9 settembre 2012 – Il cammino di Santiago 21

Oltre Santiago  –  10-11 giugno 

Madrid non mi coinvolge come mi è capitato in altre città (e, per restare a questo viaggio penso a Bilbao); non mi pesa troppo quindi dover ridurre in due giorni le mie visite: un passaggio al Prado (come si può parlare di visita di fronte a tanta ricchezza di tele alcune delle quali vado a cercare perché mi sono imbattuta tante volte in loro riproduzioni?) e infine la meta del mio pellegrinaggio personale, il museo centro d’arte Reina Sofia dove si trova Guernica di Picasso.

L’edificio è affascinante, unisce un antico ospedale a una struttura modernissima e tutto appare connesso armoniosamente, senza forzature.
E’ una vita che desidero vedere quel quadro che da tanto mi intriga.
Attraverso sale in cui è possibile osservare gli studi preparatori del pittore finché arrivo alla sala del dipinto.
Ho ben presente il mio recente punto di partenza, la città di Lugo da cui il 28 aprile 1937 partirono gli aerei della legione Condor, corpo volontario composto da piloti della Luftwaffe, di cui facevano parte anche volontari italiani.
Ne ho scritto il 10 agosto e quel pezzo si può raggiungere anche da qui.
Quando arrivo alla sala con la tela che cerco mi trovo in mezzo a un gruppo folto di Giapponesi, stranamente silenziosi che non danno alcun segno di aver fretta. Per un po’ guardo sopra le loro spalle e mi ci vuole quasi mezz’ora per arrivare in prima fila: l’atmosfera che hanno creato è stranamente intensa; mi chiedo se non pensino a Hiroshima.

La strage degli innocenti
Quando arrivo davanti al quadro i pezzi analizzati sopra altrui spalle e resi visibili dalla curva del collo di chi mi stava davanti si ricompongono. Ma non voglio parlare delle mie considerazioni su di un quadro per cui gli studi abbondano: sarebbe ridicolo-
C’è però un particolare che non voglio lasciarmi sfuggire: l’immagine della mamma che regge un bimbo morto, relegata in un angolo dalla violenza-cavallo che spacca la quotidianità della vita.
E’ un’altra tappa delle strage degli innocenti che in tanti artisti hanno riprodotto: è facile trovare un diluvio di immagini anche con un motore di ricerca. Io mi limito a Giotto, un’altra tappa di una narrazione che non ha fine.
E le stragi hanno tanti modi per realizzarsi. Giorni fa ho sentito che i bimbi siriani rifugiati (?!) in Giordania non saranno ammessi a frequentare la scuola: sono troppi. Le stragi possono essere anche ‘morbide’.
E così un altro tassello si aggiunge a quello che tante volte ho scritto. Qui mi limito solo a un riferimento pubblicato il 16 agosto da cui si può risalire a molto altro Anche noi contribuiamo alla continuità della storia di stragi: anche da noi ci sono bambini e ci saranno perché nel 2009 abbiamo scritto che non devono esistere, non devono avere un nome, non possono andare a scuola (rimando a un mio vecchio articolo, gentilmente pubblicato da Il Gallo di Genova  e trascritto in questo blog il 15 marzo 2011)

Il quarto piano del Reina Sofia
Qui il museo consente di approfittare di uno straordinario lavoro di raccolta di documentazione sulla guerra civile spagnola e sulla seconda guerra mondiale.
Mi imbatto inaspettatamente nel documentario Notte e Nebbia di Alain Resnais. Girato nel 1955 è il primo che io abbia visto che testimoni gli orrori dei campi di sterminio. Non speravo di rivederlo e invece mi si è proposto in un museo spagnolo.
Così mi torna alla mente l’immagine del bambino ebreo con il berrettone troppo grande e le mani alzate cacciato da Varsavia e finito chissà dove e chissà come (un altro tassello della strage degli innocenti) e quindi non posso concludere ora, come volevo, questo diario. Devo concedermi ancora una puntata. Ma questa sarà veramente l’ultima.

continua– precedenti puntate 18, 21, 23, 29, 30 giugno; 4, 10, 11, 17, 22, 27 luglio; 3, 5, 9, 10, 14, 19, 21 agosto e 8 settembre.
Per ingrandire le immagini fare clic sopra con il mouse. Alcune non rispondono.

9 Settembre 2012Permalink