Un’altra guerra. Questa direttamente in Europa
Yearly Archives: 2022
3 febbraio 2022 – Una data per me importante
Questo messaggio conferma l’iscrizione alla newsletter di EQUAL.!
E’ la mia iscrizione alla news letter del sito Equal.
Dopo anni di banalità dalle associazioni – spesso ottimi supporti del nulla politico e non solo – trovo notizie importanti dall’Università di Udine.
Oggi il giuramento di Mattarella la cui parola chiave è stata DIGNITA’.
Dignità è uno dei fondamenti dell’impegno per il superamento della norma che costruisce i bambini fantasma
Così ne ha scritto Francesco Bilotta nel suo saggio Responsabilità in Lessico della dignità (a cura sua, di Marina Brollo e Anna Zilli. Ed . Udine: Forum 2021)
Nella realtà queste tre accezioni della dignità spesso devono essere prese in considerazione in modo unitario.
Si pensi, per esempio, alla totale negazione della dignità (umana, personale, sociale) che subiscono i c.d. ‘bambini fantasma’ , ossia quei bambini nati in Italia da genitori che, non essendo in possesso del permesso di soggiorno, non si recano presso gli uffici anagrafici a denunciarne la nascita per timore di ritorsioni nei propri confronti. La mancata iscrizione della dichiarazione di nascita nei registri dello stato civile determina una condizione di invisibilità giuridica con ricadute gravi sulla possibilità per quei bambini di godere dei loro diritti fondamentali. pag.242).
1 febbraio 2022 – Calendario di febbraio
.1 febbraio 1945 – Decreto Legislativo Luogotenenziale 1 febbraio 1945, n. 23 –
……………………. ….Riconosciuto il diritto di voto alle donne.
.1 febbraio 1979 – L’ayatollah Khomeini torna in Iran dopo l’esilio.
.2 febbraio 2017 – Muore Predrag Matvejevic
.2 febbraio 2020 – E’ stato isolato il virus del Covid
.3 febbraio 1985 – Sudafrica. Desmond Tutu è il primo vescovo anglicano nero.
.3 febbraio 1998 – Strage del Cermis
.3 febbraio 2016 – Ritrovamento della salma di Giulio Regeni
.3 febbraio 2022 – Giuramento del presidente Mattarella per il secondo mandato
.4 febbraio 1913 – Nasce Rosa Parks
.4 febbraio 1945 – Si apre a Yalta la Conferenza tra Roosvelt, Churchill e Stalin
.4 febbraio 1906 – Nasce Dietrich Bonhoeffer
.4 febbraio 2019 – Viaggio del papa ad Abu Dhabi
.5 febbraio 62 – Terremoto di Pompei
.5 febbraio 1848 – Processo a Marx ed Engels per attività sovversiva
.6 febbraio 1992 – Muore David Maria Turoldo
.6 febbraio – Giornata mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili
.7 febbraio 1986 – Il dittatore Marcos fugge dalla Filippine, Duvalier da Haiti
.9 marso 2022 – Strage ospedale pediatrico di Mariupol
.9 marzo 2022 – Ingresso Giappone nella vicenda Ucraina [nota 1]
10 febbraio – “Giorno del ricordo” – vittime delle foibe (legge 92/2004)
10 febbraio 1990 – Sud Africa: De Klerk annuncia la liberazione di Mandela
11 febbraio – Giornata internazionale delle ragazze e delle donne nella scienza
…………………… (Nota 2)
11 febbraio 1929 – Firma dei Patti Lateranensi
11 febbraio 2011 – Egitto, dimissioni di Mubarak
12 febbraio 1938 – Anschluss, le truppe tedesche entrano in Austria
12 febbraio 2020 – Il senato accoglie la richiesta di rinvio dell’ex ministro Salvini al tribunale
…………………….ordinario per l’accusa di sequestro di persona sulla nave Gregoretti
15 febbraio 1945 – Aerei USA bombardano Dresda
15 febbraio 1967 – Uccisione Camillo Torres
17 febbraio 1600 – Roma – Rogo di Giordano Bruno, condannato per eresia
17 febbraio 1848 – Lettere Patenti, decreto con cui il re Carlo Alberto, concedeva
………………………..……………………. i diritti civili ai valdesi e, successivamente, agli ebrei.
