17 marzo 2020 – Nati in Italia senza nome, mai più_4

Un paradosso

Nel 2009 vigeva, per ciò che riguardava i migranti, una norma (la cd legge Turco Napolitano) che avendo istituito il permesso di soggiorno stabiliva in quali casi dovesse essere presentato agli sportelli di un pubblico ufficio e in quali casi no.
Fra i NO c’era la richiesta di registrazione della dichiarazione di nascita di un figlio in Italia che, con la legge 94 votata appunto nel 2009, viene invece caricata della presentazione del permesso di soggiorno dei genitori.
Ho cercato di sintetizzare questo problema il 14 marzo in una serie di comunicazioni , consapevole dell’inutilità di questa segnalazione che a fronte del mio: “ è possibile che accada visto che la legge c’è” riceve persino la risposta “non posso credere che succeda” .                                        [fonte 1]

Personalmente colloco questa situazione nel campo, sempre più efficacemente seminato, delle “parole d’odio”, un tema introdotto dalla senatrice Segre di cui ho ampiamente scritto nel mio blog diariealtro.
Si ottengono molte informazioni scrivendo Segre nella casella di ricerca.
Scelgo fra i tanti un commento della ministra Lamorgese (altra protagonista del mio blog più volte citata) e anche lei raggiungibile dalla casella di ricerca

6 febbraio: « Nell’odio in cui siamo immersi c’è spesso assenza totale di pensiero. Assoluta ignoranza della storia. Nonché, il più delle volte, inconsapevolezza di quali ferite si aprano nel ridare corpo a certi fantasmi. È come se nel gesto di odio si riassumesse una nuova ‘normalità’, una declinazione come un’altra della cultura imperante dell’outing. Ebbene, io a questo fallimento non voglio rassegnarmi e penso non sia giusto rassegnarsi».        [fonte 2]

Ecco il paradosso: abbiamo costruito le condizioni per cacciare nell’oscurità neonati – ed eravamo soddisfatti o indifferenti (il che più o meno è lo stesso) – ben sapendo che avevamo costruito l’arma per creare loro un danno irreversibile .
Ora un virus caccia noi nell’oscurità in cui vediamo una difesa e teorizziamo il dovere di chiuderci in casa e lo chiamiamo “sacrificio” nobilitando la nostra chiusura come scelta a beneficio nostro e di chi ci sta vicino.
«Basta leggere la Costituzione per essere certi che per i gravi stati di emergenza – ed è fuori discussione che quello del Coronavirus lo sia – si può contare su una piena garanzia che misure eccezionali sono possibili e quindi legittime».
È questo il parere di Gaetano Azzariti, professore di diritto costituzionale alla Sapienza di Roma.
[fonte 3]
Sappiamo quindi che la libertà appartiene alla persona umana non a una categoria privilegiata e che solo gravi emergenze possono consentire misure eccezionali.
Invece per la categoria di nati in Italia, figli di genitori “ irregolari”, la situazione di nascondimento non è eccezionale, è accuratamente descritta da norme precise.
Forse capiremo quello che abbiamo fatto quando ci sarà chi costruirà e farà accettare un’altra categoria da privare della libertà cui appartiene l’esistenza riconosciuta e poi un’altra e un’altra
ancora …. finché:

«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare»
Martin Niemöller

FONTI
[fonte 1]          https://diariealtro.it/?p=7171
[fonte 2]
https://www.open.online/2020/02/06/luciana-lamorgese-odio-e-emergenza-di-questo-paese/
[fonte 3]
https://www.repubblica.it/politica/2020/03/08/news/coronavirus_azzariti_le_misure_sono_costituzional_a_patto_che_siano_a_tempo_determinato_-250680089/

17 Marzo 2020Permalink