01 settembre 2009 – Logica e modelli – 10

Una poesia e i suoi effetti

Una bufera
di notte ha strappato tutte le foglie dell’albero
tranne una fogliolina
lasciata
a dondolarsi in un a solo sul ramo nudo.

Con questo esempio
la Violenza dimostra
che certo –
a volte le piace scherzare un po’.

(Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009, p. 713 – Testo diffuso dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo).

Non è giusto commentare la poesia, ma questa di Wislawa Szymborska, poetessa polacca premio Nobel per la letteratura, mi è stata di stimolo a rivedere ricordi e considerazioni.

Ricordi perché?
Ciò che oggi accade ha precedenti di regola ignorati che fanno parte anche della mia memoria e che mi sono d’aiuto a capire.
Solo a me? Non lo so perché nel luogo in cui vivo trionfa l’abitudine di sottrarsi al dialogo; i colloqui avvengono solo fra persone che si ritengono simili non per modalità di ragionamento e condivisioni di obiettivi ma per appartenenze, … e allora mi limito a scrivere.
Se il tempo che corre mi porterà alla perdita della memoria non voglio trovarmi inchiodata a un presente che ora giudico insensato e che la memoria e il ragionamento mi aiutano ancora a comprendere e giudicare.

Un po’ di storia
Non è la prima volta che in Italia arrivano fuggiaschi: l’arrivo in massa iniziò negli anni ’90 con la fuga degli albanesi. Poco dopo però cominciò la crisi balcanica e l’arrivo degli “sfollati delle Repubbliche sorte nei territori della ex Jugoslavia”, come li chiamò, non senza dibattiti e difficoltà nella scelta dei vocaboli, la legge 390 del 1992.
Quella legge aveva un titolo estremamente lungo che di per sé indica la fatica di comprendere situazioni che era inopportuno dissociare: “Interventi straordinari di carattere umanitario a favore degli sfollati delle repubbliche sorte nei territori della ex Jugoslavia, nonché misure urgenti in materia di rapporti internazionali e di italiani all’estero”.
Nel 1990 la cosiddetta legge Martelli aveva ribadito la convenzione di Ginevra sul rifugio politico negando contestualmente la validità della ‘riserva geografica’ che –fino ad allora- aveva limitato il riconoscimento possibile del rifugio politico a chi venisse dai territorio dell’Unione Sovietica.
Ma –per ragioni che non sto qui ad analizzare- quel rifugio non era estensibile a chi fuggiva minacciato ‘solo’ dalla guerra.
Di qui quel termine vago di ‘sfollati’ in cui, una società civile in rapporto con alcuni validi parlamentari, riuscì a far aggiungere nella legge 390 (e anche questa non fu un’operazione facile, ma funzionò) l’art. 2-bis: “La Repubblica italiana è impegnata a garantire comunque l’ingresso e l’ospitalità ai giovani cittadini delle Repubbliche ex- jugoslave che siano in età di leva o richiamati alle armi, che risultino disertori o obiettori di coscienza”.
Oggi il dibattito sulle possibili conseguenze operative della Convenzione di Ginevra appare devastato e degradato: i barconi vengono cacciati senza porre in atto le operazioni per verificare la possibilità di chiedere e concedere il rifugio politico e la terminologia di quella povera vecchia leggina, così precaria e così voluta, è scomparsa anche dal linguaggio della società civile.
Già perché molte associazioni, allora determinate nella costruzione della pace, sono diventate attente solo alle proprie iniziative che, anche se positive, si propongono come del tutto estranee a un qualsiasi interesse per le istituzioni. In particolare hanno dimenticato che le istituzioni della Repubblica cooperano, secondo il proprio ruolo e nei limiti delle loro funzioni, al raggiungimento della finalità fondamentali che la Costituzione indica.

