13 maggio 2022 – Gli alpini fra infiltrati e solidarietà diffusa

Vorrei lasciar perdere e invece è doveroso far memoria per misurare via via il degrado e osservare se spunta la speranza di una risalita.

Vado malvolentieri su facebook ma lo faccio per vedere che si pensa di ciò che accade e interessa i social. Non uso i ‘mi piace’ né le piccole icone spiritose, sia perché non sempre capisco il significato di quelle innumerevoli faccine sia perché non  mi va di esprimere pareri sommari in un mondo traballante e a mio parere insicuro. Se decido di intervenire lo faccio cercando di essere breve e chiara.

Trovo una frase che mi lascia attonita e trascrivo a fatica Mame vonde  tete mi baste le gavete…, ho letto di normale praticata baldoria ma devono aver cancellato perché non ritrovo e passo al Messaggero Veneto, quotidiano diffuso in Friuli  (pag. 8 ) articolo a firma Chiara Baldi.
A questo punto l’indignazione diventa disagio e sofferenza.

Copio perché è doveroso ricordare:
Sonia Alvisi, coordinatrice delle donne dem di Rimini, doveva essere diventata ingombrante. Si è dimessa dopo aver pubblicamente sostenuto l’importanza della “denuncia formale” da parte delle donne molestate (alcune nel corso della loro attività lavorativa)  per essere più credibili e aver inviato un  messaggio di solidarietà agli alpini . Mah!
Intervengono la ministra Bonetti (pari opportunità?!) e l’on Serracchiani: “Sospendere il raduno sarebbe come arrendersi a un pugno di violenti ” (dixit).
L’assessora alle pari opportunità del Veneto dichiara: “Se uno mi fa un  sorriso e mi fischia dietro io sono pure contenta”. Stia lieta signora assessora Elena Donazzan, stia lieta: è affar suo ma rispetti chi “dietro” non ha conosciuto solo fischi e comunque poteva non  gradire nemmeno quelli.
Quello che però mi turba di più (ed è una obiezione ricorrente) è il continuo ricorso dal sapore assolutorio a misteriosi   infiltrati.
Vorrei poter prescindere dalla barocca situazione immaginata di maschi (giocherelloni? fischiatori o ???)  che si infilano nelle file adamantine della adunata alpina  per molestare le donne senza che ci sia notizia di una reazione offesa di chi l’infiltrazione avrebbe subito all’interno di un raggruppamento ordinato, discreto nel linguaggio  e  non solo, notoriamente sobrio,  guardando lo spettacolo fra le proprie file , ma  non riesco ad arrendermi al ridicolo perché ho un altro più serio e doloroso problema.
Come è possibile che donne adulte, intelligenti, acculturate, consapevoli dei propri diritti (parlo a ragion veduta) sentendo di molestie e violenze, poiché sono state dichiarate  nel quadro di una adunata alpina,  pensino agli infiltrati piuttosto che alla solidarietà alle proprie simili,  riservando se mai a un momento successivo l’ipotesi ‘infiltrati’?
Lesa  maestà, l’ombra di una sorta di sacralità  che copre e tutela gli alpini? Mi fermo qui anzi no.
Alcune di queste donne hanno ricordato che sono state molestate nel corso del proprio lavoro e di essersi trovate quindi in una situazione di disagio aggravato.
Vi immaginate una cameriera che denuncia un cliente, certa della solidarietà  dei presenti magari  irritati dal ritardo della pizza, e della solidarietà  del datore di lavoro? Sicurezza del lavoro .. ah già! Ma che c’entra?!  Qualche volta mi confondo.

13 Maggio 2022Permalink