25 settembre 2016 – La guerra del panino e i suoi effetti collaterali.

Scuole che hanno dichiarato guerra ai bambini con l’arma della fame.

Non so come altrimenti riassumere questa notizia sorprendente di cui porto alcune testimonianze fra quelle che ho raccolto e che cito punto per punto con la data degli articoli che ho ricopiato e trascritto di seguito  perché, scrivendo, dubito anche di me. Il costo delle mense scolastiche per alcuni genitori è insostenibile e quindi hanno pensato di rimediare inserendo nello zainetto dei figli un panino confezionato a casa. Altri hanno fornito il panino perché insoddisfatti del cibo della mensa. Ma restiamo ai primi.

Varie scuole hanno quindi aperto la guerra al panino infiltrato (il danno imposto ai bambini come in ogni evento militare che si rispetti rappresenta un effetto collaterale evidentemente irrilevante) con considerazioni igienico-sanitarie e altre finezze burocratiche che testimoniano se non altro il tempo  di cui dispongono alcuni dirigenti scolastici perché per certe elaborazioni ci vuole attenzione a ogni virgola delle circolari e non solo. Una preside, particolarmente meditativa, teorizza ad esempio la ‘ filosofia del pasto’ (23 settembre)

9 settembre – A Torino è intervenuto un ‘verdetto del tribunale’ a sostegno non è chiaro se di alcuni o di tutti i bambini al cibo. Condividendo e radicalizzando la meditata perplessità tribunalizia alcune scuole hanno pensato di allontanare dalla mensa i digiunatori, altre scuole invece hanno promosso il digiuno in mensa.

25 settembre, In Liguria  “i genitori si sono organizzati e hanno inviato diffide ai dirigenti per consentire ai propri figli di portare il cibo da casa” il diritto al panino è stato concesso ma, si precisa, si tratta di una “Una “concessione” che rischia, di far saltare gli equilibri legati ai costi”.

Le colpe dei padri ricadano sui figli
Tuo padre e tua madre non guadagnano abbastanza per pagarti la mensa, quindi …

21 settembre Milano Scoppia il caso: una bimba finisce in lacrime perché isolata, come un bambino in un altro istituto cittadino

22 settembre   –  In  Friuli Venezia Giulia un bambino resta a digiuno (non è chiaro se in mensa o in locale adibito all’assenza di pasto), ad Aosta invece digiunano in quattro nel locale della mensa (24 settembre)

Come ti cresco il figlio del ‘padrone’

Se il danno morale oltre che materiale per i bambini costretti al digiuno (e in taluni casi costretti a digiunare davanti ai mangiatori) è evidente, non voglio che ignorare anche quello dei bambini costretti a mangiare davanti ai digiunatori. Penso si possano dividere in due categorie: quelli educati alla solidarietà, che avranno provato un disagio non piccolo in una situazione a dir poco surreale, e quelli, educati a perseguire il successo e a riconoscerne come prova la ricchezza, che potrebbero aver gioito dell’umiliazione inferta ai loro compagni. Capita … anche nella buona scuola.

Testo degli articoli citati

9 settembre  –  A scuola con il panino portato da casa, dal tribunale un verdetto decisivo
I giudici si pronunciano sul ricorso del Miur che ha esteso a tutti il diritto di mangiare in classe il cibo della mamma  di JACOPO RICCA

Attesa per la nuova sentenza sul pasto cucinato a casa e mangiato a scuola. Questa mattina in tribunale a Torino si sono discussi i reclami del ministero dell’Istruzione contro l’ordinanza di agosto che estende ad altre famiglie oltre alle 58 che a giugno si sono viste dare ragione dalla corte d’Appello. L’Avvocatura dello Stato ha presentato la posizione del ministero, mentre le famiglie sono difese dagli avvocati Roberto e Giorgio Vecchione. La discussione è avvenuta davanti allo stesso giudice che già ad agosto aveva dato ragione ad alcune famiglie, ma anche a quella che invece più di anno fa aveva respinto la prima richiesta delle 58 famiglie, ribaltata poi dalla sentenza d’appello. Se verranno riconosciute le ragioni del ministero si torna indietro a giugno quando la Corte d’Appello sentenzio l’obbligo di poter consumare il panino in classe solo per i figli dei 58 genitori che avevano presentato ricorso. Se, invece, il ricorso del ministero viene cassato, passa il principio che il diritto vale per tutti e quindi tutte le scuole dovranno organizzarsi, pur tra le polemiche dei presidi.

