1 giugno 2023_ Calendario di giugno in ritardo

  • .1 giugno 2018 –     Inizio XVIII legislatura
    A seguito caduta governo Conte.
    .1 giugno 2018 –      Spagna. Cade il governo Rajoy
    .1 giugno 2021    –   Scarcerazione di  Giovanni Brusca
    .2 giugno –                Festa della Repubblica
    .2 giugno 2016 –      Il parlamento tedesco riconosce il genocidio armeno
    .3 giugno 1963 –      Muore papa Giovanni XXIII   (eletto nel 1958)
    .3 giugno 2016 –       Muore il pugile Cassius Clay – Muhammad Ali
    .3 giugno 2016 –       Corleone – La processione del santo   locale si inchina
    ……………………………..alla  casa di   Salvatore Riina
    .4 giugno 1994 –       Muore Massimo Troisi
    .5 giugno             –     Giornata mondiale in difesa   dell’ambiente
    .5 giugno 1967   –      Israele – Inizio della guerra dei 6 giorni
    .6 giugno 2015 –        Visita papa Francesco a Sarajevo
    .7 giugno 1929 –        Il Vaticano pubblica la legge fondamentale che ne fa
    ……………………………..uno   stato    sovrano come previsto nel Trattato di
    ………………………………febbraio                                                     [Nota 1]
    .9 giugno 2020 –        Funerali di George Floyd – Houston
    10 giugno 1924 –       Assassinio di Giacomo Matteotti
    10 giugno 1940 –       L’Italia dichiara guerra alla Francia e all’Inghilterra
    11 giugno 1984 –      Morte di Enrico Berlinguer
    12 giugno 1964 –      Condanna all’ergastolo di Nelson   Mandela   [Nota 2]
    13 giugno 1960 –       Incontro  papa Giovanni XXIII e Juules   Isaac
    14 giugno 1966 –       Il concilio Vaticano annuncia  l’abolizione dell’indice
    ……………………………….dei libri proibiti.
    14 giugno 2022  –      Morte di  Avraham Yehoshua
    15 giugno 2007 –       Morte di Giuseppe  Alberigo                   [Nota 3]
    16 giugno 1976 –        Sudafrica: strage di Soweto
    16 giugno 2016 –        Assassinio della deputata laburista Jo  Fox  [Nota 4]
    18 giugno 1982 –        Londra: ritrovamento del cadavere di  Roberto Calvi
    18 giugno 2015 –        Papa Francesco promulga l’Enciclica    Laudato sii
    19 giugno –                  Giornata mondiale del rifugiato
    19 giugno1945 –         Birmania_ Nascita di Aung San Suu   Kyi   [Nota 5]
    19 giugno 2013 –        Viene approvata la legge di ratifica     della Convenzione
    ………………………………….di Istanbul                           (L.27 .giugno 2013, n. 77)
    20 giugno 1979 –         Nilde Jotti è eletta presidente della Camera dei deputati,.
  •                                     .prima donna     nella storia della Repubblica.
    22 giugno 1633 –        Galileo è costretto all’abiura
    22 giugno 2022 –         Morte di  Federico Carboni, primo    caso di suicidio
    ………………………………..assistito concluso  in Italia
    22 giugno 2015 –        Papa Francesco visita il Tempio valdese   di Torino
    23 giugno 1858 –       Papa Pio IX fa rapire il bambino ebreo  Edgardo  Mortara
    ………………………………..                                                         [Nota 6]
    23 giugno 2016 –        Gran Bretagna: Il referendum decreta    la Brexit
    24 giugno 2013 –        Sentenza processo  Ruby                  [Nota 7]
    17 giugno 1991 –         Fine dell’apartheid in Sudafrica
    25 giugno 1946 –        Inizio dei lavori dell’Assemblea    Costituente
    26 giugno 1967 –        Morte di don Lorenzo Milani
    27 giugno 1980 –         Ustica: esplosione del DC9.  Muoiono 81 persone
    28 giugno 1914 –         Sarajevo Assassinio di Francesco   Ferdinando e della moglie.
    28 giugno 1919 –        Trattato di Versailles.    Fine della prima guerra mondiale.
    28 giugno  1969-         Moti di  Stonewall                                   [Nota 8]
    29 giugno 2023 –        Festa islamica del sacrificio  id Al Adha     1444    [Nota 9]
    29 giugno 1934 –         Germania: notte dei lunghi   coltelli                     [Nota 10]
    29 giugno 2013 –         Muore la scienziata Margherita   Hack                [Nota 11]
    30 giugno 2005 –         Spagna: il Parlamento riconosce    matrimonio  omosessuale
    30 giugno 2017 –          Muore Simone  Weil                                        [Nota 12]
    30 giugno 2017 –           Muore Ettore Masina   [Nota 13]

NOTE

[Nota 1]

http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/archivio/documents/rc_seg-st_19290211_patti-lateranensi_it.html

[Nota 2]    L’ergastolo di Nelson Mandela si concluse dopo 27 anni    di   prigionia
l’11 febbraio 1990
Nelson Mandela fu eletto Presidente del Sud Africa il  27 aprile 1994.
Il 10 maggio 1994 pronunciò il discorso che segnò la fine    dell’apartheid.

http://www.vita.it/it/article/2013/12/06/il-discorso-di-mandela-che-ha-segnato-la-fine-dellapartheid/125515/

[Nota 3] http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-alberigo_(Dizionario-Biografico)

[        Nota 4] assassinio  deputata Jo Fox
http://ltirreno.gelocal.it/italia-mondo/2016/06/19/news/omicidio-di-jo-fox-l-urlo-d-odio-del-killer-1.13688049

[Nota 5]   https://it.wikipedia.org/wiki/Aung_San_Suu_Kyi

[Nota 6]   David Kertzer, “Prigioniero del papa Re”
             http://www.davidkertzer.com/it/biografia
diariealtro:  1858 – Quando il sovrano regnante  dello stato pontificio rapì un bambino ebreo. (diariealtro.it)

[Nota 7]   Il tribunale di Milano condanna in primo grado Silvio Berlusconi a 7 anni e alla interdizione perpetua
dai pubblici uffici per il reato di concussione e prostituzione minorile
hhttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-24/processo-ruby-berlusconi-giudici-130213.shtml?uuid=AbNsGw7H

[Nota 8]     La notte del 27 giugno 1969 iniziava la protesta passata alla storia con il nome di Moti di Stonewall, con cui
si  inaugurava il movimento di liberazione omossessuale.
L’anno seguente la marcia dal Greenwich Village a Central Park in commemorazione dei Moti di Stonewall segnò il primo gay pride.

[Nota 9]     id Al Adha è il giorno nel quale i musulmani ricordano il sacrificio del Profeta Ibrahim as. In Ericordo del suo sacrificio e per aiutare i poveri e i bisognosi, eseguiamo il sacrificio                             della Udhiya o del Qurbani.

[Nota 10]      http://www.artspecialday.com/9art/2018/06/30/la-notte-dei-lunghi-coltelli/

[Nota 11]      https://it.wikipedia.org/wiki/Margherita_Hack

[Nota 12]        https://it.wikipedia.org/wiki/Simone_Veil

[Nota 13]         http://www.noisiamochiesa.org/?p

 

 

30 Giugno 2023Permalink

23 giugno 2023 – Quando il pensiero di una ministra è volatile, involuto, contraddittorio. Testi copiati: decodifica a chi legge

21 GIUGNO 2023   La ministra Roccella sulle mamme gay: “Non si diventa genitori per contratto, la strada corretta è la stepchild adoption”

La ministra conferma la linea del governo, indicando l’adozione come la via giusta per le coppie omosessuali

 Non desidera entrare nel merito delle decisioni dei giudici ma per la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella: “In Italia si diventa genitori solo in due modi, o per rapporto biologico o per adozione. Lo ha ribadito anche la Cassazione. La genitorialità per contratto in Italia non esiste”.

Stepchild adoption, “non è una procedura discriminatoria”

Si tratta delle dichiarazioni al Corriere della Sera di Roccella, all’indomani del caso di Padova sulla impugnazione delle trascrizioni all’anagrafe dei bambini di 33 coppie di mamme. L’invito è a seguire la procedura già in vigore della stepchild adoption, sui cui la ministra si chiede: “Qualche anno fa veniva richiesta a gran voce. Perché adesso non va bene più? Non è una procedura discriminatoria”.

“Nessuno escluderà dalle normali attività del bambino”

Qualora la famiglia sia già costituita la una delle mamme perde la genitorialità per riacquisirla in seguito all’adozione. “È sicuramente un disagio e un dispiacere per l’adulto, ma non credo che i bambini si accorgeranno del cambiamento che probabilmente durerà pochi mesi. E nel frattempo nessuno escluderà la persona che hanno conosciuto come genitore dall’accompagnamento a scuola e dalle normali attività del bambino”, commenta Roccella.

Commento di Augusta 1: Nessuno escluderà!  Chi lo assicura.
Sarebbe opportuno che la ministra lasciasse un suo numero di cell per poterla chiamare  in  caso di sopraffazioni. Per esempio se un bambino entra per una urgenza in ospedale… che , tra l’altro non è sua  ‘normale attività’ e fosse vietato alla mamma/non mamma al papà /non papà di assisterlo

22 giugno 2023   Maternità surrogata, Roccella lancia la “sanatoria per i bambini nati fino a oggi”

“Dovremo   pensare a una soluzione legale per i bambini nati fin qui”. Eugenia Roccella, ministra della Famiglia, Natalità e Pari opportunità, ha lanciato la proposta di una sanatoria per i figli nati da coppie che hanno fatto ricorso alla gestazione per altri. Una soluzione “pensata per quando sarà entrata in vigore la nuova legge che renderà la maternità surrogata un ‘reato universale'”, ha detto Roccella durante la registrazione de ‘La Confessione’ di Peter Gomez, in onda sul Nove venerdì 23 giugno alle 22.45,

Commento di Augusta 2 : dal che deduciamo che oggi non  vuol dire oggi, ma  è  parola  che si riferisce a un indefinito futuro, una specie di terminus ad quem che penso sarà di diffide definizione anche per le menti eccelse che popolano i ministeri.

e infine i link ai due articoli

https://www.iltempo.it/politica/2023/06/22/news/maternita-surrogata-proposta-ministra-roccella-sanatoria-bambini-nati-legge-reato-universale-36177853/

La ministra Roccella sulle mamme gay: “Non si diventa genitori per contratto, la strada corretta è la stepchild adoption” – la Repubblica

23 Giugno 2023Permalink

11 giugno 2023 _ “Rapito”, Edgardo Mortara smentisce Marco Bellocchio

I caratteri in grassetto sono stati evidenziati da Aug.

