27 settembre 2024_ Gad Lerner Il Libano oggi

Gad Lerner a La7: “Mi spaventa la posizione dell’Occidente che lascia fare a Israele il ‘lavoro sporco’ convinto di trarre benefici” – Il Fatto Quotidiano

di F. Q. | 27 Settembre 2024

La posizione dell’Occidente è quella di lasciar fare a Israele il ‘lavoro sporco’, pur nella consapevolezza che non c’è mai stata una carneficina di civili tanto grande, in tutto il secolo scorso, quanto quella di questi 11 mesi. Ma lo sta facendo anche per noi, è il ragionamento. E le operazioni militari, che in pubblico non possiamo approvare, speriamo ci convengano”. Gad Lerner, ospite di Corrado Formigli a PiazzaPulitasu La7, ha analizzato ciò che sta facendo Israele in Medio Oriente e la posizione dei principali Paesi occidentali in relazione sia alla guerra a Gaza sia alle recenti operazioni militari in Libano. “C’è chi addirittura pensa di dare il colpo all’Iran. A me tutto ciò spaventa molto” ha aggiunto Lerner, “gli israeliani rispetto a un anno fa si sentono molto meno sicuri. E l’idea che con la forza militare si risolva la situazione in Libano è un’illusione”.

La7 – 27 Settembre 2024

 

27 Settembre 2024Permalink

23 giugno 2024_ Satnam   e il dilemma della bimba torturata

Domenica 23  giugno – La stampa
Satnam   e il dilemma della bimba torturata

Editoriale di Andrea Malaguti   (segue a pag. 24)
Il testo inizia con una citazione di Fëdor  Dostoevskij da I fratelli Karamazov:

« “Supponiamo  che per costruire l’edificio della felicità, della  pace e della tranquillità  degli uomini, tu dovessi torturare una sola bambina, magari quella che hai visto prima piangere battendosi il petto con il pugno, costruiresti quell’edificio?” No, non lo farei, disse piano Alesa. »

E continua il giornalista Malaguti

Alla domanda che Ivan Karamazov  pone  al fratello Alesa abbiamo risposto uno stentoreo sì quando siamo nati. Alcuni senza saperlo. La  maggior parte di noi , diventando adulti, facendo finta di non sapere. Ce  ne freghiamo  se la bambina che piange viene torturata . Ci servono gli invisibili per continuare a vivere  come ci piace, per tenere bassa l’inflazione, per trovare la tranquillità che resta nel sempre più fragile e declinante edificio della civiltà  Occidentale.
I rider, quelli che si trovano all’alba in bicicletta  davanti alla stazione di Milano  e che ci portavano il cibo a casa durante il lockdown, i lavoratori della parte deteriore della logistica d’assalto che ci permettono con un’app di avere tutto e subito a prezzi di saldo, e, soprattutto, gli schiavi dei campi che ci fanno trovare pomodori freschi al supermercato e nei ristoranti.

Continua

Il testo è molto lungo e lo copierò  pian piano per conservarlo nel mio blog che è la mia memoria storica.
Qui posso solo consigliarne la lettura (quando le edicole chiudono a  Udine c’è la Biblioteca )

E ora continuo  io

A  Ivan abbiamo già detto SI’  per le ragioni elencate nel breve passo dell’editoriale di  Andrea Malaguti  trascritto sopra e  anche  per i nati cui   a precise condizioni – e facendoci beffa  del primo comma dell’arto 3 della Costituzione – abbiamo negato la registrazione dell’atto di nascita. approvando  la legge n. 94 Disposizioni in materia di sicurezza pubblica n. 94
L’articolo che ci interessa nel coacervo di norme di quella legge è l’art. 1, comma 22 lettura G.
Prego tutti coloro che  sono  presi dall’impegno di superare la legge Bossi Fini di ricordare che la norma che cito non è la Bossi Fini, legge  che richiede evidentemente una radicale revisione

Ed ecco infine il negletto comma 1 dell’art.  3della Costituzione.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale  e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua , di religione , di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

 

23 Giugno 2024Permalink

12 maggio 2024 _ Madri non festeggiabili per legge

Pier Paolo Pasolini  “Supplica a mia madre”

 

È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

 

Poesia scritta nel 1962  pubblicata nel 1964

Pasolini affida a sua madre la sua diversità.

Volevo pubblicare  questa poesia nel mio blog il 17 maggio, la data scelta per ricordare che proprio quel giorno nel  1990 l’Organizzazione mondiale della sanità aveva tolto  l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.
L’ho fatto oggi, 12 maggio, festa delle mamme strumentalizzate al successo del commercio d’occasione.
Soffocate da immagini di appropriati regali, non ricordiamo che la festa non è universale: ne sono escluse le mamme non comunitarie (ed  evidentemente anche i padri) che , costrette dalla legge 94/2009 a denunciare la nascita di una figlia/o in Italia presentando il permesso di soggiorno, possono essere indotte a non provvedere ad assicurare un’esistenza giuridicamente  riconosciuta alla creatura che hanno partorito per non manifestarsi prive di quel documento (e perciò irregolarmente presenti nel nostro stato con tutto ciò che ne consegue per loro e per la loro famiglia).

