24 luglio 2022 – Ucraina: direttissimo Sigonella – Mar Nero

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Antonio Mazzeo 23/07/2022, 11:29

Questo articolo è stato pubblicato sul blog di Antonio Mazzeo il 21 luglio 2022

Vola, individua, spia e spara. È il “gioiello” di guerra della Marina militare degli Stati Uniti d’America a cui è stato dato il nome del dio del mare e delle catastrofi dei terremoti e dei maremoti. È il pattugliatore multi missione P-8A “Poseidon”, realizzato dall’holding industriale aerospaziale Boeing per la lotta antisommergibile ed antinave e per le attività di intelligence, sorveglianza e ricognizione. Il velivolo è stato consegnato nel 2014 e dal settembre 2016 opera stabilmente dalla grande base militare siciliana di Sigonella sotto il comando e il controllo di un distaccamento del Patrol Squadron 45 di US Navy appositamente trasferito in Sicilia da Jacksonville, Florida.

“Sigonella consente lo schieramento dei P-8A in uno scacchiere geostrategico che comprende il Mediterraneo, l’Africa settentrionale e l’Europa orientale a supporto del Comando delle forze armate USA in Europa e nel continente africano”, spiega il Pentagono. Per i nuovi pattugliatori sono state ampliate a NAS Sigonella le aree di parcheggio e le piste ed è stato realizzato un maxi-hangar con annesso centro di manutenzione del costo di 26,5 milioni di dollari, inaugurato ufficialmente a metà gennaio 2022. “Progettato per ospitare simultaneamente due P-8A Poseidon, l’hangar di 56.000 piedi quadrati offre uno spazio per gli squadroni aerei trasferiti a rotazione e per le operazioni della Commander Task Force 67 di US Navy”, spiega il Dipartimento della Difesa. “Lo scorso anno, la parte dell’hangar già completata, è stata utilizzata come luogo di transito per i cittadini afgani evacuati prima del loro trasferimento definitivo in altri paesi”.

Insieme ai droni “Global Hawk” di US Navy e AGS NATO – anch’essi con quartier generale Sigonella – i pattugliatori “Poseidon” hanno assunto un ruolo chiave nelle operazioni militari di Washington e dell’Alleanza Atlantica a sostegno del governo di Kiev contro l’occupazione russa di ampie regioni ucraine. Una specie di occhio e orecchio non poi tanto segreto contro le manovre dell’esercito di Mosca e una sorta di consigliere-guida della controffensiva delle forze armate ucraine che ha già consentito di ottenere sul campo rilevanti e sanguinosi “successi” sugli avversari.

Droni e pattugliatori decollano da Sigonella verso l’Europa orientale e il Mar Nero con frequenza ormai quotidiana e lo fanno da molto prima dell’invasione russa del 24 febbraio. Un servizio dell’emittente statunitense CNN andato in onda il 16 febbraio ha riferito di un incontro ravvicinato nel cieli del Mediterraneo tra alcuni cacciabombardieri russi Sukhoi SU-35 e un P-8 “Poseidon” proveniente dallo scalo siciliano. “Non sono state fornite informazioni dal Pentagono sul punto esatto in cui è avvenuto l’incontro, ma le manovre aeree dei russi sono state definite pericolose e scarsamente professionali”, riferiva la CNN. Con lo scoppio della guerra e l’escalation militare di USA, NATO e UE in Est Europa, gli analisti indipendenti di ItaMilRadar hanno documentato la crescita progressiva delle operazioni dei velivoli-spia, con e senza pilota, in Mar Nero e ai confini con Ucraina, Russia e Bielorussia e nel Mediterraneo orientale in prossimità del porto di Tartus, Siria, utilizzato per le soste tecniche della flotta militare russa.

E un “Poseidon” ha avuto un ruolo importantissimo in quella che ad oggi, per il valore politico-simbolico ma soprattutto per le sue drammatiche conseguenze in termini di vite umane, rappresenta una delle azioni di guerra più significative: l’affondamento dell’incrociatore russo Moskva a largo di Odessa, mercoledì 13 aprile, presumibilmente dopo essere stato colpito dai militari ucraini con uno o più missili anti-nave. Sono ancora fittissimi i misteri sulle dinamiche e sulle unità protagoniste dell’attacco, così come è ancora ignoto il numero delle vittime. E’ tuttavia certo che l’operazione militare contro la nave ammiraglia russa nel Mar Nero è stata “monitorata” e registrata a poche miglia di distanza da un Boeing P-8A di US Navy decollato dalla stazione aeronavale di Sigonella. Il 12 aprile, ItaMilRadar ha pubblicato un breve post segnalando che “per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, stiamo tracciando una missione di un Boeing P-8A di US Navy sul Mar Nero”.

Incontri ravvicinati sulla pelle della gente

“Da quando è iniziata la guerra non ci sono state missioni di sorveglianza sul Mar Nero da parte di velivoli con pilota e questo tipo di operazioni sono state lasciate ai droni”, aggiungeva ItaMilRadar. “Oggi, tuttavia, un Poseidon di Sigonella sta svolgendo una missione di pattugliamento a largo delle coste della Romania e della Bulgaria, E’ interessante notare che l’aereo è giunto a 20 km dall’isola del Serpente (Snake Island), attualmente occupata dalla Marina russa, pur rimanendo nello spazio aereo rumeno. Questo è certamente l’incontro più ravvicinato sin dall’inizio della guerra tra un velivolo NATO e le truppe russe direttamente coinvolte nel conflitto. Va anche sottolineato che il P-8A ha spento il transponder ADS-B mentre stava volando sul mare”.

Un articolo comparso il 20 aprile sull’autorevole quotidiano londinese The Times, prontamente ripreso dal francese Le Figaro ha fornito una descrizione delle evoluzioni aeree del pattugliatore “Poseidon” prima e durante l’attacco contro l’incrociatore lanciamissili russo. “Un Boeing P8 era a meno di 100 miglia dal Moskva il giorno che l’incrociatore russo ha subito un danneggiamento catastrofico”, esordisce The Times. “Si crede che centinaia di marinai siano morti quando l’unità ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero è stata colpita da almeno un missile ucraino anti-nave Neptune. Il suo affondamento ha drammaticamente ridotto la probabilità di un assalto anfibio su Odessa e ha inferto un colpo all’operatività della Russia nel Mar Nero”.

Il quotidiano londinese ha ricostruito dettagliatamente il volo del pattugliatore marittimo di US Navy sin dal decollo dallo scalo siciliano. “Il 13 aprile, un P8, identificato con il codice AE681B, ha lasciato la base aeronavale USA di Sigonella, per dirigersi verso il Mar Nero”, rivela The Times. “Esso è stato tracciato per la prima volta in volo sul Mediterraneo alle ore 13.32 (fuso orario di Kiev). I dati forniti da FlightRadar24 mostrano che il P8 ha sorvolato i Balcani e la Bulgaria, per poi raggiungere la costa rumena sul Mar Nero nelle prime ore del pomeriggio”.

“Il velivolo è stato localizzato per l’ultima volta mentre volava sulla città di Valea Nucarilor in Romania, a circa 12 miglia dalla frontiera con l’Ucraina, alle ore 15.27”, prosegue il quotidiano. “A quel punto il P8 era a meno di un centinaio di miglia da dove è stato colpito l’incrociatore Moskva. All’ora in cui è scomparso ai monitor di FlightRadar24, il P8 si era abbassato in volo da un’altitudine di 29.000 piedi a 11.900 (da 8.840 a 3.627 metri, nda)”. Sempre secondo The Times, nelle successive tre ore è stato impossibile per i radar tracciare la rotta del pattugliatore di US Navy. “Alla fine esso è riapparso alle ore 18.23, mentre volava sulla costa del Mar Nero in prossimità della città di Casimcea in Romania, a circa 37 miglia dalla sua ultima posizione documentata”, spiega la testata. “Dopo 19 minuti, il P8 ha spento ancora una volta il suo transponder, per riapparire 42 minuti più tardi vicino Abrud, nella Romania meridionale, alle ore 19.24, per poi rientrare alla base di Sigonella. Il primo report noto su quanto stava accadendo al Moskva risale alle ore 20.42, quando un volontario ucraino con legami con i militari ha postato un messaggio su Facebook. Alle 22.31 il governatore ucraino di Odessa ha fornito la prima conferma ufficiale sullo strike”.

