15 ottobre 2023 – La conoscenza fa paura, ovunque

14 OTTOBRE 2023              Sospeso il premio per la palestinese  Adania Shibli alla Fiera del Libro di Francoforte.
                                             Scrittori e case editrici arabe lasciano l’evento di Shady Hamadi |

La Fiera del Libro di Francoforte annuncia la cancellazione della cerimonia di premiazione di Adenia Shibli, autrice palestinese del libro “Un dettaglio minore”. La motivazione, diffusa in una nota da Litprom, agenzia letteraria che organizza il premio, è “la guerra in Israele”. In compenso, “spazio addizionale sarà concesso alle voci israeliane”, ha fatto sapere, quasi in contemporanea, Juergen Boos, direttore della fiera tedesca.

Il libro della Shibli si trascina dietro polemiche fin da questa estate, cioè da quando Ulrich Noller, giornalista e membro della giuria del premio, si era dimesso contro la decisione di premiare la scrittrice palestinese. A riaccendere la discussione c’è stato poi un articolo di giornale, uscito questa settimana, in cui il libro, che racconta la vera storia di una beduina stuprata e uccisa dai soldati israeliani nel 1949, è stato accusato di “descrivere Israele come una macchina assassina”. Il volume, tradotto e pubblicato in tedesco nel 2022, si è aggiudicato il prestigioso premio LiBeraturpreis, dato ad autori provenienti dall’Asia, Africa e Mondo arabo. Annualmente, il riconoscimento viene consegnato durante una cerimonia solenne alla Fiera del Libro di Francoforte che è uno dei più grandi e autorevoli ritrovi dell’editoria mondiale.

Le dichiarazioni di Boos e la cancellazione della cerimonia di premiazione della Shibli hanno sollevato la protesta delle case editrici arabe e di molti autori. Dall’Autorità del libro di Sharja, fino all’Associazione degli editori arabi degli Emirati, passando per molte case editrici indipendenti arabe e scrittori, è arrivato l’annuncio del ritiro della loro partecipazione dall’evento a Francoforte. “Sosteniamo il ruolo della cultura e dei libri – scrive in un comunicato l’associazione degli editori arabi degli Emirati –, per incoraggiare il dialogo e la comprensione fra le persone”. E concludono: “Crediamo che questo ruolo sia importante ora più che mai”.

Said Khatibi, celebre scrittore algerino, ha anche lui annunciato la cancellazione della sua partecipazione perché, scrive su Facebook, “speravamo che la letteratura giocasse un ruolo importante per costruire un dialogo fra le parti”. Ma, continua Khatibi che aveva in programma due incontri, “la fiera ha preso una posizione politica di una sola parte contro l’altra”, i palestinesi. Nei giorni passati, il direttore Boos aveva dichiarato che “la fiera condannava fermamente il barbaro terrore di Hamas” e che “il loro pensiero era per le vittime, i loro parenti e le persone che stanno soffrendo per questa guerra”, non menzionando le vittime a palestinesi. A tentare di spegnere le polemiche è la Litprom che, dopo il polverone, ha comunicato di voler riorganizzare la cerimonia. Ma soltanto dopo la fine della fiera.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/14/sospeso-il-premio-per-la-palestinese-adania-shibli-alla-fiera-del-libro-di-francoforte-scrittori-e-case-editrici-arabe-lasciano-levento/7323358/

 

Un precedente italiano documentato il 4 marzo 2022
https://diariealtro.it/?p=7858

15 Ottobre 2023Permalink

31 luglio 2023 – Una pagina del Blog di Giancarla Codrignani, datatato 31 luglio. Una storia che è un po’ anche la mia.

Non voglio finire questo pesante mese di luglio con la squallida notizia che precede, stritolata fra Del Rio e Pillon.