Preciso che la legge 15  luglio 2009 Disposizioni in materia di sicurezza pubblica
affronta la scelta negazionista  del  nato ( e quindi della maternità e della paternità ) nell’articolo 1 comma 22 lettera G .
Per una precisazione storica la legge  venne   approvata nel tempo del IV governo Berlusconi  con voto di fiducia voluto all’allora Ministro dell’Interno  Roberto Maroni

12 Maggio 2024Permalink

5 maggio 2024 _ Guerra anche ai neonati . E’ gratuita per i bilanci. Solo le vittime pagano il prezzo

5 maggio 2024–  Oggi nella rassegna stampa di Prima Pagina (Rai Radio 3 mattina 7.15-8.40)  è stato segnalato un articolo  pubblicato  da La Stampa , una segnalazione che  mi  ha riproposto il problema dei nati in Italia, ridotti a fantasmi perché è loro negato  per legge. il nome che assicura la certezza giuridica della loro esistenza
Ho chiamato per dirlo nel dibattito che segue la rassegna .
La centralinista mi ha risposto. Ha segnalato la mia richiesta ma non sono stata richiamata.  E allora scrivo.
Nel  2009  è stata approvata una legge  che io considero una atto di guerra, una guerra di parola più violente delle armi
Contraddice infatti la
 Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989, Convenzione  ratificata con LEGGE 27 maggio 1991, n. 176 Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre .
Leggiamo all’art. 7
«1. Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto ad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori ed a essere allevato da essi.»

Il rispetto di tale norma  era assicurato dalla legge  6 marzo 1998, n. 40 (cd Turco Napolitano) che  all’art 6 comma 2  affermava  che per la registrazione degli atti di stato civile,  e quindi per la registrazione delle nascite,  ai genitori che si prenotassero allo sportello anagrafe del comune di pertinenza non dovesse essere c chiesto il permesso di soggiorno o altro documento attestante la regolarità del soggiorno.
Purtroppo nel 2009 la legge 94 (art, 1 comma 22 lettera g)  cancellò  questa norma assimilando la richiesta della registrazione dell’atto di nascita a ogni altra richiesta presentata da cittadini non comunitari e quindi pretendendo la presentazione  del documento attestante la regolarità della  loro presenza  anche per  i  genitori che chiedessero di registrare un atto di nascita. .
Per correttezza devo riconoscere che il consigliere regionale Furio Honsell – insieme a qualche altro consigliere di opposizione  in FVG- aveva presentato  nel 2022 una proposta di legge nazionale in materia che  venne bocciata dalla maggioranza , confortata certamente dal silenzio della società civile.

Chi voglia leggere l’articolo cui faccio riferimento potrà giovarsi del testo che segue: l’ho diligentemente copiato avendo questa mattina fallito nel proporne il link che contavo portasse al testo.
L’autrice dell’articolo nomina  Putin e  a una sua collaboratrice  ma non è questo che mi interessa (anche se qualcuno ne userà per schierarsi  su uno dei fronti bellici nella guerra russo -ucraina: a me per questo problema  basta il fronte italiano dove adulti titolati scelgono a propria vittima i neonati).
Quello che mi interessa è la palese  significatività dei diritti proprie e personali del nato tali da  appartenere alla  valutazione del Tribunale internazionale dell’Aia e che non  possono invece  ridursi a un’espressione di anime belle,  liete di manifestare i propri benevolenti sentimenti, come accade.
Premetto all’articolo che ho trascritto  una nota sulla giornalista che l’ha firmato e aggiungo in calce qualche altra nota a dimostrazione dell’esistenza delle persone nell’articolo nominate , esistenza che ho voluto verificare.
L’articolo si esercita soprattutto sul concetto di cittadinanza.
In Italia siamo  più  radicali e cominciamo dalla nascita.

Anna Zafesova (in russo Анна Зафесова?Mosca1969) è una giornalista e traduttrice russa con cittadinanza italiana.

È stata corrispondente da Mosca per La Stampa fino al 2004, collaborando inoltre con Il Foglio ed altre testate.
Nel 2022, vince il 12º Premio Cerruglio per il suo libro Navalny contro Putin  e il Premio Ischia giornalista dell’anno carta stampata.

5 maggio  2024 _  DOMENICA _ LA STAMPA  pag. 4.  Primo Piano
Anna Zafesova  Nel Lugansk occupato è vietato nascere ucraino.

Da lunedì, i neogenitori della regione di Lugansk, potranno uscire da un ospedale di maternità insieme al loro pargolo soltanto dopo aver dimostrato che almeno uno dei due possiede un  passaporto russo.
In caso contrario,  il neonato verrebbe ‘confiscato ‘ alla famiglia , almeno a quanto sostiene  Artem Lyshor  il responsabile dell’amministrazione della regione ucraina.
In altre parole nei territori occupati alla Russia si potrà nascerne soltanto come russi,  almeno potenziali,  e prima di partorire la coppia  dovrà rinunciare alla cittadinanza ucraina.   Una regola che, secondo le autorità di Kiev, farebbe scattare l’accusa di ‘genocidio ‘ ,  in base all’art. 3 della Convenzione sul  genocidio che vi fa ricadere  «  anche le misure  intese a prevenire nascite all’interno del  gruppo perseguitato ».

