8 giugno 2022 – Patriacato e clericalismo. Un contributo da adista

Paola Cavallari 05/06/2022    Patriarcato e clericalismo. Del genere della vulnerabilità

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 21 del 11/06/2022

  1. Ribaltamento

Si dice che le donne siano vulnerabili molto più degli uomini: una ragione per cui si nutre il convincimento che compito dell’uomo sia di proteggerci – e così viene salvaguardata la sua immagine di figura estranea a derive di assoggettamento/violenze; ovviamente lo stereotipo della debolezza della donna comporta e suscita, come contraltare, deprezzamenti, prevenzioni, barriere che impediscono il passaggio dal recinto del privato allo spazio pubblico.

Comprendere la vulnerabilità sotto questa prospettiva non può che danneggiare e offendere le donne e tutte le persone che non sono state incluse nel paradigma imperante del soggetto, l’essere che si è autocompreso nella sfera della Trascendenza, che ha governato polis e logos, che ha pattuito il Contratto sociale, godendo dello status di detentore di Razionalità, Autosufficienza e Volontà libera, nell’ambito di una democrazia esclusiva (1).

Dovremmo compiere un ribaltamento e operare un recupero della vulnerabilità: per entrarci dentro e abitarla come nostra attitudine naturale, adottando una prospettiva “dal margine”, cioè uno sguardo che sa decentrarci e disidentificarci dal pensiero egemone. Si tratta di ribaltare la rappresentazione di perdita, mancanza, di un deficit nel valore/salute/onorabilità della persona. E comprendere che tale ermeneutica si inscrive in una matrice patriarcale.

  1. Cosa eclissa la Fratelli tutti?

Il sistema Chiesa ha la sua responsabilità nell’alimentare e potenziare tutto ciò?

Nelle esternazioni, il magistero e la struttura ecclesiologica – la cui leadership è di soli uomini – si schierano in difesa delle vittime, degli ultimi: inneggiano a essi come depositari del Vangelo e ne fanno un idolo. La leadership ecclesiale non vive infatti l’esperienza degli ultimi; e tanto meno delle ultime, che sono donne. Le fonti storiche (J. S.Mill, The Subjection of women, per esempio) ci dicono che anche il più reietto dei reietti aveva comunque “sotto” di sé una donna con cui poteva rivalersi delle frustrazioni subite e sfogare i malsani istinti aggressivi. Anche quando l’uomo era povero e miserabile, egli poteva esercitare il suo privilegio inerente alla maschilità nei confronti della propria donna.

Così è tutt’ora.

La dottrina della Chiesa ha avallato la prospettiva per cui il Soggetto, per il proprio Sè, rifugge la condizione – contingente o meno – di vulnerabile: lui è soggetto attivo, i deboli/ vulnerabili/passivi sono gli altri; attivo nella misericordia, certo, ma comunque attivo. Le categorie di attivo e passivo, come quelle di forte e debole, non sono neutre, ma strettamente correlate al maschile e femminile.

Anche le ultime encicliche si nutrono di questa prospettiva. In Fratelli tutti, il richiamo all’amicizia sociale è la linfa del testo. Domando: quale tipo di cultura, quali strutture di peccato destabilizzano l’amicizia sociale? Quale genere umano (ovvero: uomini o donne?) è di fatto l’artefice di una cultura dell’ingiustizia? Nell’enciclica la questione del genere rimane oscurata. E nemmeno si enuncia che il disgregarsi della fratellanza (di sorellanza non si parla) si radica in un’economia di valori simbolici sessuati e in una storia dove le soggettività femminili e maschili non hanno esercitato equamente i poteri, né sono loro attribuibili le medesime responsabilità. È la soggettività maschile, poi, che si è sostanziata di valori quali l’onore, la competizione, la supremazia, la virilità, l’orrore della vulnerabilità.

Rimane evanescente e grande assente una visione dell’umano che, sull’invito neotestamentario («Quando sono debole è allora che sono forte», 2 Cor 12,10) ospita la propria fragilità e vulnerabilità. È la propria debolezza ciò da cui ci si ritrae, perché quella che riguarda gli altri («saperci responsabili della fragilità degli altri», 115) domina. La mia vulnerabilità è difetto da rimuovere, crepa da cui difendermi: «è possibile dominarla con l’aiuto di Dio» 166, si dice.

Il samaritano, esemplare figura di colui che disinteressatamente si prende cura, assume, nei risvolti dottrinali successivi, una metamorfosi, un inquinamento: chi si prende cura resta impigliato, confuso con una figura d’autorità inscalfibile, che mai mostra fessure di imperfezione, di debolezze, di crepe. E la figura del sacerdote, divenuto alter Christus, è catturata nel feticismo del rappresentante santo, senza macchia, senza paura, senza deficit (2).

  1. Un’altra vulnerabilità

Durante la IV Tavola rotonda interreligiosa “Fedi e femminismi in Italia: la profezia delle donne, trascendenza ed esperienza nell’orizzonte di una fede incarnata”, organizzata dall’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (O.I.V.D.) in collaborazione con il Fscire, a Bologna il 2 dicembre ‘21, inquadravo la vulnerabilità come premessa all’esercizio della profezia.

‹‹La vulnerabilità di cui parlo – osservavo – non è imparentata con alcuna vocazione oblativa, al “sacrificio”. Nei codici maschili si configura con un volto perturbante, che lambisce i sinistri fantasmi dell’impotenza. In tale cultura è cifra aborrita; nei casi rari in cui ne riconoscono il valore, quasi mai si assumono le responsabilità storiche, religiose e politiche per averla, nell’habitus maschile, denigrata o dileggiata… Il campo ermeneutico della vulnerabilità cui mi riferisco riguarda non già l’essere vittima di costrizioni, umiliazioni, vessazioni; o l’afflizione – morale, fisica e simbolica – che sommerge chi è accerchiata, schiacciata, manipolata… Mi sta a cuore, infatti, far lievitare ciò cui le donne hanno dato forma nella rivoluzione femminista: assunzione consapevole del corpo, dei sentimenti, del vissuto, della sessualità: luoghi costitutivi della politica sessuale.

Il movimento delle donne ha scompaginato l’ordine categoriale e le sue polarità: il Corpo, la Passività, i Sentimenti, la Materia sono stati svincolati dai lacci del disvalore e non più rappresentati come l’opposto – e subordinato – di Anima, Ragione, Attività, Spirito››(3).

Sempre più, nel mio inoltrarmi nell’universo delle violenze, mi imbatto nella resistenza, o forse meglio dire rimozione, alla comprensione della vulnerabilità in quanto costitutiva della condizione umana, parte integrante dell’ontologia dell’esistere. Si misconosce la stretta parentela che abbraccia vulnerabilità e apertura al divenire, al movimento della vita, al saper esporsi, all’avvento della grazia dell’Incontro.

Ho ritrovato con soddisfazione il mio taglio discorsivo negli interessanti articoli del teologo cileno Samuel Fernández, “Abusi di potere spirituale e colpevolizzazione delle vittime” (4) e della teologa tedesca Ute Leimgruber, “Vulneranza della cura pastorale” (5). Molteplici i risvolti tematici dei due testi, cui non posso che rimandare (6).

Anche secondo questi autori, la teologia prevalente ha avallato la concezione per cui nella cura pastorale si è adottata la prospettiva della vulnerabilità in un orizzonte di passività mancante, dipendenza di una persona a disposizione, che può essere spinta a scenografie sadomasochistiche. Ciò ha contribuito [e non ne è l’unica causa] al fatto che operatori pastorali vari potessero poi tradurre indebitamente – e sfruttare – la relazione di cura come occasione di godimento narcisistico per sé (non necessariamente sessuale) e manipolazione per l’altro/a.

  1. Potere kyriarcale

Il sistema ecclesiale (l’ampia e indefinita ameba cui appartengono istituzione Chiesa, le congregazioni e i movimenti ecclesiali vari) si fonda su un impianto simbolico strutturale: la commistione di patriarcato e sacralizzazione dei ministeri ordinati, una miscela esplosiva che rientra in ciò che E. Schüssler Fiorenza ha definito potere kyriarcale.

La sacralizzazione del ministero ordinato conferisce una differenza ontologica ai soggetti (non a caso maschi e non a caso celibi) che vi appartengono. Non va poi sottovalutato che il regime sacerdotale è imparentato col regime sacrificale, sulla cui natura non posso qui addentrarmi. I vari responsabili o leader dei movimenti ecclesiali sono duplicati dello stesso modello, per cui anche loro agiscono in nome di un principio sacro assoluto, in un’aura di soprannaturale. La domanda di accompagnamento di chi si rivolge loro si presta a essere letta come via maestra all’esercizio dell’assoggettamento. Vulneranza è il termine con cui Ute Leimgruber definisce la propensione – strutturale e non contingente – all’abuso spirituale che si manifesta in tali rapporti di cura pastorale, rapporti asimmetrici e di potere, sottolineando come sia lo stesso impianto del sistema a fornire su un piatto d’argento l’occasione di un abuso spirituale e di coscienza in primis).

  1. Sintesi
  2. Nella cultura dominante e in quella ecclesiale, la rappresentazione della vulnerabilità elude la dimensione di quell’umano che noi siamo, dell’apertura all’altro che essa dischiude; viene invece incapsulata nelle categorie attivo/passivo – soggetto/oggetto, – forte/debole (dove attivo/soggetto/forte è attributo del maschio); si consolida così e si perpetua l’impianto della cultura patriarcale.
  3. L’abuso in contesti clericali eclissa per lo più un elemento determinante; l’ambiente in cui si consuma è contrassegnato non solo da un impianto gerarchico, ma anche dall’aura sacrale di cui gode la guida spirituale. «Di fronte al potere sacro, la resistenza istintiva cede», osserva Ute Leimgruber. Va da sé che qui il sacro ha cifra e volto di un dio sovrano assoluto, autoritario e punitivo, un dio che le teologie femministe hanno decifrato come dio dell’immaginario patriarcale.

