22 febbraio 2014 – Due donne: una viene e una va. E poi?

Probabilmente stanno andando al Quirinale

Il neo governo Renzi giurerà più tardi. Al Quirinale non ci saranno sorprese: la cerimonia si svolgerà in tutta la sua solennità un po’ cordiale un po’ da routine. Io posso sperare che, se la prossima settimana avranno la fiducia in parlamento, siano all’altezza della Costituzione su cui hanno giurato. Non mi verranno certo a dire con sincerità se risponderanno a un serio convincimento o se sarà una furbata.
Per ora mi impongo una difficile speranza e spero che il disprezzo per l’art. 67 della Costituzione appartenga solo alla confusa corte del sovrano extraparlamentare che dispone di una corona a cinque stelle.
Dice l’articolo: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.
C’è stata, in una attribuzione di vincolo di proprietà interno a correnti (Civati vs Renzi), una critica all’attribuzione di un Ministero alla dr. Lanzetta. Mi si dice che all’interno del Pd avrebbe votato contro l’ipotesi di governo Renzi, conformemente alle indicazioni di Civati.
Poi ha accettato l’incarico che deve ancora formalizzarsi.
Provo a chiedermi: quando le è stato proposto quell’incarico ha pensato al contributo che poteva dare, considerata la sua esperienza di sindaco antimafia, in obbedienza all’art. 67 che ho trascritto prima? O è stata solleticata da un impulso di potere?
Io non lo so. Quello che so è che l’art. 67 non prevede i vincoli correntizi tanto cari, nella forma del movimento di cui è/si considera carismatico leader , al capo dei pentastellati.
E purtroppo non solo a costui.
Personalmente spero che la dr. Lanzetta, e non soltanto lei, assuma la responsabilità imposta dall’art. 67 anche se non è deputata.
Mi è capitato di ascoltarla e l’ho trovata consapevole e capace di parole di responsabilità. Vedremo

Un saluto alla ministra Kyenge
Mi stupisce (ma temo sia per una mia irredimibile ingenuità) il silenzio dei movimenti delle donne per l’accantonamento della ministra Kyenge.
E’ stata insultata con blasfemie razziste e perché donna (non a caso i due ostacoli sono appaiati nell’art. 3 della Costituzione: eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, ecc. ecc.). A Udine, quando ha partecipato ufficialmente a un convegno dimostrando quella attenzione e diligenza che viene dall’assunzione di consapevole responsabilità, presidente della regione, sindaco con fascia tricolore a tracolla, prefetto e questore se ne sono andati dopo i saluti di rito. E’ stato brutto e poco civile. e spero che l’inciviltà non si estenda alle politiche che la Kyenge sosteneva lasciando all’ampia misura femminile nel prossimo governo Renzi la sola qualità della quantità.

Chissà perché mi ricordo di Lidia
Non voglio trascurare il ricordo dei modi in cui da ‘amici’ e avversari fu accantonata la senatrice Menapace.
Si veda il mio diario del 9 febbraio

22 Febbraio 2014Permalink