“Rapito”, Edgardo Mortara smentisce Marco Bellocchio

Il film sta ottenendo un grande e meritato successo anche al Politeama di Terni, ma è importante conoscere che cosa c’è dietro la storia che racconta. In due articoli pubblicati nel 1907 è lo stesso protagonista a sfatare la ricostruzione sposata dal regista

Il  nuovo film di Marco Bellocchio che  sta ottenendo uno straordinario – e meritatissimo – successo, regalando ossigeno a tutti i cinema italiani, è un film dagli indubbi meriti ma in cui l’estetica è inversamente proporzionale all’etica.
Un capolavoro sotto il profilo cinematografico, profondamente  disonesto   sotto quello intellettuale. Perché offre allo spettatore un pezzo di storia dimenticata con una ricostruzione magniloquente, ma la storia la falsifica, ingannando l’incauto spettatore che del caso Mortara non sa nulla e la cui percezione degli eventi viene presa in ostaggio dalla visione del più venerato regista italiano.

Più intoccabile di un dogma, più sacro del crocifisso (che per la cronaca, in Vaticano viene rimosso – per rispetto – in presenza di ebrei), Marco Bellocchio è circondato da tanta devozione che persino la critica cattolica si è inginocchiata di fronte al Pontefice Massimo della cinematografia tricolore, limitandosi a far notare timidamente che l’interpretazione del Papa offerta da Paolo Pierobon è “un po’ sopra le righe” e che la storia di Edgardo Mortara viene decontestualizzata, rendendo incomprensibile il gesto di Pio IX, che fa sottrarre un bambino ebreo per rieducarlo alla fede cristiana.

Perché, per inciso, di sottrazione e non di rapimento si tratta, quindi il film è in malafede sin dal titolo. Quello di lavorazione, non a caso, era il più corretto La conversione: ma il concetto di rapimento rimanda subito alla scomparsa di Emanuela Orlandi e la tentazione di creare un parallelo tra i due sudditi del Papa era evidentemente troppo forte.

A differenza di Emanuela Orlandi, però, Edgardo Mortara non è stato affatto rapito. Il rapimento è un’azione illegale, che vede la vittima sequestrata con la violenza e nascosta con intenti criminali, mentre Edgardo è stato prelevato dalla Polizia e portato in un collegio cattolico dove è rimasto volontariamente fino alla maggiore età. Quindi convertito sì, sottratto alla famiglia sì, ma rapito no.

Badate bene, non sto dicendo certo che strappare un figlio ai propri genitori sia una cosa legittima. Ma le parole sono importanti: tra arresto e rapimento la differenza sta nella legalità. E un conto è una legge ingiusta, un conto un atto fuorilegge.

Non a caso l’inquisitore Feletti che aveva ordinato il sequestro del bambino, dopo l’Unità d’Italia, venne arrestato e processato dalle autorità sabaude, e infine assolto proprio perché non aveva commesso un abuso.

 

Poi è risaputo che la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Ma il caso di Edgardo Mortara è semmai associabile a quello di Bibbiano, perché quello che ha fatto Pio IX è esattamente quello che fanno gli assistenti sociali che strappano i bambini a una famiglia che ritengono inadeguata. Con l’unica differenza che l’aiuto che il Vaticano voleva dare a Edgardo non era di carattere sociale ma metafisico.

E’ un concetto che il pensiero materialista di oggi difficilmente può accettare, ma in tutta la sua storia bimillenaria la Chiesa Cattolica, convinta che la vita terrena sia solo un breve transito verso l’infinito, si è interessata alla salvezza delle anime ben più che a quella dei corpi. Non a caso anche agli eretici fino all’ultimo momento veniva offerta la possibilità di redenzione, e la peggiore condanna che poteva infliggere il Papa non era il carcere o la morte, ma la scomunica.

Se si ignora completamente questa prospettiva, il caso Mortara diventa incomprensibile e può essere recepito solo in chiave simbolica.

Non a caso il pastore protestante Peter Ciaccio, nella sua recensione, legge tutto i film come paura atavica dell’Orco e del terrore – di un genitore – di vedersi strappare il proprio figlio.

Il film si presta dunque a letture metaforiche di ogni sorta. D’altra parte altri critici – difendendo la distorsione della realtà compiuta dal regista – si sono concentrati sulla poetica dell’artista, che sin dal folgorante esordio con I pugni in tasca non fa che raccontare il conflitto tra genitori e figli, e in questo caso tra papa Pio IX e il suo figlio adottivo Edgardo.

Il problema è che quando questa poetica la esprimi con una storia totalmente inventata, inverosimile e strampalata come L’ora di religione di danni ne fai pochi, ma quando ti cimenti con capitoli di storia come il caso Moro o quello Mortara rischi di dispensare ignoranza e pregiudizi. I sostenitori di Bellocchio continuano a ripetere che il film è un’operazione artistica e come tale non deve attenersi alla verità. Il problema è che Rapito non è affatto un’opera d’arte “liberamente ispirata” al caso Mortara ma un film storico che offre una ricostruzione incredibilmente dettagliata sotto alcuni aspetti, salvo poi “nascondere” particolari fondamentali.

Una domanda che sto facendo a tutti quelli che hanno visto il film (e alla quale nessuno riesce a rispondermi) è: per quale motivo Pio IX ha fatto sottrarre quel bambino alla sua famiglia?
 Quale è la ragione di una tale ostinazione da costargli uno scandalo internazionale e la stessa corona di Papa Re, visto che proprio il caso Mortara fu utilizzato dalle potenze europee per giustificare l’invasione dello Stato Pontificio da parte delle truppe sabaude? 

La verità è che in tutto il film questo motivo non viene mai spiegato e nemmeno accennato, e questo semplicemente perché attiene a una dimensione che a Bellocchio non interessa: la fede.

Il film lascia intendere che il Papa più aperto e progressista dell’epoca – un’autentica cerniera tra il mondo antico e quello moderno – fosse pedofilo, sadico, crudele, assetato di potere e affetto da delirio di onnipotenza. Si sofferma volentieri su scene cruente (come quando il Papa sogna di essere circonciso con la violenza) e sulla testardaggine con cui sfida il mondo intero pur di non fare un passo indietro (evocando gli ultimi giorni di Hitler) ma non racconta nulla di questo personaggio, che pure era stato accolto come un messia al momento dell’elezione e – grazie alla fama di sovrano illuminato – si era ritrovato a diventare il primo eroe del Risorgimento, salvo poi trasformarsi nel suo più acerrimo nemico, quando si era rifiutato di muovere guerra alla cattolica Austria. Paradossalmente, il papa additato più di ogni altro come tiranno e retrogrado, è proprio quello che aveva portato nello Stato della Chiesa la ferrovia, il telegrafo, l’illuminazione e la libertà di stampa, aveva promosso un’amnistia per i condannati politici, aperto il ghetto e concesso maggiori diritti agli ebrei.
Ma la ragione vera – e seria – che porta un papa tanto popolare a prendere una decisione così grave come strappare un bambino alla propria famiglia non viene spiegata e nemmeno detta di sfuggita.

Ed è curioso come Bellocchio abbia girato ben due film per spiegarci le ragioni dei brigatisti che rapirono Aldo Moro, mostrarci tutta la loro umanità, i tormenti, le discussioni, per lasciarci infine con l’idea che siano stati costretti a massacrare lo statista, mentre in Rapito tutti i cattolici sono cinici, freddi, i funzionari implacabili, le donne appaiono come streghe, il Papa è viscido, ambiguo, crudele, sadico e velatamente pedofilo.

Non c’è un moto di umanità in nessuno dei cristiani che compaiono nel film, tutti rappresentati come mostri senza sentimenti, guidati unicamente dalla brama di potere o dalla cieca obbedienza a un dogma. E sarà una coincidenza che l’inquisitore grigio, freddo e spietato, strumento del potere pronto a vestire i panni della vittima sacrificale, abbia proprio il volto di Aldo Moro, ovvero il grandioso Fabrizio Gifuni?

Il film ignora che nello Stato Pontificio il battesimo dei bambini ebrei era proibito, ignora i tentativi di mediazione fatti dal Papa con i Mortara, ignora i rapporti tra Edgardo e la sua famiglia (che non si interruppero mai), inserisce “trovate artistiche” che deformano la realtà, come il finale con quel “porco” gridato dal ragazzo, che vuol farci credere che covasse un odio represso verso il Papa nei confronti del quale – al contrario – le fonti testimoniano un grandissimo amore e venerazione, tanto da farsi prete e scegliere Pio come nome.

 Bellocchio mostra una schiera di ebrei “rieducati” in Vaticano, ma non ci spiega chi sono e perché stanno lì, lasciando pensare che la Chiesa avesse l’abitudine di sequestrare bambini.

Dunque se vogliamo fare un po’ di ordine, innanzitutto va ribadito che il battesimo dei bambini ebrei era proibito nello Stato Pontificio, così come era proibito ai cristiani di lavorare nelle famiglie giudaiche, proprio per evitare questi incidenti. Va detto anche che, nonostante appartenesse allo Stato Pontificio, Bologna era una città molto liberale dove la Chiesa faticava ad imporre la sua autorità tanto che, in barba alle regole, la famiglia Mortara teneva a servizio una ragazza cristiana: Anna Morisi, poverissima e analfabeta, cresciuta senza padre e tanto ignorante da non sapere indicare nemmeno la sua età.

