovi accordi. Ci auguriamo pertanto che intolleranza e razzismo rimangano fenomeni isolati e contrastati da tutti coloro che hanno a cuore fratellanza, solidarietà e soprattutto il bene dei minori».

http://www.vita.it/it/article/2019/04/10/ce-razzismo-contro-i-ragazzi-adottati-nuovi-accordi-a-rischio/151231

11 Aprile 2019Permalink

19 maggio 2017 – All’on Kyenge , lettera aperta

Gentile on. Kyenge

L’on. Borghezio, europarlamentare della Lega Nord, è stato condannato dalla quarta sezione penale del tribunale di Milano per il reato di “diffamazione aggravata da discriminazione razziale” commesso nei suoi confronti. Mi permetta di considerare la sentenza emessa a Milano un riconoscimento dovuto alla sua persona (e di ciò sinceramente mi compiaccio) ma di aggiungere che è anche sostegno e conforto alla dignità di tutti noi, offesi dall’espressione di razzismo da parte di un componente di un’assemblea parlamentare. Come sappiamo l’on. Borghezio aveva usato grossolane espressioni offensive nei suoi confronti per essere lei di origini congolesi e prima ministra afroitaliana. Come lei stessa ha dichiarato: “L’odio razziale non può essere mai strumento di lotta politica perché avvelena la società e discrimina una persona, non giudicata degna di fare il ministro della Repubblica, per il solo colore della sua pelle”. E ha aggiunto di volere devolvere il risarcimento riconosciutole “a progetti di accoglienza e alla causa dell’antirazzismo”. Mi permetto ora di riferirmi a nostri precedenti incontri, durante un suo comizio a Udine e nel corso di una sua partecipazione a un’iniziativa di associazione di San Daniele del Friuli. Le avevo ricordato allora che dal 2009 una legge italiana nega ai nati in Italia, figli di migranti privi di permesso di soggiorno, il diritto (non solo umano ma anche affermato da convenzioni internazionali) ad avere il certificato di nascita. Come le è noto si tratta della legge 94/2009 che tanto prevede all’art. 1, comma 22, lettera g. Mi sembra che tale esclusione da un diritto altrimenti ineludibile possa rientrare nel quadro di una discriminazione ‘di razza’ per essere il legame con genitori “irregolari” ciò che caratterizza la colpa di questi piccoli. Il parlamento italiano ha ignorato le due proposte che avrebbero cancellato questo vulnus di civiltà (Camera 740/2013 e 1562/2014 Senato), proposte il cui significato essenziale sarebbe ora assicurato dalla approvazione della legge “Disposizioni in materia di cittadinanza” dove compare come comma 3 dell’art. 2. Purtroppo la commissione Affari Costituzionali del Senato – dove la proposta è approdata dopo l’approvazione della Camera – lavora sul problema delle modifiche alla cittadinanza con una lentezza preoccupante e tutto il lavoro fatto finora rischia di essere affossato se non sarà concluso prima delle prossime elezioni. E c’è di peggio: la Commissione senatoriale infatti deve affrontare non solo la solita quantità di emendamenti presentati esclusivamente per essere ostacoli alla scorrevolezza del dibattito ma anche uno specifico emendamento soppressivo del comma 3 dell’art. 2 che cancellerebbe la decisione devastante della negazione dell’esistenza giuridica di nuovi nati in Italia (di cui ho scritto sopra)  . Ne sono firmatari otto senatori, tutti appartenenti a FI-PdL, partito che nel 2009 fu sodale (o dovrei dire complice?)  della Lega nel dichiarare inesistenti per legge i figli dei sans papier(non dimentichiamo che allora, quarto governo Berlusconi,  l’on. Maroni era Ministro dell’interno)  . Ora lei può parlare autorevolmente da vittima di un’offesa riconosciuta da un tribunale  italiano e di ciò sono felice. Ed è proprio in nome della autorevolezza che la sua parola ha e dell’ascolto privilegiato che in questo momento può avere che le chiedo di pronunciarsi solidale a piccole vittime che non hanno voce alcuna in un’esistenza volutamente negata per legge.

