Tag Archives: donne
17 novembre 2023 _ Storia di un olocausto strisciante: i bambini vittime in pace e in guerra_ 2
16 novembre 2023 Nuovo pacchetto sicurezza: tutte le novità del decreto
La premier ha incontrato a Palazzo Chigi le organizzazioni sindacali e le rappresentanze del personale di Forze Armate, Forze di Polizia e Vigili del Fuoco.
Dai punti chiave elencati e visibili a chi legge il testo linkato accessibile anche audio
copio il passaggio che segue e associo alla norma , più volte descritta in questo mio blog, che dal 2009 nega con un raggiro la registrazione anagrafica ai figli dei sans papier
Esecuzione della pena in caso di detenute madri
Previsto un regime più articolato per l’esecuzione della pena per le donne condannate quando sono in stato di gravidanza o sono madri di figli fino a tre anni. Non è più obbligatorio il rinvio dell’esecuzione della pena, ma è mantenuta tale facoltà in presenza dei requisiti di legge. Tra gli elementi che possono influire nella valutazione del giudice ci sarà, per esempio, la recidiva. È stata poi prevista la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età).
Una nota personale che sembra chiudere il cerchio della mia vita politica:
da consigliera comunale ignara ma non prostrata all’innocenza fasulla del consueto “non lo sapevo, non avevo capito ” il primo caso di cui mi occupai (era il 1976 o 1977) fu quello delle madri in carcere con i minori a Udine. Ne ricevetti una robusta sberla da personaggi tanto istituzionali quanto vili per cui capii l’importanza che avevano per ‘lor signori’ i minori sgraditi a causa della loro origine e fu il primo incoraggiamento a proseguire come ho fatto in varie circostanze. Perciò continuai fino ad approdare al beffato e negletto provvedimento che ostacola con un raggiro la registrazione anagrafica ai figli dei sans papier , un provvedimento che piace a politici, società civile e persino ai vescovi italiani che nel loro sinodo sulla famiglia (CEI 2015) hanno consapevolmente scelto il silenzio sulla criticità della negata registrazione anagrafica ai nati in Italia , figli di migranti non comunitari irregolari.
I primi senza nome per legge, un’abile beffa all’articolo 3 della Costituzione
Nuovo pacchetto sicurezza: tutte le novità del decreto – Il Sole 24 ORE
15 ottobre 2023 – La conoscenza fa paura, ovunque
14 OTTOBRE 2023 Sospeso il premio per la palestinese Adania Shibli alla Fiera del Libro di Francoforte.
Scrittori e case editrici arabe lasciano l’evento di Shady Hamadi |
La Fiera del Libro di Francoforte annuncia la cancellazione della cerimonia di premiazione di Adenia Shibli, autrice palestinese del libro “Un dettaglio minore”. La motivazione, diffusa in una nota da Litprom, agenzia letteraria che organizza il premio, è “la guerra in Israele”. In compenso, “spazio addizionale sarà concesso alle voci israeliane”, ha fatto sapere, quasi in contemporanea, Juergen Boos, direttore della fiera tedesca.
Il libro della Shibli si trascina dietro polemiche fin da questa estate, cioè da quando Ulrich Noller, giornalista e membro della giuria del premio, si era dimesso contro la decisione di premiare la scrittrice palestinese. A riaccendere la discussione c’è stato poi un articolo di giornale, uscito questa settimana, in cui il libro, che racconta la vera storia di una beduina stuprata e uccisa dai soldati israeliani nel 1949, è stato accusato di “descrivere Israele come una macchina assassina”. Il volume, tradotto e pubblicato in tedesco nel 2022, si è aggiudicato il prestigioso premio LiBeraturpreis, dato ad autori provenienti dall’Asia, Africa e Mondo arabo. Annualmente, il riconoscimento viene consegnato durante una cerimonia solenne alla Fiera del Libro di Francoforte che è uno dei più grandi e autorevoli ritrovi dell’editoria mondiale.