23 settembre –  Tutti i presidi d’accordo, niente panino in classe

Genova – I pasti preparati a casa non entreranno in classe, tanto meno a mensa. Alla fine sono i presidi a chiudere con un secco no la partita del panino a scuola a Genova.  «Attualmente non ci sono le condizioni per consentire il consumo di pasti portati da casa», si legge nel documento diramato dopo l’incontro di ieri al Matitone, dai dirigenti scolastici della Conferenza cittadina di Genova. In pratica tutti i presidi degli istituti comprensivi della città. E, questo, per una serie di motivi, su tutti la mancanza di norme e regolamenti per organizzare il servizio. Nel documento, i presidi elencano i rischi sotto il profilo igienico – sanitario, con la presenza a scuola di bambini allergici e a rischio di shock anafilattico. Poi la modalità di conservazione e somministrazione dei cibi. E, ancora, sul piano logistico e organizzativo, la necessità di adeguare i locali e dedicare personale alla somministrazione.

«Va rispettata anche la filosofia di fondo del pasto uguale per tutti – dice Iris Alemanno, dirigente del Comprensivo di Pegli – la ristorazione può certamente essere migliorata, deve esserlo ma, questa campagna per il panino per com’è stata condotta e per quello che chiede, non fa altro e non farebbe altro che togliere risorse a tanti altri settori della scuola». La preside Alemanno non si ferma qui e aggiunge: «Dobbiamo aggiustare i soffitti, incrementare l’utilizzo dei supporti informatici e tecnologici che, certo, non sostituiranno i libri ma devono essere sempre più presenti come strumento didattico. Dobbiamo migliorare anche la didattica, i livelli di apprendimento. Basta dire che siamo alle prese con la mancata copertura degli insegnanti di sostegno, e dobbiamo perdere tempo per mettere in discussione il sistema della mensa, messo a punto negli anni, quando oltretutto la legge è chiara e dice che non si può?».

La presa di posizione di fronte alle prime richieste di rinuncia delle famiglie alla mensa comunale era già nell’aria, ma ieri è stata formalizzata nel corso dell’incontro al Matitone. Il documento, approvato all’unanimità da tutti i dirigenti, cita anche la sentenza di Torino, il grimaldello utilizzato dalla Rete per fare entrare in tutte le scuole d’Italia quel che le famiglie reputano sia meglio dar da mangiare ai propri figli. «La sentenza della Corte d’Appello di Torino non modifica gli ordinamenti e ha competenza limitata alla circoscrizione di riferimento», si legge ancora nella nota. Che si chiude con un appello: «I dirigenti auspicano che una comune riflessione eviti derive conflittuali dannose per la serenità della comunità scolastica, in particolare degli studenti». Prosegui la lettura nell’edizione cartacea o in edicola digitale

21 settembre Mense scolastiche, “a Milano bimbi allontanati dai compagni perché muniti di pasto da casa”. Scontro Comune-Regione

Dopo il via libera alla ‘schiscetta’ dei giudici torinesi, anche alcune famiglie lombarde decidono di rinunciare al servizio mensa. Ma scoppia il caso: una bimba finisce in lacrime perché isolata, come un bambino in un altro istituto cittadino. Palazzo Marino: “Non si può pretendere di consumare un pasto portato da casa all’interno dei locali della refezione”. L’assessore regionale Aprea: “Il Comune chieda scusa” di F. Q. |

Isolati a scuola e fuori dal refettorio perché hanno portato il pranzo da casa. Succede a Milano, in due elementari: alle Pirelli in zona Niguarda e a quelle in via Palermo. Dopo la sentenza di Torino che ha respinto il reclamo del Miur e dato il via libera al panino, anche alcuni genitori in Lombardia hanno deciso di rinunciare alla refezione per i loro bambini. Una scelta sfociata nell’esclusione dei piccoli. In una delle due scuole una bimba munita di cibo da casa, scrive il Corriere, “il primo giorno entra in mensa, il secondo la mandano in un’aula con la bidella, il terzo la preside la porta in mensa ma in un tavolo separato. Poi interviene il Comune e niente più refettorio”. Quindi mangia da sola e finisce in lacrime. Nell’altro caso, anche il bimbo è stato allontanato dai compagni. La conseguenza spiegata dai genitori: “Non ha toccato cibo e si è sentito male”.

