3 marzo 2012 – Una confessione insufficiente.

Due giorni fa, appena saputo della confessione del sen. De Gregorio,  ho scritto una breve nota  – come premessa al calendario che pubblico ogni mese.
Poi ho ritenuto opportuno rielaborarla un po’ e l’ho inviata al sito Il dialogo che l’ha pubblicata.
Perciò la ripropongo (sostituendo la precedente) nella forma aggiornata, insieme all’indirizzo de Il dialogo * e del vecchio articolo di Repubblica che narra la vicenda del 2006 **.
La invierò ad alcune amiche (senza trascurare gli amici). So che il mio blog è poco letto e desidero che il ricordo del torto fatto alla senatrice Menapace si diffonda.

Il sen. Sergio De Gregorio ha confessato di aver ricevuto nel 2006 dall’on. Berlusconi tre milioni di euro per far cadere il governo Prodi, passando dall’Italia dei Valori al partito di Berlusconi che allora si chiamava ancora Casa delle Libertà.
De Gregorio aveva fondato nel 2000 l’associazione Italiani nel mondo che, trasformata in un movimento politico, raggiunse un accordo con l’Italia dei Valori per le elezioni politiche del 2006. quando il De Gregorio divenne direttore editoriale di Italia dei valori, allora organo ufficiale del partito di Antonio Di Pietro. Nello stesso anno fu eletto senatore nella circoscrizione della Campania, avendo già alle sue spalle una turbinosa carriera politica.
Ma, tornando all’atto di compravendita, è chiaro che una merce per essere acquistata deve garantire affidabilità e qualità e la prima prova di interessante possibilità d’acquisto il senatore la diede nel 2006.
Era appena nato il governo Prodi (maggio 2006) e dovevano essere eletti, dopo i presidenti di camera e senato, i presidenti delle commissioni che, secondo prassi, sono distribuiti fra i partiti in campo ad assicurare una corresponsabilità (che è anche fonte di trasparenza) nella conduzione dell’attività parlamentare che precede l’aula.
Per gli accordi intercorsi sarebbe dovuta essere Presidente della Commissione difesa la senatrice Lidia Menapace, rappresentante del Partito della Rifondazione Comunista, una signora con un passato politico e professionale di tutto rispetto.
Proprio il De Gregorio, con una manovra tanto scorretta quanto abile, le sottrasse la Presidenza, dimostrandosi così oggetto sicuro di futuro acquisto.
Occorre però precisare che – a memoria di chi scrive – la senatrice Menapace non fu adeguatamente sostenuta né dal suo partito, né dalle forze di maggioranza, né dai movimenti delle donne che pur si battevano per le donne in politica ai livelli decisionali, né dall’associazionismo pacifista.
Evidentemente tutti costoro non avevano saputo leggere il significato di un gesto che, riguardando una donna, probabilmente giudicarono non degno di attenzione.
La senatrice continuò ad esercitare con intelligente dignità il suo ruolo di componente la commissione, ormai presieduta dal De Gregorio, fino al mese di maggio del 2008 quando il governo Prodi cadde. E oggi sappiamo come e perché.

* http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/lettere/indice_1362248311.htm

** http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/politica/nuovo-governo-cinque/menapace/menapace.html

3 Marzo 2013Permalink