Le dichiarazioni di Boos e la cancellazione della cerimonia di premiazione della Shibli hanno sollevato la protesta delle case editrici arabe e di molti autori. Dall’Autorità del libro di Sharja, fino all’Associazione degli editori arabi degli Emirati, passando per molte case editrici indipendenti arabe e scrittori, è arrivato l’annuncio del ritiro della loro partecipazione dall’evento a Francoforte. “Sosteniamo il ruolo della cultura e dei libri – scrive in un comunicato l’associazione degli editori arabi degli Emirati –, per incoraggiare il dialogo e la comprensione fra le persone”. E concludono: “Crediamo che questo ruolo sia importante ora più che mai”.
Said Khatibi, celebre scrittore algerino, ha anche lui annunciato la cancellazione della sua partecipazione perché, scrive su Facebook, “speravamo che la letteratura giocasse un ruolo importante per costruire un dialogo fra le parti”. Ma, continua Khatibi che aveva in programma due incontri, “la fiera ha preso una posizione politica di una sola parte contro l’altra”, i palestinesi. Nei giorni passati, il direttore Boos aveva dichiarato che “la fiera condannava fermamente il barbaro terrore di Hamas” e che “il loro pensiero era per le vittime, i loro parenti e le persone che stanno soffrendo per questa guerra”, non menzionando le vittime a palestinesi. A tentare di spegnere le polemiche è la Litprom che, dopo il polverone, ha comunicato di voler riorganizzare la cerimonia. Ma soltanto dopo la fine della fiera.
Un precedente italiano documentato il 4 marzo 2022
https://diariealtro.it/?p=7858
12 agosto 2023 – Marinella Perroni ricorda Michela Murgia
11 agosto 1023 L’Osservatore romano
Un ricordo di Michela Murgia La vita, la teologia e le polpette
di Marinella Perroni
Il 10 agosto è morta, a 51 anni, la scrittrice Michela Murgia. Ne pubblichiamo un ricordo personale della teologa Marinella Perroni.
L’ultimo suo post su Instagram è stata una piccola ode alle polpette. Ho scaricato Instagram negli ultimi mesi solo per seguire lei, perché mi aveva detto che era quello il modo che aveva scelto per restare in contatto con tutti coloro che le volevano bene, le erano cari, la seguivano. E io mi sono sempre sentita soltanto una dei tanti, innumerevoli, suoi amici. Per me, però, averla conosciuta è stata anche una sorta di “grazia di stato”. Sì, dato che la passione per la riflessione teologica è sempre stato uno dei fili portanti delle nostre, purtroppo rare, ma lunghissime conversazioni. Perché per Michela fede e teologia non potevano che convergere, l’una a sostegno e garanzia dell’altra, ma anche l’una in grado di far deflagrare l’altra.
Lei lo ha raccontato diverse volte nei suoi libri. Ci siamo conosciute quando ancora intorno a lei non si era andato raccogliendo il mondo intero, scrittori e stilisti, scienziati e politici, intellettuali e giornalisti. E, con loro, un numero incalcolabile di “amici” che hanno goduto della sua capacità davvero unica di esprimere in parole acute e taglienti, scevre da qualsiasi preziosismo, la sua intelligenza delle cose, del mondo e delle persone. Una intelligenza limpida, che andava alla velocità della luce, che mai si piegava al male della banalità, che sempre intravvedeva la ricaduta politica di ciò che siamo e facciamo.
Era la sera dell’8 marzo 2010 e da un paese della provincia di Nuoro di qualche centinaio di abitanti mi avevano invitato a tenere una tavola rotonda su “donne e chiesa”, uno dei tormentoni che va avanti ormai da decenni. Mi avevano contattato dicendomi che, accanto a due teologhe che venivano dal continente (insieme a me c’era Cristina Simonelli), ci sarebbe stata una giovane scrittrice sarda.
Michela aveva 38 anni e per 13 anni — tanti per quanto è stata capace di darmi, troppo pochi per quanto mi avrebbe potuto ancora regalare — mi ha fatto sentire sempre la sua presenza, anche se riuscivamo a vederci troppo poco. Era questa la sua forza: esserci con tutta la potenza della sua vitalità, sapendo che nessuna lontananza può mai dividere ciò che Dio ha unito. Perché per lei le relazioni erano espressione di Dio: non avrebbe certo potuto scrivere in God Save the Queer quelle pagine davvero magiche di teologia trinitaria se non avesse fatto questa esperienza di Dio e degli umani. Una Trinità che si espande a dismisura in tutto ciò che uomini e donne fanno per rendere il mondo degno di loro, ma anche di Dio.