La disinformazione italiana

Amelia Smith, analista statunitense indipendente, ha spiegato a The Times che la presenza del P8 in vicinanza dell’unità russa “era inusuale, ma non del tutto fuori dall’ordinario”. “L’analista ha anche detto che in quella giornata c’è stato un numero leggermente maggiore di velivoli USA che hanno sorvolato le coste del Mar Nero”, aggiunge The Times. “Il Segretario della Difesa USA, Lloyd Austin, ha ammesso questo mese che gli Stati Uniti stanno fornendo intelligence ai militari ucraini nella regione del Donbass, la prima ammissione pubblica che sono state condivise informazioni classificate con Kiev”. A conclusione, il quotidiano inglese si sofferma sulle caratteristiche tecniche del pattugliatore. “Il Boeing P8 Poseidon è il più sofisticato velivolo dell’arsenale USA per individuare i sottomarini e le unità da guerra di superficie; esso utilizza sonoboe contro le unità nemiche e può essere equipaggiato pure con sofisticati radar APY-10”, scrive The Times. “Anche se le sue capacità operative sono secretate, è parere degli esperti che un P8 può mappare con i radar un’area di 10.000 metri quadri da una distanza di più di 220 miglia, è ciò significa che il Moskva poteva essere tracciato perfettamente il giorno del suo affondamento”.

Il quotidiano francese Le Figaro si è spinto ancora oltre rivelando un particolare assai inquietante: “Il P8 Poseidon è pure armato con missili antinave AGM-84 Harpoon e siluri Mark 54. Sono simili ai sistemi impiegati a bordo del velivolo equivalente francese ATL2, utilizzato con il gruppo aeronavale da febbraio ad aprile 2022 (nel Mediterraneo orientale, nda), guidato dalla portaerei Clémenceau”. In verità altri analisti militari hanno scartato l’ipotesi che i missili che hanno colpito la nave russa siano partiti dal pattugliatore USA. Secondo uno dei massimi esperti di intelligence e questioni militari, l’ex vice-sottosegretario alla difesa statunitense Stephen Bryen “non esiste alcuna evidenza che il P-8A abbia lanciato qualsiasi dispositivo d’arma”. Se ciò fosse accaduto, aggiunge Bryen in un lungo articolo apparso su Asia Times, “sarebbe stata superata una linea assai sensibile e ciò avrebbe spinto gli USA direttamente alla guerra in Ucraina senza l’autorizzazione del Congresso o della Presidenza”. “Certo, ogni cosa è possibile”, commenta in conclusione. “Sicuramente, se il P-8A era lì, inseguendo le navi e i sottomarini russi, non avrebbe non potuto testare i differenti sistemi presenti a bordo contro le maggiori unità da guerra della Marina russa. Il P-8A ha una sofisticata suite di contromisure elettroniche AN/ALR-55 realizzata da BAE Systems. Questi sono sistemi nuovi di zecca e se si trovano sui pattugliatori P-8 che operano nell’arena del Mar Nero, dovrebbero essere stati installati lo scorso anno o anche nell’ultimo paio di mesi. Molto di ciò che l’ALR-55 può fare è sottoposto a segreto, ma si sa che è capace di disturbare i radar nemici o, possibilmente, di annullarne i segnali. Tuttavia è teoricamente possibile che se il P-8A di US Navy era connesso in tempo reale o quasi agli operatori ucraini del Neptune, esso potrebbe aver oscurato e annullato i sistemi radar a bordo delle navi russe. Ci sono pochi dubbi che il P-8A non si sia coordinato con gli ucraini, forse direttamente o attraverso connessioni satellitari, o possibilmente dopo il passaggio tra le forze USA e NATO e poi a quelle ucraine”. In un servizio pubblicato il 5 maggio dal New York Times sono state citate fonti ufficiali statunitensi e ucraine che avrebbero riferito anche di una possibile “distrazione” del Moskva con un drone “Bayraktar” di produzione turca ma in possesso delle forze armate di Kiev.

Da Sigonella direttamente sul Mar Nero

Le operazioni dei pattugliatori “Poseidon” sono proseguite anche nei giorni successivi all’affondamento della nave ammiraglia. ItaMilRadar ne ha documentato una il 15 aprile sul Mediterraneo orientale e un’altra ancora il giorno successivo. “Nel pomeriggio abbiamo tracciato una nuova missione sul Mar Nero di un USN Boeing P-8A partito da NAS Sigonella”, recita il report del 16 aprile. “Dopo una lunga sospensione (sin dall’inizio della guerra in Ucraina), nell’ultimo paio di giorni abbiamo registrato diverse nuove missioni dei Poseidon a largo delle coste bulgare e rumene (la prima il 12 aprile). Coincidenza (o no?), le missioni sono state riesumate appena prima dell’affondamento dell’incrociatore Moskva. Molto probabilmente essi stanno monitorando la situazione nel Mar Nero di fronte ad Odessa per comprendere le intenzioni della flotta russa riguardo a un possibile sbarco vicino la città ucraina”.

Nella mattinata del 19 aprile ItaMilRadar ha tracciato il decollo da Sigonella di un pattugliatore ATR P-72A dell’Aeronautica Militare italiana poi direttosi in missione nel mar Ionio e, subito dopo, di un Boeing P-8A di US Navy che ha raggiunto il Mar Nero per poi rientrare in serata nella base siciliana. “Durante il volo sul Mar Nero l’aereo ha spento il transponder ma possiamo affermare con certezza che la missione si è svolta di fronte alla Romania e alla Bulgaria, in una zona (specialmente quella settentrionale) che è ad appena un paio di miglia di distanza dall’area delle operazioni della flotta della Marina russa”. Un “Poseidon” ha operato nel Mediterraneo orientale pure tutta la giornata del 20 aprile, a breve distanza da un pattugliatore marittimo Lockheed CP-140 “Aurora” dell’Aeronautica militare del Canada, anch’esso decollato da Sigonella. E poi ancora il  24 aprile per l’ennesima missione top secret in Mar Nero (con il transponder spento per sfuggire al controllo radar) e nella serata di giorno 26, contemporaneamente a un’operazione vicina al confine occidentale dell’Ucraina di un drone “Global Hawk” dell’US Air Force (nome in codice Forte10) anch’esso decollato da NAS Sigonella.

Mentre in Italia nessuna grande rete televisiva né tanto meno un quotidiano di tiratura nazionale ha provato ad approfondire la vicenda relativa all’affondamento del Moskva e al ruolo assunto dal “Poseidon” decollato dalla Sicilia, il 5 maggio due importanti emittenti Tv degli Stati Uniti hanno fornito ulteriori dettagli sull’azione di guerra consumatasi in mare a metà aprile. La CNN ha riferito che “sono stati gli Stati Uniti a fornire le informazioni di intelligence che hanno aiutato a colpire l’incrociatore russo”. “Un funzionario statunitense – che ha parlato in forma anonima – ha affermato che l’Ucraina da sola ha deciso di prendere di mira e affondare l’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, usando i propri missili anti-nave”, ha aggiunto la CNN. “Tuttavia, visti i continui attacchi della Russia dal mare verso la costa ucraina, gli Stati Uniti hanno fornito una serie di informazioni, compresa l’ubicazione delle navi”.

“Dopo aver avvistato una nave da guerra russa nel Mar Nero, Kiev ha chiamato i suoi contatti americani per avere conferma che si trattasse del Moskva”, aggiunge l’emittente. “Gli Stati Uniti hanno confermato che era l’incrociatore e hanno fornito informazioni sulla sua posizione. Non è chiaro se gli USA sapessero che l’Ucraina avrebbe attaccato e non sono stati coinvolti nella decisione, hanno sottolineano le fonti militari”. Le rivelazioni della CNN sono state prontamente smentite dal portavoce del Pentagono, John Kirby. “Non abbiamo fornito all’Ucraina informazioni specifiche per affondare l’incrociatore russo Moskva”, ha dichiarato il funzionario alla CNN. “Non siamo stati coinvolti nella decisione degli ucraini di colpire l’imbarcazione o nell’operazione che hanno effettuato. Non eravamo a conoscenza dell’intenzione dell’Ucraina di colpire la nave (…) Gli ucraini hanno le loro capacità di intelligence per tracciare e colpire imbarcazioni russe come hanno fatto in questo caso”.