Neonati e circolari ministeriali
Chi legge le mie segnalazioni avrà già visto in quel settore le informazioni che trascrivo di seguito perché le ritengo di estrema importanza e voglio quindi sottrarle alla volatilità che caratterizza le segnalazioni stesse.
In una sua nota sintetica del 7 agosto il Ministero dell’Interno, a proposito della registrazione anagrafica, precisa che:
“Le dichiarazioni di nascita e di riconoscimento di filiazione (registro di nascita – dello stato civile) non richiedono l’esibizione di documenti inerenti al soggiorno trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del minore, nell’interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto”.
Mi sembra che – con una ‘virtuosa’ interpretazione della lettera g del comma 22 dell’art. 1 della legge 94/2009 – la nota sintetica, riprendendo la circolare n. 19 del 7 agosto – apra la strada per la garanzia della pubblica evidenza del rapporto di filiazione di modo che il minore non possa venir sottratto ai suoi genitori non identificati come tali.

I luoghi in cui far chiarezza ad assicurare quanto al minore è dovuto sono, evidentemente, i comuni che possono quindi farsi sedi per il rispetto delle convenzioni internazionali non attraverso occasionali ammucchiate di piazza per protestare contro il governo e il pacchetto sicurezza globalmente inteso (e probabilmente ignoto anche ai protestatari) ma per realizzare al meglio le proprie funzioni.
Nel caso specifico i comuni, regolamentando adeguatamente la circolare che concede –in non definite situazioni di sicurezza- la dichiarazione di nascita dei figli di immigrati privi di permesso di soggiorno, realizzerebbero l’articolo 7 della Convenzione di New York che afferma: “Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto ad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori ed a essere allevato da essi”. (Si veda, tra l’altro, il mio articolo del 26 luglio)

Badanti e nuovi nati
Mi è già capitato, in una disperata ricerca di informazioni presso autorità comunali sulle modalità di riconoscimento dei nuovi nati, figli di immigrati irregolari, di riceverne silenzio quando non insulti.
Appena avrò, se ne avrò, informazioni attendibili in merito a proposte competenti e ragionevoli ne scriverò.
Voglio però segnalare che la circolare che consente l’emersione delle badanti e colf ha un regolamento attuativo, diffuso anche dai maggiori organi di stampa, del tutto assente invece per ciò che concerne il riconoscimento anagrafico dei neonati figli di immigrati senza permesso di soggiorno. (sono le foglioline di Wislawa Szymborska. Ne ho scritto nel mio articolo del 1 giugno).
Per ora mi limito a ragionare su un caso esemplare che le cronache internazionali ci offrono a proposito di bambine nate ma inesistenti.

Modelli d’oltre oceano
I modelli sono sempre stati importanti nel fornire il supporto dell’analogia alla conoscenza tramite la trasmissione di indirizzi di comportamento d’altri, ritenuti degni d’essere imitati e perciò rassicuranti. (Proprio in questi giorni ne abbiamo un esempio illustre: l’operazione Feltri anti quotidiano vescovi, speculare all’operazione Repubblica anti costumi sessuali berlusconiani. L’esempio si conclude qui perché non mi piace rimestare nel pattume da qualsiasi parte prodotto).

Per la questione della possibile mancata registrazione di nascita per i nati da genitori privi di permesso di soggiorno un recente significativo modello viene dagli Stati Uniti.

Diciotto anni fa, in California, un uomo ha rapito una bambina. L’ha tenuta in stato di schiavitù con la complicità della moglie, l’ha messa incinta facendola partorire due volte di nascosto e evitando quindi alle nuove nate la registrazione anagrafica, comunque si chiami oltre Atlantico.
Le figlie – che oggi hanno 15 e 11 anni – non sono mai andate a scuola, evidentemente non sono mai state visitate da un medico (a meno che non si trattasse di complice del signore di cui sopra), nessuno – né vicini di casa, né autorità locali – le ha mai viste.
Per maggiori informazioni indico alcuni link, dalla BBC e dal Corriere della sera
Se i sindaci italiani, sceriffi, organizzatori di ronde, – o semplicemente sciattoni che ignorano il loro ruolo di garanti della popolazione del territorio di cui sono responsabili- hanno nel Far West un modello, ora possono aggiungere ai loro riferimenti internazionali anche la eventuale mancata registrazione dei neonati, se a tanto arriveranno.