Poi è venuta Accabadora, la sorpresa di Ave Mary in risposta a una mia richiesta che pensavo ormai archiviata dato il suo prorompente e incalzante successo. Mai però in lei il successo ha avuto il sopravvento sulle relazioni. Poi sono venuti tutti gli altri libri di cui, a volte, mi leggeva lei stessa capitoli interi. Ultimamente, anche passando ore sedute al tavolino del ristorante Il cambio, a Trastevere, dove si sentiva tra amici fraterni, protetta almeno un po’ dalla cattiveria che le si rovesciava contro giorno dopo giorno in modo direttamente proporzionale a ogni sua parola pubblica.
Era diventata instancabile: la “causa” per la quale investiva tutte le sue energie, cioè non rinunciare mai alla qualità politica di ciò che siamo, pensiamo, diciamo e facciamo, era per lei fuoco che brucia senza consumarsi perché la vita genera sempre altra vita. Questo era il “credo politico” di Michela e lei sapeva, per di più, che il tempo si era fatto breve. Paradossalmente — ma non per lei — la malattia non l’aveva vinta ma le aveva piuttosto fatto accelerare il ritmo. E ha voluto mangiare tutti i frutti che la vita le ha messo tra le mani, li ha saputi gustare perché avevano il sapore della complessità della vita.
Le polpette, sì. «Metafora del queer», così le chiama in quell’ultimo saluto con cui si è congedata dalla vita. Perché tra le tante cose che Michela ha insegnato ai suoi figli c’è anche l’arte del cucinare. Michela cara, anche per me sarà sempre metafora quel piatto di spaghetti con mazzancolle e zucchine che hai imbandito per me il sabato di Pasqua di quest’anno e che ci siamo gustate, sedute nella mia cucina a parlare di morte e risurrezione. Metafora della vita, della fede, dell’amicizia. Ma anche del dolore e del mistero.
di MARINELLA PERRONI
https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-08/quo-185/la-vita-la-teologia-e-le-polpette.html
31 luglio 2023 – Una pagina del Blog di Giancarla Codrignani, datatato 31 luglio. Una storia che è un po’ anche la mia.
Non voglio finire questo pesante mese di luglio con la squallida notizia che precede, stritolata fra Del Rio e Pillon.
newsletter n. 19
Vorrei solo capire Opinioni di Giancarla Codrignani
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23 giugno 2023 – Quando il pensiero di una ministra è volatile, involuto, contraddittorio. Testi copiati: decodifica a chi legge
21 GIUGNO 2023 La ministra Roccella sulle mamme gay: “Non si diventa genitori per contratto, la strada corretta è la stepchild adoption”
La ministra conferma la linea del governo, indicando l’adozione come la via giusta per le coppie omosessuali
Non desidera entrare nel merito delle decisioni dei giudici ma per la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella: “In Italia si diventa genitori solo in due modi, o per rapporto biologico o per adozione. Lo ha ribadito anche la Cassazione. La genitorialità per contratto in Italia non esiste”.
Stepchild adoption, “non è una procedura discriminatoria”
Si tratta delle dichiarazioni al Corriere della Sera di Roccella, all’indomani del caso di Padova sulla impugnazione delle trascrizioni all’anagrafe dei bambini di 33 coppie di mamme. L’invito è a seguire la procedura già in vigore della stepchild adoption, sui cui la ministra si chiede: “Qualche anno fa veniva richiesta a gran voce. Perché adesso non va bene più? Non è una procedura discriminatoria”.
“Nessuno escluderà dalle normali attività del bambino”
Qualora la famiglia sia già costituita la una delle mamme perde la genitorialità per riacquisirla in seguito all’adozione. “È sicuramente un disagio e un dispiacere per l’adulto, ma non credo che i bambini si accorgeranno del cambiamento che probabilmente durerà pochi mesi. E nel frattempo nessuno escluderà la persona che hanno conosciuto come genitore dall’accompagnamento a scuola e dalle normali attività del bambino”, commenta Roccella.