 newsletter n. 19
Vorrei solo capire   Opinioni di Giancarla Codrignani

APPROFONDIMENTO
EFFETTO NOTTE dal 16 marzo al 19 maggio 1978
Marco Bellocchio ha girato un film, come sempre secondando la sua immaginazione, giustamente personale. Effetto notte invita, infatti, a rileggere personalmente le vecchie storie che hanno cambiato quel futuro che oggi è il presente. La memoria del cittadino anche per fatti politici determinanti il suo presente è terribilmente labile. Poi, dipende dove si era quando le cose accadevano e non se ne capiva né la realtà né il senso.
Il mio “effetto notte” è evocativo del percorso di una politica cattolica, oppositrice tenace della Dc, di cui respingeva anche il nome, “eretico” per essere una democrazia “cristiana” e non “popolare” come correttamente voleva don Sturzo. Gli interessi politici non hanno mai aiutato la Chiesa a obbedire al suo mandato, nemmeno quando era papa Giulio II. Quando poi alla presidenza della Cei arrivò il card. Camillo Ruini, la Chiesa pretese di interferire nello Stato invitando i cattolici ad astenersi dal voto.
La politica è infatti costitutivamente laica. La libertà religiosa è prevista in Costituzione – e uno dei torti democristiani è non averle mai voluto una legge di definizione al riguardo – e fa parte delle libertà democratiche: la Chiesa, sia come Chiesa Cattolica, sia come Stato Città del Vaticano, è libera, ha diritto alla critica non all’interferenza.
Per questo non ho indulgenza neppure postuma per il partito cattolico che, nonostante le persone perbene che la abitavano e che ho avuto amiche e nonostante quella Sinistra Dc che può essere simbolicamente rappresentata da Carlo Donat Cattin il cui figlio Marco fu causa delle dimissioni del padre ministro perché esponente di “Prima Linea”, organizzazione clandestina del terrorismo rosso. Io stessa, pur conservando l’indipendenza, avevo fatto il primo passo realmente politico partecipando al Consiglio di quartiere della mia circoscrizione su indicazione di un circolo della Dc bolognese che frequentavo. Quell’esperienza mi insegnò subito che in politica è fondamentale stare alla concretezza anche nelle scelte di coscienza: il capogruppo Dc era persona che, se un comunista diceva che oggi è giovedì – ed era giovedì – prendeva la parola per dimostrare che era domenica. Poiché i problemi di un quartiere non possono essere oggetto di grande divisione partitica, dopo aver votato più volte su problemi sociali di piccolo conto – come possono essere in una circoscrizione senza degrado – con il gruppo Due Torri, che nel 1970 a Bologna comprendeva ancora socialisti e comunisti uniti, abbandonai definitivamente la Dc, che aveva avuto a Bologna il precedente costruttivo – e consapevolmente sacrificale – di Giuseppe Dossetti, autore di un famoso “libro bianco” critico del sistema “comunista” bolognese, che era stato indotto nel 1956 dal card. Lercaro a presentarsi candidato sindaco con la certezza della sconfitta. Giuseppe Dossetti – poi don Giuseppe – rappresentava la coscienza civile di una fede religiosa, “politica” perché incarnata – e questo spiega la successiva scelta di vita religiosa – impegnata nel sociale (l’invenzione del decentramento urbano fu sua), ma estranea ai metodi clientelari di una Dc destinata a scomparire nel 1994. Per chi avesse perplessità sulla storia della Dc basta vederne le conseguenze nella deriva del consenso popolare, che finì per riversare i grandi numeri elettorali su Forza Italia. Non a caso Dossetti, quando Berlusconi tentò l’assalto alla Costituzione, tornò leader politico e alzò la voce guidando l’opposizione alla difesa democratica, uscendo dal riserbo e istituendo i “comitati” che presero il suo nome e che contribuirono a vincere il referendum sul presidenzialismo.
Un filo legava le esperienze del primo Dossetti a quelle degli anni Settanta – sessantotto compreso – che spostarono l’asse politico sul piano della laicità e accusavano la Chiesa di connivenza poco evangelica con un “partito dei cattolici”, ancora memore della scomunica contro l’ideologia comunista non più sentita necessaria in una società che reclamava i propri diritti, uguali per tutti.
Il Concilio dava i suoi frutti e la politica sociale contraddiceva la carica assistenzialistica e clientelare della DC: la “lotta di classe” era diventata parametro comune dell’agire politico. In campo ecclesiale i credenti a cui era vietato leggere la Bibbia, avevano scoperto l’ecumenismo e chiamavano “compagni” gli amici delle Acli rinnovate. Con i protestanti si pubblicò “COM” (diventato subito Com/Nuovi Tempi”), una parola interrotta per una “comunità” che sentiva un’eco positiva tra “comunione” e “comunismo”. Nacquero perfino i Cristiani per il Socialismo che in qualche modo cadevano nell’errore dei demo-cristiani. Erano gli anni propizi al cambiamento reale di cui anche Il Sessantotto studentesco dimostrava la necessità: troppe cose erano logore, bisognose di passi avanti per non restare bloccate nella conservazione. Anche l’opposizione di sinistra risentiva del freno di un passato che impediva le riforme e che reagiva con la divisione interna.
Sono passati gli anni e tra poco registreremo mezzo secolo dal 1976, quando le elezioni politiche videro avanzare il Pci italiano in un paese che non aveva mai sperimentato l’alternanza di governo – e in questo si configura il vizio d’origine della storia italiana -, se è vero che la Dc nel 1963 aveva incorporato nel sistema l’alleato Psi, che, con la segreteria Craxi, avrebbe superato le spregiudicatezza dei maestri. Io non ero comunista (il mio babbo socialista aveva contestato la nascita del Partito comunista d’Italia nel 1921, danno per Turati e beneficio per il già violento fascismo) mi ero impegnata a sostenere le libertà in anni in cui c’era un bisogno sentito di “più democrazia” a cui si contrapponeva l’insidia di disegni reazionari che tramavano contro lo Stato, pronti agli attentati non potendo tollerare la crescita di una sinistra progressista e istituzionale, nominalmente “comunista”. C’era stato un papa, Giovanni XXIII singolarmente coraggioso, la cui encicliche furono rivoluzionarie, c’era stato il Concilio Vaticano II e nella dinamica della storia i credenti sembravano aver perduto la patina di sospetto e timore che li teneva estranei alla vita politica e, in fondo, ignari della stessa Parola di Dio, che li teneva ancora lontani dalla lettura della Bibbia. A Parma i giovani “occuparono” il Duomo. A Brescia le donne “celebrarono”. La scuola passava attraverso i progetti di riforma restando asfittica, mentre i ragazzi avevano bisogno di respiro più libero. C’era stato il Vietnam. C’era stato il Cile e Berlinguer aveva scritto due articoli per avvertire le possibilità di ulteriori crisi (anche economiche) e reazioni da non sottovalutare. All’Abbazia Fiesolana p. Balducci pensava cose strane e personalità cattoliche di grande levatura si disposero a una scelta in sintonia con il progetto del segretario del partito comunista italiano – poco “sovietico” nella sua linea istituzionale – che auspicava un’unità delle culture comunista, socialista e cattolica.
