Domenica, appena tornata da Verona dove sarei rimasta volentieri, ho votato e poi scritto su facebook:
«Voglio semplicemente affermare che ho votato per rispetto di me stessa. Era facile immaginare, dopo il referendum del 2005 sulla legge 40, che il referendum sarebbe fallito. L’adesione alla proposta Ruini mi sembra ancora peggiore perché umiliava il comportamento a una proclamazione cardinalizia dove il potere ‘religioso’ assumeva consapevolmente e irresponsabilmente un ruolo politico, beffando quel fondamento di convivenza che è la laicità dello stato. In opposizione a Renzi, a Napolitano e alla linea Ruini (e non possiamo banalizzare il peso che assume nella pubblica opinione una visibile personalità di potere religioso) ripeto che ho votato per il rispetto di me stessa, cittadina responsabile che non si lascia ‘adoperare’ o almeno prova a ribellarsi ai tentativi di strumentalizzazione.»
e, dopo un intervento di chi aveva aperto questa pagina (Lauro Faidutti), ho aggiunto
«Non me ne importa nulla della mia irrilevanza statistica che conosco benissimo. Quello che mi importa è sapere che la mia schiena ancora dritta non dipende dalla qualità della spina dorsale ma soprattutto dal mantenimento del mio senso di dignità, dalla mia determinazione a ragionare.. Posso sbagliare ma anche la responsabilità dell’errore (oltre che di ciò che è giusto) è mia, non dipende da paciosa confluenza in un gregge etero diretto. »
2. Ho ricevuto una risposta che trascrivo perché mi sembra molto interessante per quell’espressione ‘referendum fasullo’ che invece ritengo debba essere riconosciuto senza aggettivi che ne neghino la validità formale per la semplice ragione che l’approvazione lo riconosceva legittimo. Se la signora trova inaccettabili entrambe le corna del dilemma proposto dal referendum dovrebbe opportunamente distinguere fra la proposta approvata con le formalità necessarie e i contenuti della stessa.
Testo risposta: «Ah ecco , quindi basta andare contro qualcosa per sentirsi a posto?? E come mai essere contro Renzi e andare a votare un referendum fasullo, non si può classificare come una paciosa confluenza in un gregge etero diretto???? »
- Ho risposto
«Gentile signora io ho fatto il possibile per tutelare il mio diritto al voto che in questo caso confliggeva con l’invito del presidente del consiglio mentre, nel 2005, confliggeva con l’invito (ideologicamente affine e, a mio parere, altrettanto devastante) del cardinal Ruini. Allora tutto quello che mi riuscì di fare fu cambiare medico perchè quello che allora era il mio medico di base ne aveva diffuso (nel suo studio badi non in altra legittima sede) l’invito al non voto esponendo un volantino di un’organizzazione che si proponeva cattolica di cui ora mi sfugge il nome. Sentirmi a posto? Ci vuole altro e certamente l’essere pro o contro il presidente del consiglio in carica non è elemento determinante anzi, di fronte alla tutela dell’esercizio del diritto al voto, mi sembra irrilevante e senza contrappesi. Non è che a fronte del sig. Renzi oggi io veda un non Renzi credibile cui, oggi, affidare una scelta che implichi fiducia. Quindi per non star troppo male mi aggrappo a ciò che percepisco come dignità personale. Non è molto ma devo farmelo bastare».