14 agosto 2013 – Dalla nota facebook di Serena Pellegrino, deputata 2

Il mio commento

Ormai da anni scrivo nel mio blog, e poi su facebook, che per la questione immigrati in generale – e non solo per quella punta dell’iceberg che è il CIE – occorre un impegno di tutti i livelli istituzionali, non solo e non tanto per dire – o peggio strillare a proprio onore e gloria di protagonisti della protesta – qualche cosa di ciò che non va.

Ora ce lo dice una parlamentare che si è trovata ‘dentro’ e soprattutto ‘con’.

Altri che esercitano con responsabilità ed onore attività assistenziali si trovano ‘con’, ma non sanno (o non vogliono) affrontare i problemi dei diritti degli stranieri a livello normativo. Sembra siano timorosi di affrontare i livelli istituzionali di responsabilità che devono essere esercitate e per essere esercitate devono essere pubblicamente stimolate in forma responsabile.

All’intervento consapevole e responsabile di Serena Pellegrino si è unita -da Roma- la voce del sen. Manconi, presidente della Commissione per i diritti umani del Senato. E’ un legame di continuità e coerenza importante che merita consenso e attenzione.

Una sola nota cui ci tengo moltissimo: Serena Pellegrino chiede al governo e alla maggioranza parlamentare di cancellare la Bossi Fin e il reato di clandestinità (certamente un nodo fondamentale della questione).
Per favore Serena non dimenticare il successivo ‘pacchetto sicurezza’ (94/2009) che aggiunge altre abiezioni arrivando a scatenare il disprezzo per i padri ostentato – e condiviso da molti – sui figli neonati e negando loro il certificato di nascita. Oggi quei neonati non hanno voce per esprimere una protesta che altri possa ascoltare – e magari strumentalizzare – ma i loro diritti sono stati radicalmente calpestati.

Non dimentichiamoli e … grazie  all’on. Serena e al sen. Luigi Manconi. Continuate così.

Ora vedremo che ne seguirà .

Serena Pellegrino –  …Oggi è l’Altro giorno e voi, “papaveri”, dove siete stati…

 Dopo aver lasciato, ieri sera, il CIE con l’accordo del dirigente della Questura che gli “ospiti” avrebbero potuto rimanere fuori nelle “vasche” c’è stato da parte loro un sospiro di sollievo. Prima di andare via gli ho detto che la nostra fiducia nei loro confronti era totale.

 Un gruppo, il più nutrito, motivato e attento voleva discutere delle regole, alcuni mi chiedevano di poter intervenire su loro situazioni personali, altri ancora erano in disparte.

 Un paio, i sedicenti siriani, mi chiamano in parte per perorare la loro causa. A tutti dico che il mio compito è quello di promuovere il benessere di tutti all’interno della struttura e che chiedo loro solo di essere rispettosi del luogo, di non rompere più nulla, perché, con il denaro che necessita per riparare i danni, potrebbero avere altri benefici, come ad esempio le macchinette per il caffè all’interno delle loro stanze.

 Gli faccio mille raccomandazioni, mi sembrava di rivolgermi a dei figli. Ho fatto anche l’esempio di loro come padri nei confronti dei loro figli. La sensazione che queste persone non conoscano più un gesto d’attenzione e d’ “amore” da tempo illimitato è grande.

 Fiduciosa, anche se preoccupata, li ho lasciati.

 Questa mattina vengo raggiunta da una telefonata e vengo a sapere che due degli “ospiti” sono stati ricoverati a seguito di una caduta. Chiamo immediatamente il Prefetto che mi conferma che purtroppo la notizia è vera e che uno dei due versa in gravissime condizioni: è caduto mentre cercava di saltare dal tetto mancando la presa successiva, precipitando così a terra con la testa e che ora si trovava all’ospedale di Cattinara a Trieste sotto operazione chirurgica, mentre il secondo, dopo aver cercato di realizzare una cosiddetta fune tibetana, è scivolato riportando delle contusioni alle gambe.

 Quest’ultimo, nulla di grave.

 Mi comunica che proprio quello più grave era lì da pochi giorni, che aveva già ricevuto i documenti ed era prossimo al rientro nella sua patria. Ed è quindi proprio questo uno dei più gravi motivi per cui queste persone rischiano la fuga, perché nella loro terra non vogliono tornare: non hanno nulla da perdere!

 Che responsabilità enorme pesa sulla testa di noi occidentali che, dopo aver depredato le loro terre, li abbiamo introdotti nei nostri paesi a fare i mestieri meno appetibili e ora, dal momento che non ne abbiamo più bisogno li “rottamiamo”, parola molto di moda ultimamente…

 Per fortuna quanto accaduto nella notte non inficia il fatto che il Prefetto mantenesse la sua motivazione a procedere con il ripristino delle misure concordate assieme.

 Chiamo Galadriel Ravelli e Matteo Negrari e li avviso dell’accaduto.

 Ci facciamo numerose telefonate e concordiamo assieme che non sia il caso di tornare al CIE per non allertare gli “ospiti” che molto probabilmente non erano al corrente di come stesse il loro “compagno”.

 Mi arrabbio davvero perché dopo aver trascorso ore e ore all’interno della struttura proprio perché la mia preoccupazione più grande era quella che potesse succedere un incidente dal tetto, accade esattamente così.