18 febbraio 1564 – Morte di Michelangelo
18 febbraio 1943 – Monaco – arresto fratelli Scholl e altri membri della Rosa Bianca
18 febbraio 1984 – Firma del Nuovo Concordato fra Italia e Santa Sede
18 febbraio 2018 – Muore Giacometta Limentani
19 febbraio 1937 – Strage italiana in Etiopia – Giorno dei martiri etiopici *
……………………………………………………………………………… (Nota 3 e link in calce)
19 febbraio 2016 – Morte di Umberto Eco
20 febbraio 1958 – Approvazione della legge Merlin
20 febbraio 2016 – Muore Fernando Cardenal
21 febbraio 2015 – Caduta governo Letta (Nota 4)
21 febbraio 1965 – A New York viene ucciso Malcom X
22 febbraio 1943 – Esecuzione capitale dei membri della ‘rosa bianca’
22 febbraio 2021 – Vengono assassinati nel Congo orientale l’ambasciatore
……………………………………Luca Attanasio, il carabiniere della sua scorta
……………………………………..Vittorio Iacovacci Mustapha Milambo, l’autista.
23 febbraio 1903 – Cuba affitta ‘in perpetuo’ agli USA la baia di Guantanamo
24 febbraio 1990 – Morte di Sandro Pertini
24 febbraio 2010 – Sospensione spettacolo Nelle mani degli dei – (* Nota 5)
25 febbraio 2014 – Fiducia al governo Renzi – Ieri al senato oggi alla camera
………..……………………………..finirà il 12 dicembre 2016
25 febbraio 2018 – Chiusura Santo Sepolcro
26 febbraio 1991 – Si scioglie il patto di Varsavia
27 febbraio 1933 – Incendio del Reichstag
27 febbraio 1960- Morte Adriano Olivetti
28 febbraio 1986 – Assassinio del primo ministro svedese Olaf Palme
28 febbraio 2013 – Abdicazione papa Benedetto XVI
28 febbraio 2018 – Riapertura Santo Sepolcro
NOTA 1:
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/sorpresa-giappone-scende-campo-ecco-chi-si-schiera-2016354.html
NOTA 2:
Fu istituita dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2015.
Ricordo che delle materie STEM si parla anche nel Recovery Plan
(STEM acronimo dall’inglese di Science, Technology, Engineering and Mathematics)
NOTA 3:
A seguito di un attentato al maresciallo Graziani le truppe italiane in Etiopia perpetrarono
una delle tante stragi che caratterizzarono quella occupazione.
Per qualche informazione:
http://anpi.it/media/uploads/patria/2006/6/09-13_DE_PAOLIS.pdf
- NOTA 3:
Il governo Letta è stato il sessantaduesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo della XVII legislatura. Il governo rimase in carica dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014.
NOTA 5:
Notizia locale. Lo spettacolo sarà poi rappresentato in agosto nella sala della comunità di San Domenico e al teatro San Giorgio.
Successivamente – il 25 settembre – lo spettacolo è stato rappresentato nella sala Madrassi di via Gemona, presenti docenti rappresentanti del Laboratorio Lavoro che ha sede nel Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Udine, a garanzia dell’inserimento dello spettacolo negli eventi del Festival dello sviluppo sostenibile 2020.
27 gennaio 2022 – Giornata della memoria
27 gennaio 2022 – Giornata internazionale in commemorazione delle vittime della Shoah
Dal sito Equal – Attualità – Daniela Lafratta –
Nel novembre 2005, con la Risoluzione 60/7, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha designato il 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, Giornata internazionale in commemorazione delle vittime della Shoah. Il testo della risoluzione condanna “senza riserve” tutte le discriminazioni su base etnica o religiosa ovvero tutti gli atti di intolleranza, incitamento all’odio, molestia o violenza contro persone o popoli, esortando gli Stati membri a sviluppare pratiche e programmi educativi affinché la memoria non vada persa e impedire che il genocidio si ripeta.
Richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha ribadito che “l’Olocausto, che provocò l’uccisione di un terzo del popolo ebraico e di innumerevoli membri di altre minoranze, sarà per sempre un monito per tutti i popoli sui pericoli causati dall’odio, dal fanatismo, dal razzismo e dal pregiudizio”.
Innanzi all’orrore della Shoah il mondo, unanime, ha urlato “mai più”.
Oggi, dopo 77 anni dal quel 27 gennaio in cui le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella grande offensiva oltre la Vistola in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, possiamo affermare che tali aberranti atti non si sono “mai più” verificati? Possiamo davvero affermare che l’Europa ha lottato contro ogni forma di discriminazione, intolleranza e odio verso i popoli? Il controllo delle frontiere e la regolamentazione dei flussi migratori può lecitamente assurgersi a indifferenza e politiche di non tutela della dignità umana?
È questa la riflessione a cui, oggi, vogliamo dedicare il nostro spazio.
