Premessa
Qualche giorno fa un amico mi ha segnalato la nascita di un ‘nuovo soggetto politico’, cui – in un secondo momento – è stato dato il nome di Alba (acronimo di Alleanza Lavoro Benicomuni Ambiente).
Ha proposto, a me e ad altri, di ‘parlarne’ e, poiché viviamo in località diverse, avevo pensato a un giro di posta collegato da indirizzi collettivi, E poi mi sono detta che era finalmente il caso di sfruttare il mio blog (che non è facebook e ci tengo…).
Quindi proporrò i miei commenti un po’ alla volta: non sono in grado di scrivere un documento – forse in parte alternativo, forse in parte no- che si proponga come tale.
Quindi scriverò commenti via via che ci penserò e ne avrò il tempo, sperando di essere stimolata dai commenti di altri interlocutori che, se vogliono, possono esprimersi in calce a ogni mio articolo o scrivermi con l’autorizzazione a pubblicare la loro lettera con nome o pseudonimo a loro scelta.
Se nessuno mi scriverà … ci sono abituata e ho deciso di costruirmi una personale memoria, in implacabile attesa di quella perdita di memoria che è uno dei doni della vecchiaia (penso a una situazione stile rinascita quotidiana, non ‘dove ho messo gli occhiali?”). Per creare un filo conduttore userò sempre la categoria ‘cronache’, numererò gli articoli (che iniziano con ALBA 1) e in calce ad ogni articolo metterò la data del precedente.
Per chi voglia leggere il documento istitutivo di ‘alba’ ne segnalo l’indirizzo, precisando che si può raggiungere anche da qui /http://www.soggettopoliticonuovo.it/
Ma cos’è un soggetto politico?
Il soggetto – che si rivolge a chi ne legga il documento propositivo e vi si ritrovi o lo consideri meritevole di considerazioni critiche – sono evidentemente i firmatari, uniti dai contenuti del documento stesso che, fortunatamente, non è una congerie di slogan da sfogatoio (termine che condivido e che si trova nel testo con cui Alba si presenta).
Ma – se ciò che viene richiesto fosse l’adesione che può esprimersi tramite la firma- allungheremmo di molto l’elenco già corposo senza minimamente uscire da un corto circuito del tipo ‘io dico a te ciò che hai detto a me’.
Se invece il soggetto si proponesse come nuovo partito (leggero nella sua formazione, attento alle esigenze e alle proposte della sua base filtrate attraverso un programma chiaro e condiviso ecc. ecc.) verrebbe penalizzato da un qualsiasi flop elettorale (sia a livello nazionale che locale. E faccio riferimento al locale perché nel documento si usa la felice espressione, su cui tornerò, del comune come ‘espressione istituzionale’: la ritengo un punto qualificante).
Può essere quel documento – nell’immediato e prossimo futuro –un punto di riferimento perché ognuno si faccia portatore di quei contenuti per orientare le proprie scelte elettorali o per riferirsi apertamente ai partiti e ai candidati? Dove? (la carta stampata è improponibile perché non si possono moltiplicare costi e non posso pensare a un obiettivo concentrato su uno –e uno solo – degli organi di stampa esistenti.
La rete è uno mezzo sempre più diffuso, ma come farne uno strumento di riferimento ascoltato e collettivo?)
Ovunque si parli chi sarebbero i soggetti parlanti? Un elenco infinito di interventi su qualsivoglia soggetto passi per la testa di chiunque? Mi sembra inutile. Di nuovo portavoce? Non è che abbiano molto funzionato.
Inoltre – e qui ho la sensazione di arrivare a un punto preciso – da quando le liste dei candidati al parlamento e al senato sono bloccate dalle segreterie dei partiti costoro – e ancor più gli eletti – riacquistano il dono dell’udito solo al suono dell’applauso (e per meglio ascoltarlo si esprimono solo in luoghi idonei allo scopo, dove è facile isolare i dissonanti). Per il resto sembrano affetti da grave sordità e se cerchi di farti sentire senza l’uso del battito delle palme ti guardano vacui come tu fossi trasparente.
Uno potrebbe dire ‘Almeno riuscirò a farmi sentire a livello regionale e comunale dove la scelta nella scheda elettorale c’è’. E invece non c’è perché l’esempio viene dall’alto e scende a catena oltre i livelli istituzionali, fino alla società ex civile parlante (e plaudente), attenta a non infastidire i propri mecenati con la vicinanza a cattive compagnie (la convinzione di appartenere alla categoria dipende dall’esperienza. Ne ho di significative nel merito ed essendo dotata di irrimediabile senso dell’ironia non posso che trarne divertita, sarcastica disistima per i miei non-interlocutori).
E se modificassimo la legge elettorale?
Potrebbe essere un primo impegno collettivo la messa in modo si indicazioni forti per la modifica della legge elettorale? Salvo l’esigenza di trovare un modo per assicurare un efficace rapporto elettori/eligendi/eletti non ho nulla da dire e ascolto chi mi sembra competente, cercando di assicurarmene con opportune verifiche, perché l’ignoranza fa danni inenarrabili e sul piano personale oltretutto mi annoia.
Un punto di partenza potrebbe essere un impegno per la modifica della legge elettorale e la costruzione di un marchio da apporre sui candidati attendibili, salvo verifiche e revisioni costanti.
Per oggi mi fermo qui e voglio vedere cosa succede. (continua)
Uno degli interlocutori cui mi ero rivolta ha scritto:
“trovo alba consolatorio e pieno di speranze in questi tempi bui”
Non ha lasciato indicazioni per la firma, quindi lascio il messaggio anonimo.
Mi fa piacere che un interlocutore abbia espresso un parere ma quello che io cerco è molto di più della consolazione. cerco il confronto.