L’orrore che non vorremmo vedere
Alika, nigeriano venditore ambulante cammina appoggiandosi a una stampella.
Si apre un diverbio con un italiano che gli prende la stampella, lo getta a terra e – con quella – lo ammazza di botte. La scena è documentata dalle solite foto dei telefonini
Non voglio associarmi alle descrizioni. Inserirò alla fine alcun i link che mi consentiranno di ricordare un episodio che difficilmente dimenticherò.
Voglio invece trascrivere subito ciò che la moglie ha detto.
Lo riprendo da un post su facebook che aggiunge un commento che mi interroga:
« L’avevo visto uscire di casa la mattina. Nel pomeriggio mi ha chiamato una persona, mi ha detto che un uomo di colore era stato appena ucciso a bastonate e che aveva una stampella. Ho collegato subito la descrizione ad Alika e purtroppo ho avuto conferma che era lui.
Voglio guardare quell’uomo negli occhi e chiedergli perché l’ha fatto. Perché ha ucciso mio marito? Perché? »
“Da ore non riesco a scrollarmi di dosso le parole fortissime di questa donna, Charity Oriachi, moglie di Alika. La sua profonda dignità.
Vorrei solo che in tanti guardassero negli occhi questa donna, non solo chi ha ammazzato Alika con una stampella.
Anche chi lo ha ammazzato, per anni, a parole. Chi lo ha ammazzato con l’indifferenza.
Chi lo ha ammazzato con l’omertà. Chi lo ha ammazzato col silenzio”.
Voglio segnalare ancora una reazione inusuale da non ignorare:
« Non ci sarà nessuna omelia alla Messa domenicale, domani, nelle chiese dell’arcidiocesi di Fermo, nel cui territorio è avvenuto ieri il delitto di Alika, ambulante di origini nigeriane ucciso a bastonate per un diverbio in strada. La nostra Chiesa locale e le parrocchie di Civitanova – si legge nel comunicato dell’arcidiocesi, guidata da monsignor Rocco Pennacchio – di fronte all’uccisione di Alika scelgono l’atteggiamento del silenzio per lasciarci ferire il cuore e sconvolgere dell’accaduto».
Nella arcidiocesi di Fermo si è voluto scavare nella violenza riconoscendola in qualche modo un male radicato in una profondità indicibile e, a fronte di questo silenzio dal significato penitenziale, mi preoccupa il tentativo immediato e diffuso di presentare l’assassino come un caso psichiatrico.
Anche se lo fosse c’è il rischio che assumere questa ipotesi come chiave di lettura esclusiva del massacro di Alika possa farne strumento per trasferire la violenza in una dimensione altra, che non ci appartiene. E se non ci appartiene possiamo anche non vederla.
Ci appartiene invece, senza riserve né dubbi, la violenza di un silenzio che si fa elemento di continuità nella Fine (indecente) della 19ma legislatura della Repubblica.
Mi astengo da considerazioni generali, che ci verranno sbattute addosso in un tempo di campagna elettorale breve ma che non è difficile supporre feroce e volgare, per concentrarmi sui bambini fantasma , riconosciuti anche nel volume collettaneo Lessico della Dignità (Forum 2021 Editrice Universitaria Udinese) . Così ne scrive Francesco Bilotta nel saggio Responsabilità (pag. 242):
«Si pensi alla totale negazione della dignità (umana, personale e sociale) che subiscono i c.d. ‘bambini fantasma’ , ossia quei bambini nati in Italia da genitori che, non essendo in possesso del permesso di soggiorno, non si recano presso gli uffici anagrafici a denunciarne la nascita per timore di ritorsioni nei propri confronti. La mancata iscrizione nei registri di stato civ ile determina una condizione di invisibilità giuridica con ricadute gravi sulla possibilità per quei bambini di godere dei loro diritti fondamentali»
Potrebbero essere riconosciuti in dignità e uguaglianza con una semplice legge che qualcuno ha auspicato ma la società organizzata per essere solidale, almeno quella che sono riuscita a raggiungere, si è ben guardata dal volerlo e dal dirlo con forza e determinazione consapevole.
E’ senza dubbio significativo il silenzio ufficiale della dalla Conferenza Episcopale Italiana che nel 2015 aveva indetto il Sinodo “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. Il Sinodo si concluse con la relazione finale “al Santo Padre Francesco” che, segnalando le più varie criticità per le più varie situazioni , quando si trattò dei bambini riuscì a non nominare quelli che, senza registrazione, famiglia non potevano e non possono avere.
E devo purtroppo riconoscere il peso dell’autorevolezza della CEI anche sulla società politica.
(in calce il link press vatican ecc_ il punto relativo ai bambini è il n. 26)
Così il silenziatore legale dei bambini passerà dalla 18ma alla prossima legislatura e sarà ancora la condanna alla non esistenza giuridica delle piccole vittime della ‘violenza legislativa’, efficace violenza della parola apparentemente neutra e del silenzio che non è rispetto ma censura.
Quel silenziatore si legge nel Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 . Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero. (Entrata in vigore del decreto: 2-9-1998 Ultimo aggiornamento all’atto pubblicato il 20/05/2022)
Così si esprime all’art. 6/2
«Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo , per quelli inerenti all’accesso alle prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35 e per quelli attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie, i documenti inerenti al soggiorno di cui all’articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati»
Fra chi è ‘eccezione’ cui non è chiesto di presentare “i documenti inerenti al soggiorno di cui all’articolo 5, comma 8” – non ci sono i non comunitari che si rechino in comune a registrare la nascita di un figlio per assicurargli l’iscrizione nei registri di stato civ ile.
E questo dall’entrata in vigore della legge 94/2009, 8 agosto 2009.
La morte che ha cancellato la vita di Alika può disturbare, e chiamare caso psichiatrico il suo massacratore può rappresentare un tentativo di renderci estranea la violenza visibile che ci sconvolge, mentre la cancellazione di questi piccoli sembra invece non essere elemento di disturbo.
Purtroppo i vescovi italiani uniti nella CEI nel 2015 non solo li hanno silenziati ma ne hanno anche rinnovato il silenziatore strumentalizzandoli ad altri scopi.
Ne ho scritto nel mio blog il 13 giugno 2022
La società civile (nel caso assumendo anche la propria responsabilità politica) ha trovato finalmente voce nel coraggioso tentativo finale del consigliere regionale Honsell di presentare una legge nazionale nella forma inconsueta di testo da approvarsi al consiglio regionale.
Non so che ne sarà: temo sia reso vano dalla scomparsa per fine legislatura del destinatario ,
il confuso e confusionario parlamento italiano, ma voglio segnalare una voce finalmente responsabile.
Riporto il titolo della Proposta di Legge Nazionale N. 16
<<Modifica all’articolo 6 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), in materia di obbligo di esibizione dei documenti di soggiorno>>
CEI_bambini esclusi
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/10/24/0816/01825.html
E ancora nel mio blog diariealtro
13 giugno 2020 – Quando i Vescovi non dicono il vero (diariealtro.it)
Due link che descrivono la morte di Alika
AGENSIR _ don ALBANESE, comunità di Capodarco
https://www.agensir.it/italia/2022/07/30/nigeriano-aggredito-a-morte-a-civitanova-marche-don-albanesi-ucciso-da-una-rabbia-ancestrale-e-trattato-peggio-di-un-animale/