2 dicembre 2011 – Proposta di legge per la registrazione anagrafica dei figli di sans papier.

Il nuovo governo forse ha creato le condizioni perché il parlamento possa esprimersi anche su di un aspetto del ‘pacchetto sicurezza’ di cui questo blog si occupa da quasi tre anni.  In questo clima alcuni deputati hanno firmato la proposta 4756.
Insieme a un’amica abbiamo deciso di impegnarci anche perché percorra un veloce iter fino alla su approvazione.
Abbiamo affidato il nostro desiderio a una corrispondenza che trascrivo.

Lettera al presidente Napolitano

Udine 24 novembre 2011

Egregio Presidente,
i due discorsi che Lei ha pronunciato il 15 e il 22 di novembre, l’uno dedicato ai ‘Nuovi Cittadini italiani’ e l’altro rivolto ai rappresentanti della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, ci sono stati di grande conforto. In entrambi infatti Lei ha fatto riferimento a bambini e ragazzi, nati in Italia o arrivati da noi  anche molto piccoli,  ma non italiani.
Grande fonte di speranza, li ha definiti e ne ha ricordato dispiacere e meraviglia perché, mentre si sentono italiani,  percepiscono la loro diversitànella vita quotidiana, nei sentimenti, nella percezione della propria identità’.
Con una acrobatica proiezione nel futuro una ragazzina (8 anni) annunciava in famiglia ‘Il quattro novembre saremo tutti italiani’. La maestra, cui la mamma si era rivolta per capire, aveva approfittato di un’occasione storica per parlare non di guerre e vittorie ma di fratellanza, di unità, di convivenza e in quei desideri quella bimbetta si era ritrovata cittadina, anche se non lo era. Venga la legge che cittadina la riconoscerà anche formalmente  per ritrovarci con lei, negli stessi valori.
Ma anche fra i migranti, egregio presidente, ci sono diversità che oggi non basta la volontà di riconoscere cittadino chi nasce sul nostro territorio – a prescindere da un’arcaica legge del sangue – a superare.
Infatti la lettera g) del comma 22 dell’art.1  della legge 94 del 2009 impone – cancellando la norma del precedente Testo Unico del 1998 che tanto non richiedeva – di presentare un adeguato titolo di soggiorno per la richiesta di registrazione di atti di stato civile, quelli che in una recente sentenza la Corte Costituzionale ha dichiarato appartenere «ai singoli non in quanto partecipi di una determinata comunità politica, ma in quanto esseri umani», di talché la «condizione giuridica dello straniero non deve essere pertanto considerata – per quanto riguarda la tutela di tali diritti – come causa ammissibile di trattamenti diversificati e peggiorativi»
La Corte si è espressa riferendosi specificatamente ai matrimoni (la cui richiesta di celebrazione per due anni ha messo i non aventi titolo di soggiorno a rischio espulsione)  ma in questa fattispecie rientrano anche i certificati di nascita che difendono il nuovo nato dal rischio di essere apolide e assicurano ai suoi genitori il diritto di riconoscerlo figlio senza che la loro gioia sprofondi nella paura della cacciata.
Persino il precedente governo deve essersi accorto dell’incongruità di questa norma se, pochi giorni dopo aver acquisito l’approvazione con voto di fiducia della legge 94, ha emanato una precipitosa circolare interpretativa che –per i nuovi nati – dice il contrario della legge stessa.
Ma, pur se ammettiamo che la circolare sia stata diligentemente applicata e che le procedure abbiano avuto un tale carattere di trasparenza da vincere la paura dei migranti a presentarsi in comune per quella registrazione, restiamo offesi noi cittadini italiani dall’avere nel nostro ordinamento una norma che nega persino ai neonati un diritto che loro appartiene in quanto esseri umani.
Vogliamo esprimere anche a Lei, oltre a un nuovo grazie, la speranza che il Parlamento, ritrovando la dignità di un ruolo e lo spazio per esprimerla, sappia rimediare anche a questo vulnus.
Cordialmente
Augusta De Piero  –  Adriana Libanetti

Chi volesse leggere i due discorsi del Presidente citati sopra potrà farlo nell’ordine da qui e da qui.

Ancora lettere

Abbiamo poi inviato una lettera con simili contenuti al nuovo ministro alla Cooperazione internazionale e l’integrazione e infine abbiamo voluto sollecitare anche il Presidente della Camera nella speranza che voglia farsi carico di un’agenda in cui la proposta n, 4756 inizi presto il suo iter.

Egregio Presidente,
confortate dalle nobili parole del Presidente della Repubblica,  con enorme sollievo vediamo emergere un significativo interesse politico per il problema della cittadinanza ai figli di migranti stranieri, posto con determinazione da una campagna di promozione di una legge a iniziativa popolare.
Ci permettiamo di ricordarLe –oltre al problema del riconoscimento del diritto di cittadinanza a chi nasca nel nostro territorio – che la legge italiana prevede che i migranti privi di permesso di soggiorno,  per registrare la nascita di un figlio (assicurandolo così dal rischio di diventare apolide) devono presentare un titolo di soggiorno che – per contraddizion che nol consente- non hanno (lettera g comma 22 art. 1 legge 94/2009).
Su questo argomento ci risulta essere all’attenzione della Camera la proposta di legge n. 4756, primo firmatario l’on. Leoluca Orlando, “Modifica all’articolo 6 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di obbligo di esibizione dei documenti di soggiorno” .
Ci rendiamo conto che la dimensione del problema non è quantitativamente rilevante e che in ogni caso una circolare interpretativa, emanata pochi giorni dopo l’approvazione della legge 94, rende operativamente possibile la registrazione dell’atto di stato civile in legge negato.
Siamo però consapevoli della realtà della paura dei genitori interessati (stimolata anche da devastanti campagne xenofobe promosse dalla Lega Nord) e soprattutto dal fatto che noi, in quanto cittadini italiani, siamo offesi dalla presenza nel nostro ordinamento di una norma che fa dipendere l’esistenza di un neonato da una discriminante burocratica.
Le chiediamo quindi che nell’esercizio del suo mandato  istituzionale  voglia assumere iniziative che consentano un rapido iter alla citata proposta di legge 4756.
Augusta De Piero  –  Adriana Libanetti  – 

Il Presidente della Camera risponde

A strettissimo giro di posta abbiamo ricevuto la risposta dalla segreteria del Presidente Fini:

Si comunica che il Presidente ha disposto la trasmissione della Sua e-mail alla Commissione parlamentare competente, affinché’ i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione ed assumere le iniziative che ritengano opportune.
Con i migliori saluti.
La Segreteria del Presidente della Camera dei deputati

Nello scritto che segue, Una storia noiosa e qualche commento, si può trovare molta documentazione tratta dal mio blog.
Rivederlo oggi mi è servito a ordinare la mia memoria e a rafforzare molte mie perplessità.

2 Dicembre 2011Permalink