Due nodi (A e B) che si intersecano e si saldano in un’unica radice e campo gravitazionale: il dominio maschile.

Note

(1) L’espressione democrazia esclusiva è della filosofa Geneviève Fraisse.

(2) J. S. Mill. Di fatti, gli impedimenti ad esercitare il ministero ordinato nella chiesa cattolica hanno ricalcato per secoli la normativa ebraica [chi, pur facendo parte della tribù di Levi, avesse un difetto fisico, non poteva accostarsi per offrire sacrifici, cfr. Lv 21,16-23. Ora nel cattolicesimo non è più così, ma quanti preti disabili, in Italia, conosciamo?

(3) Da Per una coscienza della forza debole della profezia, atti del convegno “Fedi e femminismi in Italia: la profezia delle donne, trascendenza ed esperienza nell’orizzonte di una fede incarnata”, di prossima pubblicazione.

(4) https://www.adista.it/articolo/68050.

(5) https://www.adista.it/articolo/67792.

(6) La rivista Adista, e la direttora Ludovica Eugenio in particolare, ha offerto una documentazione preziosissima su questo tema; oltre ai due articoli qui citati, ricordo quello straordinario di Doris Reisinger, “Abusi sessuali del clero e gravidanze”: il primo studio accademico https://www.adista.it/articolo/67633).

Paola Cavallari è filosofa e teologa femminista, presidente dell’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (OIVD)

https://www.adista.it/articolo/68168?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=google_mail&utm_source=email

8 Giugno 2022Permalink

1 giugno 2022 – Bambini invisibili per scelta differenziata

Scrivo sul mio diariealtro.it la lettera che invierò ad alcuni amici per farne e condividere memoria
Il mio povero blog è trascuratissimo perché l’affanno che mi prende a proposito della negazione della registrazione della nascita di chi nasce in Italia, figlio di migranti irregolari mi blocca anche nella attività di aggiornamento di questo povero blog
Far sintesi è difficile e non  parlo di quell’equivoco per cui si pretende che sintesi significhi esclusivamente  brevità, ma dell’esigenza di mettere insieme notizie, almeno quelle (e parlo per me) in cui nella congerie devastante per quantità disordinatamente ammucchiata  mi illudo di trovare un filo conduttore di collegamento.
A seguito della conclusione di un ciclo di audizioni in Commissione Giustizia al Senato, sui tanti disegni di legge sul doppio cognome presentati sin dall’inizio della legislatura da quasi tutti i partiti, ieri sono comparse notizie di rilevante significato per cui metterò quattro  files in calce riservando il seguito ad alcune indicazioni che mi interessano

ANSA) – ROMA, 31 MAG – Tutti i nuovi nati avranno il cognome di entrambi i genitori o, nel caso di accordo, solo quello di uno di loro.

Lo spiega la stessa Consulta nelle motivazioni della sentenza depositate  .
I giudici sottolineano che « l’automatica attribuzione del solo cognome paterno “si traduce nell’invisibilità della madre” ed è il segno di una diseguaglianza fra i genitori, che “si riverbera e si imprime sull’identità del figlio”».
Il cognome «collega l’individuo alla formazione sociale che lo accoglie » .
E ancora segnala nell’imposizione del cognome unico che:  «comporta la contestuale violazione degli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo».

Non so quante volte abbiamo parlato dal 2009 ad oggi di bambini invisibili.
Se fosse possibile parlare di analogie  (so che non è una modalità attendibile) rileggerei la citazione e così:  « l’ostacolo che dal 2009 la legge oppone alla regolarità della registrazione dell’atto di nascita rende incerto (e legato a condizioni soggettive indotte: la paura dei genitori irregolari) il godimento di un diritto assoluto di ogni nuovo nato /a e determina l’invisibilità di chi è venuto  al mondo in queste condizioni».

E’ chiaro, mi sembra, che non  si può attribuire a migranti regolari o irregolari che siano la conoscenza di norme criptiche, costruite su citazioni, e del loro intreccio con circolari  (tutte conoscenze invece alla portata di chi si è battuto per il doppio cognome) .
Nel caso della nascita entrano in gioco diritti umani imprescindibili e ciononostante negati  a fronte dei quali l’inerzia del parlamento e l’indifferenza della società civile lasciano sgomenti.

Nel vuoto che ho sperimentato per anni a livello locale voglio ricordare il bollettino Ho un Sogno che  ha mostrato la dignità della coerenza al suo ruolo di “Strumento di informazione sulle risorse e sulle attività presenti in Friuli nel campo della pace e della cooperazione internazionale” e non ha mai mancato di segnalare la norma approvata per creare  “bambini invisibili”.
C’è però qualcosa di più. Da qualche tempo Ho un Sogno ospita un piccolo glossario, curato da Francesco Bilotta, docente di diritto privato all’Università di Udine, che così ha scritto a proposito del termine Solidarietà:
«La parola solidarietà ci sollecita subito considerazioni   di carattere morale. Non è immediato quasi per nessuno  associarla al diritto. <…e > avendo in mente la sua accezione morale, è piuttosto difficile disgiungerla dalla libertà di scegliere se assumere o meno un  atteggiamento solidale nei rapporti con gli altri.
Eppure, la nostra Costituzione è chiara al riguardo, quando all’articolo 2 parla di “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Quindi non solo doveri, ma  addirittura inderogabili, cioè doveri che nessuno ha il potere di cancellare in alcun modo. Doveri che caratterizzano trasversalmente tutto il nostro vivere collettivo, come ci ricordano i tre aggettivi, “politica, economica e sociale”»

Mi sembrano indicazioni sufficienti per delineare – in chi ha parola –l’obiettivo di  un quadro di solidarietà che intenda rendere visibili in  bambini invisibili  (come si sta facendo per le mamme dal nome negato).  Ma tutto è inutile.

In Parlamento la proposta 3048 (che, con tutte le insufficienze del caso, se approvata renderebbe al nato  anonimo  almeno il diritto di un’esistenza riconosciuta) resta pressoché ignorata e prevale invece -con la visibilità propria di un’azione politica seriamente intrapresa  una precisa scelta del pd, espressa pubblicamente dal segretario – per il ddl  che modifica la legge sulla cittadinanza del 1992 introducendo lo jus scholae.
Giusto obiettivo, a fronte del quale  resta ben fermo, quasi una beffa,   il no al certificato di nascita ai nati in Italia figli di migranti irregolari.
Giustamente nel comunicato stampa che vi ho già inviato il consigliere reginale Honsell afferma:
«L’Italia di fatto non rientra ancora nel novero di quei paesi che hanno raggiunto il target 16.9 degli Obiettivi sostenibili 2030 dell’ONU:
“fornire identità giuridica per tutti, inclusa la registrazione delle nascite” »

Ho  citato il consigliere regionale Honsell che  è riuscito a porre la questione della registrazione dell’atto di nascita dei figli dei sans papier all’interno di un dibattito in sede istituzionale.
Sperare che vada in porto è un dovere che sembra un azzardo (certamente il rifiuto dell’associazionismo organizzato a farsi carico  del problema non aiuta un reale tentativo di risolverlo) ma io non posso che contare sul fatto che  – comunque sia – questo impegno assicuri visibilità a ciò che si vuole occultare con ampia determinazione.
Sarà già un passo avanti

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2022/05/31/il-doppio-cognome-o-di-un-solo-genitore-a-tutti-i-nuovi-nati_51df6d3c-3160-44ec-8633-9dcaa67c1bc7.html

https://www.rainews.it/articoli/2022/05/cognome-dei-2-genitori-al-figlio-consulta-una-legge-per-evitare-danni-alla-funzione-identitaria–fd5f1082-7348-4f7f-9be6-7c8f9cbe85b8.html

Doppio cognome ai figli, da oggi c’è anche quello della madre (avvenire.it)

https://www.fanpage.it/politica/doppio-cognome-ai-figli-le-motivazioni-dellla-consulta-ora-una-legge-per-evitare-moltiplicazione/

Aggiungo anche il comunicato di Honsell citato sopra:

“Oggi (martedì 24 maggio) in Commissione Immigrazione del Consiglio Regionale si sono svolte le audizioni della proposta di Legge Nazionale n. 16, presentata da #OpenSinistraFVG, volta a ristabilire il diritto assoluto di ogni nata/o in Italia alla registrazione del loro nome alla nascita anche se figli di immigrati irregolari. Attualmente vige ancora la normativa del 2009 che nega questo diritto fondamentale sancito dal recepimento della Convenzione ONU del 1991 da parte dell’Italia. Questo autentico vulnus normativo che nega i diritti dei più deboli, i bambini, è compensato da una circolare ministeriale ‘interpretativa’ il cui utilizzo è legato alla buona volontà degli uffici di stato civile dei Comuni. L’Italia quindi di fatto non rientra ancora nel novero di quei paesi che hanno raggiunto il target 16.9 degli Obiettivi Sostenibili 2030 dell’ONU.

Il dibattito in aula ha dimostrato scarsa consapevolezza della problematica da parte di alcuni sindaci che hanno voluto fraintendere la norma parlando di ricongiungimento familiare, come il Sindaco di Monfalcone. Il tema riguarda invece i diritti fondamentali dell’individuo come giustamente hanno sottolineato i rappresentanti dell’associazione di Medicina delle Migrazioni e dell’ANUSCA, l’Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d’Anagrafe. Ancora una volta la visione ideologica di alcuni esponenti non ha permesso di riconoscere il problema, che nulla a che fare con le norme sull’immigrazione, o sull’iscrizione all’anagrafe ma solo sul rispetto della Carta dei diritti del Fanciullo: il diritto ad avere un nome alla nascita, anche se i genitori sono irregolari.