NOTA: Forse questa parte del mio scritto subirà qualche modifica e integrazione se riuscirò ad avere le informazioni che sto cercando sulla registrazione anagrafica e l’obbligo scolastico in California. Per ora mi limito a segnalare ciò che so.

1 Settembre 2009Permalink

12 agosto 2009 – Qualche aggiustamento per l’infamia? Non basta – 9

Di seguito le informazioni, ma voglio aprire questa (che vorrei potesse essere l’ultima puntata di una delle vicende più squallide della nostra storia) con qualche mia considerazione.
Il pacchetto sicurezza non ha retto alla prova dei fatti dimostrando che il governo è stato incapace di proposte che non siano sommari e imprecisi giochi di propaganda di questo o quel partito che si sforza di identificarsi anche con la promozione dell’infamia. L’opposizione parlamentare non ha forze sufficienti per contrastare una maggioranza ignorante e arrogante, incapace anche di decorosamente legiferare.
Ritengo comunque doveroso segnalare:

– il buon lavoro dei medici e degli operatori sanitari, le uniche categorie che, focalizzato un problema (la violazione del segreto sanitario), si sono impegnate con serietà ad opporsi alla devastazione di uno dei fondamenti della loro etica professionale;

– la paura per il rischio di perdere la badante che, probabilmente estesa anche a ministerial famiglie o qualche cosa del genere, ha creato lo stimolo efficace per una specifica sanatoria mascherata (si veda il Sole 24 ore del 23 maggio da me più volte citato; ricordo in particolare l’articolo del 1 giugno);

– il contorcimento linguistico escogitato per affermare (vedi sotto *) che è possibile, anche per gli immigrati irregolari registrare la nascita dei propri figli.

Possiamo dire che almeno da questo punto di vista siamo tranquilli?

Certamente no.
Infatti sarà necessaria una vigilanza continua per evitare abusi ed eccessi di diligenza, e tanto più assidua dovrà essere questa vigilanza se si tiene conto che i luoghi della registrazione sono i comuni che, nella stragrande maggioranza, hanno atteso le indicazioni della circolare di cui riporto di seguito gli estremi.
E mi aspetto anche le necessarie circolari regionali, anzi è meglio che non me le aspetti perché immagino che – almeno in Friuli Venezia Giulia- ci sarà più interesse per i dictat grossolani, urlati dalla Lega Nord Padania che per la correttezza amministrativa.
Speravo soprattutto in un movimento di sindaci a tutela del loro ruolo di responsabili di un territorio: non c’é stato. Meschini podestà di un nuovo corso aberrante hanno taciuto. Inconsapevolezza? Volontà di discriminare i nuovi nati non autoctoni, quelli che ormai possiamo chiamare militarmente “effetti collaterali” di un processo violento, finalizzato a spaventare i loro genitori e a soddisfare diffusi appetiti a sfondo razzista?
Non lo so: so con certezza, per aver seguito le miserevoli vicende del comune di Udine dove vivo e voto, che nessuno (e nessuna: donne silenti, occupate non a onorare le funzioni per cui sono state elette, ma a smentire la tradizione che le vuole ciarliere!) degli assessori, dei consiglieri comunali di maggioranza e opposizione e avanti fino al sindaco se si ripresenterà alle prossime elezioni (nella veste attuale o in altra veste) avrà il mio voto. Non posso e non potrò mai più esprimere fiducia a persone che si sono fatte beffe – o almeno si sono disinteressate – di neonati solo perché non autoctoni, violandone il rispetto dei diritti e beffandosi delle leggi che li garantiscono.
Decisione che estendo ai consiglieri regionali e ai parlamentari.
Quanto alla società civile (salvo eccezioni che ho via via segnalato in questo mio sito) si é compiaciuta – insieme alle chiese- di avvoltolarsi nel voyerismo provocato dalle gesta (vere o millantate che fossero) del presidente del consiglio e –strenuamente impegnata a guardare e osservare ogni più pruriginoso particolare – non ha trovato il tempo per occuparsi di neonati: quelli minacciati sono pochi, non si dedicano a sguaiate proteste di piazza, non si accoppiano con mediatico clamore. Che farsene?