Un “compromesso storico”, in una società civile plurale (non pluralista) in movimento, sembrava nelle cose. Nel 1976 divenne programma di quel partito di lotta e di governo, finalmente consapevole delle dinamiche storiche in cui avanzava diritti una società civile matura, progressista, perfino femminista ma anche “cattolica”, per la prima volta non intimidita dalla sua appartenenza di fede. Intelligentemente il partito diede vita a un gruppo parlamentare autonomo, la Sinistra indipendente, di cui si è perduta la memoria, ma che dava voce a una laicità libera dai lacci dell’obbedienza alle ideologie politiche, sia di partito, sia di una Chiesa tradizionalmente legata al partito cattolico. Tra gli indipendenti finii anch’io, richiesta dalle donne (che volevano un’indipendente) mentre il partito conosceva gli interventi sui problemi internazionali e pacifisti fatti con Pax Christi.
Contemporaneamente il malcontento della sinistra radicale giovanile con grandi responsabilità della parte – università di Trento – cattolica contro il malgoverno, alzava il tiro di rivendicazioni ritenute incompatibili con la lenta strategia delle riforme che accompagnava l’evoluzione del paese in cui all’on. Moro sarebbero arrivati i voti anche del Pci. Da tempo si era grandemente preoccupati: nessuno degli indipendenti, tanto meno i cattolici, pensava che quella stagione potesse essere rivoluzionaria. Anzi, la nostra presenza era già un inedito: simbolicamente apriva un percorso sperimentale. A Montecitorio la politica istituzionale era pane quotidiano, ma l’esterno introduceva ansie e premonizioni. Ero inquieta, una sera vidi il film di Bergman L’uovo del serpente e le scene devastanti delle prime azioni naziste mi inquietarono, rimasi agitata e insonne. Il 16 marzo 1978 avevo dormito fuori Roma e rientravo per andare a eleggere il. “nuovo” governo: il tassista mi disse del rapimento. Fu la fine delle inquietudini che non mi appartengono, il recupero della razionalità: all’ingresso di Montecitorio c’era Susanna Agnelli che, anche lei fredda e composta, mi disse “La Malfa è impazzito: chiede la pena di morte”. Poi in lacrime Tina Anselmi che ripeteva “Bisogna resistere, bisogna resistere…”. Lo sconvolgimento era di tutti, i democristiani amici non nascondevano il timore di essere coinvolti. Era l’effetto notte. Splendeva il sole ma era transitata l’ombra della storia, agita da forze che puoi mentalmente elencare, senza capire la follia degli esecutori. Che non potevi negare di aver in qualche modo conosciuto perché l’estremismo sta sempre nel contesto. Quando però arriva a colpire le istituzioni democratiche devi ristabilire i confini del potere, anche perché resta l’interrogativo del cui prodest, dei depistaggi percepiti, dell’interrogativo senza risposta di chi era il vero autore. Solo che il governo non poté andare all’on.Moro e la “sinistra estrema” (come era chiamato il Pci nei verbali d’aula) mantenne il primato/condanna all’opposizione. D’altra parte si sapeva che il “sogno” di Berliguer passava per un accesso al consenso popolare che non usciva dal processo elettorale: l’Italia del socialismo strozzata nel ’21 e non mantenuta autonoma da Nenni fu la più colpita. Tornò la “normalità”. Nel 1980 ci fu l’attentato alla stazione di Bologna: davvero Moro non era morto come conclude Bellocchio e faceva ancora paura. Nell’ ’84 moriva Berlinguer che Moro non poté votarlo ma vide la parabola discendente non nella sconfitta dei fatti, ma nella divisione del partito che lo lasciava osannare nelle piazze ma forse non lo avrebbe rieletto segretario: l’intervista a Scalfari è la confessione di uno sconfitto non dalle conseguenze in Parlamento, ma dall’opportunismo consociativo di quei compagni che avevano già inteso il compromesso storico con la Dc come approccio consociativo al potere sulla cosa pubblica che aveva già causato l’adozione di metodi e tecniche spartitorie nelle amministrazioni locali. Berlinguer le aveva bollate in aula come pericolo di partitocrazia e inutilmente si era richiamato alla “questione morale”. Il contagio. Anch’io chiudo il mio film con un “effetto notte”: perché il paese in quegli anni sarebbe stato già pronto per un partito democratico, ma il Pci aveva scelto il consociativismo dimentico del confronto con la sua piazza. Il Pci elesse alla presidenza della Repubblica Kossiga (1985) senza nemmeno aspettare l’abbassamento del quorum, fece decadere l’esperienza della Sinistra Indipendente, lasciò andare allo sbaraglio Stefano Rodotà, non salvò Prodi e aspettò l’89: per chiudere un capitolo scomodo della cui fine sapeva tutto ma al cui crollo non aveva preparato la sua gente. Non per dirsi che anche da opposizione in Parlamento doveva riprendere a giocare la carta del potere della minoranza che, corrispondente al governo, presenta le sue carte con competenza e coraggio per il bene del paese (come in fondo faceva il Pci) per dare fiducia alle aspettative allora non banali della gente, senza finalizzare il voto alle percentuali di possibili alleati vincenti. Prodi fece risorgere la speranza che, essendo la più difficile delle teologali, venne silurata non una volta sola per scarsa intelligenza politica.
Bellocchio proietta nel futuro un Moro che non è morto. D’accordo: ma allora rifacciamo i conti con la storia, apriamo le case e le piazze alla conoscenza e agli impegni di una politica matura, che riordini le idee e rifaccia coscienza sul proprio voto, sulle istituzioni, compresi i partiti, soprattutto compresa l’Europa. Fiducia o sfiducia significano capacità o incapacità di lettura della realtà. Senza illusioni, ma con la determinazione di chi fa della politica la questione morale della democrazia. Che è la condizione per avere rispetto di sé e dei propri interessi. Prendendo per mano i partiti che non sanno più a quale effetto notte stanno andando.
https://diariealtro.it/?p=8500