Commento di Augusta 1: Nessuno escluderà! Chi lo assicura.
Sarebbe opportuno che la ministra lasciasse un suo numero di cell per poterla chiamare in caso di sopraffazioni. Per esempio se un bambino entra per una urgenza in ospedale… che , tra l’altro non è sua ‘normale attività’ e fosse vietato alla mamma/non mamma al papà /non papà di assisterlo…
22 giugno 2023 Maternità surrogata, Roccella lancia la “sanatoria per i bambini nati fino a oggi”
“Dovremo pensare a una soluzione legale per i bambini nati fin qui”. Eugenia Roccella, ministra della Famiglia, Natalità e Pari opportunità, ha lanciato la proposta di una sanatoria per i figli nati da coppie che hanno fatto ricorso alla gestazione per altri. Una soluzione “pensata per quando sarà entrata in vigore la nuova legge che renderà la maternità surrogata un ‘reato universale'”, ha detto Roccella durante la registrazione de ‘La Confessione’ di Peter Gomez, in onda sul Nove venerdì 23 giugno alle 22.45,
Commento di Augusta 2 : dal che deduciamo che oggi non vuol dire oggi, ma è parola che si riferisce a un indefinito futuro, una specie di terminus ad quem che penso sarà di diffide definizione anche per le menti eccelse che popolano i ministeri.
e infine i link ai due articoli
24 aprile 2023 – Cerco conforto nel blog di Giancarla Codrignani
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15 marzo 2023 – Omicidio Attanasio, l’appello della moglie: “No alla pena di morte per gli imputati”
Attraverso una nota Seddiki Attanasio ha dichiarato: “Luca non avrebbe mai voluto. Era contro la pena di morte”
Da Agenzia Dire: Pubblicato:13-03-2023 13:49
Ultimo aggiornamento:13-03-2023 20:22
Canale:Mondo Autore:Brando Ricci
ROMA – “No alla pena di morte” per i responsabili dell’omicidio dell’ambasciatore d’Italia nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio. A scandirlo in un appello è la Fondazione Mama Sofia, presieduta dalla vedova del diplomatico, Zakia Seddiki Attanasio. Il messaggio è giunto dopo che una corte di Kinshasa ha proposto la pena capitale per le sei persone attualmente imputate per l’assassinio di Attanasio, rimasto ucciso il 21 febbraio 2021 in un agguato nella provincia orientale del Nord Kivu nel quale persero la vita anche il carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e l’autista del Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp) Mustafa Milambo. La famiglia dell’ambasciatore, dopo aver appreso della condanna richiesta dall’accusa, ha anche presentato la richiesta di ritiro della costituzione di parte civile, che è stata poi accolta dai giudici congolesi.
LEGGI ANCHE: 43 borse di studio nate dagli ideali di Luca Attanasio
LUCA ATTANASIO ERA CONTRO LA PENA DI MORTE
In una nota Seddiki Attanasio dichiara: “Ho accolto con dolore la richiesta di condanna alla pena di morte per gli imputati, nel processo in corso a Kinshasa, per l’assassinio di Luca, Vittorio e Mustafa. Luca era un uomo buono, mosso da profonde motivazioni umanitarie e di elevatissimi ideali ed era assolutamente contro la pena di morte. Ne avevamo parlato spesso e desidero testimoniarlo ora, di fronte a questa richiesta di condanna alla pena capitale”. L’appello prosegue: “Chiediamo al ministero degli Affari esteri, che era la sua casa, e all’Ambasciata d’Italia a Kinshasa, parte civile nel processo, di trasmettere a chi dovrà emettere il giudizio, questo nostro desiderio, questo nostro appello. Luca avrebbe voluto proprio questo”.