E ora qualche informazione
Riporto le indicazioni per risalire all’ultima pagina del sito dell’Associazione Studi Giuridici Immigrazione, che pubblica il testo integrale della legge 15 luglio 2009, n. 94, recante ‘Disposizioni in materia di sicurezza pubblica’ è stata pubblicata sul supplemento della Gazzetta Ufficiale del 24 luglio 2009 ed e’ entrata in vigore l’8 agosto 2009

Al testo della legge fanno seguito le circolari applicative:

– Circolare del Ministero dell’Interno – Capo di Gabinetto – del 5 agosto 2009
Legge 15 luglio 2009, n. 94, recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”.

– Circolare del Ministero dell’Interno del 6 agosto 2009
Legge 15 luglio 2009, n. 94, recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”. Modifiche in materia di cittadinanza.

– Circolare del Ministero dell’Interno n. 19 del 7 agosto 2009
Legge 15 luglio 2009, n .94, recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”. Indicazioni in materia di anagrafe e di stato civile.

e le disposizioni relative alla regolarizzazione dei cittadini extracomunitari addetti a servizi domestici o di assistenza alla persona (colf o badanti) che erano alle loro dipendenze almeno dal 1 aprile 2009

Per la registrazione della nascita dei figli di immigrati privi di permesso di soggiorno, di cui mi sono ripetutamente occupata in questo mio sito, la circolare applicativa del 7 agosto dice:

* “Il comma 22, lett. g), dell’articolo 1 modifica l’articolo 6, comma 2, del d.lgs. n. 286/1998 rubricato “Facoltà ed obblighi inerenti al soggiorno”.
Di seguito si riporta il testo del citato comma 2, con le modifiche introdotte,
evidenziando in corsivo la parte aggiunta dalla nuova norma: “Fatta eccezione per i
provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo, per quelli inerenti all’accesso alle prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35 e per quelli attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie, i documenti inerenti al soggiorno di cui all’articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati”.
Per lo svolgimento delle attività riguardanti le dichiarazioni di nascita e di riconoscimento di filiazione (registro di nascita – dello stato civile) non devono essere esibiti documenti inerenti al soggiorno trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del minore, nell’interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto. L’atto di stato civile ha natura diversa e non assimilabile a quella dei provvedimenti menzionati nel citato art. 6”.

Altra documentazione di trova nel sito della Società Italiana di medicina delle migrazioni. www.simmweb.it

12 Agosto 2009Permalink

01 giugno 2009 –Violiamo il segreto professionale e cancelliamo i neonati.

Ultimo atto?
26 maggio 2009 – Il pacchetto sicurezza torna al Senato da cui era partito dopo essere stato approvato con modifiche alla camera (14 maggio 2009).
Io proverò a dare qualche informazione sui due punti di cui mi occupo da mesi, indicando le fonti a cui ognuno può riferirsi per saperne di più, sui due punti e anche su altre questioni.
Chi si voglia documentare faccia clic qui per consultare il dossier predisposto per il Senato che “mette a fronte il testo vigente del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286 Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (prima colonna a sinistra) con le modifiche proposte – ed evidenziate in neretto – dal disegno di legge n. 733-B, recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” (colonna di centro)”.
Chi volesse verificare il testo che i senatori si apprestano a discutere può leggerlo qui.
Troverà alla pag 5 e 75 sgg. le questioni di cui cercherò di scrivere qualche cosa

Siamo a ridosso delle elezioni europee.
I candidati quando sentono parlare di immigrazione guardano dall’altra parte?
Un gruppo di associazioni europee non gradisce e invia un appello a suo tempo pubblicato nel sito dell’ASGI..