Il territorio del  Lugansk è quasi interamente sotto occupazione russa , in alcune zone già dal 2014 , e  Lyshor in nome del governo ucraino soltanto sulla carta.  Di conseguenza an che l’Institute  for the Study of  War (Isw)  ,  che riporta la notizia sull’imposizione della cittadinanza russa ai neonati della regione,  fa la permessa     «in caso  la notizia fosse stata riferita accuratamente».  Nulla di impossibile , comunque: lo stesso rapporto dell’Isw menziona una serie di atti sulla « integrazione forzata di cittadini ucraini nel sistema russo »  nei territori occupati: soltanto negli ultimi giorni  diverse famiglie ucraine sono state spostate  dalla regione di Kherson  verso la Crimea o altre zone sotto controllo  russo , più lontano dal fronte,  e civili dalla regione di Zaporizhzhia  sono stati deportati dall’altra parte del confine, a
Rostov-sul Don. Le stesse autorità d’occupazione russe hanno pubblicato anche la notizia  sullo spostamento i decine di ragazzi di  Kherson nel campo giovanile ‘Oceano”’, dall’altra parte del mondo , vicino a Vladivostok,  dove quest’anno dovrebbero venir inviati 200 ragazzini ucraini che , secondo le testimonianze di chi ci è già passato, vengono inviati al militarismo russo e invitati a iscriversi in scuole nella Russia profonda.

Le pressioni sulla popolazione dei territori ucraini occupati per costringerla a scegliere  la cittadinanza  russa sono numerose:  dai problemi burocratici nell’accesso al welfare o alle scuole all’assistenza medica : in alcune zone, i malati di diabete che insistevano per restare ucraini venivano minacciati di rimanere senza insulina.  Fin dall’inizio dell’invasione russa il bersaglio principale sono stati i bambini: l’Ucraina accusa Mosca di aver deportato  illegalmente in Russia più di 20.000 minorenni , di  cui alcune migliaia di orfani. Molti di loro sono stati adottati  con procedure accelerate: il leader del partito Russia Giusta  Sergey  Mironov  ,  uno dei più accesi sostenitori del puntinismo, ha preso una bambina di 11 mesi  , Margarita  Prokopensko,  nonostante lei avesse  due fratelli  e una madre adottiva in Ucraina .  Alla bambina è stato cambiato il nome e il luogo di nascita, per farla risultare russa. Stessa sorte è toccata a Vania , un bambino di Donetsk, la cui storia è stata svelata pochi giorni fa dalla stessa tv russa in esilio Dozhd : nonostante avesse una sorella maggiore è stato consegnato a una  famiglia russa.
La madre adottiva ha raccontato davanti alle telecamere che Vania, che ora ha 6 anni, aveva insistito a lungo a ripetere il suo  vero cognome :  « Ma ora è  tranquilla quando dice il mio cognome , ormai si sta dimenticando la sua  vita precedente» , ha spiegato soddisfatta.
E’ stato proprio il crimine della deportazione di bambini  ucraino in Russia a meritare a Vladimir Putin e alla sua commissaria per i diritti dei minori MariaLvova-Belova , l’incriminazione al Tribunale internazionale dell’Aja il mandato di cattura che ora  impedisce al presidente russo di viaggiare  in mezzo mondo.
Forse è stata anche questa umiliazione  a spingere ieri il Cremlino a di chiarare “ricercati” – per reati non meglio specificati  Volodymyr Zaleski , il sui predecessore alla presidenza  Petro Poroshenko e una serie di altolocati comandanti militari ucraini.  Mandati che ovviamente non avranno alcun valore giuridico  internazionale, a differenza  di quello per Putin e Lvova-Belova , che proprio pochi giorni fa è stata accusata della deportazione in  Russia  anche di disabili mentali ucraini ,  che vengono affidati all’ospizio diretto da sua sorella .

Intanto l’operazione di cancellare  l’Ucraina dalla memoria  prosegue  non soltanto nei confronti degli orfani del Donbass , ma di tutti i russi: la lezione di propaganda settimanale: «Conversazioni importanti » che si terrà lunedì in tutte le scuole russe è dedicata all’anniversario della vittoria sul nazismo ,  ma dai materiali didattici  pubblicati dal ministero dell’Istruzione  manca qualunque menzione degli ucraini tra i popoli  che hanno  combattuto contro al Germania di Hitler.