Come Open Sinistra FVG proporremo degli emendamenti al nostro testo per scongiurare qualsiasi ulteriore fraintendimento su questa norma di civiltà, che è stata riconosciuta dallo stesso Ministero ancorché con una circolare”: così si è espresso il consigliere regionale #FurioHonsell.

1 Giugno 2022Permalink

1 giugno 2022 – Calendario di giugno

.1 giugno 2018 –     Giuramento del governo Conte. Inizio XVIII legislatura
.1 giugno 2018 –      Spagna. Cade il governo Rajoy
.1 giugno 2021    –   Scarcerazione di  Giovanni Brusca
.2 giugno –                Festa della Repubblica
.2 giugno 2016 –      Il parlamento tedesco riconosce il genocidio armeno
.3 giugno 1963 –      Muore papa Giovanni XXIII (eletto nel 1958)
.3 giugno 2016 –       Muore il pugile Cassius Clay – Muhammad Ali
.3 giugno 2016 –       Corleone – La processione del santo locale si inchina
alla  casa di Salvatore Riina
.4 giugno 1994 –       Muore Massimo Troisi
.5 giugno             –     Giornata mondiale in difesa dell’ambiente
.5 giugno 1967   –      Israele – Inizio della guerra dei 6 giorni
.6 giugno 2015 –        Visita papa Francesco a Sarajevo
.7 giugno 1929 –        Il Vaticano pubblica la legge fondamentale che ne fa
uno   stato sovrano come previsto nel Trattato di
febbraio.                                                      [Nota 1]
.9 giugno 2020 –        Funerali di George Floyd – Houston
10 giugno 1924 –      Assassinio di Giacomo Matteotti
10 giugno 1940 –      L’Italia dichiara guerra alla Francia e all’Inghilterra
11 giugno 1984 –      Morte di Enrico Berlinguer
12 giugno 1964 –      Condanna all’ergastolo di Nelson Mandela    [Nota 2]
..L’ergastolo si concluderà dopo 27 anni, l’11 febbraio 1990
13 giugno 1960 –       Incontro  papa Giovanni XXIII e Jules Isaac
14 giugno 1966 –       Il concilio Vaticano annuncia l’abolizione dell’indice
dei libri proibiti.
14 giugno 2022  –      morte di  Avraham Yehoshua
15 giugno 2007 –       Morte di Giuseppe Alberigo                         [Nota 3]
16 giugno 1976 –        Sudafrica: strage di Soweto
16 giugno 2016 –        Assassinio della deputata laburista Jo Fox
[Nota 4]
18 giugno 1982 –        Londra: ritrovamento del cadavere di Roberto Calvi
18 giugno 2015 –        Papa Francesco promulga l’Enciclica Laudato sii
19 giugno –                  Giornata mondiale del rifugiato
19 giugno1945 –         Birmania_Nascita di Aung San Suu Kyi    [Nota 5]
19 giugno 2013 –        Viene approvata la legge di ratifica della
Convenzione di Istanbul (L.27 .giugno 2013, n. 77)
20 giugno 1979 –         Nilde Jotti è eletta presidente della Camera dei
deputati,. .prima donna nella storia della
Repubblica
22 giugno 1633 –        Galileo è costretto all’abiura
22 giugno 2022 –         Morte di  Federico Carboni, primo caso di suicidio
assistito concluso in Italia
22 giugno 2015 –        Papa Francesco visita il Tempio valdese di Torino
23 giugno 1858 –       Papa Pio IX fa rapire il bambino ebreo Edgardo
Mortara                                                  [Nota 6]
23 giugno 2016 –        Gran Bretagna: Il referendum decreta la Brexit
24 giugno 2013 –        Sentenza processo Ruby                           [Nota 7]
17 giugno 1991 –         Fine dell’apartheid in Sudafrica
25 giugno 1946 –        Inizio dei lavori dell’Assemblea Costituente
26 giugno 1967 –        Morte di don Lorenzo Milani
27 giugno 1980 –         Ustica: esplosione del DC9. Muoiono 81 persone
28 giugno 1914 –         Sarajevo Assassinio di Francesco Ferdinando e
della moglie.
28 giugno 1919 –        Trattato di Versailles. Fine della prima guerra
mondiale
28 giugno  1969-         Moti di Stonewall                              [Nota 8]
29 giugno 1934 –         Germania: notte dei lunghi coltelli    [Nota 9]
29 giugno 2013 –         Muore la scienziata Margherita Hack   [Nota 10]
30 giugno 2005 –         Spagna: il Parlamento riconosce il matrimonio
omosessuale
30 giugno 2017 –         Muore Simone Veil                             [Nota 11]
30 giugno 2017 –        Muore Ettore Masina                           [Nota 12]

NOTE

[Nota 1]

http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/archivio/documents/rc_seg-st_19290211_patti-lateranensi_it.html

[Nota 2]

Nelson Mandela fu eletto Presidente del Sud Africa il 27 aprile 1994.
Il 10 maggio 1994 pronunciò il discorso che segnò la fine dell’apartheid.

http://www.vita.it/it/article/2013/12/06/il-discorso-di-mandela-che-ha-segnato-la-fine-dellapartheid/125515/

[Nota 3] http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-alberigo_(Dizionario-Biografico)

[Nota 4] assassinio  deputata Jo Fox
http://ltirreno.gelocal.it/italia-mondo/2016/06/19/news/omicidio-di-jo-fox-l-urlo-d-odio-del-killer-1.13688049

[Nota 5]   https://it.wikipedia.org/wiki/Aung_San_Suu_Kyi

[Nota 6]   David Kertzer, “Prigioniero del papa Re”
http://www.davidkertzer.com/it/biografia
diariealtro:  1858 – Quando il sovrano regnante  dello stato pontificio rapì un bambino ebreo. (diariealtro.it)

[Nota 7]   Il tribunale di Milano condanna in primo grado Silvio Berlusconi a 7 anni e
alla interdizione perpetua dai pubblici uffici per il reato di concussione e
prostituzione minorile

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-24/processo-ruby-berlusconi-giudici-130213.shtml?uuid=AbNsGw7H

[Nota 8]     La notte del 27 giugno 1969 iniziava la protesta passata alla storia con il nome di
Moti di Stonewall, con cui inaugurava il movimento di liberazione omossessuale.
L’anno seguente la marcia dal Greenwich Village a Central Park in commemorazione dei Moti di Stonewall segnò il primo gay pride.

[Nota 9]  http://www.artspecialday.com/9art/2018/06/30/la-notte-dei-lunghi-coltelli/

[Nota 10]  https://it.wikipedia.org/wiki/Margherita_Hack

[Nota 11]  https://it.wikipedia.org/wiki/Simone_Veil

[Nota 12]  http://www.noisiamochiesa.org/?p

 

1 Giugno 2022Permalink

13 maggio 2022 – Gli alpini fra infiltrati e solidarietà diffusa

Vorrei lasciar perdere e invece è doveroso far memoria per misurare via via il degrado e osservare se spunta la speranza di una risalita.

Vado malvolentieri su facebook ma lo faccio per vedere che si pensa di ciò che accade e interessa i social. Non uso i ‘mi piace’ né le piccole icone spiritose, sia perché non sempre capisco il significato di quelle innumerevoli faccine sia perché non  mi va di esprimere pareri sommari in un mondo traballante e a mio parere insicuro. Se decido di intervenire lo faccio cercando di essere breve e chiara.

Trovo una frase che mi lascia attonita e trascrivo a fatica Mame vonde  tete mi baste le gavete…, ho letto di normale praticata baldoria ma devono aver cancellato perché non ritrovo e passo al Messaggero Veneto, quotidiano diffuso in Friuli  (pag. 8 ) articolo a firma Chiara Baldi.
A questo punto l’indignazione diventa disagio e sofferenza.

Copio perché è doveroso ricordare:
Sonia Alvisi, coordinatrice delle donne dem di Rimini, doveva essere diventata ingombrante. Si è dimessa dopo aver pubblicamente sostenuto l’importanza della “denuncia formale” da parte delle donne molestate (alcune nel corso della loro attività lavorativa)  per essere più credibili e aver inviato un  messaggio di solidarietà agli alpini . Mah!
Intervengono la ministra Bonetti (pari opportunità?!) e l’on Serracchiani: “Sospendere il raduno sarebbe come arrendersi a un pugno di violenti ” (dixit).
L’assessora alle pari opportunità del Veneto dichiara: “Se uno mi fa un  sorriso e mi fischia dietro io sono pure contenta”. Stia lieta signora assessora Elena Donazzan, stia lieta: è affar suo ma rispetti chi “dietro” non ha conosciuto solo fischi e comunque poteva non  gradire nemmeno quelli.
Quello che però mi turba di più (ed è una obiezione ricorrente) è il continuo ricorso dal sapore assolutorio a misteriosi   infiltrati.
Vorrei poter prescindere dalla barocca situazione immaginata di maschi (giocherelloni? fischiatori o ???)  che si infilano nelle file adamantine della adunata alpina  per molestare le donne senza che ci sia notizia di una reazione offesa di chi l’infiltrazione avrebbe subito all’interno di un raggruppamento ordinato, discreto nel linguaggio  e  non solo, notoriamente sobrio,  guardando lo spettacolo fra le proprie file , ma  non riesco ad arrendermi al ridicolo perché ho un altro più serio e doloroso problema.
Come è possibile che donne adulte, intelligenti, acculturate, consapevoli dei propri diritti (parlo a ragion veduta) sentendo di molestie e violenze, poiché sono state dichiarate  nel quadro di una adunata alpina,  pensino agli infiltrati piuttosto che alla solidarietà alle proprie simili,  riservando se mai a un momento successivo l’ipotesi ‘infiltrati’?
Lesa  maestà, l’ombra di una sorta di sacralità  che copre e tutela gli alpini? Mi fermo qui anzi no.
Alcune di queste donne hanno ricordato che sono state molestate nel corso del proprio lavoro e di essersi trovate quindi in una situazione di disagio aggravato.
Vi immaginate una cameriera che denuncia un cliente, certa della solidarietà  dei presenti magari  irritati dal ritardo della pizza, e della solidarietà  del datore di lavoro? Sicurezza del lavoro .. ah già! Ma che c’entra?!  Qualche volta mi confondo.

