13 febbraio 2013 – Il centenario della nascita di Giuseppe Dossetti

GIUSEPPE DOSSETTI     7. febbraio . 2013    su REPUBBLICA, ediz. Emilia/Romagna

Giancarla Codrignani

Il 13 febbraio Giuseppe Dossetti compirebbe cento anni. Non è una ricorrenza formale: è stato un uomo davvero “memorabile”, che va ricordato (forse rimpianto) a prescindere dalla retorica delle celebrazioni. La Fondazione per le Scienze Religiose della nostra città ha – tra le altre istituzioni cattoliche e laiche – organizzato la giusta serie di commemorazioni che l’importanza del personaggio comporta e che avrà il suo momento più alto nel ricordo del “Dossetti Costituente” alla Camera dei Deputati martedì prossimo, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Vale davvero la pena di fare memoria di un uomo che ha dato testimonianza di sé nella fede religiosa e nella complementare (e coerente) laicità: ovviamente, è risultato scomodo sia ai politici democristiani che non ne comprendevano la radicalità, sia alle componenti del clero ancora convinte di vivere nel regime di una cristianità per sempre immobile. Per la generazione più giovane – che è già molto se ne conosce il nome – va ricordato questo personaggio apparentemente enigmatico che da democristiano votò contro il Patto Atlantico (in tempi in cui il “compromesso storico” era del tutto impensabile); che fu candidato sindaco contro un altro Giuseppe, il Dozza comunista di fama internazionale per il suo buon governo democratico (il Centro studi del Mulino verificò che perfino i conservatori votarono contro il programma dossettiano poco indulgente, diremmo noi, alle detassazioni); che si fece prete e accompagnò al Concilio il cardinal Lercaro (scrivendo per lui un celebre intervento sulla povertà – anche della Chiesa – che è la parte incompiuta del Vaticano II); che si fece monaco e portò i suoi seguaci in Palestina (da uomo di pace, ma sempre nella scelta dei più poveri) a studiare quella Scrittura che era stata il costante alimento della sua cultura; che tornò a prendere posizione politica in una sorta di sequela dei profeti biblici a difesa di quella Costituzione che aveva segnato, dopo la Resistenza, la partecipazione alla politica di un cristiano davvero “impegnato”. Era il maggio del 1994, quando si manifestavano i “propositi di modificazione frettolosa e inconsulta… dei presupposti supremi in nessun modo modificabili” della nostra Carta fondamentale ed erano ormai evidenti i rischi per la stessa democrazia ad opera di “una figura di grande seduttore”: don Dossetti evocò allora, nel commemorare a Milano un altro grande personaggio cattolico, Giuseppe Lazzati, il profeta Isaia (21, 11): “Sentinella, quanto resta della notte?”.

Evidentemente non siamo ancora usciti dalla notte. Evidentemente non siamo stati abbastanza vigilanti. Il “seduttore” ha usato le sue arti e suscita nuova preoccupazione nel mondo per le sorti di quell’Italia i cui cittadini non sono ancora così attenti ai loro diritti di cittadinanza da capire che chi vuole rimborsare l’Imu non riparerà più le strade, non pagherà i trasporti pubblici, chiuderà gli asili dei bimbi, compiti dei Comuni senza più risorse. Evidentemente Isaia continua a ricordarci che viene il mattino e poi anche la notte e per questo occorre discernere e convertirsi (che per il profeta dell’ottavo secolo a.C. significava predisporre pane per i profughi dalla guerra): difficile mentre ancora circolano in mezzo a noi e ci corrompono i “mariuoli”, gli intoccabili, i mafiosi, gli eletti passati in giudicato.

Non possiamo sapere se Dossetti, qualora avesse avuto la sorte del suo confratello di fede Arturo Paoli da poco centenario e tuttora sempre “vigilante”, avrebbe disperato della nostra pervicacia nel degradarci e si sarebbe ritirato nel deserto. Ma la voce valida per noi resta quella pronunciata nei suoi discorsi, che sono da rileggere da parte di una Chiesa che deve pensare di più al suo messaggio fondativo, rileggendo a misura del nostro tempo il vangelo, e da parte di una società che deve dare prova di credere in Dio, se ha fede, ma – che creda oppure no – sappia testimoniare la sua fede nell’umanità.

Ringrazio l’amica Giancarla che mi ha inviato questo suo articolo, raggiungibile anche da qui.

13 Febbraio 2013Permalink