Sempre il 5 maggio anche l’NBC riportava quanto dichiarato da “alcune fonti ufficiali secretate”: “L’intelligence statunitense ha aiutato l’Ucraina ad affondare l’ammiraglia russa Moskva, dicono i funzionari”, riportava l’emittente televisiva. “L’attacco è avvenuto dopo che le forze armate ucraine hanno chiesto informazioni agli americani sull’unità in navigazione nel Mar Nero a sud di Odessa, hanno spiegato gli ufficiali USA ad NBC News. Gli statunitensi l’hanno identificata nel Moskva, hanno dichiarato gli ufficiali, e li hanno aiutati a confermare la sua localizzazione, dopo il quale gli ucraini hanno mirato alla naveGli USA non sapevano al momento che l’Ucraina stava per colpire il Moskva, hanno aggiunto, e non sono stati coinvolti nella decisione di colpirlaL’intelligence navale viene scambiata con gli ucraini per aiutarli nella difesa contro gli attacchi delle navi russe, hanno aggiunto gli ufficiali. Il ruolo USA nell’affondamento non era stato ammesso in precedenza. Ma NBC News aveva documentato il mese scorso come l’intelligence americana scambiata con l’Ucraina fosse stata strumentale nei successi riportati dall’Ucraina fino ad oggi, incluso l’aiuto agli ucraini per prendere di mira le forze armate russe ed evitare i suoi attacchi. Gli ufficiali statunitensi hanno espresso preoccupazione che le prove sullo scambio di intelligence USA con l’Ucraina possano far arrabbiare Putin e provocare una risposta imprevedibile. La politica odierna statunitense proibisce espressamente lo scambio di intelligence per colpire in modo letale i leader civili e militari russi, hanno spiegato ai due ufficiali statunitensi che hanno voluto rispondere a NBC News. Nei primi giorni di conflitto, il Moskva è stato protagonista di ciò che è divenuto un incidente iconico quando i militari a bordo ordinarono di arrendersi alle guardie di frontiere ucraine presenti a Snake Island. Nave da guerra russa, vaffan.., risposero le guardie”.

Il vaffanculo urlato contro l’incrociatore russo è divenuto uno degli immancabili ingredienti chiave della macchina da propaganda di guerra del governo di Kiev. Quando l’1 aprile 2022 attraversammo con la Carovana della Pace Stop The War la frontiera tra Polonia e Ucraina diretti a Leopoli, ci trovammo di fronte un cartellone gigante con al centro la siluette della cittadella del Cremlino disegnata a mo’ di nave da guerra, piegata su un fianco, mentre affonda in un lago di sangue. Sopra, a caratteri cubitali, in cirillico, Mosca vaffanculo!!! Cartelloni simili per demonizzare, dissacrare e disumanizzare un’intera città, un popolo, una lingua, una storia, una cultura, riempivano le piazze del centro storico di Leopoli, patrimonio dell’umanità. Un manifesto-icona per fomentare odio e intolleranza, altro che legittima resistenza alla brutale aggressione dell’esercito di Putin. Tragicamente profetico.

Adista News – Ucraina: direttissimo Sigonella – Mar Nero

 

 

 

24 Luglio 2022Permalink

22 luglio 2022 – Non è il tempo di scherzare

Chi non c’è non  si vede e chi non si vede non c’è

E ci apprestiamo , in un’estate rovente piena di disgrazie, ad affrontare la XIX legislatura (elezioni fra due mesi!). A causa di un parlamento che ha scelto di non impegnarsi nella rimozione di una  pesante norma di inciviltà, per l’ottava volta il governo cadente la passerà al nuovo che in qualche modo arriverà.
Eppure si trattava (e si tratterebbe) di un impegno parlamentare senza vincolo di spesa, semplice nella formulazione ma … assoggettarsi opportunisticamente al pregiudizio sembra una voglia inarrestabile dei nostri parlamentari e, temo , a 360°.
E non posso negare che questa voglia imperversi anche nella società civile che altrimenti si dichiara paladina dei diritti umani.
Mi spiego: regnante con il suo quarto governo quel tale on. B. che oggi sembra essere stato fra i registi della dissennatezza che ha portato alla caduta del governo Draghi pochi mesi prima della sua fine naturale (marzo 2023),  fu votata una legge che meritò il voto di fiducia voluto dal ministro dell’Interno tale on. Roberto Maroni (Lega allora Nord): era la legge 94/2009.
La norma che voglio segnalare  si rotolò per sette governi fino all’attuale e, intatta, passerà al prossimo quale che sia. Nel dlgs 286/1998 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) così si esprime (art. 6/2):
Fatta  eccezione  per  i  provvedimenti  riguardanti  attività sportive e ricreative a carattere temporaneo ,  per  quelli  inerenti all’accesso alle prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35  e  per quelli  attinenti  alle  prestazioni  scolastiche   obbligatorie,   i  documenti inerenti al soggiorno  di  cui  all’articolo  5,  comma  8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica  amministrazione  ai fini del rilascio di licenze,  autorizzazioni,  iscrizioni  ed  altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati”.

Per capire bisogna leggere quel che non c’è. Nella norma si elencano le eccezioni alla presentazione del  (semplifico) permesso di soggiorno  ma non  ci sono i genitori dei nati in Italia che si presentino allo sportello del comune a registrarne la nascita privi appunto di quel documento.
Potrebbero quindi, per la paura di essere identificati come irregolari, astenersi da quell’atto dovuto, negando al loro piccolo il certificato di nascita che gli spetta come diritto personale.
Nella legge precedente alla 9/2009 c’erano (cd Turco Napolitano).  Nel 2009 sono stati esclusi dalle eccezioni elencate.
Nel 2020 un  piccolo gruppo teatrale friulano (NonSoChe) si impegnò in uno spettacolo costruito ad hoc e si impegnò volontariamente ad informare, con l’antico mezzo dello spettacolo teatrale; sul problema della negazione del certificato di nascita a una categoria artatamente  precostituita (i “figli di…”) appunto.
Il 22 aprile 2021 la capogruppo del Pd alla Camera presentò la pdl 3048  “Modifica all’articolo 6 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di obbligo di esibizione dei documenti di soggiorno”  che avrebbe dovuto, se approvata, rimuovere l’ostacolo della presentazione del permesso di soggiorno anche peri migranti non  comunitari ,.
A questo punto però fece una giravolta tutt’altro che apprezzabile: anziché impegnarsi nel dibattito parlamentare dichiarò volerla presentare in una trasmissione Tv mattutina chiamata agorà.
Non  so se tanto sia accaduto: disgustata ho lasciato perdere. In questa vicenda già squallida ci mancava la propaganda tv.
Poco tempo dopo il segretario del suo partito (on. Letta) dichiarava da parlamentare il suo impegno per lo ius scholae.
Entrambi gli onorevoli, per  questa vicenda tutt’altro che onorabili, fingevano di non sapere che
”La richiesta di cittadinanza italiana  non può essere accolta in assenza di un  certificato di nascita”.
Dovrebbero arrivarci da soli  ma, nel caso, li informa il 12mo Rapporto sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in  Italia.
Possono andare a leggere il punto 11 del VI  capitolo del Rapporto e, se credono, lo possono verificare anche nel precedente Rapporto (novembre 2020) .

Conclusione personale, tanto per chiarire.
Non sono una persona che si nega agli impegni nella società civile  e anche alla battaglia politica che in questa può svolgersi, ma mai mi impegnerò in qualcosa che sia presa in giro di diritti fondamentali di chi non  può difendersi da sé.
Onorevoli del Pd e simili, fate chiarezza prima che la campagna elettorale cominci. Valgo solo uno ma credo che vi servano anche gli spiccioli.

22 Luglio 2022Permalink

16 luglio 2022_Discriminato l’agente di Polizia Locale obiettore di coscienza

L’articolo che segue, pubblicato nel sito equal  uniud Giurisprudenza a firma
Anna Piovesana – 8 Luglio 2022-
propone  l’obiezione di coscienza  in  una forma non ambigua e mi ricorda antiche battaglie per arrivare alla 
Legge 15 dicembre 1972, n. 772.  Norme per il riconoscimento della obiezione di coscienza,
allora una novità reale nel panorama culturale italiano.
Certamente oggi la realtà impone l’attenzione a situazioni nuove ma il  filo conduttore dagli anni precedenti il 1972, quando  l’impegno era conoscere, dire e dirsi pubblicamente , ad oggi c’è e io sono contenta di leggerlo  nel quadro di una memoria (anche personale)  lontana..