13 Maggio 2022Permalink

12 maggio 2022 –    In una foto  il “no alla guerra”  (da L’Osservatore Romano)

Un’emozione di anni lontani che luna fotografia dal Vietnam rinnova implacabilmente nel dolore per le sporche guerre dei giorni nostri

Kim e Nick la guerra la conoscono bene. Vietnam, 8 giugno 1972: fuoco sul villaggio di Trang Bàng, 40 chilometri a ovest di Saigon. Dall’alto cadono bombe al napalm. Nick Ut “ferma” in uno scatto la disperazione della piccola Kim Phúc Pahn Thi che corre, avvolta dal napalm, con i vestiti evaporati per il fosforo.

Quella fotografia è diventata una delle immagini più iconiche della storia del Novecento.

Quasi mezzo secolo dopo eccoli qui, insieme, Kim e Nick, in piazza San Pietro, con Papa Francesco. A dire che la guerra è una follia. Per questo hanno donato al Pontefice una copia, con le loro due firme, della foto che da cinquant’anni dice “no alla guerra”.

E quel “no alla guerra” che arriva dal Vietnam, Papa Francesco lo ha rilanciato, stamani, accogliendo due giovani donne che stanno conoscendo gli orrori di un altro conflitto, stavolta in Ucraina. Sono le mogli di militari ucraini del battaglione Azov asserragliato nell’acciaieria di Mariupol. Francesco, alzandosi in piedi, ha stretto le loro mani nel gesto della preghiera.

Già, la guerra. Racconta Kim che oggi ha 59 anni: «A distanza di mezzo secolo, da sopravvissuta, mi permetto di dire che non vogliamo la guerra ma la pace perché il mondo ha bisogno di pace». E proprio con questo impegno per la pace stanno lavorando, sempre insieme, al documentario La bambina del napalm.

«Quella mattina piovevano bombe sul villaggio, scappavano tutti» ricorda Nick, oggi 71 anni, che era in prima linea come fotoreporter. «Ho visto una bomba far esplodere una pagoda: pensavo che dentro non ci fosse nessuno invece, tra il fumo, ho intravisto la nonna di Kim che stringeva un bimbo, morto fra le sue braccia. E subito dopo ho visto Kim che urlava “aiutatemi!”. Ho smesso di fotografare dopo uno scatto, “quello” scatto: dovevo agire. Ho preso l’acqua e gliel’ho gettata addosso. Ho caricato tanti bambini sul furgone e li ho portati all’ospedale».

Rientrato nel suo ufficio a Saigon, Nick sviluppò la foto divenuta subito «lo scatto che racconta la guerra in Vietnam». Vinse anche il premio Pulitzer.

Essenziale il racconto di Kim: «Quell’immagine continua a ricordarmi che ho perso la mia infanzia. Solo col tempo, però, ne ho compreso il valore. All’inizio l’ho odiata, ci vedevo un’umiliazione: una bimba esposta al mondo mentre, nuda, grida disperata. Sono stata anche aiutata, curata: 14 mesi di ospedale e 17 operazioni chirurgiche, senza pagare nulla».                                                                                                                                                                        di GIAMPAOLO MATTEI

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2022-05/quo-107/in-una-foto-il-no-alla-guerra.html

12 Maggio 2022Permalink

1 maggio 2022 – Calendario di maggio

.1 maggio 2021  – Calendario di maggio
.1 maggio            – Giornata internazionale del lavoro        [fonte 1]
.1 maggio 1947     Strage di Portella della Ginestra.          [fonte 2 ]
.2 maggio 1519 –  Morte in Francia di Leonardo Da Vinci
.2 maggio 2011     Uccisione di Osama Bin Laden ad Abbottabad
……………………………(Pakistan) .Operazione Neptune Spear
.2 maggio 2017 –   Muore il giornalista Valentino Parlato
.2 maggio 2022 –   fine dell’anno islamico 1443                 [fonte  3]
.3 maggio             – Giornata internazionale della libertà di stampa
.3 maggio 1476 –   Nascita di Nicolò Machiavelli
.4 maggio 1949 –    L’Italia entra ufficialmente nella NATO
.5 maggio 1818 –   Nasce Karl Marx
.5 maggio 1981 –    Morte di Bobby Sand (Irlanda del Nord)
.6 maggio 1976 –   Terremoto del Friuli
.6 maggio 2016 –   Elezione di Sadiq Khan a sindaco di Londra
……………………….(avvocato, figlio di immigrati pachistani).
.7 maggio 1999 –   La Nato bombarda l’ambasciata cinese a Belgrado
.7 maggio 2017 –  Liberazione di 83 ragazze rapita da Boko Aram  [fonte 4]
.8 maggio 1936 –   Mussolini proclama la fondazione dell’impero.
.8 maggio 1945     Resa della Germania nazista ……………  …….[fonte 5]
.9 maggio               Giornata dell’Europa                                          [fonte 6]
.9 maggio 1921     Nascita di Sophie Scholl
.9 maggio 1978 – Ritrovamento del corpo di Aldo Moro
.9 maggio 1978 –  Omicidio di Peppino Impastato
10 maggio 1933 – Berlino. Rogo delle opere considerate “non tedesche”
[fonte 7]
10 maggio 1994 –  Primo governo Berlusconi
11 maggio 1960 –  Argentina: il Mossad rapisce il nazista Eichmann
11 maggio 2016 –  Il parlamento approva la legge sulle Unioni Civili
………………………….Legge 20 maggio 2016, n. 76
Regolamentazione delle unioni civili tra persone
…………………….. dello stesso sesso e disciplina delle convivenze.
12 maggio 1974 –  Referendum sull’istituto del divorzio
12 maggio 1977 –   Assassinio di Giorgiana Masi
13 maggio 1888 –   Brasile: abolizione della schiavitù
13 maggio 1978 –  Approvazione della legge 13 maggio 1978 n.180
“Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e
…………………………..obbligatori”, nota come ‘legge Basaglia’.
13 maggio 2015 –  Il Vaticano apre alla Palestina
15 maggio             –  Giornata internazionale per l’Obiezione di coscienza
15 maggio 2015 –    Condanna a morte di Dzhokhar Tsarnaev, attentatore
………………              nella maratona di Boston del 15 aprile 2013. [fonte 8]
15 maggio 2022 –    Morte Pierluigi Di Piazza  – Centro Balducci – Zugliano
16 maggio 1916 –    Accordo Sykes Picot                                      [fonte 9]
16 maggio 1944 –   Rivolta di Rom e Sinti ad Auschwitz
16 maggio 2015 –   Condanna a morte dell’ex presidente egiziano Morsi

17 maggio     –         Giornata contro l’omotransfobia                    [fonte 10]
17 maggio 1961 –   Inizia l’embargo USA contro Cuba
17 maggio 1972 –   Assassinio del commissario Calabresi
17 maggio 2013 –    Morte in carcere di Jorge Rafael Videla ,
ex presidente dell’Argentina
18 maggio 1872 –   Nascita di Bertrand Russel
19 maggio 1296 –    Muore papa Celestino V
19 maggio 1975 –    Viene approvata la legge 19 maggio 1975, n. 151.
…………………………..Riforma del diritto di famiglia
19 maggio 2016 –    Muore Marco Pannella
20 maggio 1999 –   Le Nuove Brigate Rosse uccidono Massimo D’Antona
22 maggio 1978 –    Approvazione della legge 22 maggio 1978 n. 194
……………………….………Norme per la tutela sociale della maternità e
………………        …………sull’interruzione volontaria della gravidanza.
Era stato proposto un referendum abrogativo
22 maggio 2017 –     Strage di Manchester                             [fonte 11]
23 maggio 1992 –    Strage di Capaci
23 maggio 2015 –     Beatificazione di mons Romero (assassinato nel 1980)
24 maggio 1915 –    L’Italia entra nella prima guerra mondiale
25 maggio 2020 –      Minneapolis_morte dell’afro-americano George Loyd_
………………………..inizio disordine in tutti gli           [fonte 12]
26 maggio 2011 –      Arresto dell’ex generale serbo Ratko Mladic
26 maggio 2018 –       Irlanda, referendum sull’aborto –
27 maggio 1564 –       Morte di Giovanni Calvino
27 maggio 1993 –        Firenze – attentato di via dei Georgofili      [fonte 13]
28 maggio 1926 –        Colpo di Stato in Portogallo: prende il potere Salazar
28 maggio 1974 –       Strage di piazza della Loggia a Brescia
28 maggio 1980 –        Viene assassinato Walter Tobagi, giornalista e scrittore
29 maggio 2005 –       Referendum in Francia. Bocciata la Costituzione europea
29 maggio 2013 –       Morte di Franca Rame
30 maggio 1967 –        Secessione del Biafra dalla Nigeria: inizia la guerra civile
31 maggio 1972 –        Strage di Peteano                                          [fonte 14]
31 maggio 2019 –        La prof  Rosa Maria Dell’Aria sospesa viene ricevuta
in Senato con i suoi alunni, ospite delle senatrici
Liliana  Segre e Elena Cattaneo.                [fonte 15]

NOTE:

[fonte 1]
L’origine della festa del Primo Maggio appartiene alla storia degli Usa.
In Europa fu ufficializzata nel 1889 (Seconda Internazionale)  In Italia fu istituita nel 1891,
soppressa nel 1925 e istituita nuovamente nel 1945.