 

31 Luglio 2023Permalink

21 marzo 2023 _ Nascono per essere rifiutati dalla crudeltà opportunista rafforzata dal pregiudizio

Mentre Putin rapisce i bambini ucraini non posso dimenticare le mamme di piazza di maggio
Sono casi di enorme impatto emotivo ma non solo.

Oggi Putin è ufficialmente criminale, così dichiarato dalla Corte internazionale dell’Aja.
Non lo prenderanno mai si dice.
Forse ci riusciranno dicono altri.

Io voglio sottolineare ancora che è finalmente riconosciuto da un tribunale internazionale il crimine perpetrato contro bambini.
Aggiungo che è diritto del bambino persona a esistere come tale dal momento in cui nasce e
ha un nome documentato nei registri di stato civile con tutto ciò che ne consegue sul piano sociale e civile
In Italia siamo spettatori innocenti dell’orrore che tanto nega?

Certamente no e per affermarlo non occorre riferirsi a una storia che trabocca di orrori.
Dal 2009 una legge prevede che le persone non comunitarie prive di permesso di soggiorno non possano registrare all’anagrafe i loro figli e figlie nati in Italia,
facendone quindi persone oscurate , fantasmi per legge.

Non è una discriminazione diretta ma subdolamente indiretta .
Fino ad oggi ha fatto poche vittime, forse.

La certezza però di poter farsi beffe di un diritto universale di un nato induce ad allargare le maglie del rifiuto e della vergogna.
Beffardi e impudichi, ora ci misuriamo anche con i figli delle coppie omosessuali

Domani chissà! Chi vorrà servirsi di questo sistema per devastare ancora una volta una civiltà, conquistata ma non sicura, tramite chi nasce da genitori ‘sbagliati’ in un luogo ‘sbagliato’, può farlo contando sull’indifferenza della società civile e sulle beffe parlamentari giocate fra maggioranze e voti di fiducia.

Spero che nelle belle piazze oggi rese coraggiosamente vitali dalle coppie arcobaleno trovino un angolo di viabilità anche i piccoli fantasmi per legge.

Siano il luogo che costringa il parlamento ad azioni di civiltà necessarie subito, senza se e senza ma.

 

Segue  un’immagine tratta da un  volume edito da Feltrinelli
La recensione è raggiungibile con il link che segue

30 aprile 1977: le Madri di Plaza de Mayo (lafeltrinelli.it)

 

 

 

 

 

 

21 Marzo 2023Permalink

8 febbraio 2023 – Il totem di Liliana Segre

Il totem è una installazione informatica che trasmette indicazioni storiche e le indicazioni stradali sul Memoriale, con contenuti multimediali che spiegano che cosa è il Binario 21 e qual è la storia di Liliana Segre, partita proprio da qui a 13 anni.

Effetto prima serata per il Memoriale della Shoah: code per visitare il Binario 21 a Milano dopo l’intervista tv di Segre con Fazio

“Sono tanti anni che, da noiosa come dice il mio sindaco, chiedo che in questo luogo ci sia, finalmente, un punto in cui si ricordino quelle centinaia di persone che non erano solo ebrei ma anche quelli che fecero ‘scelta’ coraggiosa di essere contro quel regime, pagando con la vita. Dentro di me c’è molta gratitudine per quello che riesco ad apprezzare prima di morire”. E’ commossa la senatrice a vita Liliana Segre, che finalmente – nell’anniversario del suo arrivo ad Auschwitz, il 6 febbraio del 1944 – è stata accontentata e può inaugurare il totem che indica dove si trova il Memoriale della Shoah, nei sotterranei della Stazione centrale. “E’ un segnale importante che deve restare nella stazione di Milano, sono sicura che i viaggiatori passando davanti al totem avranno un pensiero perché siamo pochissimi rimasti a testimoniare, a a poter dire ‘io c’ero’ al Binario 21”.
8 Febbraio 2023Permalink

20 gennaio 2023 – Una strada per dare corpo ai fantasmi, forse

Copio  nel mio blog, senza trasferirlo su Facebook,  il documento che segue, raggiungibile anche con il link che  come sempre trascrivo.
Lo invierò invece ad alcune persone  con cui in passato avevo  condiviso l’impegno ad azioni per modificare l’infame legge che dal 2009 nega ai figli dei sans papier  la registrazione nei registri di stato civile  con un raggiro di cui ho parlato e scritto mille  volte.
Mi è  chiaro che  chiedere al genitore che si presenti allo sportello del comune a registrare la nascita del figlio la presentazione del permesso di soggiorno è una beffa feroce per chi di quel permesso non disponga
e  mi è altrettanto chiaro  che  ciò induce paura e devastazione della dignità  delle persone a tanto umiliate
e so bene che l’unica strada per giungere a superare  la norma che dal 2009  si fa beffa di un diritto umano riconosciuto può è una nuova legge che ripristini quanto previso in materia dalla legge 40/2008 (cd Turco Napolitano) .
Se ho ben capito la mozione che trascrivo sarebbe stata votata all’unanimità e quindi  proposta per essere tradotta in legge (ho evidenziato in grassetto il testo secondo me pertinente).
Non mi negherò all’impegno (che temo ormai personale o quasi) di sollecitare i parlamentari a tener conto, negli obiettivi che l’istituenda commissione vorrà darsi, della devastazione  che la norma del 2009 produce nella v ita di chi è ridotto a fantasma dalla nascita  e di chi ne è genitore e non può dire “Questa bambina  è mia  figlia”, “Questo bambino è mio figlio”.
So  che da sola non arriverò ad alcun risultato ma non mi nego al dovere di solidarietà  che la Costituzione impone
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Legislatura 19ª – Atto di Sindacato Ispettivo n. 1-00005

 

Atto n. 1-00005 con procedimento abbreviato     Pubblicato il 16 novembre 2022, nella seduta n. 8

CATTANEONAPOLITANOSEGREMONTIPIANORUBBIAMALANMALPEZZIROMEOFLORIDIA Barbara,

RONZULLIPAITAUNTERBERGERDE POLIDE CRISTOFAROPUCCIARELLICRAXIGUIDOLINNATURALE,

MAIORINOTERZI DI SANT’AGATAALFIERIASTORREBASSOBEVILACQUABIANCOFIORECAMUSSOCROATTI,

D’ELIADELRIODURNWALDERFINA,  FLORIDIA  Aurora,
GIACOBBEGIORGISGUIDILOREFICEMAGNIMARTELLANICITAPATTONPIROVANORANDOROSSOMANDO,
SCALFAROTTOSIRONISPAGNOLLIVERDUCCIVERINIZAMBITOZAMPAZULLOMUSOLINOLICHERI Sabrina