Una procedura che deriva dalla comunicazione netta inviata venerdì dal Comune di Milano a tutti i presidi: “Nessuno a Milano può pretendere di consumare un pasto portato da casa all’interno dei locali della refezione“. Dunque, se i bimbi vengono isolati dai compagni all’ora di pranzo come è accaduto in questi giorni, non c’è nulla di strano. Ma l’opinione della Regione è diametralmente opposta. “Il Comune chieda scusa”, è stato il commento oggi dell’assessore all’Istruzione della Regione Lombardia Valentina Aprea. “L’ordinanza del tribunale di Torino del 9 settembre con cui è stato riconosciuto il diritto di consumare un pasto portato da casa – ha aggiunto – non vale solo per le 58 famiglie che hanno intrapreso l’azione legale avverso il ministero a Torino, ma per tutte le famiglie che dovessero decidere di non avvalersi più del servizio mensa”.

Ma per il vice sindaco di Milano Anna Scavuzzo non è così: “L’ordinanza del tribunale di Torino non è resa nell’ambito di un giudizio a cognizione piena, quindi non ha l’efficacia di una sentenza passata in giudicato, comunque valida solo per i ricorrenti – replica il vice sindaco e assessore all’Educazione del Comune di Milano Anna Scavuzzo – Insomma, nessuno a Milano può pretendere di consumare un qualsiasi pasto portato da casa all’interno dei locali adibiti alla refezione scolastica”. E mentre Comune e Regione continuano a scontrarsi, la Aprea ha annunciato un tavolo per stabilire le regole sulla schiscetta il prossimo 4 ottobre.

22 settembre  –  Panino a scuola, bimbo resta a digiuno

Vietato l’ingresso nell’aula di refezione. L’istituto si scusa. Il dirigente regionale: allo studio nuove regole per chi porta cibo da casa   di Michela Zanutto

UDINE. Non può mangiare a scuola il cibo portato da casa. E così uno studente di 10 anni resta digiuno fino al termine delle lezioni. È successo in una scuola del Friuli, dove l’insegnante che aveva il compito di sorvegliare il momento del pranzo, ha impedito al bambino di consumare il panino con la cotoletta preparato dalla mamma. Il motivo? Avrebbe potuto contaminare il pasto dei suoi compagni.

A stabilire la regola è la scuola. E così il bambino è rimasto a stomaco vuoto fino alle 16, quando i genitori sono andati a riprenderlo. «Mamma non preoccuparti, mi ha brontolato la pancia soltanto un paio di volte», ha poi raccontato ai genitori. Per fortuna un insegnante che ha fatto lezione nel pomeriggio aveva con sé un pacchetto di cracker che ha dato al bambino in attesa del ritorno a casa.

22 settembre   A Sacile liberalizzato il pasto della mamma

Da oggi consentito portarselo da casa. Una scelta legata anche alla crisi economica

«Sai mamma, mentre i miei compagni mangiavano, io sono andato a sedermi in un tavolino isolato perché avevo un po’ di acquolina».

E il disappunto dei genitori non si è fatto attendere: «Questo digiuno mi sta indigesto – attacca la mamma -. La mensa non è obbligatoria, pertanto deve essere concesso a mio figlio di portare il pasto da casa. Visto quanto accaduto d’ora in poi andrò a prenderlo al termine delle lezioni del mattino e lo riporterò nel pomeriggio. Ma non credo sia giusto.

Mio figlio ha un rapporto particolare con il cibo e non posso pretendere che la scuola vada incontro alle sue esigenze, cerco di sopperire io. Ma non mi sarei mai aspettata un comportamento simile: lasciare digiuno un bambino mentre i suoi compagni pranzano tutt’intorno».

La scuola ammette l’errore: «L’insegnante avrebbe dovuto contattare la dirigenza che a sua volta avrebbe convocato i genitori – spiegano dall’istituto friulano -. Perché al momento, sebbene il servizio mensa non sia obbligatorio per i bambini, non sia obbligatorio per i bambini, non è possibile consumare pasti portati da casa. E la mamma sapeva che doveva chiedere il consenso della dirigenza, ha forzato di proposito la procedura. In questa fase stiamo ragionando sulla sentenza di Torino e cerchiamo di capire come andrà a finire, ma bisogna stare un pochino attenti».

Il regolamento che vieta di portare cibi diversi da quelli forniti dal servizio mensa punta a garantire la salubrità dei pasti. «È un divieto sacrosanto – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio scolastico regionale, Pietro Biasiol -. L’insegnante non avrebbe mai potuto autorizzare il bimbo a magiare in mensa.