Come spesso accadeva, ancora neonato Edgardo si era ammalato gravemente, e la domestica aveva pensato di battezzarlo.
Quel battesimo, totalmente illegale ma a tutti gli effetti valido, era rimasto segreto per sei anni, fino a quando la stessa Anna aveva tentato di battezzare un altro bambino in condizioni analoghe: questa volta era stata scoperta e fermata in tempo, e aveva confessato anche il precedente.

Anche questa storia rimane totalmente fuori dalla sceneggiatura. Addirittura Bellocchio cerca di farci credere che il battesimo non fosse mai avvenuto e che la domestica fosse stata indotta dall’Inquisitore a testimoniare il falso per offrire un pretesto al “Ratto del fanciullo”.

Quel che è certo è che secondo la dottrina cattolica una volta che quel bambino, con il battesimo, era diventato cristiano, se fosse stato educato come ebreo sarebbe incorso nell’apostasia e destinato all’inferno. Non a caso, tutti i sostenitori della famiglia Mortara sposeranno sempre e solo la tesi secondo cui il battesimo non era valido (con motivazioni assurde, come il fatto che fosse stato amministrato con l’acqua della cucina o che la Morisi fosse una prostituta).

Il Papa lo fa rapire, quindi, per salvargli l’anima. E prima di arrivare al sequestro cerca tutte le alternative possibili. La prima proposta alla famiglia Mortara era stata quella di far educare il bambino in un collegio cattolico di Bologna (restando quindi a fianco alla famiglia); una volta maggiorenne, avrebbe deciso lui se aderire alla fede cristiana o a quella ebraica. La famiglia aveva rifiutato radicalmente l’ipotesi e il rapimento dunque, arriva dopo una trattativa e non certo nel modo cruento rappresentato nel film.
Il “Non possumus” ribadito da Pio IX è relativo proprio a questo: Il Papa non poteva assumersi la responsabilità della dannazione eterna di un innocente e per questo doveva garantirgli un’educazione cattolica, lasciandogli poi la libertà, da adulto, di scegliere la sua strada.

Ora, è ovvio che da un punto di vista laico il gesto del Papa è assurdo. Ma se è per questo, dal punto di vista laico è altrettanto priva di senso la scelta della famiglia Mortara, che rinuncia al proprio figlio pur di non convertirsi al cristianesimo, o di consentire che si avvicini alla Chiesa.
Il problema è che all’ateo Bellocchio non interessa la prospettiva religiosa, che è l’unica – però – che dà un senso a tutta questa storia. 

Se togliamo la fede tanto da Pio IX quanto dalla famiglia Mortara, rimane solo superstizione e potere. L’amore e la fede restano completamente esclusi da tutta la vicenda.
Non c’è, in effetti – né sul versante ebraico né su quello cattolico – un solo momento di spiritualità, di pietà o di autentico amore, se non nello stesso Edgardo: che ama ma non è corrisposto da nessuno. Né dalla madre (che lo scaccia sul letto di morte, quando lui tenta di convertirla per “restituirle la vita” che lei gli aveva donato), né dal Papa-papà (quando lo fa cadere a terra per un moto d’affetto troppo impetuoso, viene punito e umiliato) e nemmeno da Gesù Cristo: nella scena più suggestiva del film, il piccolo Edgardo toglie i chiodi al crocifisso, il quale – liberato dal supplizio – se ne va senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.

Il caso Mortara per il pontefice del cinema diventa dunque solo ed esclusivamente uno scontro tra poteri: quello della Chiesa Cattolica e quello della Comunità ebraica internazionale, che riesce a creare un caso capace di smuovere politici, banchieri e giornalisti del mondo intero, in particolare negli Stati Uniti, da dove arriva anche un primo spettacolo teatrale, seguito da un altro scritto in Francia e messo in scena di fronte a Napoleone III (in cui il caso Mortara viene ricondotto al razzismo) e da un terzo in Italia, dando man forte ad una propaganda anticlericale che non lascia scampo al Papa Re.

Questo film avrebbe dovuto girarlo Steven Spielberg, che aveva già scelto gli attori e iniziato i sopralluoghi a Roma, ma che poi ha rinunciato per dedicarsi a West Side Story.
E’ un vero peccato, perché il risultato sarebbe stato agli antipodi: Steven Spielberg è un regista ebreo con una profonda sensibilità cristiana. Se l’avesse raccontata il regista di Munich, quella di Edgardo Mortara sarebbe diventata una storia di riconciliazione e non di sostanziale disprezzo per la religione, ritratta senza un briciolo di fede e umanità. E questo vale anche per l’ebraismo, ridotto da Bellocchio a un sistema di potere e di rituali, con un padre torvo e rancoroso come nelle peggiori caricature antisemite (è vero anche che l’uomo in seguito finirà in carcere a Firenze con l’accusa di aver ucciso un’altra domestica), un rabbino romano intrallazzone e servile (Paolo Calabresi, che regala un tocco di comicità all’opera) e una madre (la sempre più magnetica Barbara Ronchi, forse la migliore attrice italiana del momento) che dimostra forza e determinazione, ma che – fino all’ultimo – mette l’appartenenza confessionale davanti all’amore del figlio.
Insomma un’opera manichea, in cui è chiaro chi sono i cattivi ma non chi siano i buoni. Un affresco storico che ignora la storia. Un film incentrato su un uomo di cui non viene raccontata la vita.

Dopo la Presa di Porta Pia, Edgardo – ormai ventenne – non solo si rifiuta di tornare con la famiglia, ma temendo di essere costretto a seguirli con la forza, fugge segretamente da Roma (con tanto di travestimento) e si rifugia all’estero, diventando un abilissimo predicatore: gira il mondo, parla nove lingue, muore a 90 anni nel 1940 e nel 1907 replica sul “L’Avvenire d’Italia” ad un articolo sulla sua storia scritto da Raffaele De Cesare, smentendone la ricostruzione e argomentando con molta più lucidità e arguzia del suo avversario, e anche con una certa dose di sarcasmo.
E’ lo stesso Mortara, nelle sue lettere al giornale, a raccontare che – “come tante volte mi disse la mia madre amatissima”– nel prelevarlo “le guardie usarono tutti i riguardi e le delicatezze possibili, eccetto una che si mostrò alquanto burbera, ma non commise nessuna violenza”. Mortara racconta di aver passato “un mese intero” con i genitori alla Casa dei Catecumeni, e di averli rivisti anche nelle sue successive destinazioni, rifiutandosi sempre di seguirli.

De Cesare – nel suo articolo – per dimostrare che il sacramento amministrato dalla domestica fosse invalido scrive che Edgardo era stato sottoposto a Roma ad un “secondo” battesimo. “Visto che si occupa tanto di studi religiosi – replica Mortara – dovrebbe conoscere la differenza tra il battesimo (ricevuto a Bologna) e le cerimonie che lo accompagnano quando è amministato in maniera solenne, e che nulla aggiungono al sacramento (fatte a Roma)”.
Quando lo scrittore liquida la spiegazione del diretto interessato come “cavillo canonico”, Mortara replica “Voleva forse che portassi ragioni geografiche o botaniche?”.
Eppure la lucidità è sempre stata contestata a Mortara – come, d’altra parte, ad Aldo Moro – liquidati entrambi come vittime manipolate e affette dalla Sindrome di Stoccolma, quindi inattendibili. De Cesare stesso scrive di rendersi conto “della penosa condizione del suo spirito”: “Un triste destino lo obbliga, dopo le vicende che commossero quasi un secolo fa l’Europa civile, a difendere quanto di iniquo e di violento si compì a danno suo e della sua famiglia. Una violenza che lui stesso è costretto a giustificare dalla disciplina ecclesiastica”.
“La disciplina ecclesiastica – replica Mortara – non ha avuto sulle mie parole altro influsso che mitigare la forma assai severa con cui giudicavo i suoi apprezzamenti, intorno al fatto da lui narrato con sì poca esattezza”.

Archiviata dunque la credibilità sotto il profilo storico, è vero che la pellicola rimane un apologo sui pericoli di uno stato confessionale; un pericolo che gli israeliani conoscono molto bene, visto che la crisi in Medioriente trova la sua origine nella volontà di avere uno Stato ebraico, dove i palestinesi sono discriminati tanto quanto gli ebrei lo erano in quello pontificio.

“Rapito”, Edgardo Mortara smentisce Marco Bellocchio (ternitoday.it)

ISTESS :  Istess – Istituto Di Studi Teologici E Storico-sociali

Questo acronimo  si legge alla fine dell’articolo e inserendolo in un motore di ricerca permette di  conoscere il contesto da cui l’articolo proviene

 

11 Giugno 2023Permalink

6 giugno 2023 _ Ancora il caso Mortara

Pagine Ebraiche 24 / L’Unione Informa 6 Giugno 2023 –       17 Sivan 5783

 

IL CONFRONTO SUL FILM “RAPITO” DEL REGISTA MARCO BELLOCCHIO

                            Il caso Mortara e i riflessi nel presente

Pubblicato in Attualità il 06/06/2023 – 17 סיון 5783  

Quella che era una vicenda conosciuta dagli storici e da un pubblico relativamente ristretto, è ora nota a un largo pubblico. Per il quale il nome di Edgardo Mortara è uscito finalmente dall’ombra, diventando argomento di confronto e dibattito. È uno dei frutti più concreti di “Rapito”, l’ultimo film di Marco Bellocchio. Da giorni se ne parla sui giornali, ma anche durante tavole rotonde e incontri volti a sviscerarne i contenuti. L’ultimo dei quali si è tenuto a Roma, presso la Fondazione Ernesta Besso. Un’occasione per discutere di “battesimi forzati in margine al film di Bellocchio”, con la partecipazione del regista stesso, del rabbino capo rav Riccardo Di Segni e degli storici Marina Caffiero e Alberto Melloni. In apertura un saluto di Caterina De Mata, presidente della Fondazione.