Il Senato,

premesso che:

la tutela dei diritti umani rappresenta uno degli elementi fondanti dell’ordinamento nazionale, configurandosi altresì quale patrimonio comune della comunità internazionale e dell’umanità nel suo insieme;

a partire dalla conclusione del secondo conflitto mondiale gli Stati democratici hanno elaborato complessi sistemi istituzionali di tutela e promozione dei diritti, contribuendo a diffondere progressivamente la cultura e la consapevolezza necessarie al loro sviluppo nella complessa società contemporanea, che presenta continuamente nuove sfide sul piano della dignità della persona;

sul piano internazionale ed europeo gli atti e le convenzioni sottoscritti dal nostro Paese sono innumerevoli: su tutti, per quanto concerne gli strumenti giuridicamente non vincolanti, la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, rispetto alla quale molte clausole sono divenute obbligatorie per gli Stati in quanto diritto internazionale consuetudinario; tra gli strumenti vincolanti, la convenzione sul genocidio del 1948, la convenzione sui rifugiati del 1951, i due patti delle Nazioni Unite del 1966 (sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali), la convenzione contro la tortura del 1984; sul piano europeo la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, sul rispetto della quale vigila la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che, ai sensi dell’articolo 6 del Trattato sull’Unione europea, ha il medesimo valore giuridico dei trattati fondativi;

l’articolo 2 della Costituzione italiana recita “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”;

le Camere, costituendo gli organi di rappresentanza dei cittadini, rappresentano il luogo primario in cui tale tutela deve avere piena espressione;

il Senato ha da sempre mostrato particolare sensibilità e attenzione verso il tema dei diritti umani, attraverso la costituzione di Comitati e Commissioni specifici: si ricordano, in tal senso, il Comitato contro la pena di morte istituito nella XIII Legislatura e le Commissioni straordinarie per la tutela e la promozione dei diritti umani nella XIV, XV, XVI, XVII e XVIII Legislatura, che hanno di volta in volta operato attraverso il confronto con rappresentanti di Governo, enti locali e altre istituzioni nazionali, europee e internazionali e il contributo della società civile, di associazioni e organizzazioni non governative;

i temi principali sviluppati nel corso delle Legislature sono stati l’abolizione della pena di morte nel mondo, l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, la tutela dei diritti del fanciullo, le garanzie per chi si trovi privato delle libertà, la promozione e l’attuazione del diritto di asilo, la lotta alla tratta degli esseri umani, la lotta contro il razzismo, la xenofobia, la discriminazione delle minoranze; la tutela delle persone con disabilità e di quelle anziane; il divieto di mutilazioni genitali femminili e il fenomeno dei matrimoni forzati, a dimostrazione di come tale materia necessiti di un’attività estesa nel tempo, che guardi quanto avviene a livello nazionale e internazionale e che sia altresì trasversale e organica;

nelle ultime Legislature la Commissione per i diritti umani del Senato ha seguito da vicino i tre cicli di revisione periodica universale (UPR) del nostro Paese (nel 2010, 2017 e 2019), una procedura prevista dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per esaminare la situazione dei diritti umani in tutti i Paesi membri, che si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte allo Stato in esame; l’azione svolta dalla Commissione, in tal senso, è stata preziosa in questi anni, mantenendo elevato il monitoraggio e intensa l’attività di indirizzo sui temi della promozione e della tutela dei diritti fondamentali della persona;

rilevata per tutti i suddetti motivi l’esigenza di istituire, anche in questa Legislatura, un organismo che rappresenti per il nostro Paese la volontà di difendere e sviluppare i diritti umani sia all’interno che al di fuori dei confini nazionali,

delibera di istituire una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, costituita da 20 componenti in ragione della consistenza dei Gruppi stessi. La Commissione elegge tra i suoi membri l’Ufficio di Presidenza composto dal Presidente, da due Vice Presidenti e da due Segretari. La Commissione ha compiti di studio, osservazione e iniziativa, per lo svolgimento dei quali può prendere contatto con istituzioni di altri Paesi e con organismi internazionali; a tal fine, la Commissione può effettuare missioni in Italia o all’estero, in particolare presso Parlamenti stranieri anche, ove necessario, allo scopo di stabilire intese per la promozione dei diritti umani o per favorire altre forme di collaborazione. Per il raggiungimento di queste finalità essa, quando lo ritenga utile, può svolgere procedure informative, ai sensi degli articoli 46, 47 e 48 del Regolamento; formulare proposte e relazioni all’Assemblea, ai sensi dell’articolo 50, comma 1, del Regolamento; votare risoluzioni alla conclusione dell’esame di affari ad essa assegnati, ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento; formulare pareri su disegni di legge e affari deferiti ad altre Commissioni, anche chiedendone la stampa in allegato al documento prodotto dalla Commissione competente, ai sensi dell’articolo 39, comma 4, del Regolamento.