[fonte 2]
Sebbene sia scaduto il termine della segretazione di documenti di stato sulla strage di Portella della Ginestra e le sue conseguenze gravano ancora molte oscurità.

[fonte 3]
Il conto degli anni secondo il calendario islamico prende le mosse dal venerdì 16 luglio 622, in cui fu compiuta l’Egira dal profeta dell’Islam Muhammad,e si snoda in 12 mesi lunari di 29 o 30 giorni.
L’anno, quindi, dura per lo più 354 giorni e al massimo 355, evento che si verifica circa ogni tre anni.
convertitore: http://www.arab.it/calendario/conv_home.htm

[fonte 4]
http://www.globalist.it/world/articolo/215489/mutilate-e-maltrattate-i-retroscena-delle-ragazze-liberate-in-nigeria.html

[fonte 5 ]
La giornata della vittoria in Europa (conosciuta nei paesi anglosassoni come “Victory in Europe Day” o con la sigla “V-E Day”), fu proclamata l’8 maggio 1945, data in cui si concluse la seconda guerra mondiale in Europa.
Fu il giorno in cui gli alleati accettarono formalmente la resa incondizionata delle forze armate della Germania nazista, con l’entrata in vigore dell’armistizio tra la Germania e le forze alleate.
Il 30 aprile Adolf Hitler si era tolto la vita durante la battaglia di Berlino, così la resa fu autorizzata dal presidente tedesco l’ammiraglio Karl Dönitz a capo di una amministrazione passata alla storia come il governo di Flensburg. L’atto di capitolazione militare venne firmato il 7 maggio a Reims, in Francia, e ripetuto l’8 maggio a Berlino alla presenza di una delegazione dell’Unione Sovietica

[fonte 6]
9 maggio L’Unione europea festeggia la Giornata dell’Europa.
Si tratta della data della Dichiarazione Schumann del 1950, considerata come l’atto di nascita di ciò che oggi chiamiamo Unione europea.
https://www.coe.int/it/web/portal/international-and-european-days
COE: Conseil de l’Europe – Council of Europe

[fonte 7]
«Quando i libri verranno bruciati, alla fine verranno bruciate anche le persone».
È una frase del poeta ottocentesco tedesco Heinrich Heine, riportata sul monumento di Bebelplatz
a Berlino che ricorda il rogo dei libri “non tedeschi” voluto ed effettuato dai nazisti.

Il 10 maggio 1933 l’Associazione studentesca della Germania organizzò fiaccolate nelle principali città universitarie tedesche. Furono dati alle fiamme migliaia di volumi: le opere delle teorie marxiste, quelle che attaccavano i fondamenti della religione o morale, ma anche quelle di scrittori considerati di sinistra come Bertold Brecht e Thomas Mann, e degli autori ebraici, da Albert Einstein a Sigmund Freud.
Quel giorno segnò di fatto l’inizio della censura nazista.

http://www.linkiesta.it/it/article/2013/05/10/berlino-80-anni-fa-la-follia-del-rogo-dei-libri/13574/

[fonte 8]
Negli Stati Uniti una corte d’appello federale ha annullato la condanna a morte di Dzhokhar Tsarnaev, il terrorista kirghiso-americano di origine cecena che era stato condannato per il sanguinoso attentato alla maratona di Boston del 2013. La giuria, composta da tre giudici, ha deciso dopo più di 6 mesi di valutazione del caso, affermando che “il giudice che ha supervisionato il caso non ha esaminato sufficientemente i giurati per pregiudizi”. Il 15 aprile 2013 l’attacco costò la vita a 3 persone e causò il ferimento di altre 260, tra le quali anche bambini e giovanissimi. Tuttavia, precisa la stampa locale, la decisione non significa che il terrorista uscirà dalla prigione di Florence in Colorado in cui si trova. Finirà lì i suoi giorni, ma al momento è escluso che la sua morte sarà dovuta alla pena capitale.

https://www.fanpage.it/esteri/usa-annullata-la-condanna-a-morte-per-lattentatore-della-maratona-di-boston/

[fonte 9]
Accordo Intesa segreta (1916) fra l’Inghilterra, rappresentata da M. Sykes (1879-1918), e la Francia, rappresentata da F. Georges-Picot (1870-1951), con l’assenso della Russia zarista, per decidere le rispettive sfere d’influenza e di controllo in Medio Oriente, dopo il crollo ritenuto imminente dell’impero ritenuto imminente dell’impero ottomano. All’Inghilterra fu riconosciuto il controllo, diretto e indiretto, di un’area comprendente la Giordania attuale e l’Iraq meridionale, con l’accesso al mare attraverso il porto di Haifa, mentre la Francia avrebbe avuto la regione siro-libanese, l’Anatolia sudorientale e l’Iraq settentrionale, e la Russia Costantinopoli con gli stretti e l’Armenia ottomana. Il resto della Palestina sarebbe stato sotto il controllo internazionale.
L’intesa, che smentiva l’Accordo Husain-McMahon (1915), fu poi parzialmente modificata dai trattati del primo dopoguerra.
www.treccani.it/enciclopedia/accordo-sykes-picot_%28Dizionario-di-Storia%29/

[fonte 10]
Ventidue anni dopo la decisione dell’Organizzazione mondiale della Sanità, di togliere l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, l’Unione Europea sceglie il 17 maggio come giorno di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia.

[fonte 11 ]
L’attentato di Manchester del 22 maggio 2017 è stato un attacco suicida avvenuto alla Manchester Arena alle ore 22:31 locali, al termine del concerto della cantante statunitense Ariana Grande. L’esplosione provocò 23 morti (incluso l’attentatore) e 250 feriti.

[fonte 12]
https://www.ilsole24ore.com/art/minneapolis-continuano-disordini-la-morte-george-loyd-ADJ0Y7T

[fonte 13]
In via dei Georgofili a Firenze, un attentato dinamitardo di origine mafiosa provoca la morte di cinque persone. Una Fiat Fiorino imbottita di esplosivo viene fatta esplodere nei pressi della torre dei Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili. Anche gli Uffizi subiscono dei danni. L’attentato viene fatto risalire alla reazione dal parte del clan dei corleonesi di Totò Riina all’applicazione dell’articolo 41 bis che prevede carcere duro e isolamento per i mafiosi.
La sede dei Georgofili sarà ricostruita nel 1996.

http://www.raistoria.rai.it/articoli/firenze-attentato-in-via-dei-georgofili/13178/default.aspx

[fonte 14]
Strage di Peteano.
In un paesino in provincia di Gorizia una pattuglia composta da tre carabinieri cade vittima di un agguato terroristico e salta per aria con una bomba fatta esplodere presumibilmente da militanti di estrema destra appartenenti al gruppo “Ordine Nuovo”. La strage di Peteano si inserisce in quella che è stata poi chiamata la strategia della tensione. Quello stesso mese, il 7 maggio le elezioni politiche anticipate avevano consegnato nuovamente il paese nelle mani di Giulio Andreotti, mentre il 17 maggio veniva ucciso il commissario Calabresi.
La strage di Peteano – Storia – Rai Cultura

[fonte 15]
Segre e Cattaneo invitano prof sospesa al Senato

Le senatrici a vita denunciano la ‘ferita democratica’ dell’intervento della polizia

“Siamo preoccupate per la vicenda della sospensione di 15 giorni della insegnante di Palermo per ‘omessa vigilanza’ sul lavoro dei suoi giovani alunni che per la giornata della memoria, hanno fatto un raffronto tra le leggi razziali e la nuova disciplina in tema di diritto d’asilo introdotto dal cd. decreto sicurezza”. E’ quanto si legge in una dichiarazione congiunta delle senatrici a vita Liliana Segre e Elena Cattaneo.

“Sono, inoltre, del tutto incomprensibili -aggiungono la testimone della Shoah e la scienziata- le ragioni che, stando alle notizie di oggi, vedono gli organi di polizia entrare nella scuola per ‘ricostruire l’accaduto’. Alla ferita democratica inferta da una articolazione dello stato deputata all’ordine pubblico che entra in una scuola per interessarsi di un lavoro didattico frutto della libera elaborazione di alcuni studenti nell’ambito delle attività per il Giorno della Memoria vorremmo rispondere con l’invito che rivolgiamo alla Prof.ssa e ai suoi alunni presso il Senato per accoglierli nel cuore dell’istituzione repubblicana che sulla Costituzione e i suoi valori trova il suo fondamento”.

“Insieme -concludono- saremo felici di riflettere del valore della memoria e della sua attualizzazione che, pur nella semplificazione che può esservi stata, autonomamente e meritoriamente i ragazzi hanno fatto. Nei prossimi giorni provvederemo alla formalizzazione dell’invito alla Prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria affinché con i suoi alunni possa essere nostra graditissima ospite”.