La risposta al quesito appare semplice e immediata, la concezione ciclica del tempo ci inchioda a un solo inaccettabile esito: vi sono ancora lager e questa volta con l’approvazione e il sostegno di quella stessa Europa che fiera urlava “mai più”! Lager che nelle più differenziate forme continuano a mietere vittime dell’intolleranza e dell’odio. Nei nostri tempi, appena dietro le nostre spalle, molteplici sono i luoghi in cui migranti, 100 milioni secondo i dati del 2021 di UNHCR, provenienti da scenari di guerra o in fuga da estrema povertà, trovano la prigionia in condizioni disumane e altrettanti sono gli Stati membri che a tali pratiche partecipano attivamente sino ad accettare, coscientemente, di assistere alla continua perdita di vite umane. Il mediterraneo, la rotta balcanica, il deserto, i check point del Niger, la Libia. Ed è qui che chi scrive vuole soffermarsi. Perchè i centri di detenzione libici sono, tutto sommato, campi di concentramento?
Arresti arbitrari di uomini, donne e bambini soli, colpevoli di aver cercato la libertà, detenuti senza un’accusa, ammassati in campi di raccolta dove si sopravvive a pane e acqua. Abusi, torture, violenze sessuali e vendita di schiavi. Mesi di prigionia al buio, privazione del sonno. Nessuna possibilità per l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite, di verificare il rispetto dei diritti umani. Un luogo ove le convenzioni internazionali non hanno alcun valore. Alcun diritto di difesa. Rapporti sessuali in cambio di cibo o della libertà. Gravi violenze e danno di chi oppone resistenza. Gli stranieri che, indipendentemente dall’età, non possiedono un’autorizzazione per stare in Libia vengono arrestati in base a leggi che risalgono all’era di Gheddafi e che criminalizzano e puniscono ogni ingresso, permanenza e uscita non documentata con detenzione, multe e lavori forzati.
“Dignità” è una parola senza significato dinanzi a tutto questo.
Su tali pratiche, già nel 2004, quasi venti anni fa, veniva consegnato, alla Commissione di Bruxelles dai delegati della Missione tecnica in Libia sull’immigrazione illegale, un dossier che in settanta pagine di denunce agghiaccianti raccontava le mostruosità dei centri di detenzione sparsi per la Libia. Ma il monito è caduto nel silenzio assordante degli interessi politici e così sono continuati gli accordi con la Turchia e con la Libia, con le logiche di dimenticanza verso le gravi violazioni dei diritti umani e di sottomissione al ricatto di criminali che, ad oggi, dimessi i ruoli di trafficanti, vestono le divise di una neo costituita guardia costiera finanziata dallo Stato italiano. Amnesty International, nel luglio 2021, ha rivelato, nel rapporto intitolato “nessuno verrà a cercarti” nuove prove di orribili violazioni dei diritti umani nei confronti di uomini, donne e bambini intercettati nel mar Mediterraneo e riportati nei centri di detenzione libici. Ciò nonostante, L’Italia e altri Stati membri dell’Unione europea garantiscono assistenza materiale ai guardacoste libici e stanno lavorando alla creazione di un centro di coordinamento marittimo nel porto di Tripoli, prevalentemente finanziato dal Fondo Fiduciario dell’Unione europea per l’Africa.
Il trattamento riservato ai migranti nei centri di detenzione libici, è crudele, inumano e degradante. Le autorità del Paese sono responsabili di questi abusi e secondo il dettato normativo dell’articolo 16 sulla responsabilità degli stati per atti internazionalmente illeciti della Commissione di diritto internazionale delle Nazioni Unite, uno Stato si rende responsabile di violazioni dei diritti umani se assiste o aiuta consapevolmente un altro stato a commettere abusi.
Nella misura in cui l’UE, l’Italia e gli altri governi danno consapevolmente un sostegno fondamentale agli abusi commessi sui detenuti, ne sono complici.
È davvero mai più?
EQUAL – Giornata internazionale in commemorazione delle vittime della Shoah (dirittoantidiscriminatorio.it)
27 gennaio 2022 – Il ricordo di una mamma a Majdenek
Trovo e trascrivo il racconto di Lidia Maksymowicz, deportata a tre anni con la sua mamma.
Così ha narrato alla trasmissione Che tempo che fa:
Avevo 3 anni, arrivammo ad Auschwitz in un carro bestiame, il fatto di essere stata separata da mia madre è stato molto doloroso. I bambini venivano messi in una baracca e venivano usati da Mengele per i suoi esperimenti. Noi bambini cercavamo di scappare in un nascondiglio in basso per non essere visti da lui.
Mia madre veniva strisciando alla mia baracca per portarmi da mangiare e farmi ricordare il mio nome. Non ricordavo più il suo viso, ma solo le sua mani che mi portavano da mangiare Tra i bambini non c’era solidarietà ma solo una lotta per la sopravvivenza
».