 Mi tengo costantemente aggiornata, anche perché l’assessore regionale Torrenti annuncia il suo incontro con il Prefetto.

 Il mio timore è che il lavoro di mediazione di questi giorni potesse essere vanificato da questo incidente e che il Prefetto, nell’ottica dell’emergenza, tornasse sui suoi passi, facendo pagare a tutti l’errore di un singolo.

 A dire la verità il Prefetto non solo non revoca il provvedimento, sebbene il giorno prima abbia dimostrato di essere intransigente sulla questione, ma addirittura premia i suoi ospiti, redigendolo oggi stesso.

 Mi stupisco ma, ovviamente, mi rallegro per la buona tenuta dell’accordo.

 Nel frattempo mi giungono telefonate che mi dicono che i due “ospiti” non erano particolarmente in sé quando li vedono scappare, e qualcuno azzarda qualche ipotesi.

 Prendo queste informazioni con le molle. Tutto dovrà essere verificato dalle autorità preposte.

 Mi assicuro che i familiari siano stati informati e mi viene garantito che l’ambasciata è stata messa al corrente dei fatti.

 Nel corso della giornata vengo raggiunta telefonicamente dal sen. Luigi Manconi, presidente della commissione Affari per i diritti umani e mi chiede di riferirgli quanto accaduto nel dettaglio e di tenerlo aggiornato sugli sviluppi. Mi comunica che, oltre al suo immediato interessamento, è prevista la visita della commissione al CIE proprio il prossimo 9 settembre. 

 La cosa più strana? dopo aver trascorso tre lunghissimi giorni e notti a stretto contatto con la struttura e i suoi ospiti, dopo aver denunciato a tutti gli organi di stampa quanto stesse accadendo, nessuna delle autorità locali si è preoccupato di fare una chiamata fino ad oggi; solo qualcuno ieri ha dichiarato: “vediamo gli sviluppi…”.

 Ecco gli sviluppi.

 Capisco che siamo in agosto, capisco che le istituzioni sono chiuse…ma i diritti dell’umanità non possono certo andare in ferie, mai.

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 CIE GRADISCA, 13 agosto 2013

 SITUAZIONE NUOVAMENTE GRAVISSIMA: DUE IMMIGRATI FERITI, UNO E’ MOLTO GRAVE

 SERENA PELLEGRINO RIFERISCE AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PER LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI SEN.MANCONI

 La situazione al CIE di Gradisca d’Isonzo ha improvvisamente e nuovamente fatto scattare allarme e tensione: la notte scorsa due persone, presumibilmente in un tentativo di fuga, sono rimaste ferite, una molto gravemente, e sono ricoverate all’ospedale di Cattinara di Trieste e all’ospedale civile di Gorizia.

 ” Il ministero dell’interno intervenga immediatamente prima che succeda una nuova tragedia”: lo afferma la deputata di Sel Serena Pellegrino che da giorni segue la vicenda del CIE di Gradisca d’Isonzo. Pellegrino è stata in queste ore chiamata dal sen.Luigi Mancone, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, per un aggiornamento sulla situazione.

 ” È ora – continua la deputata di Sel – che il governo, e la strana maggioranza che lo sostiene, si occupino di rivedere le politiche di immigrazione cancellando la Bossi-Fini e il reato di clandestinità.

 Un paese civile non può più accettare questi centri di detenzione, vere e proprie galere senza le minime condizioni umane, che chiamiamo Cie. La regione Friuli Venezia Giulia , oltre a dichiararsi contro il permanere del Centro, assuma iniziative più specifiche in ambito politico e si affianchi più concretamente a coloro che si stanno battendo per la revisione normativa”

 on. Serena Pellegrino

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 CIE GRADISCA: ON. SERENA PELLEGRINO (SINISTRA E. LIBERTÀ),

 SITUAZIONE GRAVISSIMA      INTERVENGA ALFANO

 La situazione al CIE di Gradisca d’Isonzo è gravissima come dimostrano i due feriti di questa notte ricoverati al Cattinara di Trieste e all’ospedale di Gorizia. Il ministero dell’interno intervenga immediatamente prima che succeda una tragedia.

 Lo afferma la deputata di Sel Serena Pellegrino che da giorni segue la vicenda del CIE di Gradisca d’Isonzo.

 È ora, continua la deputata di Sel, che il governo, e la strana maggioranza che lo sostiene, si occupino di rivedere le politiche di immigrazione cancellando la Bossi-Fini e il reato di clandestinità.

 Le politiche di questi anni hanno prodotto solo tragedie e morti, senza minimamente risolvere il problema. Un paese civile non può più accettare, conclude l’on. Pellegrino, questi centri di detenzione, vere e proprie galere senza le minime condizioni umane che chiamiamo Cie.

 Lo rende noto l’ufficio stampa

 Roma 13 agosto 2013

Segue il link al comunicato del sen. Manconi che avevo aggiunto ieri pomeriggio al mio scritto di ieri.

ore 11 Il comunicato Ansa. Giornalisti?
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/08/13/Tenta-fuga-Cie-ferito-gravemente_9154655.html

 

14 Agosto 2013Permalink