“Attraverso l’associazione Mama Sofia – si legge ancora nel comunicato -, ideata e fortemente voluta da Luca, vi chiedo di aggiungere la vostra firma contro la pena di morte in questo processo e più in generale nel mondo. Sono convinta – conclude Saddiki Attanasio – che sia il modo giusto di onorare la memoria di Luca e di promuovere quegli ideali di amore per l’umanità cui egli si è sempre ispirato”.
www.dire.it
Sito di riferimento della Agenzia Dire, da cui ho tratto questo post
23 febbraio 2023 – Il ministro Valditara e la scuola della Repubblica
Siamo stati informati da tutti i media possibili che il 18 febbraio c’è stata una azione squadrista a Firenze di fronte al Liceo Michelangelo.
Qualcuno mi dirà che ‘squadrista’ è un giudizio avventato ma io non mi permetto di pensare a una ragazzata violenta dato che i media di cui sopra hanno parlato di intervento e indagini della Digos.
Due giorni dopo la dirigente scolastica del Liceo Leonardo Da Vinci inviava ai ‘suoi’ ragazzi una lettera resa pubblica.
Copio il testo
Cari studenti,
in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose.
Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.
Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così”.
Firmato
La Dirigente Scolastica
Dott.ssa Annalisa Savino
Immediata la reazione del Ministro della Istruzione Giuseppe Valditara che dispiaciuto per aver dovuto leggere la lettera della Dott. Annalisa Savino si consente inattese precisazioni: “, non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il fascismo o con il nazismo”
Firenze, la lettera della preside del liceo Da Vinci sul pestaggio al Michelangelo | Sky TG24
A prescindere dal fatto che la dirigente scolastica abbia scelto una modalità inconsueta di comunicazione, evidentemente presa dall’urgenza di esprimere agli studenti una vicinanza responsabile e solidale , non posso non trovare strana l’affermazione del ministro sull’inesistenza di” una deriva violenta e autoritaria” nel momento in cui fa riferimento a una aggressione recente che ha suscitato l’attenzione non smentita della procura della Repubblica ca e della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali
Allibita ho sentito poco fa una giornalista di libero (Antonella Bolloli) che diceva che se la dirigente Savino parla di fascismo la mette in politica. Io per un po’ mi sono arrovellata chiedendomi come si fa a insegnare storia europea senza dire la parola fascismo e ho concluso che forse la signora citata era distratta o forse la sua frequenza scolastica non era stata assidua.
Il mio blog protesta
Diariealtro mi richiama e ricorda che nelle sue pagine del 2019 c’è una storia simile a quella di oggi.
Una insegnante di Palermo (Rosa Marta Dell’Ara ) aveva dato un tema da svolgere ai suoi studenti che ne avevano costruito un video in cui mettevano in parallelo le leggi razziali (sento sullo sfondo la voce della senatrice Segre, razziste non razziali) con il decreto sicurezza.
L’aver rispettato la scelta degli studenti fece sì che l’autorità scolastica di competenza le comminasse una sospensione dall’insegnamento per un periodo definito con riduzione dello stipendio.
Forse la precipitosa scelta di inopportuna parola del Ministro dell’Istruzione era dovuta al ricordo di quell’evento dove la censura, che apparteneva in prima battuta alla scuola, solo in un secondo momento era approdata al ministero, quando un imbarazzato ministro Salvini aveva detto, in risposta a un’interrogazione parlamentare che il provvedimento disciplinare contro la prof. Dall’Aria sarebbe stato revocato.
Probabilmente qualcuno allora si sarà accorto che non spettava al ministero revocare un provvedimento disciplinare comminato dalle autorità scolastiche e non riuscivano a venirne fuori finché
E così avvenne: la prof . Dall’Ara e i suoi delazioni studenti in giacca e cravatta per l’occasione furono graditi ospiti delle senatrici Segre e Cattaneo. Nell’occasione li incontrò anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Forse questo fatto, se qualcuno l’avrà reso noto all’improvvido ministro Valditara, gli avrà ispirato la fretta: se nel 2019 è arrivata prima la scuola, questa volta arriva prima il ministero .
Alla prossima puntata… perché non credo che la storia finisca qui
Chissà perchè mi viene in mente una filastrocca che avevo sentito da bambina: Libro e merletto … perfetto. Non funziona ma non ricordò la parola giusta