Il link che segue porta a una pagina del mio blog risalente  al 2i marzo 2023
21 marzo 2023 _ Nascono per essere rifiutati dalla crudeltà opportunista rafforzata dal pregiudizio (diariealtro.it)

Le note sui nomi di persone che appaiono nell’articolo copiato: 

Wikipedia  https://en.wikipedia.org/wiki/Artem_Lysohor

Artem Lysohor – Wikipedia

WEBPolitical party. Independent. Artem Volodymyrovych Lysohor ( Ukrainian: Артем Володимирович Лисогор; born on 26 April 1983), is a Ukrainian public and political  Political party: Independent

Sergej Michailovič Mironov (in russo Серге́й Миха́йлович Миро́нов?Leningrado14 febbraio 1953) è un politico russo, presidente del Consiglio Federale e della camera alta del parlamento russo dal 2001 al 2011. È leader del partito Russia Giusta presso il parlamento russo.

Dožd‘ (Дождь, “Pioggia”, conosciuta anche come Dožd’ – (The) Optimistic Channel) è un canale televisivo indipendente russo, posseduto da Natal’ja Sindeeva. Dožd’ si concentra sulle notizie, esperimenti, concerti live, discussioni, cultura, politica, rapporti economici e documentari. Il motto del canale è “parla di cose importanti con coloro che sono importanti per noi

Petro Oleksijovyč Porošenko è un imprenditore e politico ucraino, presidente dell’Ucraina dal 2014 al 2019, Ministro degli affari esteri dal 2009 al 2010 e Ministro del commercio e dello sviluppo economico nel 2012. [al 2007 al 2012 ha diretto il Consiglio della Banca Nazionale dell’Ucraina

 

 

5 Maggio 2024Permalink

21 marzo 2024_ A quando in Italia una legge sulla libertà religiosa?

Monfalcone, il Consiglio di Stato alla sindaca Anna Maria Cisint: “Trovi stabili alternativi per la preghiera dei musulmani”

Il provvedimento a favore delle associazioni Darus Salaam e Baitus Salat. L’anno scorso la decisione di sfrattarle da due loca

Il Consiglio di Stato ha accolto gli appelli cautelari delle associazioni culturali islamiche Darus Salaam e Baitus Salat di Monfalcone e nell’ordinanza precisa che “l’amministrazione (comunale, ndr) è tenuta a individuare, in contraddittorio con gli interessati e con spirito di reciproca e leale collaborazione, siti alternativi accessibili e dignitosi per consentire ai credenti l’esercizio della preghiera”. Fissando un tavolo di confronto entro 7 giorni. Il contenzioso tra Comune e associazioni riguardava due immobili usati per le preghiere, per i quali era stato ordinato il ripristino della destinazione d’uso con relativo sfratto delle associazioni di fede musulmana. Era sta la prima cittadina della città friulana, Anna Maria Cisint, a vietare l’anno scorso a vietare alle due associazioni di riunirsi per la preghiera nei due stabili.

NB: cfr pagina del  14  marzo:  Pregare a Monfalcone non è cosa semplice.

 

https://www.repubblica.it/cronaca/2024/03/21/news/monfalcone_consiglio_di_stato_sindaca_anna_maria_cisint_associazioni_musulmane-422352194/

21 Marzo 2024Permalink

16 marzo 2024 – 16  marzo  1978.  Rapimento di Aldo Moro

Oggi apro con un ricordo che darà il titolo alla pagina del mio blog (la mia memoria storica)
Contiene anche altro che trasferirò su fb perché è  l’unico mezzo con cui riesco a documentare pubblicamente ciò che penso sperando di aprire un dialogo e di trovare una condivisione efficace.

16  marzo  1978.  Rapimento Aldo Moro   –
La salma del politico assassinato fu ritrovata il  9 maggio.
E fu la fine del  “compromesso storico”
Non è un commento ma solo un dato di fatto su cui oggi non mi soffermo.

Ieri sera, guardando la trasmissione Tv Propaganda Live,    ho ascoltato un accorato racconto di don Ciotti (link) che,  nel corso della sua presenza  alla prima commemorazione della strage di Capaci  (1992) ,  aveva condiviso il  dolore di una  donna, la madre di Antonio Montinaro, poliziotto della scorta Falcone. Mentre venivano pronunciati i nomi dei morti illustri la donna  chiedeva: “perché non quello di mio figlio”?
Da lì la riflessione di don Ciotti che insisteva, con la passione che gli è propria, sul dovere della pronuncia dei nomi delle vittime, a prescindere dal loro ‘rango’. E’ una cosa che  si fa , per esempio, nel ricordo  della strage di Bologna.

