24 aprile 2009 – Da re Erode al Parlamento italiano.

La strage continua…e c’é sempre chi sta a guardare.

Nel mio blog e in questo sito ho dato molte informazioni su due aspetti di quel coacervo di proposte confuse e spesso illeggibili, che va sotto il nome di decreto sicurezza, approvato dal Senato e ora in dibattito alla Camera.
A quanto ho capito consultando gli atti parlamentari fino alla seduta di commissione di ieri pomeriggio, il provvedimento riprenderà il suo iter in aula il 29 aprile.
E’ possibile quindi che la prossima settimana lo scempio si compia.
Forse c’é qualche speranza per ciò che riguarda l’abolizione della norma che vuole trasformare i medici in spioni –abolendo il vincolo del segreto professionale: A questo si sono opposti medici e personale sanitario in genere.
Lo hanno fatto in forma trasparente e determinata, tanto da ottenere un’audizione in parlamento

Riporto per esteso la relazione che ne hanno dato perché offre informazioni attendibili.

  22 aprile 2009. Audizione alle Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Giustizia della Camera. Questo pomeriggio in Commissione congiunta Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, sono stati auditi il dr. Bianco della FNOMCeO, la dr.ssa Di Tullio a nome dell’Intersindacale medica, il dr. Magnano di MSF ed il dr. Geraci della SIMM (che ha rappresentato anche l’OISG). Questa audizione fa parte di una serie di audizioni sul c.d. “pacchetto sicurezza”. In modo unanime è stata espressa, con varie argomentazioni, la contrarietà alla cancellazione del “divieto di segnalazione” con l’invito pressante a ristabilire la “ratio” della norma originaria e cioè rimuovere tutti gli aspetti ostativi (quindi anche eventuali timori di denuncia) nell’accesso alla tutela sanitaria degli immigrati. In base a specifiche domande sono stati forniti dati e considerazioni sulla salute degli immigrati e sui possibili scenari. La SIMM ha espresso una esplicita critica anche all’introduzione del “reato di clandestinità”, condizione patogena di per sé!Si è cercato di avere conferme sulla notizia circa lo stralcio dal ddl della norma in questione (abrogazione del comma 5 dell’articolo 35 del D.Livo 286 del 98) pubblicata su La Repubblica (22 aprile pg. 11). Nessuno dei parlamentari presenti (circa 15) ha confermato la notizia.
Prima dell’audizione, su sollecitazione dell’on. Mussolini, e successivamente all’incontro in una discussione con un esponente della Lega, ci è stato fatto notare come l’eventuale stralcio della norma non cambi nella sostanza il dovere dei sanitari di denunciare l’immigrato senza permesso di soggiorno, in quanto sussiste un reato perseguibile d’ufficio come quello di presenza irregolare. Ci riserviamo di approfondire tale scenario anche se riteniamo che qualora auspicabilmente persistesse il divieto di “alcuna segnalazione”, ciò possa essere di per se esaustivo.

Per ciò che riguarda invece l’impossibilità per chi sia privo di permesso di soggiorno di registrare atti di stato civile il silenzio é plumbeo da tutte le parti o quasi.
Eppure, sia pur tardivamente, alcuni siti specializzati ne hanno dato notizia e proposto commenti.
Cito per tutti l’Associazione Studi Giuridici Immigrazione cui rinvio per un esame più accurato della questione.
Da parte mia mi limito a segnalare una novità storica di significativa portata: le leggi razziali del 1938 impedivano la registrazione del matrimonio dei non ariani (presto sarà impedito il matrimonio dei sans papier), ma non ponevano ostacoli alla registrazione della nascita.
Presto probabilmente la possibilità di tale registrazione sarà negata agli stessi sans papier per ragioni etno-burocratiche.
L’unico precedente storico a me noto é l’appropriazione di neonati da parte dei colonnelli argentini, che poi provvedevano ad ucciderne le madri per farli ‘adottare’ da loro complici.
Ce ne hanno parlato le nonne di piazza di maggio, evidentemente inascoltate.
Io mi aspettavo una reazione da parte dei sindaci: come possono accettare di non avere l’evidenza della popolazione del territorio che dicono di governare?
Ho guardato i comunicati dell’ANCI. Nulla.
Nemmeno uno squittio, almeno nella regione dove mi é capitato di vivere.
Probabilmente se fossero minacciati da una proposta di legge intesa a decurtare la loro retribuzione si recherebbero tempestivamente a Roma, coperti da fascia tricolore.
Ma i bambini, cui sarà impedita la vita in famiglia, non meritano tanto sforzo.
Io dispero e mi chiedo: dopo il parto chi avrà il compito di strapparli alle madri?

24 Aprile 2009Permalink