Dei bambini nei campi di sterminio mi sono occupata tante volte ma oggi – giorno della memoria – voglio riportare un post scritto nel mio blog il 1r4 dicembre 2018 nel ricordo della mia visita a Majdanek, uno dei luoghi della Shoah
«Majdanek è una località situata a circa quattro chilometri ad est di Lublino in Polonia.
Sarebbe restrittivo definirlo un museo, è un campo di concentramento praticamente rimasto com’era dai tempi del nazismo. I pannelli esplicativi e gli oggetti esibiti all’interno delle baracche sono più che sufficienti per rivivere l’orrore di questo campo. Sono visibili anche i forni crematori, nonché le camere a gas in cui veniva usato il famigerato Zyclon B.
In quel campo, che visitai qualche anno fa, vidi ordinati in una bacheca i bambolotti di ‘celluloide’ (ai miei tempo si chiamava così) li conoscevo bene perché ci giocavo anch’io come i miei piccoli coetanei cui furono sottratti prima che fossero gasati e bruciati, ceneri nel vento.
Per far memoria della malvagità idiota quei bambolotti furono trattati come bottino di guerra e conservati tanto da poter essere esibiti anche oggi all’orrore di chi pensa a quali abissi di disvalore aggiunto possa arrivare la crudeltà, specialmente se organizzata».
Quei bambolotti per quei bambini rappresentavano una relazione , forse confortante , comunque l’ultimo briciolo di umanità consentito a quei piccoli esseri umani distinti per ‘razza’ (e sappiamo bene che in quei campi razza era anche l’essere ‘rom o sinti’ la cui strage ha un nome proprio da non dimenticare: Porrajmos) .
Altro da distruggere erano anche i disabili, gli omosessuali, gli avversari politici.
La memoria però non può consentirci un rifiuto nel passato, a puntello dell’indifferenza che ci consente di vivere l’oggi in una confortante rinnovata innocenza.
Si comincia dalle piccole cose, così piccole che si possono rendere banali, invisibili.
Tolleriamo senza scrupoli né consapevolezze adeguate la legge che dal 2009 impone ai migranti non comunitari la presentazione dei permesso di soggiorno per registrare la nascita di un figlio in Italia. La paura di esporsi irregolari di fronte a un ufficiale di stato civile può indurli a nascondere il loro nato negandogli, in una speranza di sicurezza, il certificato di nascita e anche la relazione primaria della genitorialità che, se non è documentata, non è.
Così quei piccoli diventano fantasmi senza nome e senza identità
La mamma di Lidia Maksymowicz che strisciava per portare un tozzo di pane alla sua bambina sfidava la violenza nazista per vincolare la sua piccola alla memoria del suo nome.
Pensiamoci se l’indifferenza non ci induce ad oscurare anche quella tragica, grande donna.
25 gennaio 2022 – L’intollerabile. Morire di lavoro a scuola
Lorenzo Parelli, diciottenne, è morto due giorni fa durante uno stage nel programma di alternanza scuola-lavoro.
Oggi Marina Brollo, docente Università di Udine, Ordinaria di Diritto del lavoro, ha pubblicato un interessante articolo sul Messaggero Veneto e, a mia richiesta, me ne ha gentilmente inviato la fotografia.
20 gennaio 2022 – Il mio blog riprende fiato e ricorda il 17 maggio 1990.
15 luglio 2021 Svolta della Chiesa, l’omosessualità non è una malattia di Redazione
Per la prima volta la Chiesa cattolica ha preso ufficialmente posizione contro le cosiddette «terapie riparative», cioè i trattamenti per «guarire» dall’omosessualità.
“Il Vaticano blocca le terapie di guarigione per gli omosessuali”, così titola la copertina e un lungo editoriale pubblicato in questi giorni sul settimanale cattolico spagnolo Vita Nueva (n.3231, del 10-16 luglio 2021), dopo che è emerso che la Congregazione Vaticana per il Clero, al termine di una lunga indagine sollecitata nella chiesa spagnola, ha fermamente condannato le cosiddette “terapie riparative” proposte ai fedeli cattolici da una discussa organizzazione spagnola.