A me  quella donna in lagrime ha fatto venire in mente le madri cui è negata la documentazione dell’atto di nascita di una figlia/di un figlio nati in Italia  nei registri di stato civile .
La tragica , indegna decisione appartiene  alla legge 94/2009 (art. 1 comma 22 lettera g) . Quella norma abrogò la precedente  che, inserita  nella legge 40/1998 (cd Turco Napolitano), dichiarava non dovesse essere richiesto il permesso di soggiorno (o altro titolo equipollente) a  coloro che si presentassero  a registrare la nascita  di un proprio figlio in Italia.
Così,  dopo l’approvazione con voto  di fiducia della legge 94 citata sopra, lo sportello dell’anagrafe comunale diventava un muro per chi, sapendosi irregolare, non avrebbe osato  esporsi tale davanti a un ufficiale di stato civile.
La  legge  174/1991, ratifica della Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza,  dichiara il superiore interesse del fanciullo e quindi il suo diritto ad avere un certificato di nascita che ne attesti la presenza giuridicamente riconosciuta nel nostro stato, prescindendo da – quale che sia –  condizione dei suoi genitori (art. 3 della Costituzione).
Persino al governo di allora (Quarto Berlusconi, ministro dell’interno Maroni ) fu  chiara la contraddizione   di  quella norma con norme internazionali vincolanti.
Quindi  lo stesso  ministero dell’interno  emanò  immediatamente  una circolare  (n. 94/2009 )  che, in relazione alle nascita,  interpretava la legge affermando che non si debba chiedere il permesso di soggiorno  ai migranti non comunitari  che  si presentino all’anagrafe a dichiarare la nascita di un figlio.
Ora, constatata la neghittosità  parlamentare in vista della modifica della legge e, soprattutto,  l’indifferenza della società civile  di fronte a una legge che può produrre solo vittime invisibili  (e quindi comodamente   inesistenti) non resta che garantirsi della consapevolezza dei comuni che li porti a rispettare senza eccezioni il dettato della circolare 19.
Rispetto significa anche una  azione di informazione pubblica e capillare che significhi rassicurazione tale da  permettere ad ognuno / a degli interessati di superare il muro interiore della paura di esporsi di fronte a un Ufficiale di stato civile.

 

 

16 Marzo 2024Permalink

27 gennaio 2024 _ Quando le memorie si intrecciano

Giusti fra le nazioni nella ex Jugoslavia

i  tre racconti che potrete leggere con il link in calce mi sono stati offerti da Božidar Stanišić che così ci dice di sé:
“ nato a Visoko (Bosnia, 1956), è laureato in letterature degli slavi meridionali a Sarajevo. Insegna fino al 1992, quando fugge dalla guerra civile rifiutandosi di indossare qualunque tipo di divisa. Arriva in Italia e, aiutato dal Centro Ernesto Balducci, trova la residenza a Zugliano (Udine), dove con la famiglia vive tuttora”.
Oggi lavora e continua a scrivere.  Ha pubblicato  molti lavori di di narrativa e saggistica
La bibliografia è ampia  ed è accessibile on line

Olocausto: i Giusti tra le nazioni in Jugoslavia / Balcani / aree / Home – Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (balcanicaucaso.org)

27 Gennaio 2024Permalink

27 novembre 2023 _ Per la dignità dei bambini invisibili per legge e dei loro genitori

Spero che  il mio promemoria serva anche ad altri e perciò lo trasferirò in Facebook

PROPOSTA DI LEGGE NAZIONALE N. 2

<<Modifica all’articolo 6 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), in materia di obbligo di esibizione dei documenti di soggiorno>>

Presentata dai consiglieri HONSELL, MORETTI, MORETUZZO, CAPOZZI, BULLIAN, CARLI, CELOTTI, CONFICONI, COSOLINI, FASIOLO, LIGUORI, MARTINES, MASSOLINO, MENTIL, PELLEGRINO, PISANI, POZZO, PUTTO, RUSSO

il 22 novembre 2023

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

Appare molto grave che l’Italia non abbia ancora raggiunto sul piano legislativo il Target 16.9 dell’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, ovvero “Entro il 2030, fornire l’identità giuridica per tutti, compresa la registrazione delle nascite”[1].

Vige ancora, infatti, quanto introdotto dalla Legge 15 luglio 2009, n. 94 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”, all’articolo 1, comma 22, lettera g), ovvero la modifica del comma 2 dell’articolo 6 del “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”, di cui al Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, emanato ai sensi della Legge 40/1998 c.d. Turco-Napolitano. Questa era norma di civiltà che prevedeva che per i provvedimenti inerenti agli atti di stato civile o all’accesso a pubblici servizi non fosse necessario esibire il permesso di soggiorno. Per capire fino in fondo l’importanza di questa norma, ora abrogata, è sufficiente riflettere sulla circostanza che tutti i servizi di sostegno alla persona si fondano sulla premessa che la persona possa essere identificata e se ne possano quindi verificare le condizioni per assicurare l’esercizio dei diritti che a quella persona appartengono; tuttavia, senza una certificazione di nascita, una persona è semplicemente considerata «giuridicamente inesistente».

Né va sottaciuto l’articolo 22 della Costituzione che recita “Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome” e l’art. 1 del Codice Civile che recita “La capacità giuridica si acquista al momento della nascita”: ciò nel rispetto dell’art. 10 della Costituzione “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”.

Va rilevato altresì che l’Italia con la Legge 27 maggio 1991, n. 176 “Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del fanciullo” (New York, 20 novembre 1989) ha ratificato una convenzione internazionale in assoluta contraddizione con l’articolo 1 comma 22 della Legge n. 94 del 15 luglio 2009.