“Uno dei tanti meriti di questo film sta non solo nella sua oggettiva bellezza, molto intensa e piena di tensione. Ma anche nell’aver riproposto all’attenzione di un pubblico vasto una questione delicatissima. Che non dovrebbe più suscitare controversie ma che invece, come abbiamo visto, le ha suscitate. Anche di questo è importante discutere” la riflessione introduttiva della professoressa Caffiero, autrice di un documentato saggio sui Battesimi forzati, nel fare riferimento ad alcune reazioni da parte del mondo cattolico che hanno suscitato allarme.

Argomento cui si è riallacciato tra gli altri il rav Di Segni, segnalando come il tema delle conversioni costituisca, ancora oggi, uno degli impedimenti più vistosi nel procedere del dialogo ebraico-cristiano. Proprio per l’approccio manifestato da chi il dialogo sceglie di praticarlo per attrarre a sé l’altro, nel segno di “una visione distorta” di come la relazione debba svolgersi. Un tema riemerso in questi giorni con forza nel dibattito pubblico, “con una tendenza a giustificare quel che è successo” che preoccupa.

Grande interesse, naturalmente, per le parole del regista. “Questo film l’ho fatto per l’entusiasmo di farlo”, ha tra l’altro affermato. Ad avvicinarlo alla storia del piccolo Edgardo “la forzatura interna all’educazione cattolica” di cui fu vittima, che l’ha portato anche a ripensare alla sua di educazione. Altri registi avevano pensato di fare il film prima di lui, a partire da Steven Spielberg. Una sfida quindi importante. Per prepararsi alla quale, ha detto Bellocchio, “ho parlato con vari esponenti della comunità ebraica e letto molti libri”.

Stimolanti anche le riflessioni di Melloni, storico della Chiesa e direttore della Fondazione per le Scienze Religiose di Bologna, su come funzionava “il meccanismo di potere del cattolicesimo romano” di quel tempo” e su come era impostata in particolare la sua relazione con l’ebraismo. Non cittadino ma suddito di un regime la cui teologia era intrisa di un antisemitismo di matrice religiosa dalle molte e nefaste conseguenze. Spazio anche alle parole del pubblico, con un intervento tra gli altri della professoressa Elèna Mortara, grande esperta del caso e pronipote di Edgardo.

Proprio Mortara sarà tra i relatori del prossimo evento dedicato al caso Mortara: la presentazione – giovedì 8 giugno alle 18.30, presso il Museo ebraico di Roma – del romanzo di Daniele Scalise “Un posto sotto questo cielo”. Interverranno anche l’autore, il rav Di Segni, il professor Melloni e Gianni Yoav Dattilo, con la moderazione di Maria Antonietta Calabrò.

 

 

6 Giugno 2023Permalink

4 giugno 2023 – Testi conciliari non più attuali

Faccio memoria per me di questi testi conciliari  quassi  totalmente rimossi dalla pratica della chiesa cattolica.
Certamente il linguaggio curiale non  ne aiuta  la  conoscenza ma nulla impedirebbe di proporli attualizzandoli  nell’espressione –
Il che non si vuol fare  soprattutto quando si  parla di diritti  umani fondamentali
Il silenzio ostentato  e praticato dai vertici /Conferenza episcopale  Italiana ) alla base del modo cattolico, sia clero che laici, fa male

CRISTIANI

«Ai laici spettano propriamente, anche se non esclusivamente, gli impegni e le attività temporali. Quando essi, dunque, agiscono quali cittadini del mondo, sia individualmente sia associati, non solo rispetteranno le leggi proprie di ciascuna disciplina, ma si sforzeranno di acquistare una vera perizia in quei campi. Daranno volentieri la loro cooperazione a quanti mirano a identiche finalità. Nel rispetto delle esigenze della fede e ripieni della sua forza, escogitino senza tregua nuove iniziative, ove occorra, e ne assicurino la realizzazione. Spetta alla loro coscienza, già convenientemente formata, di inscrivere la legge divina nella vita della città terrena. Dai sacerdoti i laici si aspettino luce e forza spirituale. Non pensino però che i loro pastori siano sempre esperti a tal punto che, ad ogni nuovo problema che sorge, anche a quelli gravi, essi possano avere pronta una soluzione concreta, o che proprio a questo li chiami la loro missione; assumano invece essi, piuttosto, la propria responsabilità, alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del Magistero. Per lo più sarà la stessa visione cristiana della realtà che li orienterà, in certe circostanze, a una determinata soluzione. Tuttavia, altri fedeli altrettanto sinceramente potranno esprimere un giudizio diverso sulla medesima questione, come succede abbastanza spesso e legittimamente. Ché se le soluzioni proposte da un lato o dall’altro, anche oltre le intenzioni delle parti, vengono facilmente da molti collegate con il messaggio evangelico, in tali casi ricordino essi che nessuno ha il diritto di rivendicare esclusivamente in favore della propria opinione l’autorità della Chiesa» (Gaudium et Spes, n. 43).

LA CHIESA

«La Chiesa tuttavia, non desidera affatto intromettersi nel governo della città terrena. Essa non rivendica a se stessa altra sfera di competenza, se non quella di servire gli uomini amorevolmente e fedelmente, con l’aiuto di Dio» (Ad gentes, n. 12)

«La Chiesa non pone la sua speranza nei privilegi offertile dall’autorità civile. Anzi essa rinunzierà all’esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far dubitare della sincerità della sua testimonianza o nuove esigenze esigessero altre disposizioni» (Gaudium et Spes, n. 76).

4 Giugno 2023Permalink

3 giugno 2023 – RAPITO. Una recensione di Giorgio Placereani

sabato 3 giugno 2023  Rapito

Marco Bellocchio

 

Rapito è il miglior film di Marco Bellocchio fin dai tempi di Sangue del mio sangue – a parte il magnifico non-fiction Marx può aspettare – superando d’un balzo alcune opere interessanti ma meno convincenti (compreso, a minoritario parere di chi scrive, Esterno notte, decisamente inferiore rispetto al capolavoro sullo stesso caso Moro Buongiorno, notte del 2003). Più che gli ultimi film, Rapito appare come una summa convincente dei temi bellocchiani. E’ un film in costume su una storia vera che si svolge nell’arco di un quarto di secolo, dal 1858, cominciando nello Stato della Chiesa e finendo nella Roma italiana. Il cinema di Bellocchio è cinema di pulsioni e di rottura narrativa inserite nella bellezza assoluta della forma; come per esempio ne La balia, qui l’aderenza storica contribuisce a dare una griglia a questa dialettica. Com’è noto, il film è la storia del “rapimento di Stato” del bambino ebreo Edgardo Mortara. Una domestica cattolica lo aveva battezzato segretamente quand’era in culla; alcuni anni dopo, allontanata dalla famiglia Mortara per dei piccoli furti, ha rivelato il segreto (per soldi) al Santo Uffizio; e questo, dichiarando che il bambino ora è cristiano, lo strappa alla famiglia per allevarlo nella fede cattolica.
Appare già nei dettagli del rapimento del piccolo Edgardo (Enea Sala) – la corsa in carrozza nella notte, il viaggio in barca nella nebbia – quell’elemento gotico che è così presente in Bellocchio (ne è un manifesto, per fare un titolo, Il regista di matrimoni). Ma dal punto visivo – nella bellissima fotografia di Francesco Di Giacomo – bisogna segnalare innanzitutto l’uso ritornante di strutture architettoniche in esterni (facciate di chiese) o interni in inquadrature frontali, centrate, opprimenti, che riempiono lo schermo e schiacciano la vista. Queste inquadrature ossessive ben rappresentano il peso delle costruzioni psicologiche che pesano sulla vita dei personaggi. Anche dopo la morte del papa: vedi il “peso” visivo di Castel Sant’Angelo sullo sfondo, qui però in campo lungo, alla fine della scena della “bestemmia” e della fuga di Edgardo adulto (Leonardo Maltese) durante il funerale di Pio IX, sulla quale ritorneremo. Ovviamente lo stesso vale per il muro di Porta Pia, che però (con simbolismo un po’ ovvio ma forse inevitabile) crolla sotto le cannonate italiane del 20 settembre 1870.

Il rapimento del piccolo Edgardo diventa una lotta impari tra gli ebrei e la Chiesa, nonché un caso internazionale, con il papa Pio IX (Paolo Pierobon) che si contrappone al mondo, anche a parte di quello cattolico, in una specie di solipsismo sacro. Dall’altra parte stanno i coniugi Mortara (Fausto Russo Alesi e Barbara Ronchi). Si crea perfino un elemento di tensione fra il padre e la madre, che ci fa temere (“temere” perché è impossibile non sentire un’adesione simpatetica) la rottura della famiglia. Non perché il padre abbia un atteggiamento compromissorio: ma riconosce con dolore un principio di realtà che le donne di Bellocchio non accettano mai.
Marco Bellocchio è in toto un figlio del Sessantotto, non per tematiche specifiche o perché ne riprenda l’ingenuità politica, ma per un principio mai mutato nel suo cinema: l’opposizione irriducibile alla “legge del Padre” e all’istituzione – a onta dei consigli “riformisti”, dallo psichiatra di Vincere al portavoce degli ebrei romani nel presente film. In tutto il suo cinema la donna, l’elemento femminile, è il grande portatore di questa irriducibilità. Qui la rappresenta Marianna Mortara, che nell’incontro con Edgardo gli strappa la catenella con la croce cristiana e la getta a terra (come già in un passaggio di Sangue del mio sangue).