In questa fase stiamo predisponendo una commissione per affrontare la faccenda perché le richieste di portare il cibo da casa sono molte. Abbiamo pregato le persone di non forzare il regolamento anche perché le mense rispondono in modo puntuale a tutte le esigenze presentate dalle famiglie. Ma vorrei capire se in questo caso la responsabilità è dell’insegnante che applica una norma a tutela della collettività o della mamma che vuole forzare la regola».

24 settembre  –  Aosta, quattro bambini lasciati a digiuno nella mensa della scuola

Li hanno fatto sedere nel refettorio ma senza pasto. Il motivo? I genitori non erano in regola con il pagamento e l’iscrizione.  Quattro bambini della scuola elementare  di Gignod , in provincia di Aosta sono stati lasciati a digiuno dal servizio di mensa scolastica. La vicenda risale al primo giorno di scuola in Val d’Aosta.  Pare che la causa sia legati a problemi di iscrizione al servizio. Così gli assistenti hanno deciso di lasciare i piccoli senza pasto, in attesa della ripresa delle lezione del pomeriggio.  I quattro bambini, due della classe seconda e due della quarta, sono stati fatti sedere nel refettorio e lasciati a digiuno mentre gli altri alunni consumavano regolarmente il pranzo. Al ritorno in aula, le insegnanti hanno dato da mangiare ai bimbi.  Anche ad altri due bambini è stato negato il pranzo, ma i loro genitori hanno fatto in tempo ad andarli a prendere e a portarli a casa.  L’appalto per il servizio di mensa scolastica nella scuola di Gignod è affidato alla cooperativa Noi e gli Altri di Aosta.  Pare che le famiglie dei quattro bambini non avessero ancora regolarizzato l’iscrizione alla mensa, una situazione  che per il Comune di Aosta non sarebbe stata un problema: “Chiunque viene in refezione è preso in carico dalla ditta che gestisce il servizio, poi in qualche modo si cerca di sanare l’iscrizione”, sottolinea l’assessore Paron.  “I nostri uffici avevano fornito tutta la documentazione, non si è capito chi ha dato l’ordine di non far mangiare i bambini. Mi sembra una misura un pò rigida”, commenta l’assessore comunale di Aosta

25 settembre  – Mense, dirigenti scolastici contro la libertà di portare il cibo da casa. Contrari anche alcuni deputati PD  di redazione

Secondo quanto scrive il Secolo XIX di oggi, alcuni dirigenti scolastici hanno firmato una petizione a favore del cibo da mensa. La petizione è stata lanciata su internet dai genitori favorevoli alle mense che temono un aumento dei costi a seguito della sentenza che ha decretato la possibilità per le famiglie di preparare il pasto da portare a scuola. La sentenza è stata emanata dal Tar Piemonte e sta influenzando tutto il Nord Italia, dalla Lombardia alla Liguria. In quest’ultima regione, i genitori si sono organizzati e hanno inviato diffide ai dirigenti per consentire ai propri figli di portare il cibo da casa. Una “concessione” che rischia, però, di far saltare gli equilibri legati ai costi. Anche la politica si è mossa in contrapposizione alla libertà concessa ai genitori dai tribunali. Così, ad esempio, la parlamentare del PD Mara Carocci ha chiesto al Ministero di prendere iniziative per consentire ai dirigenti di intervenire e addirittura di legiferare per impedire alle famiglie di far portare il panino da casa ai propri figli.

FONTI

9 settembre – verdetto tribunale di Torino http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/09/09/news/a_scuola_con_il_panino_portato_da_casa_dal_tribunale_un_verdetto_decisivo-147448365/

23 settembre  – posizione unanime presidi di Genova http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2016/09/23/AS9XaSQE-niente_presidi_accordo.shtml

21 settembre Milano – scolari a digiuno http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/21/mense-scolastiche-a-milano-bimbi-allontanati-dai-compagni-perche-muniti-di-pasto-da-casa-scontro-tra-comune-e-regione/3047285/

22 settembre Messaggero Veneto: uno scolaro a digiuno http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2016/09/22/news/panino-a-scuola-bimbo-resta-a-digiuno-1.14132692

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2016/09/22/news/a-sacile-liberalizzato-il-pasto-della-mamma-1.14132701

24 settembre – Aosta quattro scolari a digiuno http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/09/24/news/aosta_quattro_bambini_lasciati_a_a_digiuno_nella_mensa_della_scuola-148445470/?ref=HREC1-18

25 settembre – A digiuno con sostegno deputati PD http://www.orizzontescuola.it/mense-dirigenti-scolastici-contro-la-liberta-di-portare-il-cibo-da-casa-contrari-anche-alcuni-deputati-pd/

25 Settembre 2016Permalink