 

 

20 Gennaio 2023Permalink

31 dicembre 2022. Cerco di poter sperare nel nuovo anno

Fine anno  con sgomento, senza trascurare un’attenzione positiva

Il 31 gennaio ho cercato di mitigare il mio scoraggiamento cercando esperienze positive. Le ho trovate e le elencherò
E’ chiaro che non si tratta di recuperare le ‘opere buone’ che ci sono e vedono l’impegno di molti ma di identificare atteggiamenti importanti per affrontare il problema per me politicamente essenziale del rispetto del principio della universalità  del diritto ad esistere che si manifesta con la certezza dell’iscrizione di ogni nato  in Italia nei registri di stato civile.
Il principio è stato ferocemente violato nel 2009, escludendo dalla certezza dell’esistenza giuridicamente riconosciuta i figli dei migranti non comunitari irregolari.
Ho tentato disperatamente di sostenere  questo problema in regione , identificando  nell’impegno per la modifica della legge l’unica soluzione che ci consente di uscire dalla vergogna di una norma  che, mentre  devasta la vita delle vittime,  fa di noi cittadini capaci, nel silenzio,  di accettare un principio razzista, riportandoci a una cultura  dell’indifferenza condivisa che, nel 1938, fu la base dell’orrore condiviso.
E’ mio convincimento che questo verme maligno introdotto dall’esistenza di una legge di fatto negazionista ci obblighi almeno , per rispetto di noi stessi , a dire no.
I miei contatti  con l’associazionismo in regione (associazionismo registrato e organizzazioni non registrate) sono stati irrimediabilmente deludenti: il no alla legge negazionista non è stato pronunciato con chiarezza fatta eccezione della posizione presa dal consigliere regionale Furio Honsell , di cui ho scritto ieri e di cui riporto ancora il link
https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/IterLeggi/IterLeggiDettaglio.aspx?Leg=5&ID=19-m17

Altri segni positivi  per augurare buon anno

Alla proposta di legge Honsell (che invito ad esaminare con il link che ho trascritto) aggiungo, riprendendoli come pubblicati nel  mio blog diariealtro.it,  segni positivi

20 dicembre 2022

20 dicembre 2022 – Le conclusioni della commissione Segre vanno rese operative

27  dicembre  2022.  Copia del documento “Costituzione quanti anni veramente hai?” , pubblicato da Noemi Di Segni, presidente della Unione delle Comunità ebraiche italiane

27 dicembre 2022. Conferimento della cittadinanza italiana che il sindaco di Caorle ha consegnato al  medico dott. Florin Nganso  Fenjiep.
L’intervento del medico era stato rifiutato da un cittadino italiano  per motivazioni di tipo razzista.

29 dicembre 2022. Testimonianza di Zakia Seddiki, una donna di statura eccezionale, vedova dell’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in Africa nell’esercizio del suo lavoro

31 Dicembre 2022Permalink

14 gennaio 2022 – DAVID SASSOLI, 30 MAGGIO 1956 – 11 GENNAIO 2022

David Sassoli, il mieloma, il trapianto di midollo e le falsità dei no vax


di Paolo Conti

David Sassoli era ricoverato nel reparto di Oncoematologia dell’Istituto Tumori Friulano ad Aviano ed era seguito dallo staff medico del Centro di riferimento oncologico da lungo tempo.
Anni fa Sassoli era stato colpito da un mieloma, un tumore del sangue, ed era stato sottoposto a un trapianto di midollo. Per questa ragione il 26 dicembre era stato deciso il suo trasferimento ad Aviano quando le sue condizioni si erano aggravate dopo un’ultima ricaduta nei giorni di Natale, seguita alla brutta polmonite da legionella di cui aveva parlato in un video il 9 novembre 2021, raccontando anche di un ricovero a Bruxelles.
L’istituto di Aviano ha spiegato con una scarna dichiarazione le ragioni della morte di David Sassoli: «Una grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario». Niente altro, nessun particolare «nel rispetto del riserbo mantenuto dal presidente Sassoli e dalla famiglia».

Quella di Aviano è una struttura di eccellenza a livello internazionale e segue pazienti con neoplasie dell’apparato emopoietico, leucemie acute e croniche e altre malattie di questo tipo. L’istituto di Aviano è una struttura modernissima, aperta nel 1984 e riconosciuta già dal 1990 come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico da parte del ministero della Salute.
Un quadro clinico complesso da tempo, quello di David Sassoli, ma mantenuto sotto controllo fino alla polmonite da legionella che aveva pesantemente debilitato il suo fisico, come è purtroppo facile capire proprio dal video con la dichiarazione del 9 novembre.
Nonostante tutto ciò, molti nell’area no vax hanno speculato persino sulla sua morte. Il filosofo Paolo Becchi si è chiesto: «Ma è morto in seguito alla terza dose? Non c’è nessuna correlazione? Non rendete pubblica neppure l’autopsia? O non la fate neppure? Costringete la gente a vaccinarsi e a morire. State costruendo una tirannia sanitaria mai esistita prima». Insieme a tante reazioni indignate, l’incredibile frase di Becchi ha scatenato anche altri messaggi di irrisione e di odio.
Lo staff di Sassoli ha detto che, durante la malattia, «si erano diffuse in rete deliranti malevolenze su Covid e affini» e che la scelta di Sassoli era stata quella «di non replicare, di non inasprire i toni». Enrico Mentana, direttore del Tg La7, ha definito «ignobili esseri, vigliacchi» gli autori di alcuni messaggi su Twitter da parte di no vax che attribuivano la scomparsa di Sassoli alla terza dose di vaccino.

https://www.corriere.it/esteri/22_gennaio_12/sassoli-mieloma-no-vax-788287cc-7372-11ec-947d-d1048d2c4770.shtml adria

14 Gennaio 2022Permalink

9 maggio 2021 – Dal 25 aprile al 9 maggio- Un viaggio nel tempo , difficile ma non impossibile

Anniversario della Liberazione            domenica, 25 Aprile

Il 25 aprile è sempre stata una festa bella .
Al momento ufficiale di piazza libertà seguiva il  trasferimento a piazza 26 luglio.
Al centro il monumento che,  quando lo si pratichi all’interno,  svela uno spazio simbolico prezioso, dominato da una scritta di Piero Calamandrei che ricopio

« Quando io considero questo misterioso e miracoloso moto di popolo, questo volontario accorrere di gente umile, fino a quel giorno inerme e pacifica, che in una improvvisa illuminazione sentì che era giunto il momento di darsi alla macchia, di prendere il fucile, di ritrovarsi in montagna per combattere contro il terrore, mi vien fatto di pensare a certi inesplicabili ritmi della vita cosmica, ai segreti comandi celesti che regolano i fenomeni collettivi, come le gemme degli alberi che spuntano lo stesso giorno s’accorgono che è giunta l’ora di mettersi in viaggio. Era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini.»