“La realtà è che l’omosessualità non può essere curata, perché non è una malattia, come ha stabilito l’Organizzazione Mondiale della Sanità ben 31 anni fa”, ricorda nel suo editoriale il settimanale cattolico e “la presa di posizione del Vaticano spinge a una maggiore fermezza da parte dei responsabili della formazione delle persone consacrate e di coloro che sono in prima linea nei processi di accompagnamento e direzione spirituale, al fine di agire per segnalare e soccorrere coloro che possono essere coinvolti in queste dinamiche. Allo stesso modo, come sostiene l’indagine del Vaticano, è urgente sradicare questa iniziativa prima che il problema si aggravi. … Una Chiesa che è madre non può permetterlo. Educare all’affettività e alla sessualità non è indottrinare o prescrivere, è accompagnare e discernere, per vivere la verità di ciò che si è. Ma, soprattutto, implica accogliere senza giudicare, partendo da una misericordia che si fonda sul fatto che ogni persona è figlia di Dio…”.
Il reportage di Vita Nueva continua con una lunga indagine di Miguel Ángel Malavia e José Beltrán che ripercorre tutta la spiacevole vicenda spagnola che ha portato la Santa Sede a prende le distanze con grande chiarezza da quelle che sono comunemente conosciute come “terapie di conversione” o “riparative”, attraverso una nota della Congregazione Vaticana per il Clero.
Mentre in una lunga intervista il giovane gay cattolico spagnolo Alberto Pérez racconta la sua terribile esperienza all’interno di questa realtà, che lo ha portato ad avere “ una fede e una vita distrutte da chi mi voleva curare perché gay”
Nella chiesa cattolica le persone omosessuali non devono essere curate ma accompagnate
Editoriale pubblicato sul settimanale cattolico Vita Nueva (Spagna), n.3231 del 10-16 luglio 2021, liberamente tradotto da Innocenzo Pontillo
La Congregazione Vaticana per il Clero condanna le terapie riparative proposte ai cattolici spagnoli
Articolo di Miguel Ángel Malavia e José Beltrán pubblicato sul sito del settimanale cattolico Vida Nueva (Spagna) il 9 luglio 2021, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il 17 maggio del 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) cancellava l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Fu un momento storico, che portò nel 2004 a scegliere proprio il 17 maggio come data per l’istituzione della Giornata internazionale contro l’omobitransfobia (International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia – IDAHOBIT).
Eppure, a distanza di trent’anni dalla risoluzione dell’OMS, in molti Paesi esistono ancora pratiche quali le terapie riparative e solo recentemente alcuni governi si stanno adoperando per bandirle.
L’omosessualità come malattia mentale
La decisione del 1990 costituì il culmine di un processo iniziato circa 20 anni prima e che ha radici ancora più profonde. Infatti, fin dall’Ottocento, la medicina e la psichiatria fecero propria la percezione dell’omosessualità tipica della Chiesa cattolica, evitando di definirla un “peccato” ma classificandola come disturbo mentale.
In quanto tale, i comportamenti omosessuali erano soggetti a interventi riparativi, le cosiddette aversion o conversion therapies. Soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, queste terapie consistevano nella somministrazione di droghe che inducevano il vomito oppure nell’utilizzo dell’elettroshock mentre venivano mostrate al “paziente” (generalmente di genere maschile) immagini di uomini, per poi mostrargli immagini di donne una volta terminati i trattamenti. In questo modo, si pensava di poter indurre la persona ad associare alla sofferenza l’attrazione per persone dello stesso sesso, mentre al sollievo persone del sesso opposto.
Oltre al proprio carattere profondamente degradante e nocivo, queste pratiche mettono in evidenza due elementi importanti. Il primo è la pressoché totale assenza della donna come soggetto di tali interventi “riparativi”. Se a prima vista potrebbe essere visto come qualcosa di positivo, ciò in realtà mostra come al tempo la donna non fosse considerata capace di poter “trasgredire” alle norme sociali che la vedevano relegata alla sfera domestica e non fosse dotata di una propria identità sessuale indipendente e non eteronormata. A ciò si collega il secondo elemento, ossia la completa percezione dell’omosessualità come devianza dalla “normale” mascolinità, da cui non era accettabile che un uomo potesse allontanarsi.
Dal punto di vista legislativo, l’omosessualità era criminalizzata con le cosiddette sodomy laws, le quali definivano gli atti omosessuali “crimini contro natura”. Tipiche degli ordinamenti di tradizione anglosassone o di derivazione post-coloniale britannica, le sodomy laws prevedevano che chi era accusato di comportamenti omosessuali poteva andare incontro a sanzioni molto severe, dell’incarcerazione o multe ingenti alla sterilizzazione forzata, oppure doveva sottoporsi a una terapia riparativa. Per quanto leggi simili possano sembrare appartenere al passato, è bene ricordare che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato la sodomy law incostituzionale a livello federale solo nel 2003, con la storica sentenza Lawrence v. Texas.
L’avvento delle sodomy laws nella maggior parte degli Stati Uniti nel corso degli anni Sessanta creò il terreno per la pubblicazione della seconda edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-II) nel 1968, in cui si riconosceva ufficialmente l’omosessualità tra le malattie mentali.