Nel maggio 2020, il Comune di Ferrara adottava un nuovo Regolamento del Corpo di Polizia Locale, ivi introducendo una disposizione che rendeva incompatibile l’appartenenza al predetto Corpo, con lo status di obiettore di coscienza. Il Regolamento stabiliva inoltre l’assegnazione “in via continuativa”, “a tutti gli appartenenti al Corpo in possesso della qualifica di Agente di Pubblica Sicurezza”, di “una pistola semiautomatica … congiuntamente a un idoneo quantitativo di munizioni”.

A seguito di tale mutamento di disciplina, un dipendente, agente di P.S., adibito sin dal 2007 alla funzione di Vigile di Quartiere, mansione da sempre svolta senza portare armi, si vedeva assegnato d’ufficio alla Centrale Radio Operativa, in ragione del fatto di avere, in passato, manifestato l’obiezione di coscienza, rifiutando di prestare il servizio militare in occasione della chiamata alla leva. Non avendo rinunciato alla sua posizione di obiettore, l’amministrazione non gli aveva assegnato l’arma di ordinanza e lo aveva rimosso dalle sue mansioni operative.

Nel frattempo, tutti gli altri agenti di polizia locale, muniti della qualifica di agenti di P.S., si vedevano consegnata la pistola di ordinanza, senza essere stati messi nella condizione di poter manifestare formalmente il proprio convincimento personale in materia di porto d’armi. Ciò accadeva con particolare riferimento al gruppo delle donne, che non essendo soggette alla leva obbligatoria, non avevano potuto, neppure in passato, esprimersi sul punto.

L’agente e la CGIL Federazione Pubblica adivano, quindi, il Giudice del Lavoro di Ferrara, con ricorso ex art. 28 d.lgs. 150/2011, chiedendo che: A) venisse accertato il carattere discriminatorio delle disposizioni del Regolamento di Polizia Locale, che avevano introdotto l’incompatibilità dell’appartenenza al Corpo di Polizia Locale con lo status di obiettore, nonché la discriminatorietà della condotta del Comune, consistita nel mancato riconoscimento ai propri agenti della facoltà di esercitare il diritto all’obiezione di coscienza all’uso delle armi e dell’ordine di servizio con il quale il ricorrente era stato rimosso dalle precedenti mansioni esterne; B) fosse ordinato al Comune di riassegnare l’agente di P.S. anche a servizi esterni che non richiedono l’uso necessario delle armi e di consentire agli agenti di manifestare formalmente la propria obiezione di coscienza; C) fosse condannato il Comune al risarcimento del danni in favore sia dell’organizzazione sindacale, che del lavoratore obiettore.

Il Tribunale di Ferrara, con ordinanza del 15.04.2022, ha accolto il ricorso.

Il Giudice, dopo aver effettuato un’approfondita disamina della normativa in materia di obiezione di coscienza e di quella in materia di porto d’armi nel settore della polizia municipale (l. 7.03.1986, n. 65l. 1.04.1981, n. 121 e D.M. 4.03.1987, n. 145), ha ritenuto non condivisibile la tesi del Comune, secondo cui lo status di obiettore di coscienza è sempre incompatibile con l’appartenenza al Corpo di Polizia Locale. Secondo il magistrato, tale incompatibilità può sorgere solo “se lo stabilisce il regolamento” che, però, all’epoca dell’assunzione del poliziotto locale, non prevedeva l’obbligo porto d’armi, entrato in vigore nel 2020.

L’ordinanza prosegue affermando che “l’introduzione del porto continuativo dell’arma, sia in attività esterne sia in attività interne, e della regola della incompatibilità dello status di obiettore, non può essere imposto con effetti retroattivi nei confronti del personale”, sicché il Comune non poteva imporre al vigile di osservare un “obbligo che all’epoca [della sua entrata nel Corpo] non esisteva e che ora era invece in grado di toccare, almeno potenzialmente, il nucleo profondo dei suoi convincimenti etici e religiosi”.

Il Giudice ha altresì precisato che “il bilanciamento degli interessi e degli obiettivi, perseguiti dal Comune attraverso la scelta di armare il Corpo e le conseguenti esigenze organizzative che ne conseguono, può e deve essere contemperato con quello di tali dipendenti a esprimersi sulle modalità di svolgimento di servizi di competenza della polizia municipale che, per scelta del legislatore primario, non risultano necessariamente connessi con il porto dell’arma”.

Alla luce di quanto sopra, il Tribunale ha ritenuto che il comportamento posto in essere dal Comune nei confronti della generalità degli agenti di Polizia Locale (cioè l’imposizione agli stessi dell’obbligo del porto d’armi, senza consentire loro di esprimersi al riguardo) costituisce una discriminazione indiretta non solo per “convinzioni personali”, ma anche per ragioni di “genere”, considerato l’elevato numero di dipendenti di sesso femminile che, in quanto non chiamate alla leva, non avevano potuto esprimere obiezione di coscienza.

Nei confronti del ricorrente, il Tribunale ha invece ravvisato la sussistenza di una discriminazione diretta per convinzioni personali, in relazione allo status “conclamato” del lavoratore di obiettore. Il Giudice, dopo aver ribadito che il ricorrente era stato assunto nel Corpo di Polizia Locale in un’epoca in cui non era prevista alcuna incompatibilità “per obiezione di coscienza”, sicché la nuova disposizione del Regolamento non poteva essere allo stesso applicata, ha evidenziato che l’assegnazione allo stesso da parte del Comune di “mansioni interne” (Centrale Operativo), aveva comportato per il lavoratore anche la perdita dell’indennità di servizio esterno pari ad € 9,00 giornalieri.

Accertata dunque la natura discriminatoria diretta e indiretta degli atti/disposizioni/comportamenti sopra menzionati il Giudice ha condannato il Comune ad adottare uno specifico piano di rimozione delle discriminazioni (ex art. 28, c. 5, d.lgs. 150/2011) nonché a risarcire il danno patrimoniale al ricorrente e non patrimoniale in favore del sindacato (sul punto richiama Cass. S.U. 21.07.2021, n. 20819).

L’ordinanza costituisce in un importante precedente in un settore, quale quello della Polizia locale, ove spesso è molto difficile contemperare esigenze diverse, quali quella di garantire il diritto all’obiezione di coscienza

16 Luglio 2022Permalink

1 luglio 2022 _ La scuola pubblica. Quando si parla l’ombra del Concordato può dissiparsi_2

Era notizia di ieri

Verona: la precipitosa marcia indietro della Curia su Campedelli

Verona: la precipitosa marcia indietro della Curia su Campedelli

VERONA-ADISTA. «Non c’è nessuna procedura di licenziamento in corso da parte del Servizio diocesano per l’Irc nei confronti del sacerdote Marco Campedelli, anche perché il professore don Marco è incaricato annuale, con contratto che parte dal 1 settembre dell’inizio dell’anno scolastico e scade il 31 agosto dell’anno seguente. Quindi il prof. don Marco Campedelli è ancora pienamente in servizio come docente di religione presso il Liceo Maffei».

La prevedibile dichiarazione della Diocesi di Verona, il giorno dopo la diffusione della notizia del licenziamento di Marco Campedelli dal suo ruolo di professore di religione, comunicata telefonicamente al diretto interessato il 29 giugno, arriva dopo 24 ore di terremoto umano e mediatico che ha generato una massiccia mobilitazione generale da parte di cattolici della città, studenti, colleghi, amici, teologi. Una mobilitazione indignata per la misura presa dal vescovo, offesosi per la franchezza del “suo” prete;  per quel modo snaturare la Chiesa, facendone una realtà autoritaria e dispotica, indisponibile al confronto anche su temi politici; una mobilitazione ricca di partecipazione affettuosa verso il prof. Campedelli, corsa sui giornali, sui social, persino con un “presidio di solidarietà”, organizzato per questa sera alle 19 in Piazza dei Signori, e una petizione sul sito change.org che ha già raccolto, in 24 ore, più di 6.000 firme. Una reazione compatta, clamorosa e fragorosa che, comprensibilmente, deve aver spaventato il vescovo dimissionario.

