Giorni fa avevo trovato questo articolo che giudico molto interessante e riporto tradotto.
Se qualcuno trovasse errori o avesse suggerimenti per il miglioramento della traduzione, me li segnali. Grazie.
Al testo dell’articolo premetto un link per raggiungere un filmato di RaiNews24. Riguarda la battaglia dei ponti a Nassiriya dell’agosto 2004. meritano di essere collegati.
http://www.youtube.com/watch?v=QEsu5Jje6g4
Alla fine un articolo di Alex Zanotelli
Dal Courier International 3 gennaio DRONI – Un ex ‘pilota’ americano racconta.
http://www.courrierinternational.com/article/2013/01/03/un-ancien-pilote-americain-raconte
Brandon Bryant era pilota in un’unità speciale dell’aeronautica americana. Dallo stato del Nuovo Messico uccise decine di persone fino al giorno in cui disse ‘basta’.
Per più di cinque anni Brandon Bryant aveva lavorato in un container grande quanto una roulotte, senza finestre, alla temperatura costante di 17o C, la cui porta era bloccata per misura di sicurezza. Davanti agli occhi di Brandon e dei suoi colleghi lampeggiavano quattordici schermi. Sotto le dita avevano quattro tastiere. Era sufficiente che Brando premesse un tasto a Nuovo Messico perché un uomo morisse dall’altra parte del pianeta.
Dentro il container ronzavano computer. Era il cervello di un drone. Nell’aeronautica americana questa postazione si chiama cabina di pilotaggio.
La sola differenza è che i piloti del container non volano, si accontentano di pilotare.
Brandon era uno di loro. Si ricorda perfettamente degli otto che tracciava il predator nel cielo afgano. a più di 10.00 kilometri da dove si trovava.
Nel visore del drone una casa bassa con un ovile per le capre identifica un obiettivo.
Quando arriva l’ordine di fare fuoco, Brandon preme un tasto con la sinistra, ‘aggancia’ il tetto al laser e il pilota seduto accanto a lui aggiusta il tiro con l’aiuto di un segnale elettrico. Il drone lancia un missile di tipo Hellfire. A questo punto mancano sedici secondi all’impatto. «Secondi che scorrono al rallentatore» ricorda oggi Brandon. Le immagini, registrate da una camera a infrarossi, orientata verso il suolo, sono trasmesse dal satellite e appaiono su un monitor con uno sfasamento da dieci a cinque secondi.
Passano più di sette secondi, non si vede ombra di essere umano: A questo punto Brandon avrebbe ancora potuto dirottare il missile. Tre secondi. Brandon scruta ogni minimo pixel sullo schermo. Improvvisamente un bambino che corre verso l’angolo della casa. Al momento dell’impatto il mondo virtuale di Brandon e il mondo reale di un villaggio situato fra Baghlan e Mazar e Charif si incontrano.
Brandon vede una luce sullo schermo … l’esplosione. Pareti dell’edificio crollano. Il bambino scompare. Brandon ha un nodo allo stomaco.
«Abbiamo ucciso il ragazzino ?» domanda al collega seduto al suo fianco. «Credo fosse un ragazzino» gli risponde il pilota.
«Era un ragazzino?» continuano a interrogarsi sulla finestra dei messaggi istantanei che compare sullo schermo.
E’ allora che interviene qualcuno che loro non conoscono, qualcuno che si trova da qualche parte a un posto di comando dell’esercito e che ha seguito il loro attacco: «No, era un cane»
Loro riguardano una seconda volta la registrazione.
Un cane a due gambe? Quel giorno quando Brandon Bryant esce dal suo computer il cuore dell’America profonda si sciorina davanti a lui : l’erba fitta della steppa a perdita d’occhio, i campi, l’odore del letame.
A intervalli di qualche secondo la rotazione del radar della base di Cannon (Nuovo Messico) dell’aeronautica degli Stati Uniti getta un lampo nel crepuscolo. E’ in corso una guerra.
La guerra moderna è invisibile, la distanza ne diminuisce la gravità. E’ una guerra larvata, controllata, e teleguidata da piccole unità altamente tecnologiche disseminate in differenti punti del globo. Si vuole che la nuova guerra sia più precisa dell’antica. Per questo molti la dicono più umana’. E’ la guerra di un intellettuale : più di ogni altro prima di lui Barack Obama l’ha incoraggiata.