La decisione del 1990
Parallelamente, la fine degli anni Sessanta segnò un primo cambio di rotta, anche se il panorama si presentava piuttosto frammentato. Infatti, sia il movimento LGBT+ sia medici e psichiatri si presentavano spaccati. Da un lato, alcuni gruppi di attivisti LGBT+ accettavano le teorie che consideravano l’omosessualità una patologia pur di allontanarla dalla sfera dell’immoralità ed erano disposti a lavorare con i medici alle terapie che avrebbero dovuto curare l’omosessualità.
Dall’altro, soprattutto dopo i moti di Stonewall del 1969, altri attivisti del movimento LGBT+ statunitense portarono all’attenzione dell’American Psychiatric Association (APA) alcuni studi sulla sessualità che dimostravano scientificamente come l’omosessualità non potesse essere considerata un comportamento deviante. Questa parte del movimento era anche fermamente convinta che gli studi che invece la definivano come un disturbo mentale fossero tra i principali fattori che contribuivano allo stigma sociale legato all’omosessualità. Per questo motivo, alcuni gruppi di attivisti statunitensi fecero incursione ai meeting annuali dell’APA nel 1970 e 1971.
D’altro canto, gli psichiatri e gli psicologi che iniziarono a studiare teorie alternative a quella dominante, come fece per esempio Alfred Kinsey ed Evelyn Hooker, dovevano far fronte alla netta ostilità della maggioranza della comunità scientifica. Nonostante gli studi di Kinsey e Hooker presentassero solide basi scientifiche, la stessa APA ha a lungo ignorato i risultati delle indagini che confutavano la teoria dell’omosessualità quale malattia mentale. Solo all’inizio degli anni Settanta, quando una giovane generazione di psichiatri si avvicinava alla guida dell’organizzazione, l’APA iniziò ad assumere una maggiore sensibilità riguardo a questioni di forte impatto sociale. Pertanto, nel 1971 e nel 1972, l’APA organizzò dei panel in cui attivisti LGBT+ e studiosi venivano invitati a formare gli psichiatri, in particolare sullo stigma sociale creato dalla “diagnosi di omosessualità”.
Al meeting annuale del 1973, si tenne un simposio in cui i membri dell’APA si interrogarono se l’omosessualità dovesse continuare a essere considerata una patologia o meno. Il dibattito si concluse con la decisione del Board of Trustees di rimuovere l’omosessualità dal DSM. Alcuni si opposero e si arrivò al punto per cui i membri furono chiamati a esprimersi sulla decisione del Board, la quale fu infine approvata con il 58% di voti favorevoli.
Pertanto, la sesta ristampa del DSM-II del 1974 non presentava più il termine “omosessualità” tra le patologie, ma un generico “sexual orientation disturbance” (SOD). Con questo termine si andava a indicare un comportamento omosessuale che causava sofferenza alla persona, la quale intendeva cambiarlo, andando di conseguenza a legittimare le terapie riparative. Con la pubblicazione del DSM-III nel 1980, la sexual orientation disturbance diventava “ego-dystonic homosexuality” (EDH), un’altra formula di compromesso che fu eliminata solo nel 1987, con la revisione dell’ultimo DSM (DSM-III-R).
I progressi fatti dall’associazione di psichiatria più grande e conosciuta al mondo ebbero un’influenza sostanziale nel contesto internazionale. Fu proprio sulla scia della decisione dell’organizzazione statunitense che il 17 maggio del 1990, durante i lavori della 44ª assemblea, l’OMS cancellò l’omosessualità dall’International Classification of Diseases (ICD-10). Il fatto che l’OMS, un’organizzazione di carattere internazionale, assumesse una posizione del genere ha mosso il dibattito dalla sfera della medicina e della psichiatria a quella della politica, portando istituzioni e governi ad adottare misure che decriminalizzassero l’omosessualità e tutelassero i diritti delle persone LGBT+.
Trent’anni dopo
Anche se sono passati trent’anni dalla decisione dell’OMS, il 2020 ha visto una crescente attenzione sulle terapie riparative. Il fatto che sulla carta l’omosessualità non sia più considerata una malattia non ha fermato le conversion therapies. Ancora oggi, esistono terapie che vanno a intervenire non più solo sull’orientamento sessuale, ma anche sull’identità di genere. Infatti, la concezione per cui l’orientamento sessuale e l’identità di genere possano essere cambiati e riportati “alla normalità” è purtroppo ancora diffusa, nonostante non abbia alcuna base scientifica.