Ma la comunicazione della revoca a Marco Campedelli dell’abilitazione all’insegnamento non era ancora scritta nero su bianco, e ciò, si suppone, ha consentito alla Curia di Verona di negare che nulla fosse mai accaduto, di mostrare anzi un certo stupore, allo scopo di parare il tonfo rovinoso nell’immagine del vescovo Giuseppe Zenti e di placare le acque. Tanto da sentirsi in diritto, oggi, come se nulla fosse, di compiere un cerimonioso ma grottesco atto di ossequio alla categoria tutta degli insegnanti di religione, con cui la dichiarazione si chiude: «La Chiesa di Verona manifesta in questo modo la sua vicinanza e stima ai docenti di religione e li rassicura che non è in corso alcuna deriva gestionale nei loro confronti».

E la Curia cade in piedi con una elegante giravolta.

1 Luglio 2022Permalink

1 luglio 2022 – Calendario di luglio

.1 luglio 2002 –   Entra in vigore il tribunale Penale Internazionale .
………………………………………………………………………………..[nota 1].
.2 luglio 2016 –   Morte di Elie Wiesel
.3 luglio 1995 –   Morte di  Alexander Langer
.3 luglio 2022_    Crollo del ghiacciaio della Marmolada
.4 luglio 1976 –   Dichiarazione dei Diritti dei Popoli del Tribunale Russel
.5 luglio 1963 –   Algeria: Indipendenza dalla Francia . Festa nazionale
.6 luglio 1415 –    Morte sul rogo di Jan Hus
.6 luglio 1967 –    Inizio della guerra civile nigeriana (o guerra del Biafra)
.6 luglio 2016 –    Pubblicazione del rapporto  Chilcot           [nota 2]
.7 luglio 1535 –    Morte di Tommaso Moro
.7 luglio 1960 –    Morti di Reggio Emilia
.8 luglio 1978 –     Sandro Pertini Presidente della Repubblica
.9 luglio 2002 –    Nasce a Durban l’Unione Africana
.9 luglio 2011 –     Indipendenza del Sud Sudan
.9 luglio  2022  –   Aïd el-Kebir –  Festa del Sacrificio           [nota  3]
10 luglio 1940 –    Nascita del governo collaborazionista di Vichy
10 luglio 1976 –    Nube tossica a Seveso
11 luglio 1979 –     Assassinio Ambrosoli – Milano
11 luglio 1995 –     Caduta di Srebrenica                           [nota 4]
12 luglio 1973 –     Giovanni Franzoni si dimette da abate di San Paolo
13 luglio 1920 –     Incendio della Narodi Dom, casa del popolo.
…………………………….Era la sede delle organizzazioni slovene a Trieste.
…………………………….L’incendio fu appiccato dalle camicie nere.
13 luglio 1936 –     Inizio della guerra civile spagnola
13 luglio 2014 –     Muore  la scrittrice Nadine Gordimer, sudafricana,
…………………………… attivista contro  l’apartheid,
……………………………Nobel  per la Letteratura nel 1991
13 luglio 2016 –    Morte di Bernardo Provenzano
13 luglio 2017 –    Muoiono Giovanni Franzoni
…………………………….. e Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace 2010
14 luglio 1789 –     Parigi – presa della Bastiglia
14 luglio 2016 –    Strage di Nizza
14 luglio 2022 _     Morte di Eugenio Scalfari
14 luglio 2022_      Dimissioni di Draghi respinte da Mattarella
15 luglio 1938 –    Pubblicazione del manifesto della razza
16 luglio 1945 –     New Mexico. primo esperimento nucleare USA
17 luglio 1566 –    Morte di Bartolomeo de Las Casas
17 luglio 2019 –     Morte di Camilleri
18 luglio 1546 –   Morte di Martin Lutero
18 luglio 1918 –    Nascita di Nelson Mandela (morte 2013)
19 luglio 1943 –    Primo bombardamento anglo-americano su Roma
19 luglio 1992 –   Strage del giudice Borsellino e della scorta
20 luglio 1944 –   Attentato militare fallito vs Hitler         [nota 5]
20 luglio 1969 –   Allunaggio Apollo 11
20 luglio 2001 –   Genova- Uccisione di Carlo Giuliani durante il G8
20 luglio 2001 –   Genova – Assalto alla scuola Diaz durante il G8
21 luglio 2015 –   Strage di Suruç (Turchia)
22 luglio 2011 –   Utoeya – Norvegia.
………………………….Il neonazista Breivik uccide 76  persone.
22 luglio 2016 –  Strage di Monaco
23 luglio 1929 –  Il fascismo bandisce l’uso delle parole straniere
23 luglio 2016 –  Strage di Kabul durante manifestazione di Hazara sciiti
24 luglio 2014 –  Gaza – bombardamento e strage scuola Unrwa
24 luglio 1783 –   Nascita di Simon Bolivar
25 luglio 1943 –   Caduta del fascismo – Arresto Mussolini
……………………………Governo  Badoglio
25 luglio 1968 –   Paolo VI pubblica l’enciclica Humanae vitae
26 luglio 1960 –   Fine del governo Tambroni
26 luglio 1992 –   Morte di Rita Atria
27 marzo 1993 –  Attentati mafiosi a Milano e Roma – 5 morti
28 luglio 1914 –    L’Austria dichiara guerra alla Serbia
29 luglio 1976 –    Tina Anselmi diventa ministro del lavoro
…………………………….Prima donna  ad assumere un incarico di …………………………….governo..in Italia.
29 luglio 1983 –    Omicidio del giudice Rocco Chinnici – Palermo
29 luglio 2013 –    Scomparsa di p. Paolo Dall’Oglio
30 luglio 2022 –     Capodanno islamico
31 luglio 1919 –     Nasce Primo Levi.                                [nota  6]
31 luglio 1941 –   Hermann Göring inizia a pianificare la soluzione finale

[nota 1]
ICC: International Criminal Court, Corte penale Internazionale Permanente
Pattuita a Roma il 17 luglio 1998 è entrata in vigore il 1º luglio 2002.
Si occupa di genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra, crimine di aggressione
La Corte penale internazionale non è un organo dell’Onu e non va confusa con la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite, anch’essa con sede all’Aia.

https://www.icc-cpi.int/

https://www.hrw.org/topic/international-justice/international-criminal-court

[nota 2]
Il rapporto Chilcot è un documento redatto da una commissione d’inchiesta pubblica presieduta  da sir John Chilcot.
L’inchiesta è stata voluta dall’ex primo ministro laburista Gordon Brown nel 2009, con lo scopo di ricostruire gli scenari e l’origine del coinvolgimento dell’esercito di Londra  in Iraq.
http://www.lastampa.it/2016/07/06/esteri/cos-il-rapporto-chilcot-e-cosa-dice-in-breve-a2Csy7LAHV0Hmw5ZjbyXJP/pagina.html

[nota  3]
Aïd el-Kebir  (anche  Eid ul-Adha) La “Festa del Sacrificio”, richiama il passo contenuto sia nel Corano che nella Bibbia, nel quale Dio chiede ad Abramo un sacrificio, e Abramo accetta di sacrificare suo figlio come atto di obbedienza.
E’ la seconda celebrazione principale dell’Islam. . I musulmani fanno
il loro pellegrinaggio annuale,  o Hajj , alla Mecca in Arabia Saudita.
Giornata dell’Hajj – Sabato 9 Luglio, 2022

[nota 4]
GENOCIDIO DI SREBRENICA 11 luglio 1995
“non chiedetemi dov’ero l’11 luglio quando cadde Sebrenica e iniziò l’ultimo massacro del secolo. Non me lo ricordo. Fu il triplo dei morti rispetto a New York, ma non ci fu nessuna diretta TV e nessuno se ne accorse. Sebrenica, che roba era? Un buco tra le montagne dal nome impronunciabile” (P.Rumiz “Maschere per un massacro”)

[nota 5]
Fallimento dell’attentato a Hitler, nome in codice Operazione Walkiria.La vendetta segnò una strage. Molti dei 5000 arrestati furono giustiziati. All’operazione Walkiria partecipò anche il pastore e teologo Dietrich Bonhoeffer che, dopo la lunga prigionia a Berlino, fu impiccato a Flossemburg il 9 aprile 1945 per ordine diretto di Hitler

[nota 6]
31 luglio 1919, Nasce Primo Levi, un uomo che trovò le parole per dire lo sterminio.