Questa Proposta di Legge Nazionale vuole, ripristinare quell’aspetto della norma abrogata nel 2009, per quanto concerne il diritto, a nostro avviso inalienabile, dei bambini ad avere una certificazione anagrafica anche quando i genitori siano migranti privi del permesso di soggiorno. Riteniamo, infatti, che la certificazione anagrafica, al pari di altri atti di stato civile e dei provvedimenti inerenti all’accesso ai pubblici servizi, debba essere considerata comunque un diritto fondamentale e inviolabile, che deve prescindere dalla condizione di irregolarità dei propri genitori, come peraltro richiede la stessa Agenda 2030 che individua proprio nel rispetto dei diritti fondamentali una delle condizioni per lo sviluppo sostenibile. Il 7 agosto 2009, il Ministero dell’interno – Dipartimento per gli affari interni e territoriali, ha adottato la circolare n.19/2009, interpretativa del citato comma 2 dell’articolo 6 del Testo unico di cui al Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, che però si è rivelata priva della forza giuridica necessaria a dare certezza giuridica a queste fattispecie in modo uniforme in tutto il territorio nazionale, e quindi insufficiente a convincere i migranti irregolari a riconoscere i propri figli per non rischiare l’espulsione o altre gravi forme di penalizzazione.

La presente Proposta di Legge intende, quindi, ripristinare una norma di civiltà. Basti pensare a quanti italiani, tra gli anni sessanta e settanta, hanno dovuto trovare dolorose soluzioni, scegliendo
di ridurre i propri figli in clandestinità o di separarsene in quanto lavorando come stagionali
in Svizzera non era loro consentito di tenere con sé i propri figli.

Si tratta del fenomeno dei cosiddetti «bambini nascosti» o «bambini clandestini», cioè di bambini talvolta lasciati ai nonni in Italia anche per lunghissimi periodi, costretti a vedere i propri genitori solo una o due volte l’anno oppure, più spesso, semplicemente nascosti dai propri genitori, al fine di evitare la separazione, con la grave conseguenza di essere privati di ogni diritto nel Paese di destinazione.
Questa Proposta di Legge Nazionale è molto semplice ma permette all’Italia di raggiungere un target molto importante dell’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 ONU. Consiste nel semplice inserimento delle parole che non prevedono più l’esibizione del permesso di soggiorno per gli atti riguardanti la registrazione dell’atto di nascita e la filiazione. Si aggiunge anche l’atto di matrimonio in quanto con Decisione n. 245 del 25 luglio 2011 la Corte Costituzionale ha dichiarato parzialmente illegittima la disposizione contenuta nell’articolo 116 del Codice Civile, come modificato dall’articolo 1, comma 15, della Legge 15 luglio 2009, n. 94, la quale impone allo straniero di possedere un regolare permesso di soggiorno per potersi sposare in Italia. Dunque è un mero recepimento della sentenza della Corte Costituzionale.
Sono numerosi i motivi per i quali si ritiene importante che il Consiglio Regionale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia faccia propria una Proposta di Legge Nazionale sulla tematica dei bambini invisibili. In primo luogo vi è una forte sensibilità da parte di varie personalità, associazioni e realtà culturali ed educative in regione sul tema dei diritti civili, molto attive su questo tema.
Cito solo a titolo d’esempio, Augusta De Piero (prima vice-presidente donna del Consiglio Regionale della VI legislatura) che ha promosso numerose campagne, l’Università di Udine che cura il portale equal sul diritto antidiscriminatorio presso il Dipartimento di Scienza giuridiche, l’associazione Movimento Focolarini FVG e una serie di associazioni che afferiscono alla cd. Rete Dasi, Gruppo FVG-Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, ecc.

Lo stesso Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità nella seduta n. 97 del 01 ottobre 2019, la Mozione n. 92 dal titolo “Sull’ottenimento del certificato di nascita per figli nati in Italia da persone non comunitarie irregolari”, e successivamente l’Ordine de Giorno n. 106 dal titolo “Attivazione di attività di informazione rivolte agli EE. LL e alla cittadinanza su riconoscimento dell’integrale esistenza giuridica di ogni soggetto nato in FVG” in sede di approvazione della Legge Regionale n. 26 del 2020 “Legge di Stabilità 2021”, che prevede l’impegno dell’amministrazione regionale a realizzare una campagna informativa rivolta agli Enti Locali per promuovere l’applicazione della circolare interpretativa n. 19/2009 del Ministero dell’Interno riferita alla Legge 15 luglio 2009, n. 94.  Inoltre per la posizione geografica che riveste, il Friuli Venezia Giulia ha sempre svolto un ruolo importante nei processi migratori che vedono come meta l’Italia, sia relativamente alla cosiddetta “rotta balcanica” che più recentemente in occasione degli eventi bellici in Ucraina.

Il Friuli Venezia Giulia è pertanto la regione presso la quale la maggior parte dei migranti dal Kossovo, dalla Siria, dall’Afghanistan, dal Pakistan, presenta la richiesta di asilo. Molto alto è anche il numero di lavori stranieri temporanei in questa regione: a Monfalcone ed in altri centri industriali. Infine da decenni vi è stato un flusso e una presenza costante di parecchie centinaia di Minori Stranieri non Accompagnati in Friuli Venezia Giulia e quindi delle problematiche relative al loro inserimento raggiunta la maggiore età. La nostra Regione è dunque più esposta di molte altre regioni italiane ai rischi di mancate registrazioni alla nascita.