Conto su di lei
Augusta De Piero

19 Maggio 2017Permalink

24 febbraio 2017 – Il peso delle parole, dette e taciute.

Parole dette Riporto di seguito la notizia della condanna che il tribunale di Milano ha inferto alla Lega Nord per aver usato l’espressione clandestini cui riconosce un «carattere discriminatorio e denigratorio».

23/02/2017  “La parola clandestini è denigratoria”, condannata la Lega Nord Chiara Baldi

Sentenza del tribunale di Milano: sanzione di 10 mila euro per dei manifesti affissi a Saronno

La parola “clandestini” è discriminatoria. È quanto ha stabilito ieri una sentenza della prima sezione civile del Tribunale di Milano, che ha condannato la Lega Nord al pagamento di diecimila euro (5mila per il partito nazionale e altrettanti per quello cittadino di Saronno, in provincia di Varese).

Lo scorso aprile, infatti, il partito del sindaco Alessandro Fagioli – che è alla guida della città varesotta dal giugno 2015 – aveva tappezzato le strade di Saronno di manifesti su cui campeggiavano frasi contro i profughi: nel comune di Fagioli, secondo una richiesta della Caritas, sarebbero infatti dovuti arrivare 32 migranti, che sarebbero stati alloggiati nella ex sede distaccata del liceo G.B Grassi, in via Bruno Buozzi. Ma poiché lo stesso Fagioli si era detto contrario – dichiarando che «non voleva africani maschi vicino alle scuole» – i profughi in città non sono mai arrivati.

La sentenza del giudice Martina sottolinea «il carattere discriminatorio e denigratorio dell’espressione clandestini». Ma ancora più importante è il fatto che questa sentenza potrebbe creare un precedente importante, dal momento che nel partito di Matteo Salvini non manca l’abitudine a chiamare “clandestini” i profughi. A partire proprio dal segretario del Carroccio.

Il processo era stato intentato dall’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e dal Naga, che da 30 anni a Milano si occupa di difendere i diritti degli stranieri. Come spiegano gli avvocati dell’Asgi in una nota – pubblicata anche sul loro sito – «l’associazione dei termini clandestini (ossia di coloro che entrano/permangono irregolarmente nel territorio contravvenendo alle regole sull’ingresso e il soggiorno) e richiedenti asilo (ossia di coloro esercitano un diritto fondamentale ovvero quello di chiedere asilo in quanto nel loro paese “temono, a ragione, di essere perseguitati) oltre ad essere erronea ha una valenza denigratoria e crea un clima intimidatorio e ostile».

Secondo il tribunale di Milano a nulla vale invocare l’articolo 21 della Costituzione in materia di libertà di pensiero poiché «nel bilanciamento delle contrapposte esigenze – entrambe di rango costituzionale – di tutela della pari dignità, nonché dell’eguaglianza delle persone, e di libera manifestazione del pensiero, deve ritenersi prevalente la prima in quanto principio fondante la stessa Repubblica».

Per leggere la sentenza del tribunale di Milano:  ASGI + NAGA – BORGHI DAVIDE + 2 – TRIBUNALE DI MILANO – ORDINANZA DEL 22.2.2017

La storia di parole pensate per essere dette e taciute…fino a creare neonati fantasma.

La legge Turco Napolitano (Legge 6 marzo 1998, n. 40) prevedeva la necessità di presentare il permesso di soggiorno per i non comunitari che entrassero in Italia (art. 4 comma 1) ma faceva eccezione per i «provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo e per quelli inerenti agli atti di stato civile o all’accesso a pubblici servizi». Nessuna modifica interveniva a seguito della legge Bossi Fini (legge 30 luglio 2002, n. 189) ma a peggiorare persino quella norma si impegnava l’allora ministro Maroni nel quadro del quarto governo Berlusconi. Il colpo di teatro fu la soppressione furbescamente non dichiarata, ma sostituita da una ridondante positiva accettazione, dell’espressione «e per quelli inerenti agli atti di stato civile». Alcuni dei risultati di questa norma vennero via via modificati se non cancellati dalla Corte Costituzionale. In particolare l’Alta Corte ha dichiarato illegittimo il divieto di contrarre matrimonio per gli stranieri in posizione irregolare (sentenza 245/211) ma nulla venne fatto per le registrazioni delle dichiarazione di nascita, ottenendo così di produrre per legge ***, ciò che non si può giustamente dire secondo il tribunale di Milano.