La badante della nonna della signora Marcegaglia
L’obbligo imposto ai medici di denunciare gli immigrati privi di permesso di soggiorno per assicurarne l’espulsione, per un po’ ha ondeggiato nella categoria possibilità, poi é stato cancellato.
Cancellato o inglobato nelle risposte al reato di clandestinità?
Lascio la questione aperta.
Mi limito a segnalare che la necessità di qualche ammorbidimento del concetto di reato é stata colta anche da chi di immigrato (non regolare) vive.
Scrive infatti Il sole 24 ore del 23 maggio: ”Nell’introduzione del reato di immigrazione clandestina, ha detto Mantovano, il Governo ha «saggiamente consegnato» questa ipotesi di reato nelle mani del Parlamento, che sarà chiamato a valutare la congruità dello strumento con il fine da raggiungere. La disposizione, comunque, colpirà i clandestini che giungeranno nel Belpaese dopo l’entrata in vigore della norma e non chi è già qui. No, dunque, a un giro di vite sulle badanti …”.
Quando si era alzata (si fa per dire) la voce dei presidi, preoccupati di dover segnalare gli studenti maggiorenni privi di premesso di soggiorno, il Presidente della camera aveva teso l’orecchio … ma nessuna voce autorevole si é fatta sentire per tutelare i neonati.
Di questo però scriverò più avanti.

I depistaggi della numerazione
I maxi emendamenti,approvati con il voto di fiducia, hanno trasformato l’art. 45 nel comma 22 dell’art. 1.
Forse chi ha votato non si é accorto di rifare il verso al vecchio indimenticabile romanzo di Joseph Heller: farebbe bene a farci un pensierino.
Chi ha amato quel romanzo non si lascia certo depistare da un simbolico comma, immediatamente identificato, come il suo predecessore, nelle Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 in materia di immigrazione.

Cosa resta di quel testo unico per ciò che concerne il diritto alle cure dell’immigrato irregolare?
Tutto quello che c’era prima del pacchetto, previsto dal testo unico 286 e precisamente:
– le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché
continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina
preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva.
Sono, in particolare, garantiti:
– la tutela sociale della gravidanza e della maternità
– la tutela della salute del minore
– le vaccinazioni secondo la normativa e nell’ambito di interventi di campagne di
prevenzione collettiva autorizzati dalle regioni;
– gli interventi di profilassi internazionale;
– la profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive ed eventuale bonifica dei
relativi focolai.

E’ chiaro che la paura della denuncia allontanerà (e già allontana) dalle strutture sanitarie le persone prive di permesso di soggiorno per le ragioni più varie e indipendenti dalla anomalia dell’ingresso (sopravvenuta disoccupazione, attesa della risposta alla domanda di asilo…) ma c’é un’altra minaccia che incombe –come sappiamo – al momento della nascita.
La preoccupazione espressa da singoli sanitari e da organizzazioni mediche é molto alta.

Il figlio che hai partorito non é tuo

L’ormai citatissimo Testo Unico 286 dice (non dimentichiamo che é ancora in vigore) che per la registrazione di atti di stato civile non é necessario presentare il permesso di soggiorno.    Il senato –discutendo in prima battuta il pacchetto- ne aveva invece previsto in ogni caso l’esibizione. Il testo approvato alla camera, e ora sottoposto a nuova discussione, afferma (alla lettera g del comma 22 dell’articolo 1 e non più alla lettera f del comma 1 dell’art. 45) che il permesso va presentato, salvo che per gli atti ‘inerenti all’accesso alle prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35” (e poco sopra ho ricordato la contraddizione crudele che tale esibizione impone) “e per quelli attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie”.
Quindi i presidi che già si sono affannati a registrare i maggiorenni sans papier, presto, se il disegno diventerà legge, potranno farlo legalmente, se i giovani avranno superato la fase della scuola dell’obbligo.
La tragedia più pesante si consumerà alla nascita quando la mamma non potrà riconoscere il figlio e i comuni, cancellando un bambino, mutileranno i registri anagrafici su cui non potranno trascrivere il nome che al nuovo nato spetta (rimando alla documentazione che ho connesso ai miei articoli precedenti, dei mesi di marzo, aprile e maggio e in particolare a “Angoscia e vergogna del 28 marzo).

