31 ottobre 2025 – I palestinesi senza futuro in Cisgiordania

Internazionale  n.  1638  31 ottobre 2025                                                                               

GIDEON  LEVY   I palestinesi senza futuro in Cisgiordania

In Cisgiordania nessuno ha sentito parlare del cessate in fuoco a Gaza: né l’esercito, né i coloni , né l’amministrazione civile, né ovviamene  i tre  milioni di  palestinesi che vivono sotto la loro tirannia. Non percepiscono minimamente la fine della guerra.  Da  Jenin a Hebron  non si vede  nessun cessate il fuoco. Per due anni in Cisgiordania c’è stato un regno del terrore oscurato  dalla guerra nella Striscia, che ha  fatto da pretesto discutibile e da cortina fumogena , e non ci sono segnali che questo regime stia per finire.
   Tutti i decreti draconiani imposti  ai palestinesi il 7 ottobre 2023 restano in vigore, e alcuni sono stati resi ancora più dura.
La violenza dei coloni non si ferma e lo stesso vale per il coinvolgimento dell’esercito e della polizia israeliana negli scontri.  A Gaza vengono uccise e costrette alla fuga  meno persone rispetto ai mesi scorsi, ma  in Cisgiordania le cose vanno avanti  come se non ci fosse stato alcun cessate il fuoco.
   L’amministrazione Trump, così attiva  e risoluta a Gaza, chiude gli occhi sulla Cisgiordania e mente a se stessa sulla situazione nella regione.  Per loro è sufficiente bloccare l’annessione.  “Non succederà perché ho dato  la mia parola ai paesi arabi”, ha detto il 23 ottobre il presidente Donald Trump, mentre alle sue spalle Israele fa di tutto per distruggere, derubare e impedire la possibilità di vivere in Cisgiordania.
   A volte sembra  che il capo del comando centrale dell’esercito  israeliano  Avi  Bluth  – leale e obbediente al suo superiore, nel ministero delle finanze  Bezalel Smotrich , che è anche il ministro della difesa –  stia conducendo un esperimento in collusione con coloni e forze  di polizia; vediamo quanto possiamo tormentarli prima che esplodano.
   La  speranza che la loro sete di violenza si placasse una volta interrotti i bombardamenti a Gaza è  stata spazzata via. La guerra nella Striscia era solo una scusa. Nel momento in cui i mezzi di informazione non parlano della Cisgiordania  e alla maggior parte degli israeliani e degli statunitensi  non importa  niente di quello che succede lì,  il tormento può andare avanti.  Anzi il 7 ottobre è stata un’occasione storica per i coloni e i loro collaboratori, che hanno avuto la possibilità di fare quello che per anni non avevano osato fare.
   Non è più possibile  essere palestinesi in Cisgiordania.  Non è stata distrutta come Gaza, non sono morte decine di migliaia di persone, ma la vita   è diventata impossibile.  Non sappiamo per  quanto tempo Israele potrà stringere ancora la sua morsa senza  che avvenga una esplosione di violenza,  stavolta  giustificata.
   Circa duecentomila palestinesi della Cisgiordania  che prima lavoravano in Israele da due anni sono disoccupati. I  salari di decine di migliaia di dipendenti dell’Autorità nazionale palestinese sono stati ridotti in modo significativo, perché Israeke ha trattenuto le tasse che riscuote per conto della stessa dell’Autorità nazionale palestinese.  Ovunque ci sono povertà e disagio. E lo stesso vale per i posti di blocco.  Non ce ne sono mai stati così tanti , di sicuro non per tutto questo tempo.  Adesso se ne contano a centinaia.
   Ogni insediamento ha recinzioni di ferro che si aprono e chiudono a turno.
Non c’è modo di sapere che cosa è aperto e che cosa è chiuso né, cosa ancora più  importante ,  quando. E’ tutto arbitrario. Tutto  avviene  su pressione dei coloni,  che hanno assoggettato l’esercito israelian0. Ecco come stanno le cose da quando  Bezalel Smotrich è ministro in  Cisgiordania.
   Quel  maledetto 7 ottobre sono stati istituiti  circa 120 nuovi avamposti di insediamenti, quasi sempre in modo  violento, per  un totale di decine di migliaia di acri , il tutto con il sostegno dello stato. Non passa settimana senza che si sia creato un avamposto.
   Anche la portata della pulizia etnica, il vero obiettivo dei coloni, è senza precedenti: il 24 ottobre su Haaretz  la giornalista Hagar  Sheaz ha ricordato che nel corso della guerra a Gaza gli abitanti di ottanta villaggi palestinesi sono fuggiti per paura dei coloni che si erano impadroniti dei loro territori.
   Il  volto della Cisgiordania sta cambiando.  Trump può vantarsi di aver fermato l’annessione,  ma ormai l’annessione è più radicata  che mai.  Dal centro di comando che l’esercito statunitense ha istituito a Kyriat Gat  si può vedere Gaza, ma non si vede  Kyriat  Arba, l’insediamento alle porte di Hebron.
   La Cisgiordania sta chiedendo a gran voce un intervento internazionale esattamente come fa la Striscia di Gaza.  I soldati, siano essi statunitensi, europei,  emiratini o perfino turchi ,  devono proteggere i suoi abitanti.  Qualcuno deve salvarli dalle  grinfie dell’esercito israeliano e dei coloni.
   Immaginate un soldato straniero che a un posto di blocco impedisce il passaggio a coloni teppisti che stanno per commettere un  pogrom.  Un sogno.

1 Novembre 2025Permalink