Art. 1  (Modifica all’articolo 6 del Decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286)
Al comma 2 dell’articolo 6 del Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), dopo le parole <<carattere temporaneo,>> sono inserite le parole << per quelli inerenti alla registrazione della dichiarazione di nascita, alla filiazione, alla registrazione di matrimonio,>>.

 

La  mia lettera ai  consiglieri firmatari

Gentili consigliere e consiglieri  regionali che avete firmato la pdln 2.

<<Modifica all’articolo 6 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), in materia di obbligo di esibizione dei documenti di soggiorno>>.

Voglio dire il mio grazie ad ognuna e ognuno  di voi per questa iniziativa, una misura di civiltà che  testimonia un  impegno responsabile e consapevole
Nel 1998, quando la legge 40  istituì il permesso di soggiorno, stabilì  fra le eccezioni al dovere di presentare documentazione riguardante il soggiorno , la registrazione degli atti di stato civile e, segnatamente ,  la registrazione delle nascite in  Italia dei figli di migranti non comunitari su  cui  ora si misura la vostra proposta comune .
E quella proposta si è resa necessaria perchè nel 2009 venne negato  quanto precedentemente stabilito e l’eccezione che ho sopra descritto fu soppressa.
In questi lunghi 14 anni che ci separano dall’imprensibile modifica  della legge (modifica, si badi bene, introdotta con voto di fiducia) , ci sono stati movimenti che hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema .
La sensibilizzazione però può provocare  buoni  sentimenti non buone pratiche  efficaci, tali da assicurare ad ogni nato in Italia la certezza di un’esistenza riconosciuta .  Per arrivare a tanto è necessaria  una legge e la vostra proposta, se approvata, offre al parlamento  l’occasione per impegnarsi finalmente in questo compito
Per indirizzarvi  questo  messaggio ho guardato nel sito della regione  le pagine di tutte e tutti voi  dove, fra le vostre attività, è menzionata la proposta di legge nazionale n. 2

L’impegno personale arricchisce l’impegno politico e si colloca a mio parere nel quadro di un’etica condivisa  che la nostra Costituzione ben delinea

<<La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale>>.

Cordialmente
Augusta De Piero

 

27 Novembre 2023Permalink

17 novembre 2023 _ Storia di un olocausto strisciante: i bambini vittime in pace e in guerra_ 2

16 novembre 2023      Nuovo pacchetto sicurezza: tutte le novità del decreto

La premier ha incontrato a Palazzo Chigi le organizzazioni sindacali e le rappresentanze del personale di Forze Armate, Forze di Polizia e Vigili del Fuoco.

Dai punti chiave elencati e visibili a chi legge il testo linkato accessibile anche audio
 copio il passaggio che segue e associo  alla norma , più volte descritta in questo mio blog, che  dal 2009 nega con un raggiro la registrazione anagrafica ai figli dei sans papier

Esecuzione della pena in caso di detenute madri

Previsto un regime più articolato per l’esecuzione della pena per le donne condannate quando sono in stato di gravidanza o sono madri di figli fino a tre anni. Non è più obbligatorio il rinvio dell’esecuzione della pena, ma è mantenuta tale facoltà in presenza dei requisiti di legge. Tra gli elementi che possono influire nella valutazione del giudice ci sarà, per esempio, la recidiva. È stata poi prevista la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età).

Una nota personale che sembra chiudere il cerchio della mia vita politica:
da consigliera comunale ignara ma non prostrata all’innocenza fasulla del consueto “non lo sapevo, non avevo capito ” il primo caso di cui mi occupai  (era il 1976 o 1977) fu quello delle madri in  carcere con i minori a Udine.  Ne ricevetti una robusta sberla da personaggi tanto istituzionali quanto vili per cui capii l’importanza che avevano  per  ‘lor signori’  i minori sgraditi  a causa della loro origine e fu il primo incoraggiamento a proseguire come ho fatto in varie circostanze. Perciò continuai  fino ad approdare  al beffato e negletto provvedimento che ostacola  con un raggiro la registrazione anagrafica ai figli dei sans papier , un  provvedimento che piace a politici, società civile e persino ai vescovi  italiani che nel loro sinodo sulla famiglia (CEI 2015) hanno consapevolmente scelto il silenzio sulla criticità della negata registrazione anagrafica ai nati in Italia , figli di migranti non  comunitari irregolari.
I primi senza nome per legge,  un’abile beffa all’articolo 3 della Costituzione