La speranza di Sarolta é un palloncino rosso

 Quel palloncino rosso alza una bambina spezzandone le catene che ne impedivano il volo. Potrebbe diventare realtà se sapessimo proteggerlo e gonfiarlo con l’aria che noi liberamente possiamo respirare pronunciando il nome che ci é stato dato alla nascita, che é stato riconosciuto nel luogo in cui viviamo e che a bambini, le cui mamme sono prive di un pezzo di carta, sarà negato.
In questo senso tre comuni friulani si sono pronunciati perché ciò non accada.
Ne parlerò ancora,
Per ora ne segnalo il documento che ho già trascritto nell’articolo ‘Nemici dell’Italia Neonati senza madre e senza padre, fantasmi senza nome’ (24 maggio). 

La pubblicazione delle due immagini mi é stata generosamente concessa da Sarolta Szulyovszky, una illustratrice che così si presenta nel suo blog: “Sono una donna, mamma e illustratrice ungherese di Budapest, da 12 anni anche un po’ italiana…”.
L’autrice le ha chiamate Le ombre della paura e Bambina volante.
Il resto potete leggerlo da voi, guardando i disegni che qui non ci sono.

 

1 Giugno 2009Permalink

24 aprile 2009 – Da re Erode al Parlamento italiano.

La strage continua…e c’é sempre chi sta a guardare.

Nel mio blog e in questo sito ho dato molte informazioni su due aspetti di quel coacervo di proposte confuse e spesso illeggibili, che va sotto il nome di decreto sicurezza, approvato dal Senato e ora in dibattito alla Camera.
A quanto ho capito consultando gli atti parlamentari fino alla seduta di commissione di ieri pomeriggio, il provvedimento riprenderà il suo iter in aula il 29 aprile.
E’ possibile quindi che la prossima settimana lo scempio si compia.
Forse c’é qualche speranza per ciò che riguarda l’abolizione della norma che vuole trasformare i medici in spioni –abolendo il vincolo del segreto professionale: A questo si sono opposti medici e personale sanitario in genere.
Lo hanno fatto in forma trasparente e determinata, tanto da ottenere un’audizione in parlamento

Riporto per esteso la relazione che ne hanno dato perché offre informazioni attendibili.

  22 aprile 2009. Audizione alle Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Giustizia della Camera. Questo pomeriggio in Commissione congiunta Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, sono stati auditi il dr. Bianco della FNOMCeO, la dr.ssa Di Tullio a nome dell’Intersindacale medica, il dr. Magnano di MSF ed il dr. Geraci della SIMM (che ha rappresentato anche l’OISG). Questa audizione fa parte di una serie di audizioni sul c.d. “pacchetto sicurezza”. In modo unanime è stata espressa, con varie argomentazioni, la contrarietà alla cancellazione del “divieto di segnalazione” con l’invito pressante a ristabilire la “ratio” della norma originaria e cioè rimuovere tutti gli aspetti ostativi (quindi anche eventuali timori di denuncia) nell’accesso alla tutela sanitaria degli immigrati. In base a specifiche domande sono stati forniti dati e considerazioni sulla salute degli immigrati e sui possibili scenari. La SIMM ha espresso una esplicita critica anche all’introduzione del “reato di clandestinità”, condizione patogena di per sé!Si è cercato di avere conferme sulla notizia circa lo stralcio dal ddl della norma in questione (abrogazione del comma 5 dell’articolo 35 del D.Livo 286 del 98) pubblicata su La Repubblica (22 aprile pg. 11). Nessuno dei parlamentari presenti (circa 15) ha confermato la notizia.
Prima dell’audizione, su sollecitazione dell’on. Mussolini, e successivamente all’incontro in una discussione con un esponente della Lega, ci è stato fatto notare come l’eventuale stralcio della norma non cambi nella sostanza il dovere dei sanitari di denunciare l’immigrato senza permesso di soggiorno, in quanto sussiste un reato perseguibile d’ufficio come quello di presenza irregolare. Ci riserviamo di approfondire tale scenario anche se riteniamo che qualora auspicabilmente persistesse il divieto di “alcuna segnalazione”, ciò possa essere di per se esaustivo.

