27 gennaio 2016 – Titoli allarmanti e articoli dissociati.

Oggi, mercoledì, l’Avvenire (quotidiano ‘di ispirazione cattolica’) titola in prima pagina «Ddl Cirinnà. I numeri dell’”emergenza”. Per ora. Bimbi adottabili. Non 100.000 ma appena 500». Un po’ criptico ma alla pag. 8 il discorso si chiarisce. Copio dall’articolo «Stepchild, una battaglia per solo 529 casi».

«Dati precisi di bambini che potrebbero essere interessati alle “novità” del ddl Ciurinnà non ce ne sono. Ma esiste un ordine di grandezza che viene fuori dal censimento Istat del 2011: 529, ricordava ieri l’agenzia Redattore sociale. Queste infatti sarebbero le coppie dello stesso sesso fra le 7513 conviventi».

Quindi 529, arrotondate a 500, sarebbero le coppie non i bambini. proclamati in prima pagina, e men che meno gli improbabili  100.000 affermati dal Corriere della sera, secondo Avvenire.

Non mi interessa verificare. Quello che mi turba è l’attenzione determinante alla quantità . Quando parliamo di diritti civili davvero la quantità ha un senso?

Recita l’art. 3 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli ….»

A questo punto, se l’aspetto quantitativo avesse un senso in questo contesto, dovemmo scrivere una cifra, in connessione con le forme del discrimine elencate al primo comma, per indicare la quantità da cui iniziare la rimozione degli ostacoli.

L’aspetto quantitativo evidentemente non ha senso ma questa insensatezza mi aiuta a capire anche la ragione per cui  il mondo cattolico non si è mai adoperato a “rimuovere l’ostacolo” che – per legge – impedisce ai migranti irregolari di registrare la dichiarazione di nascita dei propri figli.

Anche questi sono pochi. Vengono nascosti per paura. Chi se ne importa! Andiamo spensieratamente al family day dove nessuno ce ne parlerà

Fonte (un po’ lenta da raggiungere, almeno per me):
http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/Stepchild-una-battaglia-per-soli-529-casi-.aspx

 

27 Gennaio 2016Permalink

One thought on “27 gennaio 2016 – Titoli allarmanti e articoli dissociati.

  1. Il bambino in una coppia di due persone dello stesso sesso può avere due origini:
    1) può essere nato da una vera relazione eterosessuale di uno dei due;
    2) oppure è stato concepito con modalità eterologhe (anche quando “eterologo” volesse dire “rapporto sessuale strumentale, finalizzato unicamente al concepimento”).
    Nel primo caso, il bambino ha già due genitori: un papà e una mamma.
    Nel secondo caso, la situazione di quel bambino, non “è capitata”, è il frutto di un’operazione voluta e portata avanti dalla coppia, che, ha deliberatamente programmato per lui lo stato di “orfano”, al fine di poter rivendicare la sua adozione.
    Per affrontare la situazione, il legislatore deve farsi carico del problema. Giustissimo!
    Ma chi ha detto che “farsi carico del problema” significhi per forza “stepchild-adoption”?
    Siamo sicuri che sia davvero il bene del bambino imporgli l’identità di “figlio di due papà” o “di due mamme”, manipolando per lui quei “punti cardinali”, così fondamentali per il senso della propria esistenza – papà/mamma, genitori/figli, patrimonio di ogni persona da quando esiste l’umanità? Siamo sicuri che il suo bene consista nel dare una mano a quelli che (speriamo in buona fede) lo hanno messo in quella situazione, aiutandoli a portare a termine il loro progetto?

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