Rapito è un film disperato: non perché è la cronaca di una prepotenza di Stato ma perché è il grido di una scissione, il lutto di un’anima, con la stessa forza, o quasi, di Vincere (dove essa si fondeva con la nevrosi di una nazione). Ci pone di fronte a un mistero: la trasformazione di Edgardo da rapito a credente – a iniziare dal rapporto col crocifisso, il primo segno della religione cristiana che lo ha colpito da piccolo. Va detto che un tema sotteso del film è la riflessione sulla potenza della parola, terribilmente importante in Bellocchio. Non è, quello di Edgardo, un lungo lavaggio del cervello, non è una sindrome di Stoccolma: è una fascinazione che inizia subito (le soggettive delle statue in chiesa non sono solo uno sguardo di scoperta).
Questa scissione dell’anima appare già nella strana duplicità del bambino, con la sua freddezza negli incontri coi genitori, che si rompe solo, a sorpresa, alla fine dell’incontro con la madre. Questo ci fa capire come il grande tema del cinema di Bellocchio, il riconoscimento impossibile, possa essere contenuto in realtà nel tema dell’identità.
Ritorna in Rapito l’elemento visionario che caratterizza il cinema di Bellocchio. Accennato nelle vignette satiriche che si animano, esplode nell’incubo di papa Pio IX su un gruppo di ebrei con addosso i taled, gli scialli rituali, che circondano il suo letto e lo circoncidono; nell’apparizione onirica dei genitori accanto al letto di Edgardo adulto, presagio di morte (“Edgardo, noi ce ne andiamo”, dice il padre nel sogno); soprattutto, nella vivificazione allucinatoria quando Edgardo bambino va di notte in chiesa, si arrampica fino alla grande statua del crocefisso, strappa i chiodi dalle mani e dai piedi, e dopo un intenso campo/controcampo il Cristo si anima, si alza, scende dalla croce, si toglie la corona di spine. Nel nome del padre conteneva un’allucinazione simile con la statua della Madonna. Solo che qui il Cristo volta le spalle e si allontana.

Il cinema di Bellocchio si situa in modo bruciante entro due poli: la Legge del Padre e la ribellione. Il personaggio di Edgardo è ancora più complesso perché si dibatte fra due Leggi e due figure di padri. Perché al centro del film stanno (ricordiamo che il cinema di Bellocchio è un cinema della ricerca/dell’uccisione del padre) stanno due figure di padri, paralleli e contrapposti: il padre carnale Mortara e il papa Pio IX. Sigmund Freud leggerebbe qualcosa (già lo fa il papa stesso) nella foga con cui Edgardo adulto, precipitandosi su di lui per baciargli la mano, lo fa cadere.
Non è per caso che il film sia così fortemente giocato sul parallelismo, per esempio nel montaggio parallelo della messa in latino cui assiste Edgardo e del rito ebraico in casa Mortara. Connesso al parallelismo è l’uso frequente della replica, non in modo intellettualistico ma piuttosto giocato in analogie nascoste. Alcuni esempi: nel gioco a nascondino dei seminaristi, Pio IX per scherzo prende Edgardo e lo nasconde sotto le proprie vesti; e questo è un raddoppiamento rispetto alla scena drammatica dell’inizio in cui era stata la madre a nasconderlo sotto la gonna sperando di sottrarlo alla cattura. Ancora: segue la scena dell’insurrezione di Bologna, aperta con suore e pretini in fuga che richiamano visualmente il gioco ad acchiapparella della precedente. E ancora: vediamo la caduta della statua di San Pietro abbattuta, e subito dopo, analogia ma anche diminutio, una caduta di Pio IX in preda a un attacco epilettico.

Abbiamo menzionato la ribellione. Essa compare nel gesto di Edgardo, subito dopo il rapimento, di recitare la preghiera ebraica nel letto di nascosto, e si esplicita alla fine dell’incontro con la madre: dove il bambino rimane distaccato come nell’incontro precedente col padre, anche quando lei gli strappa la croce; ma poi d’improvviso, con una subitaneità sconvolgente, corre da lei e grida che dice le preghiere ebraiche ogni sera e implora “Voglio tornare dai miei fratelli!”
Questo tuttavia rientrerebbe ancora nei canoni del realismo psicologico. Molto più importante è la stupefacente scena che ha luogo dopo un’ellissi di dieci anni, con Edgardo ora adulto e convintamente cattolico, dopo la presa di Roma e dopo che ha rifiutato di tornare alla famiglia (“Il battesimo mi ha salvato”). Ora Pio IX è morto; durante la traslazione della salma al Verano, nel 1881, la plebaglia attacca il corteo e vuole buttare il cadavere nel Tevere. Edgardo è nel corteo e si batte per difendere il carro funebre – importante il suo grido “E’ morto! E’ morto!” – ma poi all’improvviso cambia posizione e grida “Sì, lo buttiamo nel Tevere, ‘sto porco di un papa!”. Poi fugge. E’, questo, un momento centrale del film, dove si ripete quell’esplosione ricorrente nel cinema di Bellocchio che è la bestemmia. Un momento che che non rappresenta una rovesciamento di posizione del personaggio, il quale infatti rimane nella chiesa cattolica (cercherà persino di battezzare la madre in punto di morte), bensì, ancora, la sua scissione. Infatti, segue una sequenza conclusiva terribile. La madre è sul letto di morte (il padre è morto da tempo) ed Edgardo si presenta in casa Mortara per la prima volta. Ben accolto da fratelli e sorelle, viene portato in camera della madre, e fa per battezzarla con l’acqua santa. Lei gli ferma la mano: “Io sono nata ebrea e morirò ebrea”; si copre il viso, recita la preghiera ebraica e muore.
La splendida inquadratura finale presenta, in un bilanciamento dell’immagine, la sintesi visuale di un’unità irrevocabilmente spezzata, attraverso un bellissimo surcadrage. Nell’apertura dello spazio a sinistra vediamo Edgardo (attaccato dal fratello) accasciato; in quello analogo a destra la camera della madre morta; e al centro in primo piano, ma non come elemento di mediazione, quel tavolo che nel corso del film ha rappresentato l’unità familiare (anche sotto il profilo religioso) ma ora è vuoto e abbandonato.

Premesso che tutta la storia cinematografica di Bellocchio, da I pugni in tasca a Marx può aspettare, ce lo rivela come il più profondamente, e dolorosamente, autobiografico dei grandi registi italiani (non l’ovvietà mnemonica di Fellini, non il maledettismo un po’ compiaciuto di Pasolini, e neppure la Aufhebung quasi serena di Bertolucci): l’ipotesi è che Bellocchio veda in Edgardo qualcosa di analogo alla propria fascinazione – una repulsione che contiene un elemento di attrazione – verso il cattolicesimo e la sua pompa (fondamentale in questo senso era già Nel nome del padre). Questo regista ateo ha sempre sentita fortissima la presenza della religione cattolica – e qui possiamo ripensare non solo alla sua educazione dai Barnabiti ma alla madre religiosissima, ossessionata dal peccato, di cui ci racconta in Marx può aspettare. E’ uno dei tratti che lo apparentano a Buñuel. Ciò lancia forse una luce, a contrariis, sulla scissione di Edgardo? Quel ch’è certo, lo sguardo su questa scissione – che non arriva a risolverla, ma la presenta con una profondità che potremmo definire quasi shakespeariana – è la ricchezza maggiore di un film molto ricco.

 

3 Giugno 2023Permalink

21 maggio 2023: Rapito — Il caso del bambino Edgardo Mortara diventa un film

Leggo , riportate fra le numerose  notizie da “pagine ebraiche” del 21 maggio 2015:

Bokertov 21 Maggio 2023 – 1 Sivan 5783

Il caso Mortara. Sarà presentato il 23 maggio in anteprima a Cannes il film di Marco Bellocchio “Rapito” dedicato alla vicenda di Edgardo Mortara, il bambino ebreo sottratto con la forza dalla Chiesa di Pio IX alla sua famiglia. Tra i protagonisti del film, l’attore Filippo Timi, che interpreta il cardinale Antonelli, consigliere di Pio IX. Timi, intervistato da L’Espresso, del film afferma che alla base “c’è un tema molto umano, la sottrazione di un bambino alla propria famiglia, alla propria mamma, confesso che quando ho visto il film ero in lacrime. Ma ho trovato stupenda anche la figura del Papa:

il film mostra il crollo del potere della Chiesa, la scena con un enorme muro abbattuto ne è potente metafora”.
Rispetto al caso Mortara, Repubblica Bologna segnala come in città vi sia la mostra “Il ratto del fanciullo. Il caso Mortara e la Bologna ponti ficia nei documenti dell’Archiginnasio” che ricostruisce la vicenda contestualizzandone i luoghi, l’eco mediatica, il processo.

Daniel Reichel

https://mail.google.com/mail/u/0/#inbox/FMfcgzGsmhXrprzSFKRnbdSQNbWTmWph

Il mio blog diariealtro ne aveva già parlato

https://diariealtro.it/?p=7454

Aggiungo da pagine ebraiche –  Moked

moked/מוקד il portale dell’ebraismo italiano

Rapimento di Edgardo Mortara,

un sopruso che parla al presente

Pubblicato in Attualità il ‍‍22/05/2023 – 2 סיון 5783

“La storia del rapimento di Edgardo Mortara è talmente atroce che, se non fosse vera, nessuno ci crederebbe”. Un dramma, la riflessione del giornalista Daniele Scalise, in primo luogo per la prima vittima di questa vicenda: il piccolo Edgardo, strappato alla famiglia dalla Chiesa di Pio IX. “La lotta della famiglia per riaverlo, il ruolo del papa, poi il suo diventare un prete, ma odiato da tutto l’ambiente cattolico in cui si trovava. Un storia da romanzo”. E da cui Scalise – dopo aver firmato il saggio storico Il caso Mortara (ed. Mondadori) a cui si è ispirato il regista Marco Bellocchio per il suo “Rapito” (in concorso a Cannes)- ha effettivamente tratto un romanzo: Un posto sotto questo cielo (Longanesi), presentato in anteprima al centro sociale della Comunità ebraica di Torino nei giorni del Salone del Libro. Un’iniziativa organizzata in collaborazione con l’Associazione Italia-Israele di Torino. A dialogare con l’autore, dopo i saluti del presidente della Comunità torinese Dario Disegni e del presidente della Associazione Italia-Israele locale Dario Peirone, la studiosa Elèna Mortara. “Una storia atroce e incredibile”, ha ricordato Disegni. Eppure vera e soprattutto, ha messo in evidenza Mortara, pronipote di Edgardo, un caso dall’impatto internazionale. “La battaglia per riavere Edgardo (che poi riallacciò i contatti con i suoi cari) fu in definitiva perduta, ma la guerra per l’Emancipazione ebraica, su cui questo caso ebbe grande influenza, fu vinta: il rapimento generò una reazione internazionale. I cattolici liberali si schierarono al fianco della minoranza perseguitata e contro la cultura dominante. Non un fatto scontato che parla di una lotta ancora attuale”, la riflessione di Mortara, autrice sul caso Writing for Justice: Victor Séjour, the Kidnapping of Edgardo Mortara, and the Age of Transatlantic Emancipations, premiato con il riconoscimento europeo “American Studies Network Book Prize”.