Nuovo pacchetto sicurezza: tutte le novità del decreto – Il Sole 24 ORE

17 Novembre 2023Permalink

11 ottobre 2023 – Una voce grande: Gideon Levy

Gideon Levy, firma prestigiosa di Haaretz, a suo tempo arrivato in Israele facendo l’aliyah:
Gideon Levy: “Israele punisce i palestinesi dal 1948, senza fermarsi un attimo”
Dietro tutto quello che è successo, l’arroganza israeliana. Pensavamo che ci fosse permesso fare qualsiasi cosa, che non avremmo mai pagato un prezzo o saremmo stati puniti per questo.
Continuiamo senza confusione. Arrestiamo, uccidiamo, maltrattiamo, derubiamo, proteggiamo i coloni massacrati, visitiamo la Tomba di Giuseppe, la Tomba di Otniel e l’Altare di Yeshua, tutto nei territori palestinesi, e ovviamente visitiamo il Monte del Tempio – più di 5.000 ebrei sul trono.
Spariamo a persone innocenti, caviamo loro gli occhi e spacchiamo loro la faccia, li deportiamo, confischiamo le loro terre, li saccheggiamo, li rapiamo dai loro letti, effettuiamo la pulizia etnica, continuiamo anche l’irragionevole blocco di Gaza, e tutto andrà bene.
Costruiamo un’enorme barriera attorno alla Striscia, la sua struttura sotterranea costa tre miliardi di shekel e siamo al sicuro. Ci affidiamo ai geni dell’Unità 8200 e agli agenti dello Shin Bet che sanno tutto e ci avviseranno al momento opportuno.
Stiamo spostando metà dell’esercito dall’enclave di Gaza all’enclave di Huwara solo per garantire le celebrazioni del trono dei coloni, e tutto andrà bene, sia a Huwara che a Erez.
Poi si scopre che un primitivo, antico bulldozer può sfondare anche gli ostacoli più complessi e costosi del mondo con relativa facilità, quando c’è un grande incentivo a farlo.
Guarda, questo ostacolo arrogante può essere superato da biciclette e motociclette, nonostante tutti i miliardi spesi per questo, e nonostante tutti i famosi esperti e imprenditori che hanno guadagnato un sacco di soldi.
Pensavamo di poter continuare il controllo dittatoriale di Gaza, gettando qua e là briciole di favore sotto forma di qualche migliaio di permessi di lavoro in Israele – questa è una goccia nell’oceano, anch’essa sempre condizionata ad un comportamento corretto – e in al ritorno, mantenetelo come la loro prigione.
Facciamo la pace con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti – e i nostri cuori dimenticano i palestinesi, così che possano essere spazzati via, come molti israeliani avrebbero voluto.
Continuiamo a detenere migliaia di prigionieri palestinesi, compresi quelli detenuti senza processo, la maggior parte dei quali prigionieri politici, e non accettiamo di discutere il loro rilascio anche dopo decenni di prigione.
Diciamo loro che solo con la forza i loro prigionieri possono ottenere la libertà.
Pensavamo che avremmo continuato con arroganza a respingere ogni tentativo di soluzione politica, semplicemente perché non ci conveniva impegnarci in essa, e sicuramente tutto sarebbe continuato così per sempre.
E ancora una volta si è rivelato non essere così. Diverse centinaia di militanti palestinesi hanno sfondato la recinzione e hanno invaso Israele in un modo che nessun israeliano avrebbe potuto immaginare.
Alcune centinaia di combattenti palestinesi hanno dimostrato che è impossibile imprigionare due milioni di persone per sempre, senza pagare un prezzo elevato. Proprio come ieri il vecchio bulldozer palestinese fumante ha demolito il muro, il più avanzato di tutti i muri e le recinzioni, ha anche strappato di dosso il mantello dell’arroganza e dell’indifferenza israeliana.
Ha demolito anche l’idea che sia sufficiente attaccare Gaza di tanto in tanto con droni suicidi e vendere questi droni a mezzo mondo per mantenere la sicurezza.
Ieri Israele ha visto immagini che non aveva mai visto in vita sua: veicoli militari palestinesi che pattugliavano le sue città e ciclisti provenienti da Gaza che entravano dai suoi cancelli.
Queste immagini dovrebbero strappare il velo dell’arroganza. I palestinesi di Gaza hanno deciso che sono disposti a pagare qualsiasi cosa per un assaggio di libertà. C’è qualche speranza per questo? NO. Israele imparerà la lezione? NO.
Ieri già parlavano di spazzare via interi quartieri di Gaza, di occupare la Striscia di Gaza e di punire Gaza “come non è mai stata punita prima”. Ma Israele punisce Gaza dal 1948, senza fermarsi un attimo.
75 anni di abusi e il peggio l’attende adesso. Le minacce di “appiattire Gaza” dimostrano solo una cosa: che non abbiamo imparato nulla. L’arroganza è destinata a durare, anche se Israele ha ancora una volta pagato un prezzo elevato.
Benjamin Netanyahu ha una responsabilità molto pesante per quanto accaduto e deve pagarne il prezzo, ma la questione non è iniziata con lui e non finirà dopo la sua partenza.
Ora dobbiamo piangere amaramente per le vittime israeliane. Ma dobbiamo piangere anche per Gaza. Gaza, la cui popolazione è composta principalmente da rifugiati creati da Israele; Gaza, che non ha conosciuto un solo giorno di pace.
11 Ottobre 2023Permalink