8 settembre 2015 – Non solo il ricordo di un armistizio

Il papa parla e io mi preoccupo e scrivo alle poche e piccole realtà del mondo cattolico con cui sono in comunicazione

A proposito della rete di parrocchie proposta dal papa per l’accoglienza dei profughi non so quale sia la reazione delle nostre due parrocchie, né voglio stimolarne alcuna in alcun senso.
Poiché di fronte a tanto dolore le reazioni emotive sono prevedibili (e io ne ho paura se non c’è lo sforzo di affrontarne l’ambito con razionalità che non è riduttiva ma fondamento di sicurezze non volatili) mi permetto di segnalare qualche punto su cui forse è bene riflettere (non per lasciar perdere ma per essere veramente propositivi).
Credo che una rete di parrocchie, e non solo, possa promuovere una rete diffusa per non creare ghetti, ma dovrebbe nel contempo stimolare la società civile e le istituzioni ad elaborare un progetto che consenta all’accoglienza di andare oltre la materialità essenziale del tetto e del vitto.

Punti da non trascurare (secondo me) :
1. chiarezza di informazioni sull’assistenza sanitaria legalmente possibile (e lo è) e garantita nella sua funzionalità dal sistema pubblico;
2. chiarezza nel rapporto con i centri ufficiali in cui vengono espletate le pratiche per il riconoscimento dello status di rifugiato. Facilitazione nell’accesso che non sia scaricato sulle spalle della famiglia accogliente;
3. corsi di italiano soprattutto per chi voglia restare in Italia;
4. progetti per l’inserimento di minori ad asili nido, scuole dell’infanzia e scolarizzazione in genere;
5. identificazione di una rete di traduttori, disponibili anche al telefono quando insorgessero problemi urgenti di comunicazione linguistica,
6. qualora vi fosse accoglienza di mussulmani contatti con serie organizzazioni islamiche che possano dare informazioni su costumi relativi alla vita quotidiana per facilitare la convivenza (es. tabou alimentari);
7. affrontare il problema dell’eventuale non riconoscimento dello status di rifugiato e delle conseguenze per una convivenza la cui interruzione si presenterebbe drammatica.
8. Solidarietà della parrocchia nel sostegno alla famiglia accogliente

Conclusione

Se ci saranno risposte interessanti le copierò.

 

 

9 Settembre 2015Permalink