20 marzo 2013 – Quando la politica estera ballonzola

da FERRIVECCHI il blog di Amedeo Ricucci

I due marò e lo spread morale  mar 18, 2013 by admin

L’ex ambasciatore Sergio Romano non è certo un estremista di sinistra. Né lo si può accusare di essere un “traditore della Patria” o un “nemico” delle nostre forze armate. Eppure sulla vicenda dei due maro’ non la pensa come il nostro governo, la destra nostrana e i patrioti da quattro soldi che si aggirano nelle nostre redazioni. Questa la sua risposta, oggi, sul Corriere della Sera, ai lettori che gli chiedevano conto: 1) della decisione del nostro governo di sottrarre con l’inganno i nostri due marò alla giustizia indiana che vorrebbe processarli per omicidio; e 2) delle similitudini con il caso del Cermis del 1998. E’ vero o no che in entrambi i casi i patti vennero violati? Ed è giusto o no violare i patti nelle relazioni internazionali?

“Un americano potrebbe rispondere che i patti, nel caso del Cermis, furono rispettati. Il processo ebbe luogo negli Stati Uniti perché così prevedevano la convenzione di Londra del 1951 e gli accordi fra i due Paesi sullo status giuridico dei militari americani nell’esercizio delle loro funzioni. Credo che quegli accordi siano ineguali e che occorrerebbe rinegoziarli. Ma nessun governo italiano, di destra o di sinistra, ha osato sinora sollevare il problema e chiedere l’apertura di un negoziato. Il caso dei marò, quindi, è completamente diverso. Forse l’Italia avrebbe dovuto appellarsi immediatamente alla giustizia internazionale, ma è possibile che anche Roma avesse qualche dubbio sull’esatta collocazione della nave e del peschereccio al momento dell’incidente. A torto o a ragione, comunque, il governo italiano ha deciso di perseguire una linea dialogante e pragmatica, fatta di contatti e sollecitazioni, forse nella speranza che le arti della diplomazia e il passaggio del tempo servissero a modificare gradualmente la posizione delle autorità indiane. Quella linea sembrò dare qualche risultato. Alcuni carabinieri hanno potuto assistere, in veste d’osservatori, agli esperimenti balistici. I due marinai italiani sono stati trattenuti agli arresti, ma alloggiati in un albergo. E sono stati autorizzati a venire in Italia, su cauzione, per le feste di Natale e Capodanno. Più recentemente, quando hanno avuto il permesso di tornarvi per il voto, è parso che il clima fra i due governi fosse considerevolmente migliorato. Ma il governo italiano, improvvisamente, ha cambiato la sua tattica e ha deciso di trattenere i marò in Italia. Se avesse potuto accusare il governo indiano della violazione di un impegno assunto precedentemente, la decisione sarebbe stata forse giustificata. Ma non sembra che agli indiani possa essere mosso questo rimprovero.

Allo stato delle cose l’Italia, quindi, è un giocatore che cambia improvvisamente le regole della partita e butta via il mazzo di carte di cui si era servito fino a quel momento. Può darsi che il governo Monti volesse terminare la sua esistenza con una decisione popolare, gradita a una buona parte del Paese. Ma ha dimenticato che nei rapporti internazionali non esiste soltanto lo spread finanziario. Esiste anche lo spread morale, vale a dire il divario fra la parola di un Paese affidabile e quella di un Paese non affidabile. Il governo se ne va lasciando al suo successore il compito di sbrogliare una brutta crisi con l’India: una eredità singolare per un esecutivo che, dopo lo scioglimento delle Camere, avrebbe dovuto occuparsi soltanto di «affari correnti».

20 Marzo 2013Permalink