26 aprile 2020 – I diritti sono convenienti, non solo giusti

Ricopio un recente articolo di Nadia Urbinati, attualmente docente di Teoria politica nel Department of Political Science, Columbia University di New York

17 Aprile 2020  La pandemia e gli invisibili delle città: la convenienza dei diritti  di Nadia Urbinati

La città democratica antica era come una cipolla: con strati di libertà, di subordinazione e di servitù. Sopra stavano i cittadini maschi autoctoni e sovrani. Poi venivano le donne autoctone assoggettate al governo patriarcale degli uomini. Sotto erano i semi-visibili (gli immigrati liberi, lavoratori e commercianti). Sotto ancora, gli invisibili, gli schiavi (catturati nelle guerre o comprati). La libertà era dei liberi e implicava una pletora di dominio di chi libero non era. Riposava su un dualismo radicale per cui il libero era nominato in negativo, come non servo.
Il servo marcava i confini di quell’antica libertà, che non si applicava all’universalità degli esseri umani semplicemente, senza aggettivi e appartenenze etniche.
La civiltà democratica che noi celebriamo, spesso con fastidioso orgoglio e nella quale ci identifichiamo per varie ragioni, laiche e religiose, riposa su una concezione universale del diritto primario che fa dell’uguaglianza una semplice relazione giuridica e politica. Le nostre democrazie, innestate sulla sovranità e i confini degli Stati galleggiano su questo mare universalista, che è ad un tempo il loro alimento e il loro limite. Non si da una definizione legittima del diritto umano come diritto che appartiene ad un gruppo di uguali per ragioni di cultura e appartenenza nazionale. Questa è la premessa della nostra civiltà del diritto che nei secoli ha reinterpretato la politica, la vita privata e pubblica, la cultura e l’etica.
Questa civiltà del diritto è messa a repentaglio ogni volta che una società vive e accetta di vivere del servizio di invisibili. Lo si vede nell’Italia del Covid19. I cittadini (soprattutto quelli che possono) stanno protetti in casa : #iorestoacasa. Ma per farlo hanno bisogno di molti servizi. Oggi hanno quindi la possibilità di capire quanto sia perniciosa la politica dell’immigrazione clandestina sulla quale i governi, soprattutto quello precedente, hanno mietuto consensi. Lo ha spiegato ieri Tito Boeri su questo giornale: senza far emergere gli illegali e i clandestini, senza dare loro la regolarizzazione che gli consente di lavorare in sicurezza in agricoltura , chi sta in casa non sta sicuro, il virus “si è diffuso nella case occupate e poi nei centri di accoglienza. Accorpati dal decreto Salvini, facilitano il contagio”.
Scopriamo con questa pandemia che la cultura dei diritti non è solo un bel fiore all’occhiello di un Occidente, pretestuoso e spesso imperiale. La cultura dei diritti, l’inclusione universale che implica, è anche “utile”.
L’utilità dell’inclusione dei lavoratori clandestini nella rete dei diritti di trattamento e di sicurezza sociale; l’utilità di avviare una sanatoria che equipari tutti i residenti ai cittadini, e renda i clandestini legali: questa è la condizione affinché chi sta in casa per ripararsi al virus possa approvvigionarsi di prodotti agricoli e sentirsi sicuro. Il paradosso delle ideologia nazional-populiste che dicono di escludere dal godimento dei diritti gli “altri” per meglio garantire “noi” è di gettare le condizioni per rendere vana la sicurezza del diritto a tutti. La rivolta contro la cultura dei diritti è indicativa di una visione etnocentrica illiberale che si dimostra controproducente proprio per coloro che sono dichiarati privilegiati. I diritti sono convenienti, non solo giusti.
Una comunità a buccia di cipolla che sovrappone i visibili nel diritto ai semivisibili residenti regolari senza cittadinanza, e agli invisibili, questa società stratificata ineguale è tremendamente ingiusta e anche pericolosa. “Prima gli italiani” è uno slogan poco perspicace perché il coronavirus rende i non liberi e gli invisibili un rischio incalcolabile.

https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2020/04/17/news/coronavirus_la_pandemia_e_gli_invisibili_delle_citta_la_convenienza_dei_diritti-254318565/

 

26 Aprile 2020Permalink