Un recente report delle Nazioni Unite ha evidenziato che i promotori delle terapie tutt’oggi esistenti appartengono a una vasta gamma di attori, statali e non statali (come le comunità religiose e l’ambiente familiare). Il report mette anche in luce come si siano trasformate in attività molto lucrative, molto spesso a danno di minori o giovani adulti i quali riportano danni psicologici profondi.
Presentando i risultati del report, Victor Madrigal-Borloz, l’Esperto Indipendente sull’Orientamento Sessuale e l’Identità di Genere dell’ONU, ha chiamato le Nazioni Unite a una messa a bando internazionale delle terapie riparative.
Alcuni Paesi hanno preso provvedimenti. La Germania, per esempio, a maggio scorso ha approvato una legge che vietava il ricorso a terapie riparative sui minori. Nonostante sia stato considerato un primo passo avanti, in molti hanno contestato che non sia stato sufficiente e che le terapie riparative dovrebbero essere bandite in qualsiasi circostanza. Altri Paesi, come la Svizzera, gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia, hanno invece adottato delle misure che rendevano illegali tali pratiche.
A trent’anni dal momento in cui la comunità internazionale ha riconosciuto come l’omosessualità non fosse una malattia, la strada da fare verso la piena consapevolezza che l’orientamento sessuale e l’identità di genere non sono sfere dell’identità sessuale su cui si possa intervenire è ancora tanta e piena di ostacoli, primo fra tutti la disinformazione. In questo, lo Stato può fare molto, agendo dal punto di vista non solo legislativo ma anche sociale, adottando politiche che promuovano una corretta informazione.
14 gennaio 2022 – DAVID SASSOLI, 30 MAGGIO 1956 – 11 GENNAIO 2022
David Sassoli, il mieloma, il trapianto di midollo e le falsità dei no vax
di Paolo Conti
David Sassoli era ricoverato nel reparto di Oncoematologia dell’Istituto Tumori Friulano ad Aviano ed era seguito dallo staff medico del Centro di riferimento oncologico da lungo tempo.
Anni fa Sassoli era stato colpito da un mieloma, un tumore del sangue, ed era stato sottoposto a un trapianto di midollo. Per questa ragione il 26 dicembre era stato deciso il suo trasferimento ad Aviano quando le sue condizioni si erano aggravate dopo un’ultima ricaduta nei giorni di Natale, seguita alla brutta polmonite da legionella di cui aveva parlato in un video il 9 novembre 2021, raccontando anche di un ricovero a Bruxelles.
L’istituto di Aviano ha spiegato con una scarna dichiarazione le ragioni della morte di David Sassoli: «Una grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario». Niente altro, nessun particolare «nel rispetto del riserbo mantenuto dal presidente Sassoli e dalla famiglia».
Quella di Aviano è una struttura di eccellenza a livello internazionale e segue pazienti con neoplasie dell’apparato emopoietico, leucemie acute e croniche e altre malattie di questo tipo. L’istituto di Aviano è una struttura modernissima, aperta nel 1984 e riconosciuta già dal 1990 come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico da parte del ministero della Salute.
Un quadro clinico complesso da tempo, quello di David Sassoli, ma mantenuto sotto controllo fino alla polmonite da legionella che aveva pesantemente debilitato il suo fisico, come è purtroppo facile capire proprio dal video con la dichiarazione del 9 novembre.
Nonostante tutto ciò, molti nell’area no vax hanno speculato persino sulla sua morte. Il filosofo Paolo Becchi si è chiesto: «Ma è morto in seguito alla terza dose? Non c’è nessuna correlazione? Non rendete pubblica neppure l’autopsia? O non la fate neppure? Costringete la gente a vaccinarsi e a morire. State costruendo una tirannia sanitaria mai esistita prima». Insieme a tante reazioni indignate, l’incredibile frase di Becchi ha scatenato anche altri messaggi di irrisione e di odio.
Lo staff di Sassoli ha detto che, durante la malattia, «si erano diffuse in rete deliranti malevolenze su Covid e affini» e che la scelta di Sassoli era stata quella «di non replicare, di non inasprire i toni». Enrico Mentana, direttore del Tg La7, ha definito «ignobili esseri, vigliacchi» gli autori di alcuni messaggi su Twitter da parte di no vax che attribuivano la scomparsa di Sassoli alla terza dose di vaccino.
https://www.corriere.it/esteri/22_gennaio_12/sassoli-mieloma-no-vax-788287cc-7372-11ec-947d-d1048d2c4770.shtml adria
2022 – Calendario di gennaio
1 gennaio 1948 – Italia, entra in vigore la Costituzione
.1 gennaio 1959 – Inizio della rivoluzione cubana
.2 gennaio 1979 – Brasile, assassinio di Francisco Jentel, difensore dei contadini
………………… indios
.2 gennaio 2016 – Entra in vigore l’accordo fra la Santa Sede e lo stato di Palestina,
………………. firmato il 26 giugno 2015
.3 gennaio 1964 – New York, 500mila studenti in piazza contro l’apartheid
.4 gennaio 2005 – La Corte Suprema del Cile autorizza il processo a Pinochet
.5 gennaio 1942 – Morte di Tina Modotti
.5 gennaio 1948 – Nasce Peppino Impastato. Sarà eliminato da Cosa Nostra..
