Lascio la data del 31 anche se pubblico a qualche giorno di distanza per uno dei soliti episodi in cui una difficoltà creata dal computer mi blocca. Sono spaventata dall’entusiasmo con cui è stato accolto sia il risultato dei ballottaggi, e successivamente la decisione della Consulta in merito ai referendum. Infatti quell’entusiasmo spesso non entra nel merito: è semplicemente caratterizzato dal neo populismo antiberlusconiano.
Non è garanzia che assicuri la capacità dei vincitori di costruire una diversa politica e, quando l’ignoranza prevale fra vincitori e sostenitori e l’incompetenza caratterizza le decisioni politiche, non riesco a partecipare a un entusiasmo che forse è solo consolatorio. Abbiamo bisogno di consolazione ma non basta
Lunedì 30 Maggio 2011 Tristezza e rabbia fra gli insegnanti, ma ad avere più (amaro) entusiasmo sono i precari
Sono arrivata in tempo: ce l’ho fatta a consegnare la domanda di rinnovo iscrizione alle graduatorie ad esaurimento! Nel 2003, con due bambine (la più piccola aveva allora un anno) iniziai un corso abilitante pomeridiano di due anni, che sostituiva i concorsi precedentemente banditi. La classe di concorso in cui mi sarei abilitata era la A546 (tedesco alle superiori), poi fortunatamente mi ritrovai abilitata pure nella A545 (tedesco alle medie).
Quest’odissea di viaggi pomeridiani a Udine, studio, tesine e tirocini durata due anni, si concluse nel maggio 2005, dandomi 40 punti alle superiori e solo 15 alle medie. L’insegnamento alle superiori mi avrebbe dato più soddisfazioni, ma data la scarsa disponibilità di cattedre e spezzoni seguii il consiglio di una collega di prendere le supplenze annuali alle medie. Da allora ho lavorato presso le scuole secondarie di primo grado di Gemona, Tavagnacco, Tricesimo, Majano, Forgaria e Udine. Nel 2006/07 decisi di prendere, oltre a 15 ore settimanali a Tricesimo, 3 ore al liceo scientifico di Gemona, spinta dalla speranza che avrei potuto inserire 6 punti (la metà del punteggio che si acquisisce in un anno) anche nella graduatoria delle superiori.
Solo al rinnovo dell’iscrizione in graduatoria ad esaurimento (Gae) mi resi conto che la regola su cui avevo basato questa scelta era valida prima dell’abilitazione, ma non dopo, e che pertanto il punteggio lo potevo far valere solo sulla graduatoria delle medie. Per un anno ebbi un orario scomodo, spostandomi nella stessa mattinata da una sede scolastica all’altra, e alla fine dell’anno mi resi conto che le mie speranze venivano in parte disattese, perché non ero sufficientemente informata sulle regole. In parole più semplici, chi non è abilitato può insegnare la sua materia e poi usufruire sia del punteggio maturato in quella graduatoria, che del punteggio non specifico nelle altre graduatorie delle materie che potrebbe potenzialmente insegnare, mentre quando si acquisisce il prestigioso status di insegnante abilitato, questo privilegio viene meno.
Dal 2005 ad oggi ho sempre insegnato in due scuole contemporaneamente, con supplenze annuali, l’estate scorsa ero molto preoccupata a causa della riduzione del numero di ore di tedesco, ma poi ho avuto comunque 15 ore settimanali fra Tolmezzo e Forgaria. Ora, con l’apertura delle Gae, nuovamente sbloccate, anche ad insegnanti di altre province, temo che si vanifichino le mie speranze di tornare a Tolmezzo l’anno prossimo, ma potrebbero addirittura vanificarsi le mie speranze di lavorare! Ciò che mi sostiene è avere imparato, con gli anni, a vedere il bicchiere mezzo pieno, e ad attaccarmi alle piccole cose positive per non perdere la speranza. Non certo col mio magro stipendio sono riuscita ad acquistare una casa, ma vedo intorno a me molti altri colleghi precari meno fortunati, che magari il prossimo anno non sapranno come pagare il mutuo, o rimanderanno ancora una volta la decisione di avere dei figli.
Vedo molta tristezza, rabbia, depressione. Il rischio è che, se noi insegnanti ammettiamo di essere depressi, i genitori si preoccuperanno per la sorte dei loro figli, affidatici con fiducia. Eppure sappiatelo, genitori: il Ministero della Pubblica (D)Istruzione ci cambia le carte in tavola in continuo, ci dà speranze in base a certe normative che poi cambiano, ci ha fatto iperspecializzare per poi permetterci di insegnare una minima parte di tutto quel bagaglio faticosamente messo assieme.
Quando scendo da Tolmezzo in autostrada, prima della galleria ammiro sempre, estasiata, il celeste del lago di Cavazzo, incorniciato dalle montagne e dal cielo. Mi viene in mente quel collega che fermò lì la macchina e si buttò nel lago. Eppure era di ruolo. Pensateci, cari genitori, e sosteneteci. Protestate anche voi contro i tagli, ricordatevi che l’istruzione è importante e che esistono mille tipi di insegnanti (già l’età dei discenti condiziona la disponibilità verso di loro e le soddisfazioni che si possono trarre dall’insegnamento), ma solo una ben piccola percentuale fra loro è fannullona.
Probabilmente sono proprio i precari ad insegnare con maggior entusiasmo, perché non sanno cosa vuol dire abitudine, routine; hanno però un sapore amaro in bocca, in quanto non possono investire energie in un rapporto continuativo con i loro allievi e progettare serenamente il futuro e le scelte di vita personali e familiari.
Luisa Rivoira
Buja (Udine)
Per chi vuole andare alla fonte: http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=151038