Alcuni giorni fa un gruppo di cittadini, consiglieri comunali di Udine e associazioni ha inviato alla stampa regionale e nazionale il comunicato che trascrivo e che fa il punto della situazione

Diritto al certificato di nascita

«La condizione di irregolarità amministrativa propria oggi delle persone  prive del permesso di soggiorno, mentre costruisce condizioni di significativa precarietà sociale, condanna nuovi nati in Italia, figli di sans papier, all’inesistenza  giuridica per legge. Infatti  una norma del cd. pacchetto sicurezza dell’allora ministro Maroni (legge 94/2009 art. 1 comma 22, lettera g) impone la registrazione della dichiarazione di nascita solo previa presentazione del permesso di soggiorno che, naturalmente, le persone irregolari non hanno, altrimenti non sarebbero tali.  Una circolare, emanata contestualmente alla norma introdotta nel 2009, afferma invece essere possibile la registrazione della dichiarazione di nascita senza necessità di modifica della legge. Noi invece, consapevoli che il certificato di nascita rappresenta il fondamento dell’esistenza riconosciuta giuridicamente, assicura un nome,  l’appartenenza familiare e la cittadinanza (oggi  quella dei genitori),

chiediamo

con urgenza una modifica della legge che non può essere sostituita dalla presenza di una circolare  che, per sua natura, può essere disapplicata.

Tanto ci impone la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989 e  ratificata dall’Italia con legge 27 maggio 1991, n. 176, che all’articolo 7 dichiara «Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto ad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori ed a essere allevato da essi».

Nel corso degli anni ogni proposta di modifica non assicurò esito alcuno ma nel 2015 sembrò profilarsi una svolta: la Camera approvò la proposta di legge “Disposizioni in materia di cittadinanza” il cui art. 2 comma 3 corregge la norma del 2009. Trasmessa alla Commissione Affari Costituzionali del Senato il 13 ottobre 2015 come DDL 2092, dall’aprile dello scorso anno la proposta non è stata più inserita nell’ordine dei lavori.

Agli organi legislativi nazionali ma anche alle istituzioni locali, alle associazioni interessate e ai singoli cittadini e cittadine chiediamo un impegno consapevole affinché possa essere finalmente riconosciuto  dalla legge il diritto al certificato di nascita per tutti i bambini nati in Italia a prescindere dalla situazione giuridica dei genitori.»

Fonti di parole dette

http://www.lastampa.it/2017/02/23/edizioni/milano/la-parola-clandestini-denigratoria-condannata-la-lega-nord-T458dE7P0MtxLWBARbauzI/pagina.html

http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/02/23/news/clandestini_lega_condanna_discriminazione_profughi-158956059/

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/migranti-condannata-lega-manifesto-clandestini

FONTI di parole taciute

Per leggere le norme citate sopra con le modifiche via via introdotte , può essere utile leggere il Testo unico sull’immigrazione Decreto legislativo, testo coordinato, 25/07/1998 n° 286

http://www.altalex.com/documents/news/2014/04/08/testo-unico-sull-immigrazione-titolo-ii#titolo2

Sentenza della Corte Costituzionale  245/2011 http://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=2011&numero=245#

Interviene il  dialogo
Il 25 febbraio, il periodico on line ildialogo ha pubblicato questa pagina del blog
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/norazzismo/notizie_1488054984.htm

24 Febbraio 2017Permalink