 

 

 

 

 

 

1 Luglio 2022Permalink

30 giugno 2022 _Noi siamo Chiesa

Dopo la Sentenza della Corte Suprema Usa, “Noi Siamo Chiesa” ribadisce il sostegno alla legge 194

Il pronunciamento con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha revocato la sentenza Roe vs Wade del 1973, che aveva legalizzato l’aborto a livello federale, è occasione perché, da più parti, si chieda di riaprire la discussione sul tema anche in Italia.

Di fronte a ciò, il movimento per la riforma della Chiesa cattolica “Noi Siamo Chiesa” intende ribadire le ragioni del favore con cui, al pari di moltissimi altri credenti (anche tra chi ha responsabilità associative e nel clero), giudica la legge n. 194 del 1978, già confermata dal referendum del 1981.

1) La legge n. 194 è una buona legge, che affronta laicamente un reale problema sociale e afferma con determinazione il valore della vita, preoccupandosi di creare le condizioni affinché l’aborto sia evitato o, alla peggio, avvenga in condizioni accettabili, sottraendolo alla clandestinità ed alla speculazione. L’applicazione della legge è stata invece carente soprattutto per quanto riguarda l’educazione sessuale diffusa e la disomogenea e spesso insufficiente organizzazione dei servizi sanitari e sociali previsti.

2) La legge non può che riconoscere e rispettare la libertà di decisione della donna in una situazione come quella della gravidanza così intimamente connessa con il suo essere fisico, psicologico e con le sue prospettive esistenziali. E, per quanto possa essere faticoso da accettare, lo stesso giudizio etico (anche quando illuminato dalla fede) deve fermarsi ed avere il massimo rispetto delle decisioni della donna, spesso assunte in condizioni personali molto difficili. Ciò anche se, per tutte e per tutti, e soprattutto per i credenti, l’interruzione volontaria della gravidanza rimane un fatto traumatico, una violenza grave all’ordine della natura e della creazione e pone continuamente il problema della sua prevenzione.

3) La difesa dei valori della vita, inoltre, merita un’azione a tutto campo nei confronti del “quotidiano” di donne ed uomini che soffrono e amano, qui e oggi, e va ben al di là della rigida tutela dell’embrione. C’è anzitutto il problema delle condizioni sociali della famiglia, dal precariato del lavoro dei giovani ai carenti servizi all’infanzia, dagli interventi, quasi inesistenti, a favore delle famiglie numerose alla condizione degli extracomunitari. C’è la ribadita ostilità della posizione ufficiale della Chiesa nei confronti degli anticoncezionali, che è senza fondamento biblico e teologico, e suscita molte reazioni negative anche nel popolo cristiano. C’è lo stesso rapporto tra uomo e donna, spesso ancora segnato da una cultura e comportamenti maschilisti, che può costringere la donna a scegliere in solitudine se abortire o allevare da sola il bambino o la bambina; per non dire di quando la donna si trova incinta senza una sufficiente consapevolezza o in conseguenza di una violenza subita.

4) Una conferma dell’appoggio alla legge n. 194 non può dunque essere disgiunta dall’impegno per una cultura diversa nei confronti della donna, che ne rispetti la libertà, ne comprenda e aiuti i bisogni, ne valorizzi sentimenti e valori, di cui ha bisogno questa società organizzata sul protagonismo, la competizione e l’immagine. La Chiesa cattolica stessa, d’altro canto, è permeata di culture, prassi e strutture maschiliste, nonostante l’esaltazione retorica del “femminile”.

“Noi Siamo Chiesa” cerca di proporre nella comunità dei credenti comportamenti laici nei rapporti con la società e le istituzioni ed una cultura della difesa della vita che sia ispirata alla carità ed alla misericordia di cui parla l’Evangelo e non alle asprezze, anche ideologiche, ed alle pressioni, anche politiche, delle ricorrenti campagne promosse da autorità e organizzazioni cattoliche.

30 Giugno 2022Permalink

30 giugno 2022 _ La scuola pubblica all’ombra del Concordato

Copio dal prezioso sito Adista.it

Verona: licenziato dal vescovo Zenti il teologo e docente di religione Marco Campedelli

Ludovica Eugenio 30/06/2022, 07:49

VERONA-ADISTA. Alla fine il vescovo uscente ha voluto averla vinta, e nel modo più facile. Mons. Giuseppe Zenti, alla guida della diocesi di Verona dal 2007, già dimissionario dal marzo scorso per raggiunti limiti di età, ha silurato il teologo e insegnante di religione Marco Campedelli, che la settimana scorsa, alla vigilia del secondo turno delle elezioni per il sindaco della città, aveva risposto con franchezza e “parresia” alle indicazioni di voto per i preti diocesani espresse dallo stesso Zenti in un messaggio a loro rivolto con il pretesto di ricordare la scomparsa di p. Flavio Carraro, suo predecessore alla guida della diocesi.

Alla vigilia del ballottaggio fra i due candidati sindaco – Damiano Tommasi per il centro sinistra e Federico Sboarina sostenuto dalla destra –, il vescovo era infatti intervenuto per suggerire ai preti un “modus votandi”  da trasmettere a loro volta ai fedeli, riproponendo così l’idea di una Chiesa clericale che, tramite i pastori, guiderebbe, in questo caso verso i pascoli di “destra”, il “gregge” dei fedeli laici, non ritenuti evidentemente capaci di pensiero autonomo. Una abitudine inveterata, questa di Zenti, che già nel 2015 aveva sostenuto esplicitamente con nome e cognome, in una lettera ai professori di religione, Monica Lavarini, candidata nella lista civica vicina al presidente uscente Luca Zaia per le elezioni regionali in Veneto e iscritta alla Lega Nord di Matteo Salvini (v. Adista Notizie n. 20/15).

Qualche giorno dopo la diffusione della lettera di Zenti, Marco Campedelli rispondeva al vescovo con una lettera aperta, diffusa dal nostro giornale e rapidamente diventata virale in città, che faceva riferimento al libero pensiero e intendeva provocare un dialogo, un confronto, un «intelligente e responsabile dissenso», con tante domande poste al vescovo uscente: «Oggi nel 2022, c’è bisogno che il prete dica ancora alla gente che cosa votare? Siamo sicuri che i laici e le laiche circa la vita, con la sua concretezza, siano meno esperti dei preti (che circa la vita in realtà sono sempre un po’ in ritardo)? Perché il vescovo Zenti su certi temi nella lettera è cosi preciso e dettagliato: parla di “gender” “suola cattolica” e su altri è cosi generico come “accoglienza dello straniero”. Perché allora in questo caso non parlare di “ius soli” o di “ius culturae”? Perché il vescovo Zenti ha messo cosi tanto zelo nel voler ostacolare e chiudere esperienze in città e in provincia particolarmente attente al dialogo con le diversità?». Il riferimento è a San Nicolò all’Arena  – dove Campedelli è stato per 18 anni  – e Marcellise.  «Si dice che la Chiesa non sia una democrazia. E questo sarebbe un motivo sufficiente per non esprimere il proprio dissenso? Per cercare di aprire nuovi cammini? I preti devono sempre obbedire? E cosa significa obbedire?». Campedelli accennava anche al caso degli abusi sessuali perpetrati da membri del clero nell’Istituto per sordomuti Provolo, che «ha fatto il giro del mondo. Come è stato trattato a Verona? Come lo ha trattato il vescovo Zenti?». Una presa di posizione franca, laica, trasparente, critica, una rivendicazione dell’adultità e dell’autonomia di pensiero del popolo cattolico, che ha intercettato e interpretato un disagio dei giovani e della gente in generale rispetto a una Chiesa che esprime potere, di contro al vangelo inteso come “bene comune” non escludente, come “bellezza morale” di pasoliniana memoria, nella convinzione che la teologia possa esercitare una istanza critica anche nei confronti dell’autorità costituita.