Il monumento fu inaugurato nel 1969,  dopo non poche discussioni.
Calamandrei era scomparso nel 1956  quindi nessuna malizia nell’accettare il neutro universale dell’espressione uomini (il politicamente corretto è importante ma va praticato con una capacità di storicizzazione e senza fanatismi).
Voglio piuttosto soffermarmi sul « vivere da uomini», sottolineando il significato di una lotta di liberazione cui si deve  il tempo opportuno  per scrivere la Costituzione della Repubblica, un testo che si  proietta al futuro,  cui appartiene anche il nostro presente.
Quindi siamo eredi e nel contempo ‘signori’ di quel testo che sta a noi vivere e trasmettere.

Se non c’è figlio non c’è mamma
e se non c’è mamma non c’è bambino

In quel testo c’è un articolo, l’articolo 3,  che indica principi fondamentali, che nascono dalla dignità consapevole che ogni essere umano può scoprire nel fondo di sé, quei principi che la scritta di Piero Calamandrei ricorda nella sintesi straordinaria dello scritto: « l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini.»

Ma oggi non mi basta la sintesi e ricopio l’intero articolo con rimandi ad altri della Costituzione  e soprattutto nell’angoscia che mi prende pensando ai tradimenti che  si propongono  in una fase oscura della nostra  vita che mi sento di definire tale ,  al di là di ogni melensaggine psicologica e fanatismo di coscienze  militarizzate.

Art. 3

« Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. »

Tradimenti .. appunto al plurale ma qui mi soffermo su un tradimento che si connette alla beffarda giornata della festa della mamma (incentivo al mercato … se mamma c’è).

Sappiamo (o fingiamo di non sapere,  scelta diffusa di una indifferenza praticata e furbescamente non proclamata)  che  dal 2009 la legge 94 (art. 1 comma 22 lettera G),  obbligando i migranti non comunitari a denunciare la nascita di un figlio in Italia presentando il permesso di soggiorno,  li espone al rischio che propongo con le parole  dell’11° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia.
 « Inoltre, sempre in riferimento alla Legge 94/2009, che ha introdotto il reato d’ingresso e soggiorno irregolare e successivo obbligo di denuncia per i pubblici ufficiali incaricati di pubblico servizio, è emerso il rischio di mancata registrazione alla nascita per i minorenni nati in Italia da genitori privi di permesso di soggiorno. Nonostante la Circolare esplicativa n. 19/2009 del Ministero dell’Interno, nonché la successiva Legge 67/2014 che ha depenalizzato il reato autorizzando il Governo a convertire la fattispecie in una sanzione   <…> la Legge 94/2009 continua a essere in vigore, rischiando di indurre in errore genitori in posizione irregolare, portandoli così a non provvedere alla registrazione alla nascita dei figli, per paura di essere identificati. »
(20 novembre 2020. Cap. 3.1  – diritto di registrazione e cittadinanza
Per opportuna verifica ecco il link in http://gruppocrc.net/documento/11-rapporto-crc/)

Non c’è verso di trasformare questa segnalazione in una trasparente e pubblica richiesta di modifica della legge che  abbia una forte visibilità e un pubblico riscontro, richiesta ovviamente  da proporsi  in forma associata riconosciuta  autorevole e non solo da singole persone che possono esser ignorate se non beffate.

Io so che nella piazza del 25 aprile 2021 ancora una  volta c’erano le condizioni perché si aggirassero i fantasmi di neonati umiliati a spie di chi, non potendo provvedere alla garanzia della loro esistenza giuridicamente fondata, non può dirsi genitore.

E io dovrei sentirmi a mio agio in una piazza inaccessibile a chi  come me è madre  ma in piazza non può dichiararsi tale perché una legge ha deciso che suo figlio non ha da essere?
Essere madri è un diritto – uguale per tutte – non un  privilegio

La crepa aperta nel nostro sistema da una norma infame se non  viene cancellata  ne aprirà altre:
è una deriva che  l’Europa ha già conosciuto in quelli che ritenevamo essere i suoi anni peggiori e, favoleggiavamo,  chiusi.
Possiamo ancora permetterci di considerarli i peggiori (per ora), sapendo però che non sono chiusi.

Per chi volesse sapere qualche cosa di più sul monumento alla Resistenza di Udine.

http://eliovarutti.blogspot.com/2016/06/marconi-spiega-il-monumento-alla.html

9 Maggio 2021Permalink

15 aprile 2021 –  La cittadinanza italiana  a Patrick  Zaki, nel ricordo di Giulio Regeni  

Al comunicato del 14 aprile  del Consigliere Regionale Furio Honsell unisco l’immagine della senatrice Segre pubblicata Ho un sogno n. 263

Commuove che alla seduta odierna di palazzo Madama abbia preso parte anche la senatrice a vita #LilianaSegre, confermando anche in questa occasione la propria caratura umana e civile.

Ritengo importante che analogo atto venga adottato anche dal #ConsiglioRegionale del #FVG e ci faremo pertanto portatori di una mozione in tal senso, non solo per difendere la persona di Patrick Zaki ma anche in omaggio al ricordo di #GiulioRegeni, vittima del medesimo brutale regime” ha dichiarato il consigliere regionale

Furio Honsell  di #OpenSinistraFVG.