Attraverso un’attenta analisi del romanzo di Scalise, Mortara ha ricordato al pubblico quanto sia in genere poco consapevole dell’importanza di questa vicenda. E come “non sia una storia così lontana: Edgardo (nato nel 1851 e sottratto dalle autorità pontificie alla famiglia nel 1858) è morto nel 1940 e nella mia famiglia la sua storia era molto presente. Era lo ‘zio prete’ con tutta le contraddizioni che questa definizione può assumere in una famiglia ebraica”. Se la memoria di questo rapimento, emblema dell’abuso della Chiesa di Pio IX sulla minoranza ebraica, era sempre ben chiaro nella memoria familiare, molto meno lo è in quella collettiva italiana. “Spero che la nuova attenzione, tra questo nuovo romanzo di Scalise e il film di Bellocchio, restituisca la giusta consapevolezza di questo passato”. Che parla al presente perché è rimasta una ferita aperta. E lo dimostra, ha rilevato Scalise, l’atteggiamento odierno della Chiesa: due voci autorevoli a cui il giornalista si era rivolto per capire come la questione oggi venga percepita nel mondo cattolico si sono rifiutate di parlare. Il suo ultimo lavoro in ogni caso è un romanzo e non una ricostruzione storica fedele, tiene a precisare, anche alla luce di alcuni elementi critici messi in luce da Elèna Mortara. “Mi sono preso abusivamente e con piacere la libertà di inventare. Quello che mi interessava era immaginare la devastazione di quest’uomo, Edgardo, sfruttando quegli appunti dei suoi diari di cui ero riuscito a leggere alcuni passaggi. Pagine in cui si vedeva l’odio che lui suscitava, diventato prete, negli altri sacerdoti, nei superiori. In cui si raccontava dell’umiliazione subita per mano di Pio IX, che non aveva desiderio di averlo accanto. Un uomo che non riusciva a trovare un suo posto sotto questo cielo”. Edgardo fu strappato alla famiglia sulla base di un presunto battesimo fatto in segreto da una domestica. I gendarmi pontifici il 23 giugno del 1858 si presentarono nella casa bolognese dei Mortara e portarono via il bambino. Sopruso che divenne emblema della violenza pontificia sulla minoranza ebraica e generò reazione in tutto il mondo ebraico e non solo, come hanno sottolineato Scalise e Mortara.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

21 Maggio 2023Permalink

19 maggio 2023  –  1 maggio 2023 – Calendario di maggio

.1 maggio            – Giornata internazionale del lavoro         [fonte 1]

.1 maggio 1947     Strage di Portella della Ginestra.            [fonte 2 ]

.2 maggio 1519 –  Morte in Francia di Leonardo Da Vinci

.2 maggio 2011     Uccisione di Osama Bin Laden ad Abbottabad
………………………………….(Pakistan) .Operazione Neptune Spear

.2 maggio 2017 –   Muore il giornalista Valentino Parlato

.3 maggio             – Giornata internazionale della libertà di stampa

.3 maggio 1476 –   Nascita di Nicolò Machiavelli

.4 maggio 1949 –    L’Italia entra ufficialmente nella NATO

.5 maggio 1818 –   Nasce Karl Marx

.5 maggio 1981 –    Morte di Bobby Sand (Irlanda del Nord)

.6 maggio 1976 –   Terremoto del Friuli

.6 maggio 2016 –   Elezione di Sadiq Khan a sindaco di Londra
…….……………………….(avvocato, figlio di immigrati pachistani).

.7 maggio 1999 –   La Nato bombarda l’ambasciata cinese a Belgrado

.7 maggio 2017 –  Liberazione di 83 ragazze rapita da Boko Aram  [fonte 3]

.8 maggio 1936 –   Mussolini proclama la fondazione dell’impero.

.8 maggio 1945     Resa della Germania nazista ……………  ……      .[fonte 4]

.9 maggio               Giornata dell’Europa                                               [fonte 5]

.9 maggio 1978 – Ritrovamento del corpo di Aldo Moro

.9 maggio 1978 –  Omicidio di Peppino Impastato

10 maggio 1933 – Berlino. Rogo delle opere considerate “non tedesche”
………………………………………………………………………   …..  [fonte 6]

10 maggio 1994 –  Primo governo Berlusconi

11 maggio 1960 –  Argentina: il Mossad rapisce il nazista Eichmann

11 maggio 2016 –  Il parlamento approva la legge sulle Unioni Civili
………………………….Legge 20 maggio 2016, n. 76
…………………….Regolamentazione delle unioni civili tra persone
………………….. dello stesso sesso e disciplina delle convivenze.

12 maggio 1974 –  Referendum sull’istituto del divorzio

12 maggio 1977 –   Assassinio di Giorgiana Masi

13 maggio 1888 –   Brasile: abolizione della schiavitù

13 maggio 1978 –   Approvazione della legge 13 maggio 1978 n.180
………………………..”Accertamenti e trattamenti sanitari volontari
…………………………e.obbligatori”, nota come ‘legge Basaglia’.

13 maggio 2015 –  Il Vaticano apre alla Palestina

15 maggio             –  Giornata internazionale per l’Obiezione di coscienza

15 maggio 2015 –    Condanna a morte di Dzhokhar Tsarnaev, attentatore
……..………………….  nella maratona di Boston del 15 aprile 2013.  [fonte 7]

15 maggio 2022 –    Morte Pierluigi Di Piazza  – Centro Balducci – Zugliano

16 maggio 1916 –      Accordo Sykes Picot                                          [fonte 8]

16 maggio 1944 –      Rivolta dei  Rom e Sinti detenuti ad Auschwitz Birkenau
…………………………………………………………………………………………..  [fonte 9]

16 maggio 2015 –   Condanna a morte dell’ex presidente egiziano Morsi

17 maggio     –         Giornata contro l’omotransfobia                        [fonte 10]

17 maggio 1961 –   Inizia l’embargo USA contro Cuba

17 maggio 1972 –   Assassinio del commissario Calabresi

17 maggio 2013 –    Morte in carcere di Jorge Rafael Videla ,
……………………………………….ex presidente dell’Argentina

18 maggio 1872 –   Nascita di Bertrand Russel

19 maggio 1296 –    Muore papa Celestino V

19 maggio 1975 –    Viene approvata la legge 19 maggio 1975, n. 151.
……………………………..Riforma del diritto di famiglia

19 maggio 2016 –    Muore Marco Pannella

20 maggio 1999 –   Le Nuove Brigate Rosse uccidono Massimo D’Antona

22 maggio 1978 –    Approvazione della legge 22 maggio 1978 n. 194
……………………….………Norme per la tutela sociale della maternità e
…………………….…………sull’interruzione volontaria della gravidanza.

22 maggio 2017 –     Strage di Manchester                                       [fonte 11]

23 maggio 1992 –    Strage di Capaci

23 maggio 2015 –     Beatificazione di mons. Romero (assassinato nel 1980)

24 maggio 1915 –    L’Italia entra nella prima guerra mondiale

25 maggio 2020 –      Minneapolis_ morte dell’afro-americano George Loyd_
…………………………………………………………………………………  ….  [fonte 12]

26 maggio 2011 –      Arresto dell’ex generale serbo Ratko Mladic

26 maggio 2018 –       Irlanda, referendum sull’aborto –

27 maggio 1564 –       Morte di Giovanni Calvino

27 maggio 1993 –        Firenze – attentato di via dei Georgofili      [fonte 13]

28 maggio 1926 –        Colpo di Stato in Portogallo: prende il potere Salazar

28 maggio 1974 –       Strage di piazza della Loggia a Brescia

28 maggio 1980 –        Viene assassinato Walter Tobagi, giornalista e scrittore

29 maggio 2005 –       Referendum in Francia. Bocciata la Costituzione  europea

29 maggio 2013 –       Morte di Franca Rame

30 maggio 1967 –        Secessione del Biafra dalla Nigeria: inizia la guerra civile

31 maggio 1972 –         Strage di Peteano                                             [fonte 14]

31 maggio 2019 –        La prof  Rosa Maria Dell’Aria sospesa viene ricevuta
in Senato con i suoi alunni, ospite delle senatrici
…………………………… Liliana  Segre e  Elena    Cattaneo             [fonte 15]

 

NOTE:

[fonte 1]
L’origine della festa del Primo Maggio appartiene alla storia degli Usa.
In Europa fu ufficializzata nel 1889 (Seconda Internazionale)  In Italia fu istituita nel 1891, soppressa nel 1925 e istituita nuovamente nel 1945.

[fonte 2]
Sebbene sia scaduto il termine della segretazione di documenti di stato sulla strage di Portella della Ginestra e le sue conseguenze gravano ancora molte oscurità.