Alla fine il ballottaggio l’ha vinto Tommasi. La città di Romeo e Giulietta avrà un sindaco cattolico, ma di centrosinistra. E il vescovo, in procinto di lasciare la diocesi – pare che il suo successore stia per essere nominato nei prossimi giorni – ha deciso di sferrare la sua zampata con un atto che ha tutto il sapore amaro della ripicca da parte di un superiore il cui potere istituzionale è in fase crepuscolare: licenziare Marco Campedelli dal suo incarico di insegnante di religione presso il liceo Scipione Maffei della città. Un incarico che portava avanti da ben 22 anni, fulcro della sua vita professionale, e al quale teneva molto, sotto il profilo umano e pedagogico; un lavoro portato avanti sotto la stella polare di don Milani, improntato alla formazione di una coscienza critica in nome della “responsabilità culturale dello studente”, come la definì il teologo, di origine veronese, Romano Guardini. Una misura che evidenzia una delle disfunzioni nel rapporto Chiesa-Stato nel nostro Paese, ossia la possibilità per un vescovo di togliere il lavoro – un lavoro che è un servizio allo Stato –  in maniera del tutto discrezionale. Sembra di essere ripiombati negli anni ’70, al tempo delle censure ecclesiastiche su dom Giovanni Franzoni che difendeva la libertà di coscienza e di voto politico.

30 Giugno 2022Permalink

28 giugno 2022 _ Un “influencer” di rara ferocia e il parere di un ecografista

26 giugno 2022  Sentenza Usa e noi. Aborto, quanta strada dalla legge 194.
Siamo pronti per un disgelo?   Giuseppe Anzani domenica  

Perché si può andare oltre decenni di letture ideologiche di una realtà profondamente umana

Overruled. È la parola chiave che mette fine a una lettura fuorviata della Costituzione americana. Quella che 50 anni fa, con la sentenza Roe vs. Wade, tolse agli States la potestà di legiferare in tema d’aborto, se non con limiti definiti. Parola più forte del révirement, cosa che accade senza scandalo quando un organo di giurisdizione cambia meditatamente decisione. Cancellata, ma anche ‘ribaltata’. Quello che per 50 anni è stato assunto dalla vulgata come diritto all’aborto garantito dalla Costituzione trova ora la bocciatura solenne, con il motivo elementare che quel giudizio era semplicemente sbagliato. Nella Costituzione il diritto d’aborto proprio non c’è. Per verità, neppure la sentenza Roe aveva sdoganato l’aborto libero, chiesto per «interrompere la gravidanza in qualsiasi momento, in qualsiasi modo e per qualsiasi motivo».

Anche allora i giudici avevano scritto «con questo non siamo d’accordo». Piuttosto, quella sentenza intendeva l’espulsione dell’ingerenza dei legislatori dalla sfera della privacy della donna incinta. Ma qualcosa di quella voglia è rimbalzato, col correre degli anni, nell’ideologia dell’«utero è mio», e del figlio come grumo cellulare da nutrire alla vita o da rifiutare come intruso ( Thomson), corpo estraneo nel corpo asservito. La nuova sentenza scuote ora anche all’altro versante del mondo che chiamiamo Occidente, l’Europa. Nessuna Costituzione menziona l’aborto fra i diritti; anzi. Però tutti i Paesi (tranne Malta) hanno leggi d’aborto. Perché non riflettere oggi sul contenuto, sul senso, sul fine di queste norme, ora che dal Nuovo Mondo viene una storica inversione di giudizio ‘in radice’? Perché di ‘diritto all’aborto’ si parla anche fra noi, nell’Italia culla del diritto, occultando che la tutela della vita ‘dall’inizio’ è principio costituzionale trascritto persino in cima alla legge 194? Da noi la spinta abortiva, a ridosso della sentenza Roe, si è mossa portando davanti alla Consulta un caso doloroso che il Codice avrebbe punito; fu esentato per una strettoia giudicata quasi simile alla ‘necessità’, così fu delineato il «danno o pericolo grave per la salute della donna medicalmente accertato e non altrimenti evitabile».

Una breccia che fece discutere, per stretta che fosse. A dilatarla, prima che la propaganda radicale puntasse all’abrogazione totale del reato per via referendaria, fu la pressione a dir poco terrorizzante sulle madri di Seveso in attesa, quando venne la diossina e la falsa premonizione dei figli deformi: 22 aborti, 22 feti mandati a Lubecca, esito delle analisi ‘tutti perfettamente sani’. Dolore. In un clima cupo, segnato dal terrorismo, pochi giorni dopo l’eccidio di Via Fani, fu approvata la legge sull’aborto. Nei lavori parlamentari, le parole «contro la piaga dell’aborto clandestino» si sprecano.

La legalizzazione, dicevano, instrada il tragico fenomeno su un binario che gli presta attenzione e possibile soccorso. Lo farà sparire. L’applicazione concreta però non aiutò la maternità difficile. Il soccorso fu invece offerto da iniziative spontanee di volontariato sociale, che aprirono i Centri di aiuto alla Vita. Nel 1981 due referendum contrapposti vennero bocciati. Nel 1997 i radicali tentano di far cancellare selettivamente le norme di tutela della vita e di soccorso alla maternità; ma la Corte costituzionale li bloccò con una lezione memorabile sulla inviolabilità del diritto alla vita.

È questa lezione che ancora non sembra penetrata nel cuore di chi sostiene di avere a cuore la condizione femminile; a tal punto paiono assurde le riluttanze, le proteste, le infastidite reazioni all’attività di soccorso offerto alla madre e al suo bambino. Avverrà ora un disgelo? Potrà esserci un ripensamento, più che sulle leggi, sulla vita? È questo, in fondo, che decide della vita: la capacità di amare. La sentenza Usa non fa sparire le leggi d’aborto. Sparirà l’aborto quando il villaggio umano aiuterà ogni maternità difficile e la gravidanza sarà il tempo d’una relazione d’amore. Chi ha un figlio nel cuore non lo caccia dal grembo.

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/quanta-strada-dalla-legge-194-siamo-pronti-per-un-disgelo

La descrizione di una realtà in via di oscuramento  per tornare all’aborto per legge 194

IL PARERE DI UN ECOGRAFISTA
Un ecografista racconta:
“Ok, la questione è la seguente:
la legge anti-aborto approvata in Alabama è un fatto veramente preccupante. Ohio, Missouri, Georgia, Mississippi, Arkansas, Kentucky… mi rivolgo anche a loro, ma per ora concentriamoci sull’Alabama.
Il governatore dell’Alabama, Kay Ivey, ha da poco reso legge il divieto totale all’aborto, in qualsiasi caso, per qualsiasi ragione e in qualsiasi fase della gravidanza. Ad oggi si tratta della legge sull’aborto più restrittiva di tutti gli Stati Uniti.
Mi presento: sono un tecnico ecografista, io e i miei colleghi osserviamo bambini ogni giorno e in ogni fase ella gravidanza. Lavoro anche nell’unità di alto rischio, assistendo madri e feti in vari stati di salute, sia fisici che mentali.
Se pensi che un divieto all’aborto sia una cosa positiva, io probabilmente sono la persona migliore per spiegarti perché ti sbagli.
Per cui, lascia che ti parli di…
Quelle donne che portano in grembo un feto senza cranio, il cui cervello fluttua semplicemente in giro, ma il battito cardiaco c’è ancora… Ebbene, loro non possono abortire.
Quelle donne il cui feto ha una rara mutazione cromosomica chiamata T13: gli organi si sviluppano fuori dal corpo e c’è una palatoschisi così grave che il naso è praticamente assente… Neanche loro possono abortire.
Quelle donne la cui pressione sanguigna schizza a valori così alti che svengono e rischiano la morte prima del parto… Non possono abortire.
Quelle donne con una grave forma di emofilia per cui partorire sarebbe probabilmente fatale, per loro e per il bambino… Non possono abortire.
La ragazzina di 13 anni la cui scuola non è autorizzata ad insegnare educazione sessuale e che quindi non sa come evitare una gravidanza o le malattie sessualmente trasmissibili. Una ragazzina, il cui corpo non è ancora sviluppato abbastanza da portare a termine la gravidanza senza venirne danneggiato irreparabilmente… Quella ragazzina non potrà accedere all’aborto.
Quella donna che è stata stuprata dall’amico che voleva solo “assicurarsi che arrivasse sana e salva a casa”… Non può abortire.
Quella donna con Sindrome dell’Ovaio Policistico che ha le mestruazioni ogni 3-4 mesi e non riesce a trovare un anticoncezionale che funzioni per lei… Non può abortire.
Quella donna il cui “partner” ha tolto il profilattico durante il rapporto senza dirle nulla (questa pratica si chiama Stealthing e accade molto più spesso di quanto credi)… Neanche lei può abortire.
Quella donna con una gravidanza ectopica corneale, che probabilmente crescerà fino ad ucciderla… Non può abortire.
Quella donna che ha già due bambini che a stento può nutrire e il cui anticoncezionale ha raggiunto un prezzo troppo alto… Non può abortire.
Tutte le tante, tante, tantissime donne che semplicemente non vogliono sostenere una gravidanza per ragioni che appartengono loro, e a loro soltanto. Problemi di salute, relazioni tossiche, problemi finanziari, problemi sociali… Non potranno abortire.
Alcuni di questi casi potrebbero magari sembrarti legittimi e sensati. E potresti aver ragione. Ma la questione è che nessuno dovrebbe decidere cosa fare del corpo di un’altra persona, neanche per salvare una vita.
E pensare che c’è bisogno di un permesso scritto dalla persona deceduta per poter prelevare gli organi che salvarebbero numerose vite. Non puoi costringere qualcuno a donare gli organi, a donare sangue, a donare il midollo, a prescindere dalla situazione. Allo stesso modo non puoi costringere una donna a fare del suo corpo ciò che vuoi tu. Fine della storia.
Ma la storia non finisce qui, vero? Perché il peggio deve ancora venire: se l’aborto è considerato un omicidio, perché non considerare un aborto spontaneo come omicidio colposo? Si, è già realtà.
El Salvador, Ecuador e ora USA… Una donna può andare in carcere per un aborto spontaneo o per un figlio nato morto, perché non si sa mai che proprio lei abbia fatto qualcosa per causarlo.
Donne che hanno realmente avuto un aborto spontaneo non chiederanno aiuto ad un medico. Moriranno di sepsi o dissanguate sul pavimento del loro bagno.
Se si inizia a incarcerare donne e medici per aver preso decisioni riguardanti la salute, che non interessano nessuno se non loro stessi, allora bisogna aspettarsi che le donne smettano di rivolgersi ai medici per sottoporsi a procedure sicure e inizieranno invece a ordinare pillole online o ad usare qualsiasi strumento metallico esse riescano a trovare per porre fine autonomamente alla propria gravidanza.
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con la “sacralità della vita”. Non più. Si tratta solamente di controllare le donne. Null’altro.”
(Sena Garven)
28 Giugno 2022Permalink