1 Maggio 2022Permalink

7 aprile 2022 – Giancarla Codrignani fra l’ecumenismo velleitario e l’elogio di Erasmo da Rotterdam

QUALE BILANCIO DEL NOSTRO VELLEITARIO ECUMENISM?                          Aprile 2022
Giancarla Codrignani

Li chiamiamo “fratelli ortodossi” ma oggi, per colpa di una guerra, chi sono davvero per noi? Francesco conferma l’abbraccio ai “fratelli”, ma non può, anche se vorrebbe, ripetere la mediazione che fu possibile a Giovanni XXIII quando il mondo rabbrividì per il pericolo dell’istallazioni di missili balistici sovietici a Cuba, una provocazione piena di minacce per gli Usa di Kennedy e la Russia di Krusciov: era il 1962 e la logica delle sfide e relativo onore da salvare – che connota i maschi e anche i governi (oggi contagia anche la vicepresidente americana Pamela Harris)- imponeva la risposta armata, un’altra guerra “mondiale” vent’anni dopo la “seconda”.
A nulla erano valsi i tentativi e i Due Grandi – che non volevano arrivare all’amato ok corral anche nel Far West americano – trovarono non indecoroso cedere al Papa.
Oggi Francesco non può permetterselo. La chiesa ortodossa ha sofferto il dramma dello scisma del patriarcato di Kiev che nel 2019 si è proclamato “autocefalo” ottenendo la legittimazione del patriarcato di Alessandria e degli ortodossi greci, non dal patriarcato istituzionale di Costantinopoli.  L’azione anarchica e, soprattutto, nazionalista dell’ortodossia ucraina si è di fatto resa responsabile del distacco politico dal patriarcato di Mosca da cui dipendeva.
Una vertenza sull’autocefalia non fa ridere, tanto più in questo momento e nonostante il buon senso che vorrebbe le chiese disimpegnate dagli interessi dei governanti. In questi giorni non si tratta più, infatti, di questioni teologiche, ma di quel potere che non è solo giuridico e canonico, ma amministrativo e politico. Il patriarca di Mosca Kiril nega la legittimazione del patriarcato di Kiev nel momento in cui è chiara la sua opposizione alla Russia di Putin e allo stesso modo il dittatore post sovietico intende recuperare a gloria della Santa Madre Russia, l’impero russo zarista con la benedizione del patriarca di Mosca. Solo che la fraternità e la comunione se ne vanno senza Cristo dietro la guerra.

intanto anche noi siamo rimasti fuori dal cuore dell’ecumenismo. Bisogna che confessiamo di essere clericali: preghiamo, studiamo (pochi) teologia ecumenica, facciamo bellissimi convegni.
In realtà siamo sempre noi (cattolici) la maggioranza; inevitabile, ma anche poco sensibili alla solitudine ignara del mondo cattolico di base non coinvolto nella ricerca di una fraternità confessionale di reciproca libertà. In genere nelle parrocchie non si conosce neppure il significato dell’impegno: siamo prigionieri della tradizione “colta” di una pratica detta “ecumenica”, che, se vuol dire universale, sarebbe meglio tradurla. Ma, di fatto, mi sento – proprio per il mio interesse rimasto di nicchia oggi più di quando il Sae prese il volo con Maria Vingiani – in difficoltà: sono arrivati tanti ortodossi in questo mese di guerra, tutti accolti con emozione condivisa, per la libertà dell’Ucraina. Ma la maggioranza degli arrivati trova qui da noi i/le parenti che lavorano in Italia: molte badanti hanno potuto accogliere la madre o la sorella con i bambini per la generosità delle famiglie dove da anni curano un nostro anziano.

Ma non le abbiamo mai viste alle nostre riunioni.

Ai margini, per chi cerca di dare senso all’ecumenismo, c’era stato il caso di Bose.
La formula postconciliare della Comunità monastica di Enzo Bianchi si è modificata diventando “monastero”, una trasformazione chiaramente alternativa anche sul piano della spiritualità e delle tematiche di studio. La Comunità era nata mista, comprensiva di uomini e di donne, non era riservata a soli presbiteri (l’abate Enzo Bianchi non lo è) e nemmeno ai soli cattolici. Infatti nell’attività di ricerca privilegiava la relazione e lo studio dell’ortodossia. Ricordando questa “fratellanza” sempre aperta alla partecipazione, non si può non pensare all’importanza che poteva avere la relazione con i vari patriarcati nella tragedia della guerra attuale che ha sciaguratamente approfondito il solco tra Kiev e Mosca anche sul versante religioso cristiano. La chiesa di Mosca invece di accogliere l’unità di fede come sostegno comune nella situazione blasfema della guerra, ha scelto di accettare la sfida e seguire la tradizione conservatrice che vuole l’Occidente corrotto e immorale e il primato della madre Russia. Anche se Papa Francesco, dopo essere stato bloccato dalla tensione tra i patriarcati, riuscirà, senza interferire in casa altrui, a richiamare Kiril all’abbraccio cristiano con il papa cattolico romano, la guerra estrema farà pagare cari i suoi costi, tra cui la frustrazione di quando i conflitti entrano nelle chiese.

LA GUERRA 12  è passato un mese dall’inizio  Giancarla Codrignani

La storia che abbiamo alle spalle, ma anche la testimonianza della libertà di opinione:

Nel 1511 esce l’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam .

Non si usa più far miracoli: roba d’altri tempi. Insegnare ai fedeli è faticoso; interpretare le Sacre Scritture è lavoro da farsi a scuola; pregare è una perdita di tempo; spargere lacrime è misero e femmineo; vivere in povertà̀ è spregevole. Turpe la sconfitta e indegna di chi a mala pena ammette il re al bacio dei suoi piedi beati: infine, spiacevole la morte, e infamante la morte sulla croce.

Rimangono solo le armi e le “dolci  benedizioni” di cui parla san Paolo, e di cui fanno uso con tanta larghezza: interdetti, sospensioni, condanne aggravate, anatemi, esposizione di ritratti a titolo di vergogna, e quella tremenda folgore con cui, a un cenno del capo, mandano le anime dei mortali all’inferno e oltre. Di quella folgore, i santissimi padri in Cristo, e di Cristo vicari, si servono col massimo della violenza, soprattutto contro coloro che, per diabolico impulso, tentano di rimpicciolire e rosicchiare il patrimonio di Pietro. Benché́ le parole dell’Apostolo nel Vangelo siano: “Abbiamo abbandonato tutto e ti abbiamo seguito”, essi identificano il patrimonio di Pietro con i campi, le città, i tributi, i dazi, il potere. E mentre, accesi dall’amore di Cristo, combattono per queste cose col ferro e col fuoco, non senza grandissimo spargimento di sangue cristiano, credono di difendere apostolicamente la Chiesa, sposa di  Cristo, annientando da valorosi quelli che chiamano i nemici.

Come se la Chiesa avesse nemici peggiori dei pontefici empi; di Cristo non fanno parola: fosse per loro, svanirebbe nell’oblio; legiferando all’insegna dell’avidità, lo mettono in catene; con le loro interpretazioni forzate ne alterano l’insegnamento; coi loro turpi costumi lo uccidono.

Poiché́ la Chiesa cristiana è stata fondata, rafforzata e ingrandita col sangue, ora, come se Cristo fosse morto lasciando i fedeli senza una protezione conforme alla sua legge, governano con la spada, e, pur essendo la guerra una cosa tanto crudele da convenire alle belve più che agli uomini, tanto pazza che anche i poeti hanno immaginato fossero le Furie a scatenarla, così rovinosa da portare con sé la totale corruzione dei costumi, tanto ingiusta da offrire ai peggiori predoni la migliore occasione di affermarsi, tanto empia da non avere nulla in comune con Cristo, tuttavia, trascurando tutto il resto, fanno solo la guerra. Si possono vedere vecchi decrepiti che, inalberando un vigoroso spirito giovanile, non si sgomentano davanti alle spese, non cedono alle fatiche, non indietreggiano di un pollice se si trovano a mettere a soqquadro le leggi, la religione, la pace, l’intero genere umano. Né mancano colti adulatori, pronti a chiamare questa evidente follia zelo, pietà, fortezza, escogitando stratagemmi che permettono d’impugnare il ferro mortale e di immergerlo nelle viscere del fratello senza venir meno a quella suprema carità̀ che secondo il dettato di Cristo un cristiano deve al suo prossimo.