[fonte 3]
http://www.globalist.it/world/articolo/215489/mutilate-e-maltrattate-i-retroscena-delle-ragazze-liberate-in-nigeria.html

[fonte 4]
La giornata della vittoria in Europa (conosciuta nei paesi anglosassoni come “Victory in Europe Day” o con la sigla “V-E Day”), fu proclamata l’8 maggio 1945, data in cui si concluse la seconda guerra mondiale in Europa.
Fu il giorno in cui gli alleati accettarono formalmente la resa incondizionata delle forze armate della Germania nazista, con l’entrata in vigore dell’armistizio tra la Germania e le forze alleate.
Il 30 aprile Adolf Hitler si era tolto la vita durante la battaglia di Berlino, così la resa fu autorizzata dal presidente tedesco l’ammiraglio Karl Dönitz a capo di una amministrazione passata alla storia come il governo di Flensburg. L’atto di capitolazione militare venne firmato il 7 maggio a Reims, in Francia, e ripetuto l’8 maggio a Berlino alla presenza di una delegazione dell’Unione Sovietica

[fonte 5 ]
9 maggio L’Unione europea festeggia la Giornata dell’Europa.
Si tratta della data della Dichiarazione Schumann del 1950, considerata come l’atto di nascita di ciò che oggi chiamiamo Unione europea.

https://www.coe.int/it/web/portal/international-and-european-days

COE: Conseil de l’Europe – Council of Europe

[fonte 6]
«Quando i libri verranno bruciati, alla fine verranno bruciate anche le persone».
È una frase del poeta ottocentesco tedesco Heinrich Heine, riportata sul monumento di Bebelplatz a Berlino che ricorda il rogo dei libri “non tedeschi” voluto ed effettuato dai nazisti.
Il 10 maggio 1933 l’Associazione studentesca della Germania organizzò fiaccolate nelle principali città universitarie tedesche. Furono dati alle fiamme migliaia di volumi: le opere delle teorie marxiste, quelle che attaccavano i fondamenti della religione o morale, ma anche quelle di scrittori considerati di sinistra come Bertold Brecht e Thomas Mann, e degli autori ebraici, da Albert Einstein a Sigmund Freud.
Quel giorno segnò di fatto l’inizio della censura nazista.

http://www.linkiesta.it/it/article/2013/05/10/berlino-80-anni-fa-la-follia-del-rogo-dei-libri/13574/

[fonte 7]
Negli Stati Uniti una corte d’appello federale ha annullato la condanna a morte di Dzhokhar Tsarnaev, il terrorista kirghiso-americano di origine cecena che era stato condannato per il sanguinoso attentato alla maratona di Boston del 2013. La giuria, composta da tre giudici, ha deciso dopo più di 6 mesi di valutazione del caso, affermando che “il giudice che ha supervisionato il caso non ha esaminato sufficientemente i giurati per pregiudizi”. Il 15 aprile 2013 l’attacco costò la vita a 3 persone e causò il ferimento di altre 260, tra le quali anche bambini e giovanissimi. Tuttavia, precisa la stampa locale, la decisione non significa che il terrorista uscirà dalla prigione di Florence in Colorado in cui si trova. Finirà lì i suoi giorni, ma al momento è escluso che la sua morte sarà dovuta alla pena capitale.

https://www.fanpage.it/esteri/usa-annullata-la-condanna-a-morte-per-lattentatore-della-maratona-di-boston/

[fonte 8]
Accordo Intesa segreta (1916) fra l’Inghilterra, rappresentata da M. Sykes (1879-1918), e la Francia, rappresentata da F. Georges-Picot (1870-1951), con l’assenso della Russia zarista, per decidere le rispettive sfere d’influenza e di controllo in Medio Oriente, dopo il crollo ritenuto imminente dell’impero ritenuto imminente dell’impero ottomano. All’Inghilterra fu riconosciuto il controllo, diretto e indiretto, di un’area comprendente la Giordania attuale e l’Iraq meridionale, con l’accesso al mare attraverso il porto di Haifa, mentre la Francia avrebbe avuto la regione siro-libanese, l’Anatolia sudorientale e l’Iraq settentrionale, e la Russia Costantinopoli con gli stretti e l’Armenia ottomana. Il resto della Palestina sarebbe stato sotto il controllo internazionale.
L’intesa, che smentiva l’Accordo Husain-McMahon (1915), fu poi parzialmente modificata dai trattati del primo dopoguerra.
www.treccani.it/enciclopedia/accordo-sykes-picot_%28Dizionario-di-Storia%29/

[fonte 9]
Rivolta dei Rom e Sinti  detenuti ad Auschwitz  – -Birkenau.
Il 16 maggio 1944, quando le guardie si presentarono per portare nelle camere a gas i detenuti del “Zigeunerlager” (campo degli zingari) di Auschwitz, si trovarono di fronte a un’inaspettata e incredibile resistenza. 4.000 uomini, donne e bambini (rom e sinti erano tenuti a gruppi con le intere famiglie), praticamente a mani nude, con pietre, mattoni, spranghe e lame improvvisate, si opposero finché le SS si ritirarono, lasciando diversi morti. Dopo di che, per più di due mesi gli aguzzini ridussero le razioni alimentari finchè i detenuti furono completamente indeboliti per la fame; e la notte del 2 agosto i nazisti presero la loro vendetta: in una notte finirono nelle camere a gas circa 3.000 zingari (nella scheda di riconoscimento pubblicata qui a fianco, la “Z” sta per “Zigeuner”).
Ma la rivolta vittoriosa del 16 maggio 1944 resta una pagina gloriosa della resistenza agli aguzzini nazisti, della storia del Porrajmos (sterminio zingaro) e in generale della fierezza e dell’orgoglio di Rom e Sinti.

[fonte 10]
Ventidue anni dopo la decisione dell’Organizzazione mondiale della Sanità, di togliere l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, l’Unione Europea sceglie il 17 maggio come giorno di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia.

[fonte 11 ]
L’attentato di Manchester del 22 maggio 2017 è stato un attacco suicida avvenuto alla Manchester Arena alle ore 22:31 locali, al termine del concerto della cantante statunitense Ariana Grande. L’esplosione provocò 23 morti (incluso l’attentatore) e 250 feriti.

[fonte 12]
https://www.ilsole24ore.com/art/minneapolis-continuano-disordini-la-morte-george-loyd-ADJ0Y7T

[fonte 13]
In via dei Georgofili a Firenze, un attentato dinamitardo di origine mafiosa provoca la morte di cinque persone. Una Fiat Fiorino imbottita di esplosivo viene fatta esplodere nei pressi della torre dei Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili. Anche gli Uffizi subiscono dei danni. L’attentato viene fatto risalire alla reazione dal parte del clan dei corleonesi di Totò Riina all’applicazione dell’articolo 41 bis che prevede carcere duro e isolamento per i mafiosi.
La sede dei Georgofili sarà ricostruita nel 1996.

http://www.raistoria.rai.it/articoli/firenze-attentato-in-via-dei-georgofili/13178/default.aspx

[fonte 14]
Strage di Peteano.
In un paesino in provincia di Gorizia una pattuglia composta da tre carabinieri cade vittima di un agguato terroristico e salta per aria con una bomba fatta esplodere presumibilmente da militanti di estrema destra appartenenti al gruppo “Ordine Nuovo”. La strage di Peteano si inserisce in quella che è stata poi chiamata la strategia della tensione. Quello stesso mese, il 7 maggio le elezioni politiche anticipate avevano consegnato nuovamente il paese nelle mani di Giulio Andreotti, mentre il 17 maggio veniva ucciso il commissario Calabresi.
La strage di Peteano – Storia – Rai Cultura

[fonte 15]
Segre e Cattaneo invitano prof sospesa al Senato
Le senatrici a vita denunciano la ‘ferita democratica’ dell’intervento della polizia
“Siamo preoccupate per la vicenda della sospensione di 15 giorni della insegnante di Palermo per ‘omessa vigilanza’ sul lavoro dei suoi giovani alunni che per la giornata della memoria, hanno fatto un raffronto tra le leggi razziali e la nuova disciplina in tema di diritto d’asilo introdotto dal cd. decreto sicurezza”. E’ quanto si legge in una dichiarazione congiunta delle senatrici a vita Liliana Segre e Elena Cattaneo.
“Sono, inoltre, del tutto incomprensibili -aggiungono la testimone della Shoah e la scienziata- le ragioni che, stando alle notizie di oggi, vedono gli organi di polizia entrare nella scuola per ‘ricostruire l’accaduto’. Alla ferita democratica inferta da una articolazione dello stato deputata all’ordine pubblico che entra in una scuola per interessarsi di un lavoro didattico frutto della libera elaborazione di alcuni studenti nell’ambito delle attività per il Giorno della Memoria vorremmo rispondere con l’invito che rivolgiamo alla Prof.ssa e ai suoi alunni presso il Senato per accoglierli nel cuore dell’istituzione repubblicana che sulla Costituzione e i suoi valori trova il suo fondamento”.
“Insieme -concludono- saremo felici di riflettere del valore della memoria e della sua attualizzazione che, pur nella semplificazione che può esservi stata, autonomamente e meritoriamente i ragazzi hanno fatto. Nei prossimi giorni provvederemo alla formalizzazione dell’invito alla Prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria affinché con i suoi alunni possa essere nostra graditissima ospite”.

19 Maggio 2023Permalink

13 maggio 2023 – Zittire gli intellettuali non omologati: Un vizio da Galileo a Gramsci e oltre … arriviamo a Rovelli

LETTERA del prof. Carlo   Rovelli in merito alla sua esclusione dalla Fiera del libro di Francoforte 2024.
Segue  il testo del discorso pronunciato al concerto del primo maggio e che lo ha messo in condizione  di essere ridotto al silenzio
Finalmente l’ho trovato.
Mentre scrivo (13 maggio) Enrico Mentana,  direttore de La7,   ne sta parlando durante lo speciale sulla visita del presidente dell’Ucraina  Volodymyr. Zelensky.

