27 dicembre 1947 viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
che sarebbe entrata in vigore l’1 gennaio 1948
Mi piace ricordare questa data nell’anniversario di solito ignorato.
Qualcuno, ma sempre meno, a volte ricorda il 1 gennaio 1948,
Nella prassi consolidata della promozione dell’indifferenza a me sembra di vivere un trasloco di cui si approfitta per buttare le anticagli inutili
Alla fine dell’anno si tirano i conti e i miei sono decisamente squallidi
Certo ci sono anche notizie buone:
Il Centro pace Ivrea si dice felice per la prima coppa del mondo palestinese.
Conosco il loro impegno: li avevo incontrati durante il mio soggiorno a Betlemme nel 2003 e non hanno mai rinunciato alla loro opera di sostegno al popolo palestinese .
Leggo della cittadinanza italiana che il sindaco di Caorle ha consegnato al medico dott. Florin Nganso Fenjiep.
L’estate scorsa, mentre stava operando per la stagione estiva al pronto soccorso di Lignano Sabbiadoro (Udine), un paziente si rifiutò di farsi curare da lui per il colore della sua pelle.
Sono lieta di averlo come concittadino.
Ma vengo al ‘locale’ dove riesco ancora a muovermi e ad esprimermi.
Leggo, ma non ho partecipato perché non posso più permettermi di stare in piedi all’aperto, di una manifestazione di donne in nero per le donne dell’Iran,
Leggo del impegno del Gris per assicurare le cure dovute anche ai più fragili.
Leggo sulla piccola pubblicazione Ho un Sogno nel numero 270 (e siamo al trentunesimo anno di attività):
“L’inquinamento mediatico e il rinascere di pulsioni nazionaliste stanno creando una cognizione distorta dei diritti umani “ e, precisandone le caratteristiche fondanti, arriva a segnalare quanto accaduto in dicembre in consiglio regionale:
“Il Consiglio Regionale ha respinto il progetto di legge nazionale per assicurare a chi nasce in Italia , senza eccezione alcuna, il diritto alla registrazione nei registri di stato civile e ha approvato quello per innalzare i requisiti richiesti ai lavoratori stranieri in Italia per ottenere il ricongiungimento familiare”.
Voglio ricordare a me stessa che un gruppo significativo di associazioni registrate si riconosce sotto l’ombrello protettivo di Rete Dasi, una organizzazione non registrata ma molto attiva e, per quel che vedo, autorevole.
Fra queste associazioni che per lungo tempo si erano espresse in favore della registrazione di ogni nato , secondo il criterio di uguaglianza che appartiene ai diritti fondamentali , ce ne sono alcune che ora sembrano risucchiate nel mondo dell’indifferenza silenziosa (o forse silenziata?)
Per essere dal 2008 attenta allo svolgersi di questa triste storia, mi chiedo perché un impegno – che richiede solo di pronunciarsi nel rispetto della Costituzione e segnatamente dell’art. 3, che non richiede spesa alcuna da nessuna parte – venga silenziato.
Vedo con preoccupazione che, come ogni anno, alcuni sacerdoti e laici loro devoti firmano una Lettera di Natale in cui, come ogni anno, non c’è parola per i nati in Italia classificati con legge per non esistere. Perché trovare parola per c hi non c’è?
Mi viene in mente che il Sinodo sulla famiglia del 2015 (che doveva segnalare al papa le criticità dell’istituzione) evitò di nominare i nati in Italia cui la famiglia è negata per legge: i fantasmi non hanno legami.
L’unico che se ne accorse e capì fu il teologo mons. Bruno Forte, vescovo di Chieti e Vasto che ne scrisse su Il sole 24 ore.
Ho conservato l’articolo nel mio blog e ne segnalo il link per chi lo volesse leggere.
https://diariealtro.it/?p=3863
Mi permetto di annotare che l’identità fra la politica della Lega (la legge negazionista appartiene al voto di fiducia imposto nel 2009 dall’allora ministro Maroni) e la gerarchia cattolica che arriva ai sacerdoti locali mi suggerisce pensieri poco natalizi.