Liliana Segre non sono  riuscita a isolare  l’immagine della senatrice Segre; per il momento quindi resta l’intero numero di Ho un Sogno

E prima di chiudere vengo a sapere e immediagamente copio

Liliana Segre presidente della commissione contro l’odio: standing ovation dei senatori

La senatrice a vita Liliana Segre è stata eletta presidente della commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio che si è riunita per la prima volta, dopo essere stata istituita nel nell’ottobre del 2019. Subito dopo la proclamazione è seguito un applauso di tutti componenti della commissione in piedi. “Sono profondamente emozionata perchè è tanto che penso che questa commissione sia qualcosa che sento profondamente e adesso cominciamo. Mi faccio da sola un grande coraggio per iniziare questo percorso, visto che ho 90 anni” ha dichiarato Segre

 

 

15 Aprile 2021Permalink

 14 aprile 2006  –  Liliana Segre, una grande donna in Senato e uno studente dell’università di Bologna in carcere.

UNA GRANDE DONNA ENTRA IN SENATO PER PRENDERSI PERSONALMENTE CURA DEL DIRITTO UMANO DI UN GIOVANE STUDENTE EGIZIANO.

Voglio  iniziare la ripresa del mio blog (bloccato da un po’ per la mia insipienza digitale ma non solo) trascrivendo  le  dichiarazioni della grande senatrice Segre che andrà in Senato nonostante il Covid associato ai suoi 90 anni.

” Ho firmato con profonda convinzione la mozione che chiede al governo di concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, detenuto senza alcuna motivazione e senza processo sin dal 7 febbraio 2020 nelle carceri egiziane. Oggi sarò presente in aula per appoggiare la mozione e la liberazione di Zaki“.
Si schiera così con lo studente dell’Alma Mater anche la senatrice a vita Liliana Segre.
“La sua detenzione senza processo è una violazione clamorosa dei diritti umani e civili che lo Stato democratico italiano non può accettare senza fare il possibile per ottenerne la liberazione”.

Cittadinanza a Zaki: si schiera Liliana Segre – Cronaca – ilrestodelcarlino.it

Aggiungo (ma non mi fermerò qui) un mio piccolo articolo sul n.263 di Ho un Sogno, un periodico locale, in cui scrivo della senatrice Segre, quando ancora non sapevo del su ritorno in Senato .

“Tu voltati, voltati sempre a guardare l’altro”
La senatrice Segre è una portatrice di memoria  inquietante . Lo è stata da  quando  è entrata in Senato il 7 giugno 2018  ricordando che  «il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha deciso di ricordare l’ottantesimo anniversario dell’emanazione delle leggi razziali, razziste, del 1938 facendo una scelta sorprendente: nominando quale senatrice a vita una vecchia signora, una persona tra le pochissime ancora viventi in Italia che porta sul braccio il numero di Auschwitz».
I senatori si alzarono in piedi applaudendo, tutti.
La vecchia signora non costituiva una minaccia: simbolo di un ricordo  ingombrante  ma  niente di più.  Molti di loro non si rendevano conto che la senatrice Segre veniva da un’esperienza trentennale di rapporto instancabile con i giovani  cui aveva offerto la conoscenza  non solo di una memoria ferita ma di una  testimonianza incisa nella carne: «  dovevamo cominciare a dimenticare il proprio nome … . Mi venne tatuato un numero sul braccio e dopo tanti anni si legge ancora bene, 75190 ».
E il ricordo si fa presente perché declinato in  parole che evocano l’attualità:  «Sono stata anch’io richiedente asilo, clandestina, respinta . Vivevamo immersi nella zona grigia dell’indifferenza. L’ho sofferta, l’indifferenza. Li ho visti, quelli che voltavano la faccia dall’altra parte. E anche oggi ci sono persone che preferiscono non guardare».
Il crescendo di un discorso  la porta a ricordare « quei tanti che, a differenza di me, non sono tornati dai campi di sterminio, che sono stati uccisi per la sola colpa di essere nati, che non hanno tomba, che sono cenere nel vento.  Salvarli dall’oblio non significa soltanto onorare un debito storico verso quei nostri concittadini di allora, ma anche aiutare gli italiani di oggi a respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e le sofferenze che ci circondano».
Quando la ‘tentazione dell’indifferenza’  si fa riferimento esplicito è troppo. Ci sono parole che nemmeno  la senatrice  Segre può permettersi di rendere attuali: « Mi rifiuto di pensare che oggi la nostra civiltà democratica possa essere sporcata da progetti di leggi speciali contro i popoli nomadi». E gli applausi dei senatori si fanno selettivi.
E’ difficile chiamare con il suo nome ogni olocausto  e proprio per questo  i nomi vanno ricordati non possono essere affogati nel grigiore dell’indifferenza  “Aktion T4, Porrajmos e Omocausto”.
Per sé non scuotono la coscienza come dovrebbero fare: l’indifferenza li colloca nello spazio del grigiore che li allontana.
Ma ancora una volta è Liliana Segre che offre lo strumento necessario per non renderci ammorbati dall’indifferenza, la forma più comoda del negazionismo.
Ricorda che durante una selezione si rese conto che Janine, la piccola francese che lavorava con lei alla fabbrica di munizioni e la seguiva nella fila di scheletri nudi quali ormai quelle donne erano , si era ferita e sarebbe stata eliminata. Ormai sapeva leggere gli sguardi e i cenni degli aguzzini.
Capì ma non  osò voltarsi per salutarla e se lo rimprovera ancora.
Una scheggia di umanità nella disumanità diventa l’indicazione dell’unica strada possibile:
« Tu voltati, voltati sempre a guardare l’altro »  perché ciò di cui non si nega la vista, esiste e va affrontato con  la dignità  degli sguardi che si incontrano. Non sempre succede.

C’è una connessione fra le due notizie? Nel mio intento sì e ne scriverò presto.

14 Aprile 2021Permalink