27 giugno 2022. La Corte Suprema USA e l’aborto

Un parere d Giancarla Codrignani (deputata nella Sinistra indipendente dal 1973 al 1987).
Fonte Adista.it         https://www.adista.it/articolo/68289

L’aborto e la Corte Suprema   Giancarla Codrignani 26/06/2022, 15:59

La Corte Suprema ha colpito gli interessi delle donne con conseguenze che, dagli Stati Uniti, si riversano sulle chiese cattoliche e protestanti e conferma la regressione sui principi conservatori. Giuste le manifestazioni delle donne, le proteste, il rammarico di Biden. Perfino noi italiane dovremo fare attenzione alle strumentalizzazioni della nostra destra nelle prossime, non facili elezioni politiche. Il Vaticano per bocca della PAV (Pontificia Accademia per la Vita) ha raccomandato di non fare ideologia sulla sentenza, che ovviamente non può contestare.

Tuttavia, data tutta la mia adesione al mantenimento della sentenza Roe vs. Wade del 1973, vorrei distinguere: la Corte ha negato la costituzionalità del “principio”, non la realtà del problema. Da quel che ho capito per la Suprema Corte non può essere “costituzionale” l’aborto perché non è una finalità di principio, un obiettivo – nonostante lo sia la scelta della donna – e ne lascia la determinazione di legge ai singoli Statiche, in America, hanno capacità legislativa e tutti sanno che alcuni mantengono a pena di morte, che questi giudici ritengono un caso analogo (giuridicamente) all’aborto. Il guaio sono le inaccettabili contraddizioni della legge di ogni singolo Stato con i principi “fondanti”: se il secondo emendamento, vincolante per tutti, riconosce ai privati la costituzionalità dell’acquisto e del possesso di armi anche di grosso calibro, riconosce implicitamente che lo scopo difensivo non privilegia il rispetto della vita non embrionale. Così il rovesciamento della sentenza del 1973 acquista il significato di una grave limitazione dei diritti delle donne. Il culto che abbiamo sempre portato per la democrazia americana (quante volte abbiamo citato il diritto alla felicità scritto nella Dichiarazione d’Indipendenza del 1776!) sta subendo attentati regressivi preoccupanti, dopo aver visto l’attacco al Campidoglio da parte di una banda di caratteristi da circo che toglieva valore al tentativo di “colpo di stato” di Tramp. Con questo attacco alla libertà femminile – che riguarderebbe anche la libertà maschile se il cittadino maschio non sfuggisse alla responsabilità che riguarda anche chi lascia sola la donna – la Conferenza episcopale americana potrà procedere (ci aveva provato,, stoppata dal papa) a scomunicare il Biden pro-choice. Le americane debbono reagire e avere la solidarietà di tutte, ma le italiane debbono prestare attenzione preventiva, anche se la 194 italiana giuridicamente è una legge per la maternità responsabile e l’interruzione volontaria della gravidanza. Dovremmo alzare il tiro e chiedere l’abolizione dell’obiezione di coscienza.

 

27 Giugno 2022Permalink

26 giugno 2022_NON ESISTONO MINORI DI SERIE B

Come faccio regolarmente riporto un mio scritto,  regolarmente firmato e pubblicato sul periodico Ho  un Sogno che esce  a Udine a cura dell’Associazione Proiezione Peters  Odv,  e  si propone come Strumento di informazione sulle risorse umane e sulle attività presenti in Friuli nel campo della pace e della cooperazione internazionale .  E’ arrivato al n. 268, n. 2 dell’anno XXXI.
Può essere richiesto a
asspp@iol.it e si trova in forma cartacea alla libreria Cluf in via Gemona 22 (Udine)

Oggi l’Alta Amministrazione dello  Stato è coinvolta in attività di accoglienza di minori non accompagnati  a partire dalla nomina della  Prefetto  Francesca Ferrandino a “Commissario delegato per il coordinamento delle misure e delle procedure finalizzate alle attività di assistenza nei confronti dei minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina a seguito del conflitto in atto”.
Tale nomina non  si riferisce solo ai minori non accompagnati ucraini, ma fa capo al Piano ampio e articolato firmato dalla stessa Ferrandino, dove non  sono considerati segni distintivi tali da consentire una gerarchia che distingua, in una immaginaria lista d’attesa, i soggetti minori da accogliere.

Infatti il Piano muove dalla definizione di minore straniero non  accompagnato (come da art. 2 legge n.47/2017) “il minorenne non avente cittadinanza italiana o della Unione Europea che si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato o che è altrimenti sottoposto alla giurisdizione italiana , privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alla leggi vigenti nell’ordinamento italiano”.

Non resta ora che ricordare l’indifferenza del parlamento che dal 2009 impone ai migranti non comunitari la presentazione del permesso di soggiorno anche quando richiedano la registrazione di un loro nato in Italia. Il rischio di manifestarsi irregolari di fronte a un ufficiale di stato civile può indurli a non registrarne la nascita,  sottraendo il loro nuovo nato  oltre che all’esistenza giuridica anche alla protezione genitoriale ed esponendolo quindi a tutti i rischi che si vogliono evitare si minori in arrivo. A questi piccoli manca la caratteristica dell’essere in fuga e ciò li rende invisibili nel quadro degli interventi di protezione che possono passare solo attraverso una proposta di legge la cui necessità sembra estranea, come si è detto, all’iniziativa parlamentare , pur nelle variegate maggioranze che si sono proposte dal 2009 ad oggi. Appare infatti molto grave che l’Italia non  abbia ancora raggiunto sul piano legislativo il target 16.9 dell’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo Sostenibile dell’ONU, ovvero “Entro il 2030, fornire l’identità giuridica per tutti, compresa la  registrazione delle nascite”.

Un ultimo tentativo, che vorremmo efficace, si deve alla proposta di legge regionale n.16 presentata in Regione che, se approvata, impegnerebbe il parlamento a una discussione. Da quanto abbiamo visto finora, seguendo il dibattito in commissione, alla già espressa negazione della giunta regionale sembra unirsi il silenzio dei partiti di opposizione: scarsa sensibilità o diffusa disattenzione? Speriamo di essere smentiti quando conosceremo l’esito finale della votazione.

26 Giugno 2022Permalink