.5 gennaio 1968 – Inizio della primavera di Praga [nota 1]
.5 gennaio 1984 – Cosa nostra uccide il giornalista Giuseppe Fava.
.5 gennaio 2017 – Muore Tullio De Mauro
.6 gennaio 1907 – Maria Montessori apre la prima casa dei bambini
.6 gennaio 1980 – Assassinio del presidente della regione Sicilia, Piersanti Mattarella
.6 gennaio 1992 – Il Consiglio di sicurezza dell’ONU condanna all’unanimità Israele ……………………….. per la deportazione di Palestinesi (risoluzione n. 726)
.7 gennaio – …… ..Natale ortodosso e copto
.7 gennaio 2015 – Parigi, strage alla redazione di Charlie Hebdo
.8 gennaio 1642 – Morte di Galileo
.8 gennaio 1913 – Sudafrica: Nasce l’African National Congress (Anc)
.8 gennaio 2015 – Romero è riconosciuto ‘martire’ dalla chiesa cattolica
…………………………………. (era stato assassinato il 24 marzo 1980). [ nota 2]
10 gennaio 1948 – Prima assemblea generale delle Nazioni Unite a Londra
11 gennaio 1947 – Scissione di Palazzo Barberini (nascita Psdi)
11 gennaio 2014 – Morte di Ariel Sharon
11 gennaio 2022 – Morte di David Sassoli [nota 3]
12 gennaio 1948 – La Corte Suprema USA dichiara l’uguaglianza fra neri e bianchi
14 gennaio – ……….. Capodanno ortodosso e copto
14 gennaio 2011 – Tunisia, cade il regime di Ben Alì
14 gennaio 2019 – Il parlamentare Calderoli è condannato per le offese alla on. Kyenge.
…………………..Riconosciuta l’aggravante razziale
15 gennaio 1919 – Assassinio di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht
15 gennaio 1929 – Nascita di Martin Luther King
15 gennaio 1993 – Arresto di Totò Riina
16 gennaio 1992 – Accordi di pace in El Salvador
17 gennaio 1961 – Congo, assassinio di Patrice Lumumba
17 gennaio 1991 – Inizia la prima Guerra del Golfo
18 gennaio 1919 – Luigi Sturzo fonda il Partito Popolare Italiano
18 gennaio 2017 – Valanga a Rigopiano – distruzione albergo
19 gennaio 1969 – Praga, Jan Palach si dà fuoco in piazza San Venceslao
20 gennaio 1996 – Arafat eletto presidente dell’Anp
21 gennaio 1924 – Morte di Lenin
21 gennaio 1984 – Brasile: nasce il Movimento Sem Terra
21 gennaio 2022 – Muore David Sassoli. Presidente del Parlamento Europeo
24 gennaio 1979 – Assassinio di Guido Rossa
25 gennaio 2015 – Rapimento di Giulio Regeni
26 gennaio 1564 – Pubblicazione delle conclusioni del Concilio di Trento
27 gennaio -……………… Giornata mondiale in memoria delle vittime della Shoa
29 gennaio 1895 – José Martì inizia la guerra per l’indipendenza di Cuba
30 gennaio 1948 – Assassinio di Gandhi a Nuova Delhi
31 gennaio 1929 – L’Urss esilia Lev Trotsky
31 gennaio 2015 – Sergio Mattarella, dodicesimo presidente della Repubblica
31 gennaio 2018 – Entra in vigore la legge 22 dicembre 2017, n. 219
……………….……… …Norme in materia di consenso informato e disposizioni
…………………… …anticipate di trattamento.
[nota 1] La Primavera di Praga: iniziò quando il riformista slovacco Alexander Dubček salì al potere, proseguendo fino al 20 agosto 1968.
[nota 2] Non voglio perdere la battuta invitami da Giancarla Codrignani a un anno dalla morte.
ricordando la celebrazione della sua memoria, tenuta a Roma da Ursula von der Leyen
“Davide era un politico cattolico. Letta è un Cattolico democristiano”
[nota 3] Dopo una latenza della questione durata qualche anno, il 14 ottobre 2018 papa Francesco proclama santo Oscar Romero.