Carlo Rovelli avrebbe dovuto rappresentare l’Italia alla Frankfurter Buchmesse 2024, la Fiera la quale gli è stato dato il benservito, «il mio intervento è stato cancellato». del libro di Francoforte in programma nell’ottobre 2024, e invece il suo evento – la partecipazione alla cerimonia di apertura – è stato cancellato a causa del suo attacco al ministro della Difesa Crosetto dal palco del Concertone del Primo Maggio. «Ho osato criticare il ministro della Difesa», scrive il fisico e divulgatore su Facebook, pubblicando la mail con il testo della comunicazione ricevuta

«Professore carissimo, è con grande pena che mi accingo a scriverle questa lettera. Con grande pena ma senza infingimenti», gli ha scritto Ricardo Franco Levi, Commissario della Fiera di Francoforte, «il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento al concerto del 1 maggio mi inducono a pensare, mi danno, anzi, la quasi certezza, che la sua lezione che così fortemente avevo immaginato e voluto per la cerimonia di inaugurazione della Buchmesse con l’Italia Ospite d’Onore diverrebbe l’occasione non per assaporare, guidati dalle sue parole, il fascino della ricerca e per lanciare uno sguardo ai confini della conoscenza, ma, invece, per rivivere polemiche e attacchi». Levi sottolinea che la decisione è «personale», e che non vuole che l’evento si trasformi in «motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia». E aggiunge: «Sono portato a pensare che lei per primo avrà immaginato gli scenari che le sue parole avrebbero aperto. Questo non vale, certo, ad attenuare il peso di questa lettera.
Lettera che mai avrei voluto scrivere. Spero, almeno, che possa contribuire a non farmi perdere la sua amicizia. Con l’augurio di poter presto leggere un suo nuovo libro e, magari, di incontrarla di persona, le invio, caro professore, il migliore dei saluti».

https://www.open.online/2023/05/12/francoforte-carlo-rovelli-intervento-cancellato-critiche-crosetto/

1 maggio _ Roma

Il discorso integrale di Carlo Rovelli dal palco del Concertone del Primo Maggio

Che notte di sogno. Che emozione essere su questo palco in mezzo a voi. Non temete, non è una lezione di scienza che voglio fare, anche se ogni volta che provo a dire qualcosa di politica, qualcosa che riguarda l’interesse di tutti noi, c’è qualcuno subito che mi grida: “taci Rovelli, occupati della tua scienza, lascia perdere la politica!”. Ma proprio di questo voglio parlarvi. Vedete… il mondo è meraviglioso. Questa piazza è meravigliosa, la musica è meravigliosa, innamorarsi è meraviglioso. Ma non è tutto meraviglioso. Ci sono conche problemi gravi, e se c’è qualcuno che può affrontarli, siete voi, insieme. C’è una catastrofe ecologica che sta arrivando —ormai lo sappiamo tutti. Rischia di rovinare le vostre vite. Non facciamo il necessario, … perché fare qualcosa da fastidio a qualcuno. Grettezza, o miopia.

La ricchezza si è concentrata nelle mani di un numero piccolissimo di persone e di grandi imprese, e la disuguaglianza economica continua a crescere. La paghiamo tutti. Ma sopratutto, vedete, … e questa è la cosa più importante che voglio dirvi, sta crescendo la guerra. Stiamo andando dritti verso la terza guerra mondiale. E questo è il rischio più grave per la vostra vita. Invece di collaborare, cercare soluzioni, i paesi si aizzano uno contro l’altro, si provocano, si sfidano come galletti in un pollaio. Invadono paesi, soffiano sul fuoco della guerra, mandano portaerei a sfidarsi. La tensione internazionale non è stata così alta da molto tempo. Spendiamo 2 trilioni e mezzo di Euro all’anno in spese militari, una cifra inimmaginabile. Più del doppio di quindici anni fa. Impennate di spese militari così preludono alla guerra. Invece di usare le nostre risorse per fare ospedali, scuole, musica lavoro, le cose buone del mondo, le usiamo per fare armi per ammazzarci l’un l’altro. Si può essere più stupidi di così?

E perché? Per quella che Ligabue, su questo palco, poco fa ha chiamato la smania del potere. Invece di dialogare, cercare soluzioni, i potenti del mondo vogliono essere i più potenti di tutti. Magari predicano la democrazia, ma poi vogliono comandare su tutti, alla faccia della democrazia.
Oppure, come da noi in Italia, cercano di essere fedeli vassalli dei padroni del mondo, sperando in qualche beneficio a corto termine. Ancora miopia. Ma la guerra si fa anche per motivi più banali… perché costruire armi è un affare terribilmente lucroso. E nel fiume di denaro che producono le industrie di armi, le industrie della morte, ci sguazza la politica. È ragionevole che in Italia il ministro della difesa sia stato per anni legato a una delle più grandi fabbriche di armi del mondo, la Leonardo? E sia stato Presidente della Federazione dei costruttori di armi (l’AIAD). Il ministero della difesa serve per difenderci dalla guerra, o per aiutare i piazzisti di strumenti di morte? Tutti dicono “pace”, ma poi molti aggiungono che prima bisogna vincere. Volere la pace, ma dopo la vittoria, significa volere la guerra, ovviamente. Vediamo orrori commessi del nemico, veri. E gli orrori che fanno le nostre armi? Le migliaia di bombe che noi produciamo e mandiamo sui diversi teatri di guerra, devastano e ammazzano come le altre. Creano dolore come le altre.

Ci sono decine di migliaia di bombe nucleari pronte a esplodere, puntate sulle teste di tutti, da una parte e dall’altra e non siamo mai stati così vicino ad una catastrofe nucleare come adesso. È follia. E in questa situazione il governo italiano cosa fa? Sta decidendo ora di mandare una portaerei italiana con una intera flotta nel mare della Cina. Per fare i galletti contro la Cina, al seguito degli Americani. Articolo 11 della Costituzione: l’Italia ripudia la guerra: disatteso. Queste sono scelte che rischiano di distruggere le vostre vite, ragazzi. Non è questo il mondo che ci piace. Ma il mondo, ragazze, ragazzi, non è dei signori della guerra. Il mondo è vostro. Voi siete il mondo futuro, non i signori della guerra. Perché voi siete tanti, tantissimo. Qui, a Roma, come a Pechino, San Francisco, Berlino, Rio o a Islamabad. Il pianeta è vostro.
E il pianeta voi potete cambiarlo. Non da soli, ma insieme si. Voi potete fermare la distruzione del pianeta. Ribaltare la disparità economica. Fermare i signori della guerra. Costruire un mondo dove lavoriamo insieme a risolvere i problemi comuni, invece di essere uno contro l’altro.
Le cose del nostro mondo che amiamo sono state costruite nel passato da giovani che hanno saputo sognare un mondo migliore. Anche a costo di rovesciare tutto qualche volta. Attaccare la Bastiglia, bruciare il Palazzo d’Inverno. Se qualcuno vi dice —come dicono a me— non occuparti di politica, pensa solo a te stesso: è grettezza, o miopia.

Allora, questo vorrei dirvi, non vivete di insoddisfazione, di sogni irrealizzati, di lamento, di inquietudine per un futuro che dipende da altri. Prendetelo in mano il vostro futuro, ma insieme, non uno contro l’altro. Cambiare il mondo è la più bella delle avventure. La vita è bella quando splende e brucia. (E niente splende se non brucia — è il titolo delle note che suonavano quando ho iniziato a parlare.) Chi sa parlare parli, chi sa suonare suoni, chi ha idee le dica, chi sa scrivere scriva, chi sa organizzare organizzi, chi sa fare di più, faccia di più. E… ultima cosa, i signori della guerra non hanno paura ad ammazzare migliaia di esseri umani. Voi non abbiate paura a imbrattare i muri. L’Italia l’ha fatta Garibaldi che tutti i benpensanti chiamava “terrorista”, poi gli hanno fatto le statue. Prendete il futuro nelle vostre mani. Non lascatelo ai signori della guerra. Cambiatelo, questo mondo di guerra, ragazzi. Buon Primo Maggio.

Cosa ha detto Carlo Rovelli al Concertone del primo maggio: la polemica su Crosetto e le armi e le scuse di Ambra – Il Riformista

 

 

 

13 Maggio 2023Permalink

13 maggio 2023 _ L’immarcescibile bon ton: uso e consumo.

Carlo Rovelli avrebbe dovuto rappresentare l’Italia alla Frankfurter Buchmesse 2024, la Fiera del libro di Francoforte in programma nell’ottobre 2024, e invece il suo evento – la partecipazione alla cerimonia di apertura – è stato cancellato a causa del suo attacco al ministro della Difesa Crosetto dal palco del Concertone del Primo Maggio. «Ho osato criticare il ministro della Difesa», scrive il fisico e divulgatore su Facebook, pubblicando la mail con la quale gli è stato dato il benservito, «il mio intervento è stato cancellato».

«Professore carissimo, è con grande pena che mi accingo a scriverle questa lettera. Con grande pena ma senza infingimenti», gli ha scritto Ricardo Franco Levi, Commissario della Fiera di Francoforte, «il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento al concerto del 1 maggio mi inducono a pensare, mi danno, anzi, la quasi certezza, che la sua lezione che così fortemente avevo immaginato e voluto per la cerimonia di inaugurazione della Buchmesse con l’Italia Ospite d’Onore diverrebbe l’occasione non per assaporare, guidati dalle sue parole, il fascino della ricerca e per lanciare uno sguardo ai confini della conoscenza, ma, invece, per rivivere polemiche e attacchi». Levi sottolinea che la decisione è «personale», e che non vuole che l’evento si trasformi in «motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia». E aggiunge: «Sono portato a pensare che lei per primo avrà immaginato gli scenari che le sue parole avrebbero aperto. Questo non vale, certo, ad attenuare il peso di questa lettera. Lettera che mai avrei voluto scrivere. Spero, almeno, che possa contribuire a non farmi perdere la sua amicizia. Con l’augurio di poter presto leggere un suo nuovo libro e, magari, di incontrarla di persona, le invio, caro professore, il migliore dei saluti».

https://www.open.online/2023/05/12/francoforte-carlo-rovelli-intervento-cancellato-critiche-crosetto/

13 Maggio 2023Permalink