Per ciò che riguarda invece l’impossibilità per chi sia privo di permesso di soggiorno di registrare atti di stato civile il silenzio é plumbeo da tutte le parti o quasi.
Eppure, sia pur tardivamente, alcuni siti specializzati ne hanno dato notizia e proposto commenti.
Cito per tutti l’Associazione Studi Giuridici Immigrazione cui rinvio per un esame più accurato della questione.
Da parte mia mi limito a segnalare una novità storica di significativa portata: le leggi razziali del 1938 impedivano la registrazione del matrimonio dei non ariani (presto sarà impedito il matrimonio dei sans papier), ma non ponevano ostacoli alla registrazione della nascita.
Presto probabilmente la possibilità di tale registrazione sarà negata agli stessi sans papier per ragioni etno-burocratiche.
L’unico precedente storico a me noto é l’appropriazione di neonati da parte dei colonnelli argentini, che poi provvedevano ad ucciderne le madri per farli ‘adottare’ da loro complici.
Ce ne hanno parlato le nonne di piazza di maggio, evidentemente inascoltate.
Io mi aspettavo una reazione da parte dei sindaci: come possono accettare di non avere l’evidenza della popolazione del territorio che dicono di governare?
Ho guardato i comunicati dell’ANCI. Nulla.
Nemmeno uno squittio, almeno nella regione dove mi é capitato di vivere.
Probabilmente se fossero minacciati da una proposta di legge intesa a decurtare la loro retribuzione si recherebbero tempestivamente a Roma, coperti da fascia tricolore.
Ma i bambini, cui sarà impedita la vita in famiglia, non meritano tanto sforzo.
Io dispero e mi chiedo: dopo il parto chi avrà il compito di strapparli alle madri?

24 Aprile 2009Permalink

13 febbraio 2009 – Siamo medici e infermieri Non siamo spie – fonte: www.simmweb.it

 

7 febbraio 2009:
Preambolo del documento finale della X Consensus Conference e VIII Congresso nazionale SIMM (Trapani 5, 6 e 7 febbraio 2009). Il giorno della inaugurazione del nostro VIII Congresso nazionale è drammaticamente coinciso con l’approvazione, in Senato, di un emendamento che, incidendo sulla normativa vigente con l’abolizione del comma 5 dell’art. 35 del D. Lgs. 286/98, comporterà pesanti ricadute sulla salute di tante persone fragili, giunte in Italia in modo precario con la speranza di una vita più dignitosa, quelle stesse persone che si rivolgono ai tanti servizi in cui operiamo.

Temiamo che, ancora una volta, le istituzioni e la società civile debbano attendere situazioni estreme, come decessi, aborti evitabili, rischio di salute per bambini e adulti che hanno, come unica colpa, quello di non avere “le carte in regola”. Siamo fermamente contrari, come operatori che hanno come faro della loro azione la tutela incondizionata della salute di ogni individuo, a qualunque provvedimento la possa mettere a repentaglio. Sappiamo bene che indurre ‘clandestinità sanitaria’ non giova né ai singoli individui, né alla collettività intera. Come medici, infermieri, ostetriche, psicologi, assistenti sociali e tutte le altre professioni rappresentate nella nostra Società scientifica, rivendichiamo con orgoglio i presupposti e i principi deontologici fondativi del nostro ruolo sociale contro chiunque lo voglia snaturare. Intendiamo proclamare che mai ci presteremo a denunciare un nostro assistito solo in quanto privo di un permesso di soggiorno in corso di regolarità sapendo bene che, se lo facessimo, metteremmo in serio pericolo la sua salute.

 

“Non vogliamo, non possiamo, non dobbiamo”. 

Chi volesse saperne di più può andare al blog diarieatro.splinder.com (raggiungibile anche con il pulsante in prima pagina). Ne ho trattato lo scorso anno il 21, 26, 28, 31 ottobre, 3, 6, 11, 14, 19, 21, 24 novembre. 1, 2 e 16 dicembre e nel 2009:3, 4, 6, 15, 25, 29 gennaio e 6 febbraio

Ultimo comunicato della Società Italiana di medicina delle Migrazioni riguardante l’impegno governativo a negare le cure agli immigrati privi di permesso soggiorno

Fonte: www.simmweb.it

13 Febbraio 2009Permalink