7 Aprile 2022Permalink

1 aprile 2022 – Calendario di aprile

.1 aprile 1939 –      Inizio della dittatura franchista in Spagna
.1 aprile 2015 –      Accordo Losanna su nucleare iraniano
.2 aprile 2005 –     Morte di papa Giovanni Paolo II.
.2 aprile 2018 –     Muore Winnie Mandela per 38 anni moglie di Nelson
………………………Mandela
.2  aprile 2022-     mese sacro del Ramadan_ anno islamico  1442  [fonte 1]
.4 aprile 1949 –     Fondazione della NATO – Washington [fonte 2]
.4 aprile 1968 –     Assassinio di Martin Luther King.
.5 aprile 1943 –      Arresto di Dietrich Bonhoeffer
.6 aprile 1941 –      Invasione del Regno di Jugoslavia
.6 aprile 1992 –      Inizio dell’assedio di Sarajevo
.6 aprile 2009 –     Terremoto de L’Aquila.
.7 aprile 2017 –       Attentato a Stoccolma..
.9 aprile 1945 –      Impiccagione di Dietrich Bonhoeffer a Flossemburg
11 aprile 1963 –     Giovanni XXIII promulga la Pacem in terris
11 aprile 1987 –       Muore Primo Levi
13 aprile 2016 –      Muore Pietro Pinna
14 aprile 2014 –      Rapimento di 200 studentesse nigeriane da parte di
………………………  ….Boko Haram.
15 aprile 1912 –       Affonda il Titanic
15 aprile 2019 –      Incendio Notre-Dame
15 aprile 2022 –     Primo giorno di Pesah anno ebraico 5782   [fonte 3]
16 aprile 1995 –      Pakistan: assassinio del sindacalista Iqbal Masih.
…………………………..Aveva 12 anni
16 aprile 2020  –   Luis Sepulveda muore di coronavirus
17 aprile 1961 –      Cuba. Fallisce lo sbarco di anticastristi nella Baia dei  Porci
18 aprile  1389_     Massacro degli ebrei di Praga
19 aprile 2003 –     Elezione di papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger)
20 aprile 570 –       Nascita del profeta Muhammad
20 aprile 1946 –     Morte di Ernesto Buonaiuti
20 aprile 2017 –     Attentato terroristico agli Champs Elysées
21 aprile 1967 –      Grecia – colpo di stato dei colonnelli
22 aprile 1616 –      Morte di Cervantes
23 aprile 1564 –     Anniversario della nascita e morte di Shakespeare
…………………….(1564 – 1616?)
23 aprile 2022 –     Ultimo  giorno di Pesach  anno ebraico 5782
24 aprile 1915-       Genocidio degli Armeni.
24 aprile 2021        Il presidente degli USA  riconosce il genocidio armeno
24 aprile 2013 –      Crollo fabbrica Rana Plaza, Bangladesh
24 aprile 2021 –      Morte di Milva
25 aprile – ………..   Festa della liberazione
25 aprile 1974. –     Portogallo: rivoluzione dei garofani
26 aprile 1986 –     Ucraina: scoppia il reattore nucleare di Chernobyl
27 aprile 1937 –     Morte di Antonio Gramsci
28 aprile 1969 –    Charles de Gaulle si dimette da presidente della Francia
28 aprile 2013 –    Governo Letta
28 aprile 2013 –    Attentato a palazzo Chigi
28 aprile 2017 –    Visita del papa in Egitto
28 aprile 2022 –    Yom HaShoah (יום השואה yom hash-sho’āh), o “Giornata del ricordo
dell’Olocausto”.                                                          [fonte 4]
29 aprile 1944 –    Rivolta del ghetto di Varsavia
29 aprile 2918 –    Elezioni regionali FVG – Elezioni comune Udine e altri
29 aprile 2018 –    Muore Filippo Gentiloni
30 aprile 1982 –    Cosa Nostra uccide Pio La Torre

[Fonte 1]  Ramadan 2022 (Italia). Anno islamico 1442_
Dalla sera di  sabato  2 aprile a lunedì  2 maggio
Calendario hijri  Il calendario islamico, chiamato anche calendario higiriano,
inizia nel 622 perché è la data dell’HIjra (esilio) del profeta Maometto
dalla Mecca a Medina.

[Fonte 2]  Fondazione Nato Sigla di North Atlantic treaty organization,
alleanza militare istituita con il trattato del 4 apr. 1949 ( Patto atlantico)
sotto l’egida statunitense e con l’adesione di altri 11 Stati occidentali,
ai quali se ne aggiunsero altri nel corso del tempo, fino a raggiungere
un totale di 28 Paesi membri (2009).

[Fonte 3]  Pèsach o Pesah (ebraico פסח),  detta anche erroneamente
Pasqua ebraica, è una festività ebraica che dura otto giorni
(sette nel solo Israele) e che ricorda la liberazione del popolo ebraico
dall’Egitto e il suo esodo verso la Terra Promessa.

[Fonte 4] Yom  HaShoah, o “Giornata del ricordo dell’Olocausto”,
ricorre il ventisettesimo giorno di Nissan, nel calendario ebraico.
Si tiene ogni anno in ricordo degli ebrei che furono uccisi durante l’Olocausto.
Questo è un giorno di “vacanza nazionale” in Israele

 

 

 

1 Aprile 2022Permalink

31 marzo 2022 – Sintetizzo alcune documentazioni che ho raccolto nel mio blog nei giorni precedenti e nel 2020

Per correttezza riporto i link anche alle pagine del mio blog, oltre che alle fonti.

30  marzo 2022  Da Il Mulino  12 marzo:
Le chiese in Ucraina e la sfida della pace ?                        di Adalberto Mainardi
https://www.rivistailmulino.it/a/le-chiese-in-ucraina-e-la-sfida-della-pace
https://diariealtro.it/?p=7895

Da Il Foglio  29 marzo 2022  Quella di Putin è la prima dichiarazione di guerra ufficiale all’omosessualità                di  Adriano  Sofri
https://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2022/03/29/news/quella-di-putin-e-la-prima-dichiarazione-di-guerra-ufficiale-all-omosessualita–3853885/
https://diariealtro.it/?p=7893

Avevo sfiorato l’argomento (in un contesto evidentemente diverso ) nel 2020 e riporto quanto scritto nel mio blog:

« 13 giugno 2020   Quanto i vescovi non dicono il vero
Provo a scrivere le mie sempre più sconsolate considerazioni in merito all’intreccio pericoloso e per me inaccettabile sulle motivazioni con cui i Vescovi italiani si oppongono alla proposta di legge
“ … contrasto dell’omofobia e della transfobia  nonché delle altre discriminazioni riferite all’identità sessuale” (C 107) .
I vescovi non attaccano frontalmente la proposta, la aggirano affermando –  che “non si riscontra alcun vuoto normativo o lacune – che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni»..
https://diariealtro.it/?p=7334

L’affermazione precedente non è vera:  la violenza omofobica è sempre presente e documentata  e il vuoto normativo c’è:  ci sono nati in Italia cui viene negato per legge il nome e l’identità riconosciuta.
E anche questa (a mio parere) è violenza.

Le “nuove disposizioni” che chiedo da anni (devo dire in un clima di sconsolante isolamento quale spetta a una vecchia pensionata)  riguardano l’abrogazione dell’art. 1 comma 22 lettera  G della legge 94/2009 (“Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”) . Tale norma , imponendo la presentazione del permesso di soggiorno per la registrazione dell’atto di nascita di un figlio  in Italia ,  può  ridurre  genitori non comunitari irregolari a uno stato di paura tale da  indurli a  non registrare  la nascita di un loro bambino per non scoprire la loro condizione.
Esiste una circolare che consente ciò che la legge nega  ma è ben chiaro che non si può chiedere ai migranti di destreggiarsi fra leggi e circolari. Inoltre la circolare che porta il n. 19/2009 (Ministero dell’interno) NON è in alcun  modo diffusa.
Mentre preciso che l’abrogazione di cui ho scritto non comporta onere di spesa ed è sostanzialmente  la ripresentazione  del testo della cd legge Turco Napolitano, segnalo che ho ottenuto dalla consapevole cortesia del direttore della   Caritas  Italiana una informazione importante che mi ha consentito di proporre in un mio pubblico intervento, trascritto anche nel sito equal uniud diritto antidiscriminatorio dell’Università di Udine lo scorso gennaio.

Copio:
« Il dr. Forti, questo il suo nome, ha scritto ribadendo l’iscrizione alla nascita come diritto costituzionalmente garantito ma testimoniando nel contempo il fatto che l’efficacia della circolare non è assoluta.
Leggo  e trascrivo: “Ad oggi purtroppo non tutte la anagrafi seguono pedissequamente la citata circolare che stabilisce: Per lo svolgimento delle attività riguardanti le dichiarazioni di nascita e di riconoscimento di filiazione (registro di nascita – dello stato civile) non devono essere esibiti documenti inerenti al soggiorno trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del minore, nell’interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto».

 

 

 

31 Marzo 2022Permalink

30 marzo 2022 – LE CHIESE IN UCRAINA E LA SFIDA DELLA PACE

LE CHIESE IN UCRAINA E LA SFIDA DELLA PACE

12 MARZO 2022           Le chiese in Ucraina si presentano all’appuntamento della storia tragicamente divise. Chi sono e come vedono se stessi i cristiani in Ucraina? Come le chiese hanno risposto al conflitto?
Che cosa è cambiato con la guerra?                                                         di Adalberto Mainardi

Il panorama religioso dell’Ucraina contemporanea vede oltre cinquanta religioni ufficialmente registrate. Chiesa maggioritaria è la Chiesa ortodossa ucraina, canonicamente parte del Patriarcato di Mosca, ma con uno statuto di ampia autonomia accordato nel concilio episcopale del 1990 e confermato dal concilio locale della Chiesa ortodossa russa del 2009 (lo stesso che elesse l’attuale patriarca Kirill). Capo della Chiesa ortodossa ucraina è il metropolita di Kiev, consacrato dal patriarca di Mosca ma eletto dall’episcopato ucraino (l’attuale metropolita Onufrij Berezovskii è stato eletto nel 2014).

Nel 1992 si era però formata la Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Kiev, con un seguito di alcuni milioni di fedeli, non riconosciuta dalle altre chiese ortodosse. Inoltre nel 1990, dopo l’incontro con Giovanni Paolo II, Gorbačev legalizzò la Chiesa greco-cattolica ucraina, che poté uscire dalla clandestinità cui era stata costretta da Stalin nel 1946. La convivenza delle tre comunità negli anni Novanta fu caratterizzata da tensioni ed episodi di violenza, che si riverberarono sullo stesso dialogo teologico cattolico-ortodosso, con una lunga battuta d’arresto fino al 2006.

