27 aprile 2018 – Informazioni responsabili o illusioni nocive?

Non so se e quanto possa significare in una dimensione operativa futura quello che  ci dicono Fico, Di Maio e Martina. Trascrivo da un sito fortunosamente  reperito [fonte 1].
Cerco di capire  senza adesioni fiduciose oltre il lecito e senza rigetti pregiudiziali.
Credo che ora sia essenziale la saldezza della mente che induce a guardare ciò che nella realtà si modifica e a trarne indizi per un consapevole e responsabile comportamento.
Ricordo con irritazione una dichiarazione della già sottosegretaria Boschi, che mi procurò tanta infastidita indignazione da indurmi a scriverle una lettera aperta il  29 settembre 2019.
Vi ho letto molta spocchia e nessuna saggezza consolidate su un fondo di cupa ignoranza .
L’ho riportata nel mio blog il 29 settembre 2017     [fonte 2]
Immaginavo che la signora aretina, istituzionalmente residente a Bolzano con un criterio ambiguo di nuova emigrazione, non mi avrebbe risposto: io sono solo una, non porto voti, esprimo un dissenso che non conta nulla se non per me di fronte a me, infischiandomene del fatto di poter provocare irritazione.
Le ragioni della scelta dell’on. Boschi di farsi sud tirolese hanno provocato una manovra un po’ indecente (parere mio) ben descritta  in un articolo della filosofa Michela Marzano, riportato nel mio blog il 18 aprile scorso. [fonte 3] 

Trascrizione della [fonte 1] – link in calce

26 aprile 2018 Fico: “Dialogo avviato”. E Di Maio apre: “Sforzo per un accordo di governo al rialzo con il Pd
Dopo il secondo giro di consultazioni il Presidente della Camera ottimista. Il leader 5s: “Le differenze esistono ma bisogna lavorare per i problemi della gente”. E reclama legge sul conflitto di interessi. Martina: “Passi avanti importanti, ma restano differenze”. Renziani irritati: Di Maio ci vuole spaccare. Cuperlo: “Anticipare la direzione”
di CARMINE SAVIANO e PAOLO GALLORI

ROMA – Luigi Di Maio chiede al Pd, ma anche al M5s, di fare un passo avanti per il bene del Paese. Senza rinnegare distanze che, evidentemente, esistono. Il leader pentastellato propone ai dem non un compromesso, ma un accordo di governo “al rialzo”. E se non si arriverà al risultato, non resterà che tornare alle urne. Con la personale certezza, sottolinea Di Maio, che il M5s crescerà ancora. Questa la sintesi del pensiero del candidato premier del M5s dopo la seconda consultazione con il presidente della Camera Roberto Fico. A esprimere la posizione del Pd, due ore prima, era stato il segretario reggente Maurizio Martina: “Passi avanti importanti, ma restano differenze. Decideremo in direzione”.

Questo a conclusione del secondo gito di consultazioni del presidente della Camera Roberto Fico, che nel pomeriggio riferisce a Mattarella e poi condivide con la stampa i segnali positivi raccolti, spiegando che il suo mandato si conclude qui. “Tra Movimento 5 stelle e Partito democratico il dialogo è avviato. In questi giorni ci sarà dialogo in seno alle due forze politiche, aspettando la direzione del Partito democratico della settimana prossima. Credo sia importante, ragionevole e responsabile rimanere sui temi e sui programmi. Il mandato esplorativo che mi ha affidato il presidente della Repubblica ha avuto esito positivo ed è concluso”.

Messaggi di Di Maio ai militanti e al Pd
E dunque arriva il messaggio di Di Maio ai suoi militanti e al Pd: “Abbiamo il 32 per cento – attacca Di Maio -. Non siamo autonomi e quindi stiamo cercando di portare a casa un buon contratto di governo al rialzo. Potevamo fare anche noi gli interessi di parte, potevamo fare come la Lega. Ma io non vedo l’ora di mettermi al lavoro” sui problemi dei giovani, degli anziani, delle famiglie e delle imprese, dice Di Maio. “Credo – insiste – che dal voto del 4 marzo siano uscite delle richieste sui problemi dei pensionati rispetto alla legge Fornero, i problemi del precariato rispetto alle leggi sul lavoro, problemi legati a insegnanti che devono fare mille chilometri per andare a lavorare, problemi sulle grandi opere inutili”.

Quindi, l’invito a fare un passo avanti, guardando non solo al Pd ma anche in “casa”. “Io capisco chi tra i nostri dice ‘mai col Pd’, come capisco chi tra gli elettori del Pd dice ‘mai con il M5s’. Ma qui si sta parlando non di negare differenze anche profonde. Stiamo semplicemente cominciando a ragionare in un’ottica non di schieramento”. E qui, la richiesta di uno “sforzo” al Pd perché non chieda “al Movimento 5 stelle di negare le battaglie storiche”, dice il capo politico del Movimento in riferimento ad “alcune dichiarazioni in questi giorni” di esponenti del Pd, precisando: “E non mi riferisco alla linea espressa dal segretario Martina, che apprezziamo”. Bisogna fare un passo indietro rispetto alle divisioni e uno in avanti per il Paese. “E’ un’opportunità, questa diciottesima legislatura – è l’ultimo invito di Di Maio -. Se si riescono a fare le cose bene, altrimenti si torna al voto. E se si torna al voto io sono convinto che il Movimento 5 stelle ne uscirà rafforzato”.
Poi una bella bordata a Silvio Berlusconi, che ieri, 25 aprile, nonostante i continui richiami di Matteo Salvini a finirla con gli insulti, ha paragonato l’ascesa del M5s agli occhi degli italiani a quella di Hitler per gli ebrei, un “pericolo per il Paese”. Ed ecco la replica di Di Maio: “Bisogna mettere mano a questo continuo conflitto di interesse che c’è in Italia. Penso ad esempio al fatto che Berlusconi usando le sue tv continua a mandare velate minacce a Salvini”.

Il Pd si affida alla direzione del 3 maggio
Un paio di ore prima, Fico e il Pd, atto secondo. Il presidente della Camera e la delegazione dem guidata dal reggente Maurizio Martina, si sono ritrovati questa mattina a 72 ore di distanza dal loro primo incontro. Tre giorni in cui i vertici del Movimento e quelli del Pd hanno dovuto far fronte soprattutto ai reciproci malumori interni: militanti in rivolta, malumori tra i gruppi dirigenti, accordo sì, accordo no.
“Ci sono stati passi avanti”, dice il reggente Martina, e annuncia la convocazione della direzione del Pd per il 3 maggio “per decidere se e come accedere a questo confronto con i 5s. Insieme discutiamo e poi insieme lavoriamo”. Una chiosa arriva da Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato e vicino a Renzi: “Se il dialogo partisse, la nostra base sarebbe il programma in 100 punti del Pd”. Per adesso, la linea del dialogo nel Pd è formalmente aperta. Ma le divisioni di fondo su un’alleanza di governo con i 5Stelle restano. E forse sono persino acuite da un paio di passaggi del discorso di Di Maio – insegnanti, grandi opere e critiche di esponenti dem non riconducibili all'”apprezzabile” Martina – che avrebbero irritato i renziani.

A questo punto citazioni dalle esternazioni di Salvini e Berlusconi che il mio blog non ospita.  Si possono leggere dal link [fonte 1]

[fonte 1] http://www.repubblica.it/politica/2018/04/26/news/calenda_circo_massimo-194831293/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1

[fonte 2] https://diariealtro.it/?p=5269
[fonte 3] https://diariealtro.it/?p=5607

27 Aprile 2018Permalink