22 aprile 2017 – Sapremo dar vita ai neonati fantasma?

Da Confronti, Mensile di religioni – politica – società.  (aprile 2017 pag. 37)

Una recente ordinanza del tribunale di Milano rigetta l’espressione “clandestino” come discriminatoria e denigratoria. La questione della legge sulla cittadinanza, ora all’esame del Senato.

Otto anni fa, quando si predisponeva la presentazione della legge chiamata poi ‘pacchetto sicurezza’– fortemente voluta dall’ on. Maroni, ministro del quarto governo Berlusconi – venne realizzata una significativa ricerca di ‘fragilità nemiche’ che fossero sfuggite anche alla precedente legge Bossi Fini, e che consentissero di esasperare condizioni già difficili dei soggetti interessati. La prima fragilità fu la salute: malati e infortunati non comunitari – che si fossero presentati senza titolo di soggiorno a un servizio sanitario pubblico – dovevano essere denunciati. Medici e personale sanitario, forti della propria consapevole deontologia professionale, bloccarono radicalmente la norma. Restò però l’obbligo a consegnare il permesso di soggiorno per celebrare matrimoni e registrare la dichiarazione di nascita dei figli di migranti non comunitari irregolari che venissero al mondo in Italia. Li chiamavano ‘clandestini’: una recente ordinanza del tribunale di Milano, rigetta finalmente questa espressione come “discriminatoria e denigratoria”. Due anni dopo l’entrata in vigore del ‘pacchetto sicurezza’ una sentenza della Corte costituzionale escluse la presentazione del permesso di soggiorno per chi volesse celebrare un matrimonio ma nessuno che ne avesse titolo pose la questione per i neonati che restarono ultimo brandello di una negazione di principio di diritti fondamentali. Ultimo brandello certo ma significativo per chi fondava e fonda la propria identità e successo sul rifiuto del ‘diverso’ a riprova – di fronte a una platea spesso succube – della propria fedeltà a un impegno di difesa della popolazione autoctona. Lo scorso anno è stata approvata alla camera la legge ‘Disposizioni in materia di cittadinanza’, ora all’attenzione della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Nel testo approvato si legge un comma che cancella il vulnus di civiltà brevemente descritto. Se la norma completerà il suo iter avremo facilitato l’accesso alla cittadinanza di chi vive, studia e lavora in Italia e insieme negato la possibilità di costruire neonati fantasma, privi per la loro inesistenza giuridica anche di genitori che possano dire “questo è mio figlio!”
Augusta De Piero

Nota del 22 aprile: La Commissione Affari Costituzionali ha ripreso il dibattito sul ddl 2092, dibattito nel cui corso sono presenti emendamenti. Se verranno approvati la legge dovrà tornare alla Camera e i tempi si allungheranno tanto da far temere che un possibile precedente intervento delle elezioni farà decadere irrimediabilmente non solo la possibilità del voto ma tutto il lavoro fatto.

22 Aprile 2017Permalink