Ma è l’autocefalia della Chiesa ucraina il nodo attorno a cui si stringono i problemi dell’ortodossia contemporanea. Nel 2016 il concilio panortodosso di Creta non riusciva ad affrontare il problema di quale Chiesa avesse il diritto di concedere a un’altra l’autocefalia (cioè la piena indipendenza):
il patriarca ecumenico di Costantinopoli? O la Chiesa madre? O l’insieme delle Chiese ortodosse? Per motivi diversi, quattro Chiese ortodosse disertarono l’assise di Creta: Mosca, Antiochia, la Chiesa ortodossa bulgara e la Chiesa di Georgia. A livello panortodosso, il problema canonico della concessione dell’autocefalia rimase irrisolto e lo scisma della Chiesa ucraina drammaticamente aperto.

Dopo l’annessione russa della Crimea e la destabilizzazione del Donbass nel 2014, la spinta politica a creare una Chiesa ucraina autocefala «canonica» crebbe considerevolmente. La metropolia di Kiev, culla storica della Chiesa ortodossa russa, dipendeva canonicamente dal patriarca di Costantinopoli fino alla fine del XVII secolo, quando la situazione politica ne provocò il passaggio al patriarcato di Mosca (eretto nel 1589). Nel 2018, il patriarca ecumenico Bartolomeo ritenne di revocare il tomos patriarcale del 1686 che concedeva al patriarca di Mosca il privilegio di consacrare il metropolita di Kiev. I fedeli fino ad allora ritenuti scismatici della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Kiev e della minoritaria Chiesa ortodossa autocefala ucraina furono accolti nella comunione con Costantinopoli e in un concilio, alla presenza di due esarchi nominati dal patriarca ecumenico, costituirono la Chiesa ortodossa d’Ucraina (15 dicembre 2018).

A questa Chiesa, nel gennaio 2019, Bartolomeo concesse l’autocefalia. L’evento fu salutato dall’allora presidente ucraino Petro Poroshenko, che l’aveva fortemente voluto, come un nuovo «battesimo della Rus’», e la nascita di «una Chiesa senza Putin, ma una Chiesa con Dio e con l’Ucraina». Il Patriarcato di Mosca reagì rompendo la comunione eucaristica con Costantinopoli  e con le Chiese che successivamente riconobbero la Chiesa ortodossa d’Ucraina (la Chiesa greca, il Patriarcato di Alessandria e la Chiesa di Cipro).

La Chiesa ortodossa ucraina, rimasta fedele a Mosca, fu oggetto di attacchi e discriminazioni. Un progetto di legge imponeva di rinominarla «Chiesa ortodossa russa in Ucraina» (una disposizione che avrebbe potuto privarla dell’antichissimo monastero delle Grotte di Kiev). Il capo delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Ilarion Alfeev, nell’aprile 2021 protestò energicamente: «Il centro di questa Chiesa non è Mosca, ma Kiev: è una Chiesa indipendente, elegge i propri vescovi e il proprio primate. Non è una Chiesa di russi, ma di ucraini».

La guerra di Putin ha agito come detonatore in una situazione ecclesiale attraversata da tensioni irrisolte.  Le reazioni delle Chiese le hanno rese manifeste

Non sorprendono i toni del primate della Chiesa ortodossa d’Ucraina, metropolita Epifanij («un cinico attacco […] nostro comune compito è respingere il nemico, difendere la patria, il nostro futuro dalla tirannia dell’aggressore»), o dell’Arcivescovo maggiore della Chiesa greco cattolica ucraina, Svjatoslav Sevchuk («il nemico fraudolento ha invaso il suolo ucraino, portando con sé morte e devastazione […] è sacro dovere di ciascuno difendere la patria […] La vittoria dell’Ucraina sarà la vittoria della potenza di Dio sulla bassezza e l’insolenza dell’uomo»).

Ma se Putin, che ancora il 21 febbraio definiva la Chiesa ortodossa ucraina «perseguitata» dal regime di Kiev, si aspettava da essa un appoggio, si sbagliava. In un appassionato appello «al presidente della Russia» nel giorno dell’invasione, il metropolita Onufrij chiede di «fermare immediatamente la guerra fratricida […] Una guerra simile non ha giustificazione né per Dio né per l’uomo». Se individua la responsabilità del presidente russo, il messaggio di Onufrij non cede alla tentazione di invocare da Dio la vittoria sul nemico. Non c’è un nemico da distruggere, ma un fratello che non abbiamo il diritto di uccidere.

Le parole di Onufrij hanno reso più imbarazzante il silenzio del patriarca Kirill, che solo la sera del 24 febbraio si rivolge ai «fedeli figli della Chiesa ortodossa russa» senza parlare di guerra («questi eventi», «sventura») ed esortando «tutte le parti in conflitto a fare il possibile per evitare vittime civili». La cautela di Kirill, del resto, è condivisa. L’Unione dei battisti russi nel suo appello per la pace sostituisce la parola «guerra» con l’espressione «situazione complicata ai confini con l’Ucraina».

La dichiarazione del patriarca è parsa insufficiente al suo stesso clero, se oltre 250 preti e monaci hanno sottoscritto un appello in cui chiedono «la cessazione della guerra fratricida in Ucraina»,
di non perseguire per legge chi manifesta per la pace, «perché questo è il comandamento divino: “Beati gli operatori di pace”». Il 28 febbraio il sinodo della Chiesa ortodossa ucraina domanda con insistenza al patriarca di Mosca di «dire la sua parola di primate sulla cessazione del versamento fratricida di sangue in Ucraina». Il 2 marzo il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese di Ginevra, Ioan Sauca, ortodosso romeno, chiede ufficialmente a Kirill «di mediare perché la guerra possa essere fermata», e di «far sentire la sua voce per i fratelli e le sorelle che soffrono».

Nell’omelia della Domenica del perdono (6 marzo), che precede l’inizio della Quaresima, il patriarca Kirill sembra rispondere a queste sollecitazioni. Parla del «deterioramento della situazione nel Donbass» e individua come ragione dell’ostilità verso la Repubblica separatista il suo intransigente rifiuto al gay pride, biglietto di ingresso nel felice mondo del consumismo e dell’apparente «libertà» (un’eco del discorso di Ivan Karamazov contro la teodicea della modernità?). La guerra in corso, sembra dire il patriarca, è una lotta escatologica tra il bene e il male, ne va «della salvezza umana, di dove l’umanità si colloca», tra i sommersi o i salvati, «alla destra o alla sinistra di Dio Salvatore, che viene nel mondo come Giudice e Datore della ricompensa». Non tutti se ne rendono conto, prosegue. Bisogna chiamare peccato ciò che è peccato. L’omosessualità è un peccato. Negarlo è defraudare Dio del suo ruolo di giudice.
Da otto anni, nel silenzio dell’Occidente, è in corso un genocidio nel Donbass (una guerra dimenticata che ha già fatto 19.000 vittime). La sofferenza degli abitanti del Donbass è la sofferenza dei martiri. Si tratta di «una lotta che non ha un significato fisico ma metafisico».

L’omelia del patriarca ha lasciato stupefatti molti commentatori. Certo, mentre chiede di pregare per il popolo ortodosso del Donbass, Kirill dimentica che in Ucraina c’è un altro popolo ortodosso che è il suo stesso gregge; quando ricorda che perdonare è cessare di odiare il nemico, non si accorge che sta costruendo un nemico «esterno» (l’Occidente corrotto) addossandogli la responsabilità «più pesante», cioè di allargare «l’abisso tra i fratelli, colmandolo di odio, malizia e morte» (la guerra tra Russia e Ucraina), e sta assolvendo il presidente russo.

Ma la sua parola non deve stupire. Non è, banalmente, la degradazione dell’ideale evangelico a poltiglia ideologica. È il coerente sviluppo dell’idea del «mondo russo» (Russkij mir), costruita all’inizio degli anni Duemila. Un’idea di civiltà e insieme un’impresa politica, che tiene insieme eredità culturale e valori religiosi, principi etici tradizionali e capacità performativa post-secolare, una versione 2.0 della «Idea russa» combinata con l’ideale romantico della «Santa Rus’», di cui sarebbero portatori i popoli usciti dal battesimo nel Dniepr, russi, ucraini, bielorussi, come un’unica civiltà con una specifica missione: testimoniare un’alternativa valoriale allo smarrimento etico dell’Occidente, che dietro l’ipocrita difesa dei diritti umani nasconde l’idolo unico del profitto. Non è casuale la consonanza con la persuasione putiniana che russi e ucraini (e bielorussi) siano un unico popolo, fratelli che non possono e non devono abitare in case straniere. Il patriarca del resto ha salutato con favore gli emendamenti alla Costituzione russa del 2020, che introducono la menzione di Dio (art. 67,1 comma 2), la difesa del matrimonio come unione tra uomo e donna (72, comma 1), la promozione dei valori tradizionali della famiglia (114, comma 1).

Il conflitto ucraino sta brutalmente mostrando che il «mondo russo» non è più armonico del mondo occidentale. L’unità religiosa non è rafforzata dalle bombe ma polverizzata. Numerose parrocchie e vescovi della Chiesa ortodossa ucraina hanno cessato di menzionare il nome del patriarca nell’anafora eucaristica. Il solco scavato dalla guerra tra il patriarca di Mosca e la Chiesa ortodossa ucraina sta però anche segnalando che le ragioni della divisione tra le Chiese in Ucraina non sono così profonde. Non toccano l’essenza della fede. Forse la tragedia della guerra può aiutare le Chiese a comprendere che il Vangelo chiede un parlare chiaro: sì, sì, no, no. Chiede di chiamare la guerra «guerra», il peccato «peccato». Di dire che la divisione è un peccato, che la guerra è un peccato. Che solo l’amore salva. Che l’invocazione della pace deve radicarsi nella verità e nella giustizia, nella promozione della libertà e della vita dell’altro.

https://www.rivistailmulino.it/a/le-chiese-in-ucraina-e-la-sfida-della-pace

30 Marzo 2022Permalink