Da Alex Zanotelli UN NATALE ‘ARMATO’
Il 10 dicembre eravamo a Roma davanti al Parlamento per protestare contro la Riforma delle Forze Armate voluta dal Ministro della Difesa, l’ammiraglio Di Paola. I rappresentanti dei movimenti per la pace erano stretti attorno a una gigantesca bandiera della pace che occupava la larghezza dell’anti-piazza davanti al Parlamento. Eravamo lì per chiedere ai Parlamentari di non votare la Riforma delle Forze Armate. Tutto inutile! Quel pomeriggio il Parlamento ha definitivamente approvato il disegno di legge delega. La Destra ha votato compatta a favore, nonostante avesse appena sfiduciato il governo. Il PD, nonostante alcune voci contrarie, ha pure votato a favore. Unico partito contrario: IDV. Un amaro regalo di Natale questo che il governo Monti ci lascia prima di dimettersi. Un regalo alla casta dei militari, alla lobby dei mercanti di morte. La riforma infatti ci costerà nei prossimi dieci anni, l’astronomica cifra di 230 miliardi di euro!
La Legge autorizza le Forze Armate a riorganizzarsi in proprio in dodici mesi con una delega, per ora in bianco. Inoltre questa Legge prevede un taglio di 43 mila addetti sia militari come civili nei prossimi dieci anni.
La cosa però che sorprende è che i soldi risparmiati rimangono al Ministero della Difesa per l‘ammodernamento’ dell’esercito. Mentre per la Spending Rewiew di Monti, i soldi risparmiati avrebbero dovuto rientrare nel Bilancio dello Stato. Ed invece saranno usati per comperare i nuovi sistemi d’arma.
In poche parole il Ministro della Difesa avrà un miliardo di euro in più all’anno da spendere in nuove armi! Inoltre la nuova legge prevede che gli enti locali dovranno rimborsare il Ministero della Difesa per gli interventi di soccorso e prima emergenza come terremoti e alluvioni.
Tutto questo avviene mentre la crisi economica lascia senza lavoro centinaia di migliaia di lavoratori e non ci sono soldi per il welfare, per la sanità, per la scuola, per il terzo settore.
Assistiamo attoniti al tradimento del governo Monti e dei partiti.
E mentre è passata in tutta fretta la Riforma della Difesa (se ne parlava da vent’anni!), non si è fatto nulla per la Riforma della Cooperazione, che è l’altra faccia della medaglia! E questo nonostante che ci sia un ministro cattolico, A. Riccardi, alla Cooperazione Internazionale. (E’ da vent’anni che girano in Parlamento proposte di riforma della Cooperazione internazionale che è ormai ridotta ai minimi termini!). Nel 2000 l’Italia aveva promesso all’ONU che avrebbe versato lo 0,7% del suo PIL per sconfiggere la povertà. L ’Italia, all’ultimo posto nella graduatoria, ha disonorato in questi dodici anni gli impegni presi arrivando allo 0,2% del PIL mentre spende il 2% del PIL in armi.
Siamo giunti così alla follia di spendere, lo scorso anno, 26 miliardi di euro (dati SIPRI) a cui bisogna aggiungere 15 miliardi di euro per gli F-35. Si tratta di 41 miliardi di euro: una vera e propria manovra! Nessun taglio alle armi, anzi la Difesa avrà un miliardo in più da spendere nell’acquisto di sofisticati strumenti di morte. Mentre il governo Monti ha tagliato fondi alla scuola, alla sanità, al terzo settore.
Mi amareggia il silenzio della Conferenza Episcopale Italiana. Altro che ‘pace in terra agli uomini di buona volontà’ che è il cuore del messaggio natalizio.
Il nostro paese sceglie ancora una volta la via della morte invece della vita.
E’ un Natale amaro, un Natale ‘armato’. Alex Zanotelli
Info Molto utile. Spero di vedere presto altri post!
Articolo interessante e colgo l’occasione per complimentarmi per questo sito! veramente ben fatto e con tanti articoli utili!